La prima volta della moglie pudica 3

di
genere
sadomaso

Brava le dissi vedo che anche se i tuoi umori non ti piacevano hai resistito ed hai finito il lavoro, hai fatto bene le dissi perchè ti dovrai abituare a sapori ancora più forti. A queste mie parole vidi la paura sul suo volto ma io imperterrito le ordinai di voltarsi e di piegarsi a 90 gradi. A questo mio ordine la vidi irrigidirsi e rimanere impietrita. Con voce spazientita le chiesi perché non stava ubbidendo e ribadii che per questo sarebbe stata punita. Appena sentito la parola punizione alzò subito lo sguardo e si affrettò a spiegarmi che era vergine di culo, che suo marito aveva provato tante volte ma che lei si era sempre rifiutata per paura e che lui per suo rispetto aveva sempre abbandonato l’idea. A queste sue parole scoppiai in una sonora risata e le dissi che io non ero il suo maritino ma ero il suo padrone e che lei era li per essere addestrata, quindi le dissi di obbedire immediatamente altrimenti l’avrei rispedita al maritino ed il suo addestramento sarebbe finito li. Vedevo le sue lacrime scendere e bagnare il pavimento ma si voltò e si mise nella posizione da me richiesta. Appena mi ritrovai il suo culo davanti la presi per le chiappe e le allargai per vedere se il suo buco fosse davvero vergine così mi accorsi che effettivamente era bello stretto. Lei sempre piangendo mi implorava di fare piano, io a quel punto mi alzai in piedi e le mollai un forte sculaccione ordinandole di fare silenzio. Feci il giro e mi misi di fronte a lei che stava a capo chino e continuava a lacrimare. Le ordinai di alzare la testa e di aprire la bocca, cosa che lei fece immediatamente ed io altrettanto veloce ficcai due dita dentro la sua bocca ordinandole di succhiarli e bagnarli bene perché quelli sarebbero finiti dentro il suo culo e la sua saliva sarebbe stata l’unica lubrificazione per quella penetrazione. Lei continuando a piangere iniziò a succhiare ed a bagnare le mie dita, io le spingevo sempre più a fondo e sentivo la sua lingua che cercava di avvolgerle entrambe e bagnarle il più possibile. Le tolsi le dita dalla bocca, le ordinai di piegarsi e mi rimisi seduto davanti al suo culo. Le ordinai di prendersi le chiappe con le mani e di allargarle bene in modo da avere una completa e libera visione del suo buco. Lei piangendo sommessamente e tremando per la paura obbedì, a quel punto puntai il primo dito sul suo buco, vedevo le sue gambe tremare, appena il mio dito iniziò ad entrare mi fermai, le ordinai di non gridare e subito dopo lo spinsi tutto dentro. Lei gridò, io allora con lamano libera le tirai uno sculaccione ancora più forte dicendole che se avesse gridato ancora all’ingresso del secondo dito, avrei aggiunto un’altra punizione per quest’altra mancanza. Lei singhiozzando mi rispose “scusi“ io sempre tenendo il dito dentro però con la mano libera le mollai un altro sculaccione dicendole ”scusi? Scusi non mi basta, chi sono io“ lei allora si riprese e tra un singhiozzo di pianto ed un altro mi disse ”scusi padrone”. Puntai il secondo dito al suo buco e lo feci entrare lei soffocò il grido tra i singhiozzi del suo pianto. Iniziai a muovere le dita nel suo culo avanti ed indietro e facendole roteare dentro di lei, sentivo i mugolii di fastidio, allora con la mano libera iniziai a giocare con il suo clitoride. Muovevo le dita dentro il suo culo mentre con il dito dell’altra mano le massaggiavo il clitoride. Sentivo che iniziava a piacerle, i mugolii di fastidio piano piano si convertivano in mugolii di piacere anche se le lacrime continuavano a scendere lungo le sue guance. Continuai per un po’ ma quando mi accorsi che lei stava per godere mi fermai immediatamente, le tolsi le dita da dentro il suo culo e le dissi che non era stato cosi male per lei visto che stava per godere, lei arrossendo mi rispose “no padrone”. Nel frattempo lei si era calmata cosi le ordinai di voltarsi e le dissi che avrei dovuto prendere provvedimenti per il suo culo. Mi alzai, andai ad un cassetto, lo aprii e tirai fuori da esso tre plug anali di dimensioni crescenti. Ritornai a sedermi davanti a lei e gli mostrai i tre plug, le dissi che alla fine dell’addestramento si sarebbe abituata a camminare con il culo pieno del plug più grande ma che comunque avremmo iniziato da quello più piccolo. A queste mie parole lei avrebbe voluto obbiettare ma la fermai subito dicendole che se avesse proferito qualsiasi parola avrei sommato ancora un’altra punizione a quelle precedenti. Cosi le ordinai di nuovo di aprire la bocca e le misi dentro il plug più piccolo ordinandole di bagnarlo bene, lei tra un conato ed un altro si dette daffare e quando lo tolsi dalla sua bocca il plug era lucido della sua saliva. Le ordinai di voltarsi e di piegarsi a novanta gradi, una volta in posizione le ordinai di allargarsi le chiappe come la volta precedente e quando lei lo fece puntai il plug al suo culo. Notai che aveva iniziato a tremare di nuovo ma io iniziai a spingere il plug. Vedevo il suo buco che si allargava sempre di più e sentivo i suoi mugolii di dolore ma non mi fermai fino a quando il plug non fu tutto dentro. Le ordinai di nuovo di alzarsi e di voltarsi verso di me guardandomi negli occhi e le dissi che si sarebbe dovuta abituare a camminare con il plug nel culo perché non se lo sarebbe dovuto togliere se non per andare in bagno. Lei per tutta risposta abbasso lo sguardo e disse “si padrone”. Iniziamo subito dissi fai un giro della stanza e ritorna qui di fronte a me, lei con passi incerti iniziò a camminare, vedevo la gemma del plug che faceva bello sfoggio di sé tra le sue natiche e vedevo mentre si rimetteva in posizione davanti a me anche alcune smorfie di dolore sul suo viso ma nonostante tutto concluse il giro della stanza. Una volta di fronte a me con lo sguardo verso il basso le ordinai di allargare le gambe, le misi due dita dentro e la trovai bagnatissima, sentivo il plug nel suo culo, tolsi le dita e le dissi che la prima passeggiata con il plug non era andata poi così male visto che le mie dita erano fradice dei suoi umori così le ordinai di aprire la bocca e di lavarmele per bene con la lingua. Lei obbedì prontamente ingoiando le mie dita e muovendo la sua lingua per pulirle al meglio. Finito di lavare le mie dita, le tolsi dalla sua bocca e le ordinai di togliersi il reggiseno e di mettersi ancora una volta in posizione con le gambe larghe e le dita incrociate dietro la nuca. Appena sganciò il reggiseno si liberò il suo seno, bellissimo una bella quarta abbondante che nonostante l’età era ancora tonico. Continua

Per commenti, delucidazioni o per qualsiasi altra cosa mi trovate qui: master651@libero.it
scritto il
2025-10-16
4 0 2
visite
3
voti
valutazione
4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.