Serenissima
          
            
              di
Mademoiselle_Anaïs
            
            
              genere
sentimentali
            
          
        
        
          Le finestre sono aperte, i lunghi tendaggi si muovono pigri, quando un lieve alito di vento li scuote dal loro statico torpore. L’ora blu è appena passata, la città si sta trasformando, s’appronta ad indossare una maschera che ne celi il volto, cosicché la luna e l’ombra siano regine del tempo a venire. 
Vestita di pizzi e di seta, sdraiata sul letto collocato al centro della stanza, sento il vociare dei passanti, la nota di superficie d’una città sospesa sull’acqua e nel tempo, che scorre e talvolta, per qualche istante incantato, pare arrestarsi, come fosse un momento sempiterno. In lontananza, musica barocca, i fasti di un mondo che più non si vede, ma che forse, chissà, ancora si cela in qualche increspatura del nostro universo.
Non voglio lasciare quel letto, sembra sia stato pensato per me, appositamente per quell’istante. Per la trama dei pizzi che disegnano arabeschi sul mio corpo nudo, per la soave leggerezza della seta che scivola morbida su ciascuna delle mie curve. Ad occhi chiusi, assorta nei miei pensieri, quasi come fossi su una gondola che mi conduce altrove, facendo rotta verso mondi inesplorati, continuo insaziabilmente a cullarmi in indistinte suggestioni.
D’un tratto, note speziate, il calore di legni d’oriente ed un fresco, lieve sentore d’agrumi che guardano il mare, quando le tue labbra si poggiano sulle mie ed una goccia scivola, dai tuoi capelli bagnati, sul mio seno.
Avvolta. Dal tuo profumo, dalle tue braccia, dai tuoi pensieri che s’intrecciano ai miei. E danzano e giocano e fanno l’amore.
        
        
        Vestita di pizzi e di seta, sdraiata sul letto collocato al centro della stanza, sento il vociare dei passanti, la nota di superficie d’una città sospesa sull’acqua e nel tempo, che scorre e talvolta, per qualche istante incantato, pare arrestarsi, come fosse un momento sempiterno. In lontananza, musica barocca, i fasti di un mondo che più non si vede, ma che forse, chissà, ancora si cela in qualche increspatura del nostro universo.
Non voglio lasciare quel letto, sembra sia stato pensato per me, appositamente per quell’istante. Per la trama dei pizzi che disegnano arabeschi sul mio corpo nudo, per la soave leggerezza della seta che scivola morbida su ciascuna delle mie curve. Ad occhi chiusi, assorta nei miei pensieri, quasi come fossi su una gondola che mi conduce altrove, facendo rotta verso mondi inesplorati, continuo insaziabilmente a cullarmi in indistinte suggestioni.
D’un tratto, note speziate, il calore di legni d’oriente ed un fresco, lieve sentore d’agrumi che guardano il mare, quando le tue labbra si poggiano sulle mie ed una goccia scivola, dai tuoi capelli bagnati, sul mio seno.
Avvolta. Dal tuo profumo, dalle tue braccia, dai tuoi pensieri che s’intrecciano ai miei. E danzano e giocano e fanno l’amore.
            
            
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