Le confessioni di mia sorella
di
Arturo66
genere
confessioni
Sono i primi di settembre, i temporali di fine agosto hanno fatto andare via buona parte dei condomini del residence, è una splendida mattina di sole, un leggero venticello rende l'aria pulita e sono sceso al mare, ho fatto un bel bagno rigenerante e sono ritornato a casa per fare una doccia tiepida in giardino.
Finita la doccia con tranquillità e con l’accappatoio aperto mi accingo a rientrare in casa, giunto sulla porta che da retro con grande sorpresa vedo seduta sul divano mia sorella Ornella, cerco di chiudere frettolosamente l’accappatoio ma lei con naturalezza mi dice “che lo chiudi a fare, come se non ti conoscessi o non ti avessi mai visto”. Vero gli rispondo, quindi si alza, mi viene incontro e mi abbraccia, subito gli domando come mai si trova qua.
Ho cercato di avvisarti ma al telefono non rispondevi, ah, scusami, stavo facendo la doccia e il telefono non l’ho sentito.
Quindi ci abbracciamo più intensamente, il motivo della visita? Ultimamente mi sento depressa sono svogliata, apatica ho pensato di venire a trovarti perché tu sei l'unico che riesce a capirmi.
E qual è il problema? Non lo so, ultimamente mi vengono in mente pensieri, riavvolgo il nastro e rivedo tutto la mia vita e mi domando se ho sbagliato qualcosa.
Per sdrammatizzare un po' gli chiedo, ma ti sei fatta una sana scopata? Lei mi risponde e chi vuoi che mi cerchi ancora oramai ho 65 anni, penso di aver dato e di aver chiuso un ciclo. Ma guarda che ne dimostri almeno 15 in meno, sei bella tonica, curata, non sei da buttare, possibile che nessuno ti cerchi?
In verità ti voglio dire che sono almeno due anni che non ho più rapporti con uomini. Ah beh, se è per questo pure io sono almeno tre anni che non cerco donne, siamo sulla stessa linea, comunque vista l’ora penso che non hai pranzato, prepariamo qualcosa e pranziamo insieme, poi sarai libera di raccontarmi quello che vuoi. Prepariamo una cosa veloce, mangiamo beviamo un bicchiere di vino, prendiamo un caffè, ci accomodiamo sul divano e accendiamo una sigaretta, gli passo un braccio sulla spalla e l’avvicino a me, lei poggia la testa sulla mia spalla e chiude gli occhi, la invito a raccontarmi quello che tiene dentro.
A volte ti odio, ce l'ho con te, forse tu sei stata la causa della mia vita dissoluta, come fai a dire questo di me?
Ok comincia dall'inizio.
Nella mia vita tu sei stato in primo a farmi scoprire le gioie dell’erotismo, ricordi quando poco più che adolescenti tu hai iniziato per gioco a farmi scoprire l’eccitazione, hai iniziato baciandomi sul collo, poi i primi palpeggiamenti sul seno, mi venivi dietro e ti strusciavi. le prime carezze sull'intimità e poi via via sempre crescendo. Ricordi che io già all'età di 15 anni ero ben sviluppata, ti accorgevi che tutti gli uomini che circolavano in casa mi guardavano, bene, tutti quegli uomini chi più chi meno ci hanno provato con me.
A cominciare dal babbo che con la scusa delle punizioni corporali per qualsiasi marachella che combinavo ( e ne combinavo tante) mi appoggiava sulle gambe e mi schiaffeggiava sulle natiche fino a farle diventare rosse. questo con il bene placido di mamma, la quale chiedeva a lui di educarmi bene. All'inizio erano punizioni, ma poi via via le cose sono cambiate anziché punirmi mi dava qualche schiaffo, poi mi abbassava le mutandine e mi accarezzava, dapprima solo esternamente ma poi ha iniziato a spingersi accarezzandomi tra le cosce, fino ad arrivare ad infilare le dita anche dentro, il gesto mi procurava piacere e babbo se ne era accorto, questa situazione è andata avanti per parecchio tempo al punto che quando rimanevamo da soli se lo toglieva di fuori e lo voleva preso in mano, siamo arrivati al punto che ho iniziato a fargli le seghe, poi di seguito me lo ha messo in bocca, devo dire che non aveva fretta, mi stava preparando bene, non mancava molto che avrebbe osato e mi avrebbe finalmente scopato, ma non so se dire per fortuna nostra mamma si accorse della situazione e pose fine a tutto questo.
Un altro che ci ha provato è stato nonno, quando andavo a trascorrere qualche giorno da lui in campagna mi riempiva sempre di attenzioni, e quando si presentava la possibilità mi portava a vedere gli animali nella stalla, lì cominciavano i palpeggiamenti, anche lui come babbo al punto che mi accarezzava tra le gambe, forse era la mia natura, ma la cosa mi faceva perdere la testa, mi provocava brividi ed eccitazione, anche a lui lo presi in mano e in bocca, ma era di una misura enorme, corto ma grossissimo come quello di un cavallo, non riuscivo a prenderlo interamente, e, più volte mi ha riempito la bocca di sborra in grande quantità obbligandomi poi di ingoiarla, le prime volte mi veniva di vomitare, poi ho fatto l’abitudine e mi piaceva tantissimo, e così nonno ha cominciato a definirmi, puttanella, troia, cagna, ma la cosa che più mi ha colpito è stata la frase “hai preso tutto di tua madre”.
Un giorno era particolarmente infoiato mi fece appoggiare sul tavolo e mi abbassò le mutandine e mi accarezzò in profondità con le dita, iniziai a godere era forse la prima volta che mi bagnavo, lui se ne accorse, si abbassò i pantaloni me lo appoggiò tra le gambe, era enorme, lui provava a spingere ma non riusciva, Mi faceva male, al punto che appena entrò qualche centimetro iniziai ad urlare, le grida furono udite dalla nonna che accorse e lo sgridò e anche in quell’occasione si pose fine a quelle situazioni.
Tu sei stato l'unico che forse sarebbe riuscito ad iniziare e completare il mio percorso di avvio al sesso, ma ricordo perfettamente che ogni volta che capitava alla fine ti tiravi indietro, riuscivo a farti perdere la testa, eri bravissimo a prepararmi, ma, nel momento più bello quando dovevi cogliere l’attimo per rendermi donna, riuscivi a penetrarmi senza spingere a fondo lasciandomi molto velocemente e mi rimanevano tanta voglia e dolorosi mal di pancia.
Tutte queste situazioni hanno fatto sì che il mio desiderio aumentasse, doveva a tutti i costi essere soddisfatto. Non sapevo come fare. Venne il giorno del mio diciottesimo compleanno, durante la festa a casa nostra molti degli amici di papà si avvicinarono con molto interesse, tutti vollero concesso l’onore di un ballo, e, a turno tutti si lasciarono andare in un turbinio di complimenti ma soprattutto, apprezzamenti sul mio fisico, uno in particolare si dimostrò anche audace, ballando mi portò in una zona della stanza più remota e mi prese a palpeggiare le chiappe, lasciandosi anche lui scappare tanti apprezzamenti, ma anche questa volta dovetti ascoltare un qualcosa che spesso ritornava nella mia mente, mi disse “hai un culo uguale, se non ancora più bello e più sodo di tua madre, non mi ha resistito lei, non mi resisterai nemmeno tu”, l'amico di famiglia in questione è Carlo il personal trainer che lavora nella palestra che frequento io, per regalo oltre a un voucher di tre giorni in una spa a parte mi aveva regalato un completino intimo, e mi aveva sussurrato all'orecchio, spero che lo indosserai in un'occasione speciale.
Io non capivo il senso della frase però tutta questa situazione non mi aveva lasciato indifferente, anzi, per aveva aumentato la mia curiosità.
Ascoltando questo racconto mi era salita una certa eccitazione, che, nonostante tutto riuscivo ancora a controllare.
Ora se sei curioso ed interessato ti racconto come ho perso la verginità.
Certo che sono curioso, racconta pure, è intrigante la storia del tuo vissuto.
Come tu ben sai frequentavo a quei tempi la palestra, ci passavo ore, casualmente era la palestra dove Carlo era sia socio che personal trainer, alla ripresa dopo le vacanze estive ogni pomeriggio che mi recavo in palestra lui era lì e mi stava sempre vicino dandomi consigli e indicandomi come fare bene gli esercizi, in particolare quando andavo all’attrezzo per rinforzare l’interno coscia Carlo si piazzava davanti e prendendomi sulle rotule mi faceva allargare le gambe al massimo, il bastardo aveva lo scopo preciso di guardarmi in mezzo alle gambe perché indossavo vestiti aderenti con niente intimo, quindi poteva ammirare la mia passerina quasi al naturale, e come al solito non mi risparmiava apprezzamenti.
Un pomeriggio esco per andare in palestra, ricorderai che era a dieci minuti a piedi da casa, improvvisamente scoppia un temporale e mi riparo sotto la pensilina del bus in attesa che passi per raggiungere la palestra, quando, si ferma una macchina, abbassa il finestrino, mi chiama di nome e mi invita a salire perché sta andando anche lui in palestra, è Carlo, io indugio un attimo, poi apro la portiera e mi infilo in macchina con lui, parte ma, dopo due isolati cambia strada imprecando, gli chiedo cosa sia successo, lui risponde , tranquilla ho dimenticato degli appunti importanti a casa, andiamo a recuperarli, arriva davanti al cancello lo apre ed entra con la macchina, il tempo diluvia, quindi apre la porta del garage col telecomando e si infila dentro, scende e sale in casa dalla scala interna, aspettami solo un attimo mi rassicura, ma, passano 5 minuti, ne passano 10 e Carlo non ridiscende, decido quindi di salire in casa per sincerarmi di questo ritardo, arrivo in un grande salone, non lo vedo lo chiamo e sento che a malapena mi risponde da dietro un divano, lo raggiungo e lo trovo disteso e tutto sudato, gli chiedo cosa è successo, lui mi dice “niente, tranquilla, forse ho avuto un forte calo di pressione e mi ha girato la testa, per favore prendi un telo nel bagno per asciugarmi che andiamo in palestra” e mi indica la porta del bagno, mi avvio, entro, regna un po’ il disordine, intimo sparso qua e la, vedo un boxer, lo prendo e lo annuso, emana profumo di uomo, lo strofino sulle guance, desidero quel profumo addosso, prendo un asciugamano e torno da Carlo, glielo porgo, lui apre la maglia della tuta e inizia lentamente ad asciugarsi, prima la faccia, poi con movimenti lenti il petto muscoloso, io lo guardo estasiata, mi invita a sedermi sul tappeto ai piedi del divano, poi chiude gli occhi e si rilassa, io lo ammiro, noto che ha pure una certa erezione, ma dopo pochi attimi mette il braccio penzolante, sempre ad occhi chiusi mi cerca, mi appoggia una mano sui capelli e me li accarezza, all’improvviso mi prende per la coda e mi solleva io accompagno il movimento e mi ritrovo con la testa appoggiata sul suo petto, mi lascia la coda e ricomincia ad accarezzarmi testa e collo, poi infila l’altra mano nel pantalone della tuta, armeggia un po’ e tira fuori il suo arnese, una cosa mai vista, bello, perfetto, abbastanza lungo ma non grosso, lucido, io rimango a bocca aperta, Carlo mi spinge dalla nuca e lentamente la mia bocca si avvicina verso quel ben di Dio, prima che arrivassi con le labbra a sfiorarlo lui lo scappella, una visione celestiale, non rifletto nemmeno un attimo, prendo in bocca il glande e inizio a succhialo, lo avvolgo con la lingua, lui mi spinge e mi riempio la bocca, mi prende per la coda e comincia a dettare il ritmo, tutto dentro e subito quasi tutto fuori, mi adeguo alla cadenza che lui gradisce e comincio a fare tutto da sola, con una mano lo tengo e con la bocca vado su e giù, Carlo allunga una mano e me la infila nel pantaloncino da dietro, mi stuzzica un po’, poi va più giù e comincia a ravanare tra le grandi labbra, mi trova bagnata e sussurra “sei già pronta”, ma con amarezza deve constatare che il mio liquido è misto a sangue perché sono mestruata, si altera e diventa un po’ violento, mi spinge nuovamente dalla nuca afferrandomi per i capelli e in un batter d’occhio mi inonda la bocca di sborra, mi tiene pressata la testa e mi fa ingoiare tutto, poi si rilassa, io mi sfilo e raccolgo tutto il liquido che ha trasbordato sulle labbra e lo lecco, allora Carlo mi dice “come avevo previsto sei una bella troietta, ti ho beccato proprio nel giorno che sei mestruata, ma non tutti i mali vengono per nuocere, tra qualche giorno passeranno e per un periodo non sarai fertile, quindi, organizzati, e il primo pomeriggio utile ci rivediamo qui, vediamo se sei intelligente tanto quanto sei puttanella”.
Ci ricomponiamo e andiamo in palestra, all’uscita mi accompagna vicino casa e mi rinnova l’invito ad organizzarmi.
Nei giorni seguenti stetti poco bene, albergavano in me sentimenti contrastanti, riflettevo sul fatto che mi aveva definito troia e puttanella, da un lato mi sentivo umiliata, ma pensavo anche che forse avevo trovato la persona giusta che sapeva apprezzare la mia predisposizione al sesso.
Dopo tre giorni le mestruazioni finiscono, in palestra è Carlo a chiedermi a che punto stavo, e, quando gli comunico che c’è il via libera impazzisce dalla gioia, quindi mi chiede come mi organizzo, gli comunico che il pomeriggio successivo mi sarei resa libera, quindi mi da appuntamento in una traversa dietro casa, all’orario convenuto si fa trovare sul posto concordato, salgo in macchina e mi bacia sulla guancia, riavvia e parte in direzione casa sua, entriamo direttamente in garage e abbassa la porta, quindi mi abbraccia e mi bacia, non sta nella pelle, io un po’ timorosa, ma fremo più di lui, quindi saliamo dalle scale interne, mi fa accomodare in soggiorno e mi chiede se cosa gradisco da bere qualcosa di alcolico, io annuisco, va in cucina e torna con una bottiglia di liquore e due bicchieri, versa per entrambi e lo sorseggiamo, ha un sapore dolce, Carlo mi guarda fisso negli occhi e sorride, mi vede dubbiosa e mi chiede come mai, gli rispondo che ho una domanda da porgli che richiede una risposta sincera, lui mi invita a chiedere, quindi gli chiedo che cosa intendeva con la frase “tua madre non mi ha resistito”,,e lui?
Con molta tranquillità mi ha risposto, era e rimane una bella donna, mi ha sempre fatto girare la testa ed era ostinato a farla mia, quindi ci ho provato come ho fatto adesso con te e ci sono riuscito, abbiamo avuto la nostra bella storia che per rispetto di tuo padre ho voluto che durasse poco, ma è stata molto intensa, ora è arrivato il tuo turno, sei come lei mi piaci e voglio farti mia, spero di riuscirci e di non deluderti, ti chiedo solo di fidarti ciecamente di me, in fondo non conviene a nessuno dei due farci del male, francamente non sapevo in che mani ero finita, però ero curiosa era una cosa che volevo provare, quindi gli ho detto che mi fidavo, gli si sono illuminati gli occhi, ha riempito nuovamente i bicchieri, però stavolta ha preso da un cassetto una boccetta e nel mio ha versato alcune gocce, io l’ho guardato con gli occhi sbarrati, lui ha sorriso e mi ha sussurrato “hai detto che ti fidi ciecamente di me, tranquilla, non è droga, serviranno solo a rilassarti, mi servi sveglia, da addormentata non godresti nemmeno tu i momenti che stiamo per concederci, voglio che ti rimangano i ricordi, ti accompagneranno per tutta la vita” e mi ha offerto il bicchiere che piano piano ho sorseggiato, quindi ha chiuso tutte le imposte della stanza, ha acceso delle luci soffuse, si è tolto la maglietta si è sdraiato sul divano della volta precedente e mi ha invitato a raggiungerlo, praticamente si è ripetuta la scena di qualche giorno prima, dopo averglielo preso in bocca e dato i primi colpi mi ha fatto salire sul divano e mi sono messa su di lui a cavalcioni, mi ha sollevato la gonna ed è rimasto colpito complimentandosi “non sei solo troietta e puttanella, sei anche intelligente”, era rimasto colpito perché avevo indossato il completino intimo che mi aveva regalato al compleanno, ha preso col le mani il sottile filo del tanga e ha cominciato a strofinarlo nella fessura provocandomi dei brividi intensi, da parte mia ho ripreso a spompinarlo, lui mi ha sfilato lo slip e ha cominciato a slinguarmi delicatamente, erano sensazioni che avevo già provato, ma stavolta le percepivo amplificate, mi procuravano scariche elettriche in tutto il corpo, quindi ha aumentato il ritmo esplorando con la lingua in profondità facendomi godere di brutto, dopo un po’ di questo lavorio e aver cominciato ad assaporare il piacere del preorgasmo ho avvertito che stavano per fare effetto le goccine che mi aveva dato, mi sentivo un po’ annebbiata ma restavo lucida, gli ho comunicato le mie sensazioni e lui è stato felice di questo, “allora sei pronta, segui quello che ti dico e nessuno si farà male”, mi ha fatto sollevare e mi ha invitato a scivolare più in basso verso il suo pene, ero su di lui e gli davo le spalle, lui mi ha preso con le mani il seno massaggiando e strizzandomi i capezzoli, arrivata in prossimità della cappella mi sono alzata un po’, l’ho preso con una mano, l’ho sollevato e l’ho indirizzato verso la mia fessura, mi sono lasciata andare lentamente ed è entrato tranquillamente per buona metà, mi sono risollevata e ho iniziato a danzargli sopra, ad ogni movimento ne prendevo qualche centimetro in più, dettavo io il ritmo, Carlo rimaneva immobile ma ben turgido dentro di ne, ad ogni affondo provavo un mini orgasmo, però, sentivo che non riuscivo a superare una certa barriera, ero consapevole che potevo provare altro ma mi bloccavo, lui si è accorto della mia difficoltà, mi ha preso dai fianchi e ha cominciato a dettare lui il ritmo, ad un certo punto mi ha sollevato fino a quasi farlo uscire e poi con un movimento rapido mi ha spinto in giù, mi sono sentita un po’ lacerare e mi sono messa ad urlare, Carlo ha iniziato così a spingerlo dentro come un forsennato provocandomi il primo e vero orgasmo della mia esistenza, io ho rantolato e ho iniziato ad assecondare le sue spinte, abbiamo così raggiunto la perfezione dell’intesa, e dopo averci dato giù per un po’ lui si è irrigidito e fermato lanciando un urlo di piacere svuotandomi dentro tutto il suo seme, siamo rimasti immobili per un lungo tempo senza parlare, poi quando il suo membro si è rilassato lo ha sfilato e mi ha invitato a girarmi e a soggiacere sul suo petto, ha cominciato ad accarezzarmi la testa e il viso alternando il tutto a degli appassionati baci, infine mi ha accompagnato in bagno per fare una doccia ed è rimasto con me elogiandomi e chiedendomi se ero pentita di ciò che avevamo appena consumato, io ho risposto che ne ero profondamente felice e l’ho ringraziato per essere riuscito a farmi finalmente sentire donna.
La relazione con Carlo è andata avanti per circa tre mesi, poi di comune accordo abbiamo deciso di troncarla e di ritornare ognuno a riprendersi le proprie libertà.
Questo evento ha dato una svolta alla mia vita, ho avuto le mie storie per circa cinque anni, poi ho conosciuto mio marito e la mia vita ha preso un’altra piega, per due anni tutto sembrava andare a gonfie vele, poi, come tu ben sai è subentrato il problema della mia sterilità, tante prove e soldi buttati per la fecondazione artificiale, mio marito via via stava fuori sempre più per lunghi periodi, insomma siamo entrati in crisi e io a quel punto mi sono lasciata andare facendo una vita dissoluta, non avevo problemi di liquidità, tanto meno di uomini che mi giravano intorno, mi sono passata tutti gli amici di famiglia, mi hanno portato in giro facendomi provare esperienze assurde, scambi di coppie, sono stata portata in locali malfamati dove sono stata trattata da schiava e presa da più uomini contemporaneamente, per un amico mi sono finta sua moglie e ho fatto la escort con un uomo molto importante che lo ha poi sistemato in un posto di prestigio, finanche sono stata rinchiusa per una settimana in una tenuta e sono stata dominata da un signore anziano che non era mai sazio di scoparmi davanti e di dietro.
È adesso mi ritrovo, con i miei anni, i miei ricordi, e senza nessun uomo che mi cerca, a confidarmi con te perché so che sei un fratello e non ti permetteresti mai di giudicarmi.
Certo che sapevo della tua vita difficile, ma oggi l’hai arricchita di eventi che definirei atroci ma coinvolgenti allo stesso tempo, con questi racconti hai ridestato in me una libidine che pensavo aver perso, perdonami, ma mi sono eccitato e lo sono tuttora, dicendo questo gli mostro attraverso le bermuda il rigonfiamento che ho sotto, Ornella si illumina, gli occhi diventano lucidi, allora mi sdraio sul divano, le faccio cenno di avvicinarsi, lei obbedisce, gli propongo di inginocchiarsi sul tappeto di fianco a me e gli chiedo “sei disposta a rivivere e a farmi vivere l’esperienza della perdita della tua verginità? “, lei mi risponde “sarà come tornare indietro di quasi 50 anni, ma sarà un piacere rivivere con te quei momenti intimi”, e così ci lasciamo andare in un appassionato ricordo con una scopata da urlo culminata con un’abbondante sborrata.
Alla fine rimane il rammarico di non aver colto questa occasione durante l’adolescenza, lei era disponibile al sacrificio, io non ne ho voluto approfittare il tutto a beneficio di Carlo.
Adesso con Ornella ci vediamo frequentemente, stiamo bene insieme, e sembra che lei abbia riacquistato la giovinezza e la voglia di vivere.
Finita la doccia con tranquillità e con l’accappatoio aperto mi accingo a rientrare in casa, giunto sulla porta che da retro con grande sorpresa vedo seduta sul divano mia sorella Ornella, cerco di chiudere frettolosamente l’accappatoio ma lei con naturalezza mi dice “che lo chiudi a fare, come se non ti conoscessi o non ti avessi mai visto”. Vero gli rispondo, quindi si alza, mi viene incontro e mi abbraccia, subito gli domando come mai si trova qua.
Ho cercato di avvisarti ma al telefono non rispondevi, ah, scusami, stavo facendo la doccia e il telefono non l’ho sentito.
Quindi ci abbracciamo più intensamente, il motivo della visita? Ultimamente mi sento depressa sono svogliata, apatica ho pensato di venire a trovarti perché tu sei l'unico che riesce a capirmi.
E qual è il problema? Non lo so, ultimamente mi vengono in mente pensieri, riavvolgo il nastro e rivedo tutto la mia vita e mi domando se ho sbagliato qualcosa.
Per sdrammatizzare un po' gli chiedo, ma ti sei fatta una sana scopata? Lei mi risponde e chi vuoi che mi cerchi ancora oramai ho 65 anni, penso di aver dato e di aver chiuso un ciclo. Ma guarda che ne dimostri almeno 15 in meno, sei bella tonica, curata, non sei da buttare, possibile che nessuno ti cerchi?
In verità ti voglio dire che sono almeno due anni che non ho più rapporti con uomini. Ah beh, se è per questo pure io sono almeno tre anni che non cerco donne, siamo sulla stessa linea, comunque vista l’ora penso che non hai pranzato, prepariamo qualcosa e pranziamo insieme, poi sarai libera di raccontarmi quello che vuoi. Prepariamo una cosa veloce, mangiamo beviamo un bicchiere di vino, prendiamo un caffè, ci accomodiamo sul divano e accendiamo una sigaretta, gli passo un braccio sulla spalla e l’avvicino a me, lei poggia la testa sulla mia spalla e chiude gli occhi, la invito a raccontarmi quello che tiene dentro.
A volte ti odio, ce l'ho con te, forse tu sei stata la causa della mia vita dissoluta, come fai a dire questo di me?
Ok comincia dall'inizio.
Nella mia vita tu sei stato in primo a farmi scoprire le gioie dell’erotismo, ricordi quando poco più che adolescenti tu hai iniziato per gioco a farmi scoprire l’eccitazione, hai iniziato baciandomi sul collo, poi i primi palpeggiamenti sul seno, mi venivi dietro e ti strusciavi. le prime carezze sull'intimità e poi via via sempre crescendo. Ricordi che io già all'età di 15 anni ero ben sviluppata, ti accorgevi che tutti gli uomini che circolavano in casa mi guardavano, bene, tutti quegli uomini chi più chi meno ci hanno provato con me.
A cominciare dal babbo che con la scusa delle punizioni corporali per qualsiasi marachella che combinavo ( e ne combinavo tante) mi appoggiava sulle gambe e mi schiaffeggiava sulle natiche fino a farle diventare rosse. questo con il bene placido di mamma, la quale chiedeva a lui di educarmi bene. All'inizio erano punizioni, ma poi via via le cose sono cambiate anziché punirmi mi dava qualche schiaffo, poi mi abbassava le mutandine e mi accarezzava, dapprima solo esternamente ma poi ha iniziato a spingersi accarezzandomi tra le cosce, fino ad arrivare ad infilare le dita anche dentro, il gesto mi procurava piacere e babbo se ne era accorto, questa situazione è andata avanti per parecchio tempo al punto che quando rimanevamo da soli se lo toglieva di fuori e lo voleva preso in mano, siamo arrivati al punto che ho iniziato a fargli le seghe, poi di seguito me lo ha messo in bocca, devo dire che non aveva fretta, mi stava preparando bene, non mancava molto che avrebbe osato e mi avrebbe finalmente scopato, ma non so se dire per fortuna nostra mamma si accorse della situazione e pose fine a tutto questo.
Un altro che ci ha provato è stato nonno, quando andavo a trascorrere qualche giorno da lui in campagna mi riempiva sempre di attenzioni, e quando si presentava la possibilità mi portava a vedere gli animali nella stalla, lì cominciavano i palpeggiamenti, anche lui come babbo al punto che mi accarezzava tra le gambe, forse era la mia natura, ma la cosa mi faceva perdere la testa, mi provocava brividi ed eccitazione, anche a lui lo presi in mano e in bocca, ma era di una misura enorme, corto ma grossissimo come quello di un cavallo, non riuscivo a prenderlo interamente, e, più volte mi ha riempito la bocca di sborra in grande quantità obbligandomi poi di ingoiarla, le prime volte mi veniva di vomitare, poi ho fatto l’abitudine e mi piaceva tantissimo, e così nonno ha cominciato a definirmi, puttanella, troia, cagna, ma la cosa che più mi ha colpito è stata la frase “hai preso tutto di tua madre”.
Un giorno era particolarmente infoiato mi fece appoggiare sul tavolo e mi abbassò le mutandine e mi accarezzò in profondità con le dita, iniziai a godere era forse la prima volta che mi bagnavo, lui se ne accorse, si abbassò i pantaloni me lo appoggiò tra le gambe, era enorme, lui provava a spingere ma non riusciva, Mi faceva male, al punto che appena entrò qualche centimetro iniziai ad urlare, le grida furono udite dalla nonna che accorse e lo sgridò e anche in quell’occasione si pose fine a quelle situazioni.
Tu sei stato l'unico che forse sarebbe riuscito ad iniziare e completare il mio percorso di avvio al sesso, ma ricordo perfettamente che ogni volta che capitava alla fine ti tiravi indietro, riuscivo a farti perdere la testa, eri bravissimo a prepararmi, ma, nel momento più bello quando dovevi cogliere l’attimo per rendermi donna, riuscivi a penetrarmi senza spingere a fondo lasciandomi molto velocemente e mi rimanevano tanta voglia e dolorosi mal di pancia.
Tutte queste situazioni hanno fatto sì che il mio desiderio aumentasse, doveva a tutti i costi essere soddisfatto. Non sapevo come fare. Venne il giorno del mio diciottesimo compleanno, durante la festa a casa nostra molti degli amici di papà si avvicinarono con molto interesse, tutti vollero concesso l’onore di un ballo, e, a turno tutti si lasciarono andare in un turbinio di complimenti ma soprattutto, apprezzamenti sul mio fisico, uno in particolare si dimostrò anche audace, ballando mi portò in una zona della stanza più remota e mi prese a palpeggiare le chiappe, lasciandosi anche lui scappare tanti apprezzamenti, ma anche questa volta dovetti ascoltare un qualcosa che spesso ritornava nella mia mente, mi disse “hai un culo uguale, se non ancora più bello e più sodo di tua madre, non mi ha resistito lei, non mi resisterai nemmeno tu”, l'amico di famiglia in questione è Carlo il personal trainer che lavora nella palestra che frequento io, per regalo oltre a un voucher di tre giorni in una spa a parte mi aveva regalato un completino intimo, e mi aveva sussurrato all'orecchio, spero che lo indosserai in un'occasione speciale.
Io non capivo il senso della frase però tutta questa situazione non mi aveva lasciato indifferente, anzi, per aveva aumentato la mia curiosità.
Ascoltando questo racconto mi era salita una certa eccitazione, che, nonostante tutto riuscivo ancora a controllare.
Ora se sei curioso ed interessato ti racconto come ho perso la verginità.
Certo che sono curioso, racconta pure, è intrigante la storia del tuo vissuto.
Come tu ben sai frequentavo a quei tempi la palestra, ci passavo ore, casualmente era la palestra dove Carlo era sia socio che personal trainer, alla ripresa dopo le vacanze estive ogni pomeriggio che mi recavo in palestra lui era lì e mi stava sempre vicino dandomi consigli e indicandomi come fare bene gli esercizi, in particolare quando andavo all’attrezzo per rinforzare l’interno coscia Carlo si piazzava davanti e prendendomi sulle rotule mi faceva allargare le gambe al massimo, il bastardo aveva lo scopo preciso di guardarmi in mezzo alle gambe perché indossavo vestiti aderenti con niente intimo, quindi poteva ammirare la mia passerina quasi al naturale, e come al solito non mi risparmiava apprezzamenti.
Un pomeriggio esco per andare in palestra, ricorderai che era a dieci minuti a piedi da casa, improvvisamente scoppia un temporale e mi riparo sotto la pensilina del bus in attesa che passi per raggiungere la palestra, quando, si ferma una macchina, abbassa il finestrino, mi chiama di nome e mi invita a salire perché sta andando anche lui in palestra, è Carlo, io indugio un attimo, poi apro la portiera e mi infilo in macchina con lui, parte ma, dopo due isolati cambia strada imprecando, gli chiedo cosa sia successo, lui risponde , tranquilla ho dimenticato degli appunti importanti a casa, andiamo a recuperarli, arriva davanti al cancello lo apre ed entra con la macchina, il tempo diluvia, quindi apre la porta del garage col telecomando e si infila dentro, scende e sale in casa dalla scala interna, aspettami solo un attimo mi rassicura, ma, passano 5 minuti, ne passano 10 e Carlo non ridiscende, decido quindi di salire in casa per sincerarmi di questo ritardo, arrivo in un grande salone, non lo vedo lo chiamo e sento che a malapena mi risponde da dietro un divano, lo raggiungo e lo trovo disteso e tutto sudato, gli chiedo cosa è successo, lui mi dice “niente, tranquilla, forse ho avuto un forte calo di pressione e mi ha girato la testa, per favore prendi un telo nel bagno per asciugarmi che andiamo in palestra” e mi indica la porta del bagno, mi avvio, entro, regna un po’ il disordine, intimo sparso qua e la, vedo un boxer, lo prendo e lo annuso, emana profumo di uomo, lo strofino sulle guance, desidero quel profumo addosso, prendo un asciugamano e torno da Carlo, glielo porgo, lui apre la maglia della tuta e inizia lentamente ad asciugarsi, prima la faccia, poi con movimenti lenti il petto muscoloso, io lo guardo estasiata, mi invita a sedermi sul tappeto ai piedi del divano, poi chiude gli occhi e si rilassa, io lo ammiro, noto che ha pure una certa erezione, ma dopo pochi attimi mette il braccio penzolante, sempre ad occhi chiusi mi cerca, mi appoggia una mano sui capelli e me li accarezza, all’improvviso mi prende per la coda e mi solleva io accompagno il movimento e mi ritrovo con la testa appoggiata sul suo petto, mi lascia la coda e ricomincia ad accarezzarmi testa e collo, poi infila l’altra mano nel pantalone della tuta, armeggia un po’ e tira fuori il suo arnese, una cosa mai vista, bello, perfetto, abbastanza lungo ma non grosso, lucido, io rimango a bocca aperta, Carlo mi spinge dalla nuca e lentamente la mia bocca si avvicina verso quel ben di Dio, prima che arrivassi con le labbra a sfiorarlo lui lo scappella, una visione celestiale, non rifletto nemmeno un attimo, prendo in bocca il glande e inizio a succhialo, lo avvolgo con la lingua, lui mi spinge e mi riempio la bocca, mi prende per la coda e comincia a dettare il ritmo, tutto dentro e subito quasi tutto fuori, mi adeguo alla cadenza che lui gradisce e comincio a fare tutto da sola, con una mano lo tengo e con la bocca vado su e giù, Carlo allunga una mano e me la infila nel pantaloncino da dietro, mi stuzzica un po’, poi va più giù e comincia a ravanare tra le grandi labbra, mi trova bagnata e sussurra “sei già pronta”, ma con amarezza deve constatare che il mio liquido è misto a sangue perché sono mestruata, si altera e diventa un po’ violento, mi spinge nuovamente dalla nuca afferrandomi per i capelli e in un batter d’occhio mi inonda la bocca di sborra, mi tiene pressata la testa e mi fa ingoiare tutto, poi si rilassa, io mi sfilo e raccolgo tutto il liquido che ha trasbordato sulle labbra e lo lecco, allora Carlo mi dice “come avevo previsto sei una bella troietta, ti ho beccato proprio nel giorno che sei mestruata, ma non tutti i mali vengono per nuocere, tra qualche giorno passeranno e per un periodo non sarai fertile, quindi, organizzati, e il primo pomeriggio utile ci rivediamo qui, vediamo se sei intelligente tanto quanto sei puttanella”.
Ci ricomponiamo e andiamo in palestra, all’uscita mi accompagna vicino casa e mi rinnova l’invito ad organizzarmi.
Nei giorni seguenti stetti poco bene, albergavano in me sentimenti contrastanti, riflettevo sul fatto che mi aveva definito troia e puttanella, da un lato mi sentivo umiliata, ma pensavo anche che forse avevo trovato la persona giusta che sapeva apprezzare la mia predisposizione al sesso.
Dopo tre giorni le mestruazioni finiscono, in palestra è Carlo a chiedermi a che punto stavo, e, quando gli comunico che c’è il via libera impazzisce dalla gioia, quindi mi chiede come mi organizzo, gli comunico che il pomeriggio successivo mi sarei resa libera, quindi mi da appuntamento in una traversa dietro casa, all’orario convenuto si fa trovare sul posto concordato, salgo in macchina e mi bacia sulla guancia, riavvia e parte in direzione casa sua, entriamo direttamente in garage e abbassa la porta, quindi mi abbraccia e mi bacia, non sta nella pelle, io un po’ timorosa, ma fremo più di lui, quindi saliamo dalle scale interne, mi fa accomodare in soggiorno e mi chiede se cosa gradisco da bere qualcosa di alcolico, io annuisco, va in cucina e torna con una bottiglia di liquore e due bicchieri, versa per entrambi e lo sorseggiamo, ha un sapore dolce, Carlo mi guarda fisso negli occhi e sorride, mi vede dubbiosa e mi chiede come mai, gli rispondo che ho una domanda da porgli che richiede una risposta sincera, lui mi invita a chiedere, quindi gli chiedo che cosa intendeva con la frase “tua madre non mi ha resistito”,,e lui?
Con molta tranquillità mi ha risposto, era e rimane una bella donna, mi ha sempre fatto girare la testa ed era ostinato a farla mia, quindi ci ho provato come ho fatto adesso con te e ci sono riuscito, abbiamo avuto la nostra bella storia che per rispetto di tuo padre ho voluto che durasse poco, ma è stata molto intensa, ora è arrivato il tuo turno, sei come lei mi piaci e voglio farti mia, spero di riuscirci e di non deluderti, ti chiedo solo di fidarti ciecamente di me, in fondo non conviene a nessuno dei due farci del male, francamente non sapevo in che mani ero finita, però ero curiosa era una cosa che volevo provare, quindi gli ho detto che mi fidavo, gli si sono illuminati gli occhi, ha riempito nuovamente i bicchieri, però stavolta ha preso da un cassetto una boccetta e nel mio ha versato alcune gocce, io l’ho guardato con gli occhi sbarrati, lui ha sorriso e mi ha sussurrato “hai detto che ti fidi ciecamente di me, tranquilla, non è droga, serviranno solo a rilassarti, mi servi sveglia, da addormentata non godresti nemmeno tu i momenti che stiamo per concederci, voglio che ti rimangano i ricordi, ti accompagneranno per tutta la vita” e mi ha offerto il bicchiere che piano piano ho sorseggiato, quindi ha chiuso tutte le imposte della stanza, ha acceso delle luci soffuse, si è tolto la maglietta si è sdraiato sul divano della volta precedente e mi ha invitato a raggiungerlo, praticamente si è ripetuta la scena di qualche giorno prima, dopo averglielo preso in bocca e dato i primi colpi mi ha fatto salire sul divano e mi sono messa su di lui a cavalcioni, mi ha sollevato la gonna ed è rimasto colpito complimentandosi “non sei solo troietta e puttanella, sei anche intelligente”, era rimasto colpito perché avevo indossato il completino intimo che mi aveva regalato al compleanno, ha preso col le mani il sottile filo del tanga e ha cominciato a strofinarlo nella fessura provocandomi dei brividi intensi, da parte mia ho ripreso a spompinarlo, lui mi ha sfilato lo slip e ha cominciato a slinguarmi delicatamente, erano sensazioni che avevo già provato, ma stavolta le percepivo amplificate, mi procuravano scariche elettriche in tutto il corpo, quindi ha aumentato il ritmo esplorando con la lingua in profondità facendomi godere di brutto, dopo un po’ di questo lavorio e aver cominciato ad assaporare il piacere del preorgasmo ho avvertito che stavano per fare effetto le goccine che mi aveva dato, mi sentivo un po’ annebbiata ma restavo lucida, gli ho comunicato le mie sensazioni e lui è stato felice di questo, “allora sei pronta, segui quello che ti dico e nessuno si farà male”, mi ha fatto sollevare e mi ha invitato a scivolare più in basso verso il suo pene, ero su di lui e gli davo le spalle, lui mi ha preso con le mani il seno massaggiando e strizzandomi i capezzoli, arrivata in prossimità della cappella mi sono alzata un po’, l’ho preso con una mano, l’ho sollevato e l’ho indirizzato verso la mia fessura, mi sono lasciata andare lentamente ed è entrato tranquillamente per buona metà, mi sono risollevata e ho iniziato a danzargli sopra, ad ogni movimento ne prendevo qualche centimetro in più, dettavo io il ritmo, Carlo rimaneva immobile ma ben turgido dentro di ne, ad ogni affondo provavo un mini orgasmo, però, sentivo che non riuscivo a superare una certa barriera, ero consapevole che potevo provare altro ma mi bloccavo, lui si è accorto della mia difficoltà, mi ha preso dai fianchi e ha cominciato a dettare lui il ritmo, ad un certo punto mi ha sollevato fino a quasi farlo uscire e poi con un movimento rapido mi ha spinto in giù, mi sono sentita un po’ lacerare e mi sono messa ad urlare, Carlo ha iniziato così a spingerlo dentro come un forsennato provocandomi il primo e vero orgasmo della mia esistenza, io ho rantolato e ho iniziato ad assecondare le sue spinte, abbiamo così raggiunto la perfezione dell’intesa, e dopo averci dato giù per un po’ lui si è irrigidito e fermato lanciando un urlo di piacere svuotandomi dentro tutto il suo seme, siamo rimasti immobili per un lungo tempo senza parlare, poi quando il suo membro si è rilassato lo ha sfilato e mi ha invitato a girarmi e a soggiacere sul suo petto, ha cominciato ad accarezzarmi la testa e il viso alternando il tutto a degli appassionati baci, infine mi ha accompagnato in bagno per fare una doccia ed è rimasto con me elogiandomi e chiedendomi se ero pentita di ciò che avevamo appena consumato, io ho risposto che ne ero profondamente felice e l’ho ringraziato per essere riuscito a farmi finalmente sentire donna.
La relazione con Carlo è andata avanti per circa tre mesi, poi di comune accordo abbiamo deciso di troncarla e di ritornare ognuno a riprendersi le proprie libertà.
Questo evento ha dato una svolta alla mia vita, ho avuto le mie storie per circa cinque anni, poi ho conosciuto mio marito e la mia vita ha preso un’altra piega, per due anni tutto sembrava andare a gonfie vele, poi, come tu ben sai è subentrato il problema della mia sterilità, tante prove e soldi buttati per la fecondazione artificiale, mio marito via via stava fuori sempre più per lunghi periodi, insomma siamo entrati in crisi e io a quel punto mi sono lasciata andare facendo una vita dissoluta, non avevo problemi di liquidità, tanto meno di uomini che mi giravano intorno, mi sono passata tutti gli amici di famiglia, mi hanno portato in giro facendomi provare esperienze assurde, scambi di coppie, sono stata portata in locali malfamati dove sono stata trattata da schiava e presa da più uomini contemporaneamente, per un amico mi sono finta sua moglie e ho fatto la escort con un uomo molto importante che lo ha poi sistemato in un posto di prestigio, finanche sono stata rinchiusa per una settimana in una tenuta e sono stata dominata da un signore anziano che non era mai sazio di scoparmi davanti e di dietro.
È adesso mi ritrovo, con i miei anni, i miei ricordi, e senza nessun uomo che mi cerca, a confidarmi con te perché so che sei un fratello e non ti permetteresti mai di giudicarmi.
Certo che sapevo della tua vita difficile, ma oggi l’hai arricchita di eventi che definirei atroci ma coinvolgenti allo stesso tempo, con questi racconti hai ridestato in me una libidine che pensavo aver perso, perdonami, ma mi sono eccitato e lo sono tuttora, dicendo questo gli mostro attraverso le bermuda il rigonfiamento che ho sotto, Ornella si illumina, gli occhi diventano lucidi, allora mi sdraio sul divano, le faccio cenno di avvicinarsi, lei obbedisce, gli propongo di inginocchiarsi sul tappeto di fianco a me e gli chiedo “sei disposta a rivivere e a farmi vivere l’esperienza della perdita della tua verginità? “, lei mi risponde “sarà come tornare indietro di quasi 50 anni, ma sarà un piacere rivivere con te quei momenti intimi”, e così ci lasciamo andare in un appassionato ricordo con una scopata da urlo culminata con un’abbondante sborrata.
Alla fine rimane il rammarico di non aver colto questa occasione durante l’adolescenza, lei era disponibile al sacrificio, io non ne ho voluto approfittare il tutto a beneficio di Carlo.
Adesso con Ornella ci vediamo frequentemente, stiamo bene insieme, e sembra che lei abbia riacquistato la giovinezza e la voglia di vivere.
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