Massaggio Thai
di
Ornella
genere
saffico
Lo scrivo di getto. Non amo scrivere senza rileggere 10 volte, senza essere sicura di non fare errori, senza dare un che di professionale a quanto scrivo. Ma mi piace oggi, voler raccontare cosa mi è successo ieri senza troppi pensieri, riflessioni.
Due settimane con un dolore sordo e acuto alla spalla sinistra. Nulla di che; una contrattura rimediata in palestra, ma fastidiosa.
Sono le 18 di un caldissimo martedì di metà settembre, e avrei già dovuto essere a casa per darmi una rinfrescata e tornare a Milano per una cena di lavoro alle 20, dopo una giornata pesantissima iniziata alle 6 e che mi ha visto correre per i quattro cantoni della città.
Il dolore alla spalla è sempre più fastidioso, acuito dal nervosismo dell'ultimo appuntamento durato ben oltre il previsto e che, giocoforza, mi obbliga a rinunciare a tornare a casa, dai piedi stanchi di essere ospitati in bellissimi decolté tacco 12 e dalla pochissima voglia di incontrare per cena 3 potenziali clienti che so che mi porteranno solo a perdere tempo.
Odio tutti, in primis la collega che avrebbe dovuto essere qui al posto mio, ma che ha dato clamorosamente buca (e io, stupida, sempre a coprire chi dipende da me).
Decido che mi fermerò in qualche locale per sedermi e bermi un analcolico a aspettare di raggiungere i clienti al The Dome in terrazza. Mentre mi avvicino a Piazza Duomo mi sfugge lo sguardo su un locale massaggi: nulla di che due vetrine, la scritta Benessere Thailandese e le solite cose orientaleggianti esposte. Mi viene subito l’idea del classico centro massaggi cinese squallido e frequentato da uomini annoiati, ma il fastidio alla spalla e la stanchezza mi fanno venire in mente che magari potrei alleviare i miei disagi e forse potrebbe anche esserci la possibilità di farsi una doccia.
Attraverso la strada, il posto non mi sembra neanche così squallido, e mi viene d’istinto prendere il cellulare e guardare se ci sono recensioni. Google Maps mi geolocalizza subito, il posto ha un sito web elegante, le recensioni sembrano ottime e nessuna parla di sesso.
Decidi di entrare e mi accoglie una donna che direi coetanea (sui 50 anni) molto gentile, elegantissima in un abito di seta lungo color oro che mi saluta con la solita cortesia tipica del luogo di provenienza e mi chiede cosa desidero.
Le spiego il mio fastidio alla spalla ma anche che sono stanchissima, che ho ancora almeno 4 ore di lavoro e che vorrei rilassarmi, possibilmente avere modo di farmi una doccia. Le mi risponde proponendomi un massaggio completo thailandese con olio e la possibilità di rinfrescarmi della durata di 90 minuti con lei oppure attendere 30 minuti e poter scegliere una tra le 3 colleghe che però sono al momento impegnate.
Il tempo è poco, aspettare proprio non se ne parla quindi accetto e la seguo in un piccolo corridoio che porta a 6 stanza e quindi in una di quella, molto accogliente con un ampio tavolo da massaggi. Janet, così si chiama la donna, mi invita a spogliarmi e sdraiarmi, e molto discretamente esce dalla stanza. Mi levo scarpe (era ora) tailleur, camicetta rimanendo in intimo e mi sdraio sulla pancia. Dopo pochi istanti entra Janet, cambia tonalità alle luci rendendole molto soffuse e calde e fa partire una musica orientale rilassante e soffusa. Senza dire nulla sale sul letto (non è proprio un lettino da massaggi ma un’ampia struttura di legno con un materasso duro ricoperto di un telo molto morbido e profumato) ed inizia a muovere le sue mani sul corpo partendo dalle scapole e scendendo fino ai piedi. Dopo qualche minuto, mi dice che mi sente molto tesa e contratta (ma va che fenomeno) e che prenderà l’olio caldo per iniziare il massaggio e che mi consiglia di levare l’intimo per evitare di macchiarlo. Si raccomanda di stare rilassata e di informarla per qualsiasi cosa non andasse bene. Sento l’olio caldo colarmi tra le scapole e il massaggio iniziare in modo molto delicato ma altrettanto profondo e riesco facilmente a rilassarmi e lasciarmi manipolare. È decisamente piacevole sentire le mani esperte sciogliermi il collo e i deltoidi: il beneficio è immediato e capisco che Janet è una vera massaggiatrice. Perdo la cognizione del tempo, credo di perdere anche il controllo della mia attenzione o comunque entro in uno stato di vuoto da cui esco quando Janet mi sussurra all’orecchio di girarmi sulla schiena. Lo faccio quasi dimenticandomi di essere nuda, e infatti appena girata mi viene istintivo coprirmi il pube (non che mi vergogni è come andare dall’estetista per una depilazione inguinale ma è un gesto istintivo). Lei non fa una piega si posiziona in piedi dietro la mia testa, mi prende le bracca e le scosta facendomele tenere appena larghe a fianco del corpo e poi inizia a massaggiare il collo scendendo sulle spalle e finendo il movimento sopra i seni. Mi rilasso nuovamente mentre lei continua con mani esperte a sciogliermi la muscolatura e ancora mi sembra di allontanarmi dal mio corpo e abbandonare ogni pensiero e nervosismo della lunga giornata. Dopo forse una decina di minuti si posiziona davanti a me e inizia a massaggiare i piedi partendo dalla pianta fino ad ogni singolo dito per poi risalire sui polpacci, ginocchia e cosce. Mi fa allargare delicatamente le gambe, sale sul letto e inizia a massaggiarmi la pancia tra sesso e seno, senza nulla di malizioso o inopportuno. Mi sento bene sono rilassata lei è davvero professionale. Ho gli occhi chiusi e mi viene istintivo pensare alle sue mani che, invece di fermarsi proseguo il massaggio sotto e sopra e questo mi provoca una reazione immediata che ben conosco: sento i seni gonfiarsi, i capezzoli indurirsi, il mio fiore sbocciare e mi abbandono a quella dolce e piacevole sensazione.
Dura poco però: come se scattasse un interruttore sento un cambiamento nel tocco delle piccole e forti mani che mi toccano ormai, credo da quasi un’ora. Ora il tocco è meno deciso sui muscoli, quasi più sottile e delicato ma allo stesso tempo più rude, una sensazione strana che non riesco a metabolizzare al volo e che cambia nuovamente quando sento i miei arti inferiori, spinte dai suoi piedi e dalle sue gambe, allargarsi più del necessario mentre i miei capezzoli vengono, per la prima volta, presi tra due dita e stretti rudemente.
Di colpo apro gli occhi, pronuncio uno sgraziato “che cazzo fai” cerco di staccarle le mani con le mie ma non riesco: lei stringe ancora di più, ride cattiva si china su di me e mi sussurra “stai ferma o ti farai male più del necessario”.
Intanto sposta un ginocchio contro il mio sesso aperto mentre continua a tenere stretti i capezzoli e mi strappa un altro gemito, si china ancora verso di me e, questa volta più dolcemente, mi dice “ora se vuoi smetto ma so che non risponderai” e infatti chiudo gli occhi e mi abbandono alle sensazioni.
La pressione sui capezzoli diminuisce, senza mollarli si alza dal letto si posiziona in piedi al fianco di me e ricomincia a stringerli e roteali tra le sue piccole dita strappandomi gemiti di dolore ma anche facendo partire un desiderio di essere portata a godere. Lei lo sa ne sono certa ma si limita ancora per minuti a quel gioco crudele di stringere, roteare, allentare la presa toccando solo i capezzoli e null’altro.
Poi, improvvisamente, tira fortissimo facendo scivolare le dita ancora unte via dai capezzoli e stappandomi un grido acuto. Sale a cavalcioni su di me, si siede sul mio petto e inizia a massaggiarmi il sesso esternamente fino a farlo aprire e mettere in evidenza la clitoride gonfia. La sento esposta, e subito dopo la sensazione di averla scoperta viene stretta come fosse il capezzolo allo stesso modo: pressione dita che ruotano, dita che scivolano. Urlo e lei si alza appena mettendosi sopra il viso e soffocandomi nei suoi glutei vestiti di seta mentre continua a martoriarmi sotto: ho un orgasmo violento e rapidissimo bloccato quasi. Appena si accorge che sto godendo smette di toccarmi e mi lascia con il piacere racchiuso in un urlo di rabbia soffocato dal suo peso. Si alza si mette davanti e inizia subito a penetrarmi con la mano destra lunga piccola e sottile che si fa strada in me completamente mentre la sinistra torna a torturare la clitoride. La sento tutta dentro di me aperte le singole 5 dita che mi toccano dentro, sento partire dalla testa un impulso elettrico che è il preludio di un lunghissimo orgasmo che dura secoli e che lei controlla stringendo a pugno la mano dentro di me e togliendola di colpo nel momento dell’apice facendo trasformare il mio fiore violato in una cascata di umori. Sono stravolta, lesi risale sul petto mi mette la mano bagnata di me in bocca, ride cattiva, si rialza ed esce dalla stanza.
Sono stravolta non ho la forza di muovermi, mi lascio andare in uno stato di semincoscienza dal quale riemergo sentendo il mio corpo dolcemente massaggiato. Apro gli occhi e c’è un’altra donna, una ragazza molto giovane, che sta tamponandomi il corpo con un panno caldo morbidissimo e dal profumo delicato. La lascio fare per alcuni minuti fino a quando se ne va. Mi alzo e mi rivesto: l’idea di farmi un doccino non mi sfiora, mi sento “pulita” e rilassata. Esco dalla stanza e trovo Janet che mi porge la ricevuta per il trattamento (200€ non 120€ come mi aveva detto). Pago con la carta senza fare storie, mi rilascia lo scontrino e mi saluta dandomi la mano. Poi si avvicina a me da dietro mentre sto uscendo e mi sussurra “so cosa ti piace, torna quando vuoi se vuoi scoprirlo”.
Esco, sono le 20 devo fare 10 minuti di strada a piedi e sorbirmi una noiosissima cena di lavoro.
Credo che tornerò.
Due settimane con un dolore sordo e acuto alla spalla sinistra. Nulla di che; una contrattura rimediata in palestra, ma fastidiosa.
Sono le 18 di un caldissimo martedì di metà settembre, e avrei già dovuto essere a casa per darmi una rinfrescata e tornare a Milano per una cena di lavoro alle 20, dopo una giornata pesantissima iniziata alle 6 e che mi ha visto correre per i quattro cantoni della città.
Il dolore alla spalla è sempre più fastidioso, acuito dal nervosismo dell'ultimo appuntamento durato ben oltre il previsto e che, giocoforza, mi obbliga a rinunciare a tornare a casa, dai piedi stanchi di essere ospitati in bellissimi decolté tacco 12 e dalla pochissima voglia di incontrare per cena 3 potenziali clienti che so che mi porteranno solo a perdere tempo.
Odio tutti, in primis la collega che avrebbe dovuto essere qui al posto mio, ma che ha dato clamorosamente buca (e io, stupida, sempre a coprire chi dipende da me).
Decido che mi fermerò in qualche locale per sedermi e bermi un analcolico a aspettare di raggiungere i clienti al The Dome in terrazza. Mentre mi avvicino a Piazza Duomo mi sfugge lo sguardo su un locale massaggi: nulla di che due vetrine, la scritta Benessere Thailandese e le solite cose orientaleggianti esposte. Mi viene subito l’idea del classico centro massaggi cinese squallido e frequentato da uomini annoiati, ma il fastidio alla spalla e la stanchezza mi fanno venire in mente che magari potrei alleviare i miei disagi e forse potrebbe anche esserci la possibilità di farsi una doccia.
Attraverso la strada, il posto non mi sembra neanche così squallido, e mi viene d’istinto prendere il cellulare e guardare se ci sono recensioni. Google Maps mi geolocalizza subito, il posto ha un sito web elegante, le recensioni sembrano ottime e nessuna parla di sesso.
Decidi di entrare e mi accoglie una donna che direi coetanea (sui 50 anni) molto gentile, elegantissima in un abito di seta lungo color oro che mi saluta con la solita cortesia tipica del luogo di provenienza e mi chiede cosa desidero.
Le spiego il mio fastidio alla spalla ma anche che sono stanchissima, che ho ancora almeno 4 ore di lavoro e che vorrei rilassarmi, possibilmente avere modo di farmi una doccia. Le mi risponde proponendomi un massaggio completo thailandese con olio e la possibilità di rinfrescarmi della durata di 90 minuti con lei oppure attendere 30 minuti e poter scegliere una tra le 3 colleghe che però sono al momento impegnate.
Il tempo è poco, aspettare proprio non se ne parla quindi accetto e la seguo in un piccolo corridoio che porta a 6 stanza e quindi in una di quella, molto accogliente con un ampio tavolo da massaggi. Janet, così si chiama la donna, mi invita a spogliarmi e sdraiarmi, e molto discretamente esce dalla stanza. Mi levo scarpe (era ora) tailleur, camicetta rimanendo in intimo e mi sdraio sulla pancia. Dopo pochi istanti entra Janet, cambia tonalità alle luci rendendole molto soffuse e calde e fa partire una musica orientale rilassante e soffusa. Senza dire nulla sale sul letto (non è proprio un lettino da massaggi ma un’ampia struttura di legno con un materasso duro ricoperto di un telo molto morbido e profumato) ed inizia a muovere le sue mani sul corpo partendo dalle scapole e scendendo fino ai piedi. Dopo qualche minuto, mi dice che mi sente molto tesa e contratta (ma va che fenomeno) e che prenderà l’olio caldo per iniziare il massaggio e che mi consiglia di levare l’intimo per evitare di macchiarlo. Si raccomanda di stare rilassata e di informarla per qualsiasi cosa non andasse bene. Sento l’olio caldo colarmi tra le scapole e il massaggio iniziare in modo molto delicato ma altrettanto profondo e riesco facilmente a rilassarmi e lasciarmi manipolare. È decisamente piacevole sentire le mani esperte sciogliermi il collo e i deltoidi: il beneficio è immediato e capisco che Janet è una vera massaggiatrice. Perdo la cognizione del tempo, credo di perdere anche il controllo della mia attenzione o comunque entro in uno stato di vuoto da cui esco quando Janet mi sussurra all’orecchio di girarmi sulla schiena. Lo faccio quasi dimenticandomi di essere nuda, e infatti appena girata mi viene istintivo coprirmi il pube (non che mi vergogni è come andare dall’estetista per una depilazione inguinale ma è un gesto istintivo). Lei non fa una piega si posiziona in piedi dietro la mia testa, mi prende le bracca e le scosta facendomele tenere appena larghe a fianco del corpo e poi inizia a massaggiare il collo scendendo sulle spalle e finendo il movimento sopra i seni. Mi rilasso nuovamente mentre lei continua con mani esperte a sciogliermi la muscolatura e ancora mi sembra di allontanarmi dal mio corpo e abbandonare ogni pensiero e nervosismo della lunga giornata. Dopo forse una decina di minuti si posiziona davanti a me e inizia a massaggiare i piedi partendo dalla pianta fino ad ogni singolo dito per poi risalire sui polpacci, ginocchia e cosce. Mi fa allargare delicatamente le gambe, sale sul letto e inizia a massaggiarmi la pancia tra sesso e seno, senza nulla di malizioso o inopportuno. Mi sento bene sono rilassata lei è davvero professionale. Ho gli occhi chiusi e mi viene istintivo pensare alle sue mani che, invece di fermarsi proseguo il massaggio sotto e sopra e questo mi provoca una reazione immediata che ben conosco: sento i seni gonfiarsi, i capezzoli indurirsi, il mio fiore sbocciare e mi abbandono a quella dolce e piacevole sensazione.
Dura poco però: come se scattasse un interruttore sento un cambiamento nel tocco delle piccole e forti mani che mi toccano ormai, credo da quasi un’ora. Ora il tocco è meno deciso sui muscoli, quasi più sottile e delicato ma allo stesso tempo più rude, una sensazione strana che non riesco a metabolizzare al volo e che cambia nuovamente quando sento i miei arti inferiori, spinte dai suoi piedi e dalle sue gambe, allargarsi più del necessario mentre i miei capezzoli vengono, per la prima volta, presi tra due dita e stretti rudemente.
Di colpo apro gli occhi, pronuncio uno sgraziato “che cazzo fai” cerco di staccarle le mani con le mie ma non riesco: lei stringe ancora di più, ride cattiva si china su di me e mi sussurra “stai ferma o ti farai male più del necessario”.
Intanto sposta un ginocchio contro il mio sesso aperto mentre continua a tenere stretti i capezzoli e mi strappa un altro gemito, si china ancora verso di me e, questa volta più dolcemente, mi dice “ora se vuoi smetto ma so che non risponderai” e infatti chiudo gli occhi e mi abbandono alle sensazioni.
La pressione sui capezzoli diminuisce, senza mollarli si alza dal letto si posiziona in piedi al fianco di me e ricomincia a stringerli e roteali tra le sue piccole dita strappandomi gemiti di dolore ma anche facendo partire un desiderio di essere portata a godere. Lei lo sa ne sono certa ma si limita ancora per minuti a quel gioco crudele di stringere, roteare, allentare la presa toccando solo i capezzoli e null’altro.
Poi, improvvisamente, tira fortissimo facendo scivolare le dita ancora unte via dai capezzoli e stappandomi un grido acuto. Sale a cavalcioni su di me, si siede sul mio petto e inizia a massaggiarmi il sesso esternamente fino a farlo aprire e mettere in evidenza la clitoride gonfia. La sento esposta, e subito dopo la sensazione di averla scoperta viene stretta come fosse il capezzolo allo stesso modo: pressione dita che ruotano, dita che scivolano. Urlo e lei si alza appena mettendosi sopra il viso e soffocandomi nei suoi glutei vestiti di seta mentre continua a martoriarmi sotto: ho un orgasmo violento e rapidissimo bloccato quasi. Appena si accorge che sto godendo smette di toccarmi e mi lascia con il piacere racchiuso in un urlo di rabbia soffocato dal suo peso. Si alza si mette davanti e inizia subito a penetrarmi con la mano destra lunga piccola e sottile che si fa strada in me completamente mentre la sinistra torna a torturare la clitoride. La sento tutta dentro di me aperte le singole 5 dita che mi toccano dentro, sento partire dalla testa un impulso elettrico che è il preludio di un lunghissimo orgasmo che dura secoli e che lei controlla stringendo a pugno la mano dentro di me e togliendola di colpo nel momento dell’apice facendo trasformare il mio fiore violato in una cascata di umori. Sono stravolta, lesi risale sul petto mi mette la mano bagnata di me in bocca, ride cattiva, si rialza ed esce dalla stanza.
Sono stravolta non ho la forza di muovermi, mi lascio andare in uno stato di semincoscienza dal quale riemergo sentendo il mio corpo dolcemente massaggiato. Apro gli occhi e c’è un’altra donna, una ragazza molto giovane, che sta tamponandomi il corpo con un panno caldo morbidissimo e dal profumo delicato. La lascio fare per alcuni minuti fino a quando se ne va. Mi alzo e mi rivesto: l’idea di farmi un doccino non mi sfiora, mi sento “pulita” e rilassata. Esco dalla stanza e trovo Janet che mi porge la ricevuta per il trattamento (200€ non 120€ come mi aveva detto). Pago con la carta senza fare storie, mi rilascia lo scontrino e mi saluta dandomi la mano. Poi si avvicina a me da dietro mentre sto uscendo e mi sussurra “so cosa ti piace, torna quando vuoi se vuoi scoprirlo”.
Esco, sono le 20 devo fare 10 minuti di strada a piedi e sorbirmi una noiosissima cena di lavoro.
Credo che tornerò.
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2 Settembre 2023 - 3
Commenti dei lettori al racconto erotico