Zia Vilma

di
genere
incesti

Quell'anno Thomas venne bocciato, nemmeno ammesso agli esami di maturità, come punizione i suoi genitori lo obbligarono ad andare in Sardegna dalla zia Vilma, la sorella maggiore di sua madre, che viveva sola da anni, dopo che il suo ultimo compagno l'aveva lasciata scappando in America per sfuggire agli aguzzini.
La zia Vilma viveva in un paesino in mezzo alla Sardegna, lì Thomas sarebbe stato lontano dalle distrazioni della città e avrebbe potuto studiare tutta l'estate, almeno così speravano i suoi genitori.
Thomas non aveva ricordi della zia, l'ultima volta che si erano visti in occasione del matrimonio di zia Laura, lui aveva solo 8 anni.
Arrivò al paese un lunedì pomeriggio, dopo un lunghissimo e faticoso viaggio, ad attenderlo alla stazione degli autobus c'era zia Vilma.
Quando Thomas la vide rimase senza parole.
Tutto il rancore accumulato durante il viaggio nei confronti dei genitori che lo avevano sbattuto in mezzo alla Sardegna, svanì in un secondo.
La zia Vilma era una donna di una bellezza disarmante.
Aveva 55 anni, ma ne dimostrava almeno dieci meno, non era molto alta ma era perfettamente proporzionata, e soprattutto sprizzava femminilità da tutti i pori.
Si presentò alla stazione con degli zoccoletti di legno dal tacco alto, un vestito bianco con una generosa scollatura, che con una quinta di seno praticamente ne scopriva la metà, un culo fasciato dal vestito strettissimo stupendo, leggermente grosso, di quelli che non vedi l'ora di toccare, leccare e scopare, capelli raccolti e un trucco impeccabile.
Thomas che negli ultimi tempi passava più tempo in bagno che a scuola, rimase esterrefatto da tale splendore.
La zia lo salutò amabilmente abbracciandolo forte e baciandolo,
il contatto con quel corpo stupendo gli provocò immediatamente una poderosa erezione, la zia se ne accorse subito e questa cosa la eccitò terribilmente, le sue mutandine si inzupparono in un nano secondo.
Thomas era un ragazzo di 18 anni, alto 1,85 con un fisico da nuotatore scolpito da dieci anni di piscina, con dei lineamenti marcati tipici dell'uomo mediterraneo e dei meravigliosi occhi verdi.
Il contatto con quel corpo statuario risvegliò incredibilmente il desiderio della zia.
Vilma veniva da un lustro piuttosto avaro di contatti fisici, l'ultimo suo amplesso l'aveva avuto con il compagno la mattina prima che sparisse, una sveltina triste che in quel momento non sapeva fosse un addio.
Poi il nulla. Si era chiusa in se stessa e non aveva più cercato nessuno, delusa dal genere umano.
Ma quel contatto le risvegliò tutto.
Saliti in macchina Thomas non le toglieva gli occhi di dosso, le spiava il seno che premeva contro il vestito stretto e sognava di poterlo toccare e baciare, la zia aveva delle gambe bellissime scoperte dal vestito che le era salito, ma quello che più eccitò il ragazzo fú la visione dei suoi piedini.
La zia aveva dei piedi perfetti, curati in modo maniacale, con lo smalto di un rosso meraviglioso, guardandoli la sua salivazione aumentò, già sognava di baciarli e leccarli.
Insomma erano solo dieci minuti che stavano insieme ma entrambi erano pazzi l'uno dell'altro.
Giunsero a casa prima di cena, la zia viveva in una villetta piuttosto isolata, con un bel giardino con degli alberi da frutta tutti intorno, entrarono e Vilma chiese a Thomas di seguirlo fino alla camera dove avrebbe soggiornato al piano di sopra, vedendo quelle gambe tornite e quel bel culone fasciato, salire le scale, Thomas si tocco il cazzo che gli pulsava nei boxer, il rumore degli zoccoletti sulle scale aumentarono il suo desiderio, moriva dal desiderio di infilarle la lingua nel culo.
Dopo essersi docciato scese per la cena, appena vide la zia rimase esterrefatto, quella gran troia si era cambiata, ora indossava dei sandali neri minimal, calze nere velate con riga dietro, una gonna nera con uno spacco inguinale, e sopra un cardigan nero manica corta aderentissimo che faceva sembrare le sue mammelle ancora più grandi, Thomas capi che non indossava il reggiseno, i capezzoli puntavano come chiodi inturgiditi dalla frescura della campagna al giungere della sera.
Quell'abbigliamento non poteva dimostrare altro che la zia aveva voglia di cazzo, era troppo provocante, rossetto rosso e trucco marcato.
Thomas le si avvicinò da dietro e mentre la zia era indaffarata con le padelle le prese in mano le tettone e le pizzico i capezzoli, la zia che non lo aveva visto arrivare sussultò, ma lo lasciò fare cominciando a gemere come una cagna in calore, lui le leccò il collo e spinse la sua poderosa erezione contro il culo, lei per sentirlo meglio si spinse indietro, "Oddio che bel cazzone hai Tommy, lo voglio succhiare", si inginocchio all'istante mentre Thomas lo liberava dagli indumenti, la zia lo prese in mano sgranando gli occhi, non aveva mai visto un cazzo cosi grande, prese a leccarlo e succhiarlo come un'indemoniata, anni di sgrillettate in autonomia avevano solo aumentato il suo desiderio, lo segava e succhiava velocissima, Thomas non resistette e le sborro cinque bei fiotti di seme sulla faccia rigandola tutta, lei con la lingua cercava la sborra per ingoiarla mentre il suo nipotino continuava ad infilarle il cazzo in bocca.
Si ricomposero e cenarono chiacchierando amabilmente, la zia gli confessò di avere molti arretrati e che non vedeva l'ora di essere montata, subito dopo il caffe Thomas prese in braccio la zia e la porto di sopra nella sua camera, la buttò sul letto, le allargò le coscie e le annuso la fica, sapeva di fica fradicia, cominciò a spennellarle il clitoride con la punta della lingua, la zia ululava dal piacere, mentre lui la leccava e le sputava sulla fica lei lo supplicò di infilarle due dita nel culo, "Che gran puttana sei zia, dopo ti voglio sfondare il culo col mio cazzone, dimmi che lo vuoi", "Zitto e lecca porco, spingimi le dita nel culo che mi fai squirtare", dopo pochi secondi la zia gridò il suo orgasmo schizzando in faccia a Thomas un litro di spruzzo, lui impazzì e spalancò la bocca per bere tutto, era lavato. Mentre la zia era ancora esausta dal suo piacere Thomas la mise alla pecora, era uno spettacolo con quel culone in aria le mammelle che penzolavano, quei piedi stupendi ornati dalle calze e dai quei sandali tacco 12 da gran puttana, la guardava e si segava, le strusciò il cazzo dritto sulla figa poi glielo puntò sul buco del culo e fece un po' di pressione, quella troia della zia si spinse indietro per farlo entrare nello stesso momento in cui Thomas spinse, tutto il cazzone di 20 cm di Tommy sfondò il buco del culo fradicio della zia, che gridò per quello che nell'immediatezza fu un dolore, ma che due spinte dopo fù piacere, "Porco sfonda il culo alla tua zietta forza, voglio che mi riempi il culo di sborra forza, spingi, spingi, Dio che bel cazzone duro hai, ne vorrei anche uno in figa adesso", aprì il comodino e tiro fuori un fallo nero di 20 cm che prima succhiò e poi si infilo velocemente nella figa grondante, "Che gran troia sei zia, cosi mi fai venire, spinse ancora più forte il suo cazzo nel culo della zia, fino a riempirlo gridando di sborra", la zia continuava a infilarsi il cazzo di gomma nella figa, voleva venire ancora, e dopo pochi secondi gridò il suo secondo orgasmo squirtando un altro litro di spruzzo, esausta si sdraiò sul letto mentre la sborra di Thomas le colava fuori dal culo, rilassata si pisciò addosso facendo impazzire il nipotino che si fiondo a bere a canna la pioggia dorata della zia. "Ma quanto sei porco? Sarà un'estate indimenticabile", "Si zia e questo e solo l'inizio".



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2025-10-07
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