Moglie lecca lecca
di
Scrap
genere
tradimenti
MOGLIE LECCA LECCA
Sono Rocco, 56 anni, sposato con Rebecca, anni 54.
Siamo una coppia giovanile e porcella, quando possiamo. Vi racconto una storia capitata qualche mese fa.
Era estate, e noi eravamo in città, a Vicenza. Di solito andiamo via tra giugno e luglio, oppure a settembre. Era agosto e ci godevamo la città mezza vuota.
Siamo andati in una pizzeria poco fuori, che ha un bellissimo parco intorno.
Rebecca aveva un vestitino leggero, poco sopra il ginocchio, sandali e braccia scoperte.
Avevo notato che sembrava non indossare intimo, e in macchina le chiesi se voleva mettersi in mostra.
Per tutta risposta tirò fuori una tetta, bella soda, e poi mi fece vedere il pelo della fica.
Approfittando del cambio automatico, per tutto il viaggio tenni la mano destra sulla sua patata, stuzzicando il clitoride e facendola venire.
Anche lei, dopo aver goduto, ricambiò il favore. Mi aprì la patta dei pantaloni leggeri e cominciò un goloso pompino.
Quanto mi piacciono i suoi pompini!
In tre minuti mi fece venire. Prese tutto in bocca, poi si pulì con un fazzoletto e mi sorrise.
La serata era cominciata veramente bene.
In pizzeria mangiammo e bevemmo in allegria.
Tutto intorno c’era un parco curatissimo, con siepi e alberi e panchine.
Nel tavolo accanto c’era una bella coppia, più giovane. L’uomo, che aveva di fronte Rebecca, si era accorto sicuramente che la mia consorte era senza mutande, e la guardava con insistenza. Rebecca se ne accorse e me lo fece notare.
Era eccitante che un altro uomo guardasse mia moglie con desiderio.
Rebecca a un certo punto mi disse: certo che quel manzo me lo farei volentieri. Ed io aggiunsi: provaci.
Allora Rebecca si alzò, lo guardò e dondolando il culo scese i gradini verso il parco, inoltrandosi tra la vegetazione.
Un minuto dopo l’uomo si alzò, guardò di sfuggita verso di me, e poi entrò anche lui nel parco.
Io feci passare due minuti e poi anch’io entrai nel parco, costeggiando una siepe bassa, accanto a un muretto.
Qualche decina di metri più in là vidi Rebecca già all’opera. L’uomo si era seduto su una panchina. Rebecca si era inginocchiata davanti e scambiava col tizio qualche parola. Nel frattempo gli aveva tirato fuori un bel randello, più grande del mio, e lo masturbava lentamente, sorridendo.
L’uomo, rompendo gli indugi, le appoggiò le mani sul collo, invitandola a prenderlo in bocca.
La mia dolce pompinara non aspettava altro, e cominciò a sbocchinarlo con sapienza.
Io ero eccitatissimo, e quasi non mi accorsi che accanto a me stava arrivando la donna del tavolo, probabilmente sua moglie.
Rebecca e l’amante erano in un piccolo spiazzo, bene alla vista del luogo, nascosto dove ero io ed ora quella donna.
La donna guardò lo spettacolo e mi disse: è mio marito. E io aggiunsi: e quella è mia moglie.
Ciao, mi disse. Sono Chiara. Piacere, Rocco.
E aggiunse: sembra brava tua moglie, con la bocca. Io dissi: bravissima. Si accostò a me dicendo, fammi vedere bene.
Io ero eccitatissimo, avevo questa splendida donna davanti, appoggiata con i gomiti al muretto, e ne approfittai subito.
Con la mano sinistra afferrai il suo seno, mentre la destra si insinuava sotto la gonnellina. Era già un lago. Venne in tre secondi nella mia mano. Allora le abbassai completamente il perizoma, tirai fuori il mio cazzo duro all’inverosimile e glielo infilai in un colpo dentro.
Chiara era eccitatissima, e mi invitava sottovoce, per non farsi sentire, a chiavarla. Mi disse: non venirmi dentro.
Allora ne approfittai. Lo sfilai dalla fica e glielo appoggiai sul culo. Lubrificato com’era, entro come un coltello nel burro.
Aveva un culo morbido, che si adattò subito al mio cazzo. Mi fermai, altrimenti avrei goduto subito, ed afferrai la sua coda di cavallo, facendole inarcare il collo. Tenevo i capelli con la destra e il seno con la sinistra. Girò la testa e mi diede una bocca bellissima da baciare. Poi disse: dove vuoi venire? In culo o in bocca?
Io risposi: in culo.
Diedi una decina di colpi e la inondai di sperma, mentre lei veniva di nuovo, tremando per l’eccitazione.
Spostammo l’attenzione su Rebecca e suo marito. Adesso Mia moglie si era seduta a cavalcioni sull’uomo e pompava a tutta forza. Ebbero entrambi un orgasmo travolgente.
Lei si alzò, si ripulì con un fazzoletto e poi presero i cellulari e si scambiarono il numero. Evidentemente la prestazione era piaciuta molto a entrambi.
Il gesto non passò inosservato, né a me, né a Chiara, che volle fare lo stesso con me.
Li guardammo salutarsi e dirigersi ai tavoli. Anche noi tornammo a sederci, separati. Rebecca aveva una faccia sorridente e rilassata. Mi disse: che bel posto, questo. Ed io aggiunsi: frequentato bene.
Sono Rocco, 56 anni, sposato con Rebecca, anni 54.
Siamo una coppia giovanile e porcella, quando possiamo. Vi racconto una storia capitata qualche mese fa.
Era estate, e noi eravamo in città, a Vicenza. Di solito andiamo via tra giugno e luglio, oppure a settembre. Era agosto e ci godevamo la città mezza vuota.
Siamo andati in una pizzeria poco fuori, che ha un bellissimo parco intorno.
Rebecca aveva un vestitino leggero, poco sopra il ginocchio, sandali e braccia scoperte.
Avevo notato che sembrava non indossare intimo, e in macchina le chiesi se voleva mettersi in mostra.
Per tutta risposta tirò fuori una tetta, bella soda, e poi mi fece vedere il pelo della fica.
Approfittando del cambio automatico, per tutto il viaggio tenni la mano destra sulla sua patata, stuzzicando il clitoride e facendola venire.
Anche lei, dopo aver goduto, ricambiò il favore. Mi aprì la patta dei pantaloni leggeri e cominciò un goloso pompino.
Quanto mi piacciono i suoi pompini!
In tre minuti mi fece venire. Prese tutto in bocca, poi si pulì con un fazzoletto e mi sorrise.
La serata era cominciata veramente bene.
In pizzeria mangiammo e bevemmo in allegria.
Tutto intorno c’era un parco curatissimo, con siepi e alberi e panchine.
Nel tavolo accanto c’era una bella coppia, più giovane. L’uomo, che aveva di fronte Rebecca, si era accorto sicuramente che la mia consorte era senza mutande, e la guardava con insistenza. Rebecca se ne accorse e me lo fece notare.
Era eccitante che un altro uomo guardasse mia moglie con desiderio.
Rebecca a un certo punto mi disse: certo che quel manzo me lo farei volentieri. Ed io aggiunsi: provaci.
Allora Rebecca si alzò, lo guardò e dondolando il culo scese i gradini verso il parco, inoltrandosi tra la vegetazione.
Un minuto dopo l’uomo si alzò, guardò di sfuggita verso di me, e poi entrò anche lui nel parco.
Io feci passare due minuti e poi anch’io entrai nel parco, costeggiando una siepe bassa, accanto a un muretto.
Qualche decina di metri più in là vidi Rebecca già all’opera. L’uomo si era seduto su una panchina. Rebecca si era inginocchiata davanti e scambiava col tizio qualche parola. Nel frattempo gli aveva tirato fuori un bel randello, più grande del mio, e lo masturbava lentamente, sorridendo.
L’uomo, rompendo gli indugi, le appoggiò le mani sul collo, invitandola a prenderlo in bocca.
La mia dolce pompinara non aspettava altro, e cominciò a sbocchinarlo con sapienza.
Io ero eccitatissimo, e quasi non mi accorsi che accanto a me stava arrivando la donna del tavolo, probabilmente sua moglie.
Rebecca e l’amante erano in un piccolo spiazzo, bene alla vista del luogo, nascosto dove ero io ed ora quella donna.
La donna guardò lo spettacolo e mi disse: è mio marito. E io aggiunsi: e quella è mia moglie.
Ciao, mi disse. Sono Chiara. Piacere, Rocco.
E aggiunse: sembra brava tua moglie, con la bocca. Io dissi: bravissima. Si accostò a me dicendo, fammi vedere bene.
Io ero eccitatissimo, avevo questa splendida donna davanti, appoggiata con i gomiti al muretto, e ne approfittai subito.
Con la mano sinistra afferrai il suo seno, mentre la destra si insinuava sotto la gonnellina. Era già un lago. Venne in tre secondi nella mia mano. Allora le abbassai completamente il perizoma, tirai fuori il mio cazzo duro all’inverosimile e glielo infilai in un colpo dentro.
Chiara era eccitatissima, e mi invitava sottovoce, per non farsi sentire, a chiavarla. Mi disse: non venirmi dentro.
Allora ne approfittai. Lo sfilai dalla fica e glielo appoggiai sul culo. Lubrificato com’era, entro come un coltello nel burro.
Aveva un culo morbido, che si adattò subito al mio cazzo. Mi fermai, altrimenti avrei goduto subito, ed afferrai la sua coda di cavallo, facendole inarcare il collo. Tenevo i capelli con la destra e il seno con la sinistra. Girò la testa e mi diede una bocca bellissima da baciare. Poi disse: dove vuoi venire? In culo o in bocca?
Io risposi: in culo.
Diedi una decina di colpi e la inondai di sperma, mentre lei veniva di nuovo, tremando per l’eccitazione.
Spostammo l’attenzione su Rebecca e suo marito. Adesso Mia moglie si era seduta a cavalcioni sull’uomo e pompava a tutta forza. Ebbero entrambi un orgasmo travolgente.
Lei si alzò, si ripulì con un fazzoletto e poi presero i cellulari e si scambiarono il numero. Evidentemente la prestazione era piaciuta molto a entrambi.
Il gesto non passò inosservato, né a me, né a Chiara, che volle fare lo stesso con me.
Li guardammo salutarsi e dirigersi ai tavoli. Anche noi tornammo a sederci, separati. Rebecca aveva una faccia sorridente e rilassata. Mi disse: che bel posto, questo. Ed io aggiunsi: frequentato bene.
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