Faccio i turni nel lavoro, mia moglie fa i turni col cazzo di Tarcisio.
di
asparago
genere
tradimenti
Il lavoro a cui "sono costretto" come orario prevede i soliti tre turni, quindi a settimane alterne me li sciroppo tutti. La conseguenza è che il fisico ne risente, altre che ritmo circadiano. Questo sistema pesa anche sulla mia famiglia, soprattutto Leda mia moglie che non riesce ad abituarsi. Siamo giovani entrambi, ci piace scopare, però spesso prendo sonno col cazzo nella figa che naturalmente esce e si addormenta con me. Leda educatamente si alza va in cucina, prende le carte napoletane e si dedica ai solitari. In pratica siamo costretti ad azioni fuori dal normale. Una sera dopo il solito rito, sono caduto in catalessi, non ho capito il motivo, la notte mi sono alzato per pisciare, sentivo bisbigliare qualcosa, passo in cucina per andare in bagno vedo Leda che gioca a carte con Tarcisio, quasi mi prende un colpo, si giustificano che non riescono a dormire, perché lui vedovo da due mesi non ancora somatizza la scomparsa della moglie. Quasi mi sento sollevato che Leda abbia trovato uno con gli stessi problemi, si aiutano a vicenda.
Li saluto e torno a letto. Ormai è diventata un'abitudine la presenza di Tarcisio, in casa, a volte Leda prepara la cena anche per lui, ceniamo e vado a letto mentre loro si danno al gioco delle carte. Una notte mi alzo per la solita pisciata, non sento nulla in
cucina, cerco di non far rumore, riesco a scorgere Tarcisio seduto sulla sedia con i pantaloni tirati giù, Leda in ginocchio che gli sta facendo un pompino. Non so chi mi ha
dato la forza ma in quel momento l'unica cosa che mi viene in mente è che il colpevole sono io di quella situazione, la pisciata passa in secondo piano e torno a letto, Il sonno sparito, il cazzo diventa duro, sono costretto a farmi una sega con la speranza di
addormentarmi di nuovo, non ci riesco, resto eccitato con gli occhi spalancati. Non so
dopo quanto tempo, sento arrivare Leda, simulo che sto dormendo, lei si infila sotto le
coperte, l'abbraccio, le metto la lingua in bocca con la speranza di assaporare la sborra
di Tarcisio, non ci capisco nulla, il cazzo sempre duro le entra nella figa scivolosa, la scopo e ricado nel sonno. Non le ho mai detto nulla, mi auguravo soltanto che scopassero,
la notte non mi sono più alzato, pisciavo nel vasetto di sottaceti, svuotato. Quando i turni lo consentivano Leda e Tarcisio restavano fino a tardi, quando lei veniva a letto
facevamo una magnifica scopata con la figa piena di sborra di Tarcisio. Sicuramente aveva
capito che sapevo, si prestava tranquillamente al gioco, Tarcisio era quasi sempre nella
nostra casa, lo invitavo io a stare sempre più vicino a Leda. Anche lui aveva capito.
Li saluto e torno a letto. Ormai è diventata un'abitudine la presenza di Tarcisio, in casa, a volte Leda prepara la cena anche per lui, ceniamo e vado a letto mentre loro si danno al gioco delle carte. Una notte mi alzo per la solita pisciata, non sento nulla in
cucina, cerco di non far rumore, riesco a scorgere Tarcisio seduto sulla sedia con i pantaloni tirati giù, Leda in ginocchio che gli sta facendo un pompino. Non so chi mi ha
dato la forza ma in quel momento l'unica cosa che mi viene in mente è che il colpevole sono io di quella situazione, la pisciata passa in secondo piano e torno a letto, Il sonno sparito, il cazzo diventa duro, sono costretto a farmi una sega con la speranza di
addormentarmi di nuovo, non ci riesco, resto eccitato con gli occhi spalancati. Non so
dopo quanto tempo, sento arrivare Leda, simulo che sto dormendo, lei si infila sotto le
coperte, l'abbraccio, le metto la lingua in bocca con la speranza di assaporare la sborra
di Tarcisio, non ci capisco nulla, il cazzo sempre duro le entra nella figa scivolosa, la scopo e ricado nel sonno. Non le ho mai detto nulla, mi auguravo soltanto che scopassero,
la notte non mi sono più alzato, pisciavo nel vasetto di sottaceti, svuotato. Quando i turni lo consentivano Leda e Tarcisio restavano fino a tardi, quando lei veniva a letto
facevamo una magnifica scopata con la figa piena di sborra di Tarcisio. Sicuramente aveva
capito che sapevo, si prestava tranquillamente al gioco, Tarcisio era quasi sempre nella
nostra casa, lo invitavo io a stare sempre più vicino a Leda. Anche lui aveva capito.
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