Cerco giovani uomini di colore per realizzare la mia fantasia

di
genere
fantascienza

Divorziata da poco, avevo festeggiato il mio compleanno da sola, sola ma libera. A cinquant'anni avevo sempre vissuto una vita ordinata, quella di una rispettabile borghese, ma quella sera stavo per oltrepassare un limite che non avevo mai osato sfiorare.

I miei occhi verdi brillavano di una luce intensa mentre digitavo le ultime parole del mio annuncio su Libidoz.
Feci un respiro profondo, le mie dita sfioravano i tasti con un'esitazione quasi impercettibile. Poi, con un gesto deciso, pubblicai il mio messaggio. Le parole erano chiare, dirette, come se volessi assicurarmi che non ci fossero ambiguità. "Cerco giovani uomini di colore per realizzare la mia fantasia. Voglio che mi portino in una cantina buia e umida, che mi scopino violentemente, voglio essere la loro puttana, che mi riempiano con il loro cazzo duro e mi facciano gemere come una cagna in calore."
Chiusi gli occhi per un attimo, sentendo il cuore battere forte. Era davvero questo che volevo? Sì, più di ogni altra cosa. Per anni, questa fantasia mi aveva perseguitata, un desiderio proibito che avevo seppellito in profondità. Ma quella notte avevo deciso di esaudirlo, a prescindere dalle conseguenze.
Qualche ora dopo, mi trovavo davanti all'ingresso della cantina, con il mio stretto vestito di seta appiccicato alla pelle per il sudore. L'aria era densa, carica di un'umidità che sembrava permeare ogni poro del mio corpo.
Scesi i gradini scivolosi, i miei tacchi alti echeggiavano nel silenzio opprimente. La cantina era buia, appena illuminata da una lampadina tremolante appesa al soffitto. L'odore di muffa e polvere mi solleticava le narici, ma non mi ritrassi. Ero lì per questo, per questa sensazione di pericolo, per questa perdita di controllo.
La porta si spalancò, facendomi sussultare. Tre figure erano ferme sulla soglia, i loro corpi atletici che si stagliavano contro l'oscurità.
I ​​loro sguardi, ardenti e impazienti, mi caddero addosso come fiamme. Sentii lo stomaco stringersi, ma non distolsi lo sguardo. Ero lì per loro, e loro lo sapevano. Il primo, un giovane dalla pelle scura e dai capelli corti, si avvicinò a me. Il suo sguardo era intenso, quasi predatorio. Senza dire una parola, mi afferrò una ciocca di capelli biondi, tirandomi verso di sé con una brutalità che mi fece rabbrividire. Le sue labbra si schiantarono sulle mie in un bacio vorace, la sua lingua invase la mia bocca con una ferocia che mi lasciò senza fiato. Gemetti, le mani appoggiate sul suo petto muscoloso, sentendo il calore della sua pelle attraverso la maglietta attillata. Nel frattempo, il secondo uomo di colore, altrettanto imponente, si avvicinò da dietro.

Le sue dita agili sollevarono il mio vestito, rivelando le mie cosce nude e le mutandine di pizzo. Senza cerimonie, strappò il tessuto delicato, esponendo il mio sesso bagnato all'aria fredda della cantina. Sentii un brivido percorrermi il corpo, un misto di vergogna ed eccitazione. Ero alla loro mercé, e mi piaceva.
Il terzo, accovacciato davanti a me, mi allargò le cosce con una delicatezza quasi ironica. Il suo sguardo era fisso, quasi ipnotico, mentre avvicinava il viso al mio sesso. Sentii la sua lingua calda e umida leccarmi il culo, tracciando cerchi intorno al mio buco stretto. Gemetti, le mani che stringevano le pareti umide della cantina per tenermi in piedi. Poi, inserì un dito guantato di lattice, penetrandola lentamente prima di accelerare il ritmo. Sentii il piacere aumentare, un'ondata irresistibile che mi travolse.

Il primo ragazzo di colore si staccò dalla mia bocca, con lo sguardo che brillava di desiderio. Si sbottonò i jeans, liberando un grosso cazzo duro puntato verso di me. Senza dire una parola, lo posizionò all'ingresso della mia vagina prima di penetrarmi con una spinta decisa. Urlai di piacere, il mio corpo si inarcò sotto la forza dell'impatto. Mi scopava con ferocia animalesca, le sue spinte potenti e costanti. Sentivo ogni centimetro del suo cazzo riempirmi, possedermi, e lo adoravo...

Il secondo giovane ragazzo di colore lo raggiunse presto. Mi girò di scatto, inchiodandomi contro il muro freddo della cantina. Sentii il suo cazzo duro posizionarsi all'ingresso del mio culo, prima di penetrarlo con una brutalità che mi fece urlare di nuovo. Dolore e piacere si mescolarono in una sensazione indescrivibile, spingendomi al limite. Ero la loro puttana, il loro oggetto del desiderio, e non ero mai stata così viva.

I tre giovani neri si alternarono a scoparmi, i loro cazzi duri mi riempivano a turno. Mi presero con violenza, proprio come avevo chiesto, facendomi gemere, urlare e implorare. Le loro mani segnarono la mia pelle, i loro baci mi consumarono e il loro sperma caldo mi riempì.
Ero il loro giocattolo, la loro cagna in calore, e la abbracciai completamente. Infine, esausta e soddisfatta, rollai sul freddo e umido pavimento del seminterrato. Il mio corpo Ero segnata dalle loro impronte digitali, i capelli scompigliati, il vestito strappato. Ma sorrisi, un sorriso beato e soddisfatto. Avevo vissuto la mia fantasia, ero stata la loro prostituta, ed era esattamente ciò di cui avevo bisogno.

La cantina puzzolente, le pareti umide, gli sguardi ardenti dei tre giovani neri... tutto questo ora faceva parte di me, una parte di me che non avrei mai potuto dimenticare.

Su Libidoz sono AlliettaR (4 foto)
scritto il
2025-10-11
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