Massaggio Thai - 2
di
Ornella
genere
saffico
Come promesso… e chiedendo sempre scusa per la scrittura di getto che non mi è propria.
Quella sosta al centro massaggi mi ha lasciato strane sensazioni.
Non posso assolutamente dire di esserne turbata (non sono più una ragazzina alle prime esperienza e so benissimo dare il giusto peso alle cose senza sentirmi né in colpa ne a disagio) ma sicuramente incuriosita, attratta e anche un poco (eufemismo) sfidata dalle parole di Janet: “so cosa ti piace, torna quando vuoi se vuoi scoprirlo” .
Va bene tutto ma chi sei per sapere cosa mi piace e soprattutto chi sei per dirmi che devo scoprirlo.
Si va bene, mi sono fatta “torturare” senza reagire, le ho permesso di farmi male e farmi eccitare, ho pagato più del pattuito senza un minimo di reazione ma da li a dirmi che non so cosa mi piace ce ne passa.
Comunque, alla fine non è che il pensiero mi rovinava le giornate, e sono finita per non pensarci più, presa da casini vari lavorativi e familiari. Normale amministrazione di una vita sempre di corsa nella laboriosa metropoli milanese.
Ieri però ero in zona Sempione, inaspettatamente libera da un appuntamento lavorativo conclusosi molto proficuamente in tempi che neanche nelle mie più rosee previsioni avrei potuto pensare e quindi, complice il calore dell’ultimo sole di Ottobre ho pensato di avvicinarmi a Piazza Duomo con l’idea che magari, forse, chissà sarei potuta entrare e vedere cosa sarebbe successo.
Più mi avvicinavo piu sapevo che sarei entrata ed infatti così è stato. Erano le 1430. La porta era chiusa e l’orario indicava 15.30 ma ho provato a suonare il campanello e dopo poco mi ha aperto una ragazza molto giovane che, gentilissima, mi ha fatto accomodare. Ho chiesto se fossero già aperti e lei mi ha detto che non c’erano problemi e di aspettare la titolare.
Dopo circa 10 minuti è arrivata Janet, sempre molto elegante e austera con un abito simile a quello della volta precedente ma nero. Mi ha salutato come se non mi avesse mai vista e mi ha detto che sarei stata fatta accomodare in una decina di minuti.
Così è stato: la ragazza che mi ha accolta mi ha fatto strada nello stesso corridoio che avevo percorso 20 giorni fa, ma, invece di farmi entrare in una delle sei stanze, ha proseguito prendendo una scala interna che mi ha portato al piano superiore (meglio una specie di soppalco) e poi in una ampia sala molto semplice ma allo stesso tempo raffinata con oggetti orientali appesi alle pareti e un ampio futon nel centro. L’ambiente era illuminato da luci molto calde e soffuse che tenevano in ombra le pareti e concentravano la poca luce ambra sul futon.
La ragazza, molto professionale, mi ha consegnato un asciugamano di spugna soffice, caldo e profumato, ciabattine e slippini monouso e mi ha detto di spogliarmi lasciandomi discretamente sola. Sono rimasta un poco delusa in quanto pensavo di essere accompagnata da Janet ma, mentre mi stavo spogliando, da una porta alle mie spalle che non avevo visto ho sentito entrare qualcuno: il tempo di provare a voltarmi è stato più lento della voce di Janet che mi diceva di non farlo e continuare a spogliarmi. Scossa da un fremito ho finito di levare la gonna, i collant, rimanendo in reggiseno e mutandine che però sono stata sollecitata a levare con un freddo “nuda”.
Appena fatto Janet mi si è avvicinata da dietro portando le mani sui seni e si è impadronita subito dei capezzoli con una stretta fortissima tra pollice e indice; la sua voce alle mie spalle, fredda e allo stesso tempo mielosa, mi ha sussurrato “sapevo che saresti tornata” per poi spingermi, sempre tenendo i capezzoli serrati forte, verso il futon.
Mi ha lasciato i seni facendo scivolare le dita in modo doloroso e si è messa di fronte a me spingendomi a sedere sul futon.
Il dolore che mi ha fatto provare nel momento di lasciare i capezzoli mi ha fatto anche incazzare di brutto e appena seduto ho cercato di articolare qualche parola subito zittita da lei.
Sono stata incapace di reagire e le sue parole mi hanno completamente spiazzata: “se sei tornata è perché vuoi qualcosa di speciale, io posso dartela ma tu non devi aprire bocca qualsiasi cosa io voglia farti. Oppure vai via ora”.
Un brivido di paura e eccitazione mi ha scossa, lei si è accorta, ha sorriso in modo sarcastico, mi ha spinto a sdraiarmi sul letto, mi è salita sopra e, slegandosi l’abito ha usato la cintura di seta per farle fare due giri introno al collo e poi, facendomi girare per bloccarmi i polsi dietro la schiena.
Ho subito avuto chiaro lo scopo: non potevo muovermi perché avrei tirato la cinta che, avvolta al collo mi avrebbe fatto mancare l’aria.
Non mi sono spaventata, come ho detto non sono una bambocciona, ma sicuramente la situazione iniziava ad essere conturbante.
Janet ha iniziato a massaggiarmi le gambe partendo dai piedi e arrivando lentamente ai glutei in modo molto sensuale che, ovviamente, ha provocato in me una reazione fisica. Il massaggio è proseguito sul collo da dietro per poi arrivare alla nuca.
Dopo un po' mi ha fatto piano girare, facendo attenzione a far si che i due giri di seta intorno al collo non si tirassero troppo, e poi è tornata a massaggiarmi i seni con movimenti circolari sempre più piccoli e vicini ai capezzoli che non ha toccato.
Da li è scesa sul mio ventre ormai in subbuglio e piano piano dopo aver massaggiato a lungo il monte di venere si è impossessata con pollice e indice della clitoride che ha subito stretto forte strappandomi un urlo e dicendomi “sei troppo eccitata” .
L’altra mano ha iniziato ad aprire le mie labbra e piano piano si è fatta strada dentro di me: indice e pollice della mano destra stringevano la clitoride alternando strette dolorose a leggeri movimenti rotatori mentre la mano destra mi ha completamente aperta ed è sparita dentro di me.
La sensazione era irreale: da un lato l’impossibilità di muovermi liberamente (e ogni sussulto non controllato portava ad un impercettibile stretta al collo), dall’altro la sensazione di piacere e dolore sadicamente alternata sulla clitoride e infine il sentirsi toccata in profondità in 5 punti diversi. Non so quando sia durato ma ad un certo punto le ho chiesto di smettere di stringermi e continuare solo con il massaggio circolare: la risposta è stata una risata sommessa accompagnata subito dopo da una stretta feroce e dall’uscita rapida della mano da dentro di me che mi ha fatto esplodere in un orgasmo assurdo, arrivato all’improvviso, accompagnato da un getto assurdo di umori e fermato troppo presto dal dolore alla clitoride.
Mi sono afflosciata svuotate completamente mentre Janet, lasciata la presa si scostava e si metteva dietro la mia testa.
Si è chinata e mi ha baciata in bocca voluttuosamente appoggiando poi le mani ancora bagnate di me sui seni: un bacio sensuale caldo, di possesso e allo stesso tempo dolce come la sua pelle color miele. Si è staccata e mi ha sussurrato “ora proverai una cosa mai fatta”. Sollevandosi si è levata la tunica facendo vedere un corpo sodo, completamente nudo, è andata verso la porta che ha lasciato aperta, ed è tornata da me sedendosi sul mio petto girate verso la mia faccia. Avevo il suo pube coperto da una peluria curatissima nera e perfetta a 5 centimetri dalla bocca, le sue mani introno al collo, il suo sguardo fisso sul mio.
Mi ha detto, non sussurrato questa volta, “sei pronta” e senza attendere la mia risposta ha aggiunto qualche parola incompressibile seguita dall’ingresso nella stanza di qualcuno che ho avvertito ma non ho visto.
Tra le mie gambe ho iniziato a sentire una lingua piccola e calda prendere possesso del mio fiore e 4 mani massaggiarmi le cosce all’interno mentre Janet mi ha ordinato in tono deciso di chiudere gli occhi.
Da qui è iniziato un qualcosa che, aveva ragione, non avevo mai provato: mani e lingua mi hanno fatto bagnare ed eccitare in un modo incredibile mentre lei ha cominciato a stringere le sue sul mio collo portandomi a provare una sensazione di soffocamento che mi ha fatto rimanere per un tempo indefinito in uno stato di sospensione mentre il mio corpo ha raggiunto una serie di orgasmi senza soluzione di continuità. Non posso dire quanto sia durato e non mi sono accorta che le mani di Janet si sono staccate ma mi sono trovata con il suo sesso sulla bocca ad accogliere il suo piacere.
Di incanto chi mi toccava è sparito, mani e collo sono state liberate da Janet che si è rivestita ed è uscita lasciandomi sola.
Dopo un po' mi sono alzata e rivestita a mia volta e sono uscita dalla stanza.
Lei era appena fuori, seduta su una chaise longue che non avevo notato prima: mi ha sorriso e ha notato il mio imbarazzo. Si è alzata e mi ha sussurrato “non devi nulla oggi” ma se tornerai oggi non sarà stato nulla.
Ho avuto la forza di sostenere il suo sguardo e di risponderle dicendole che si, sarei tornata, che si aveva capito che certe “sensazioni forti” erano nel mio essere ma che avrei voluto sapere da cosa lo aveva capito. Lei ha sorriso e ha pronunciato una parola incomprensibile, dandomi la mano e accompagnandomi verso le scale.
Appena fuori dal centro ho realizzato che mi ero fermata quasi due ore, che ero sfiancata dal piacere ricevuto ma anche che avevo il ricordo delle dita sulla clitoride e sui seni doloranti e la sensazione di sentirmi come aperta.
Tornerò? Non lo so ma posso dire di essere uscita con una esperienza nuova.
Quella sosta al centro massaggi mi ha lasciato strane sensazioni.
Non posso assolutamente dire di esserne turbata (non sono più una ragazzina alle prime esperienza e so benissimo dare il giusto peso alle cose senza sentirmi né in colpa ne a disagio) ma sicuramente incuriosita, attratta e anche un poco (eufemismo) sfidata dalle parole di Janet: “so cosa ti piace, torna quando vuoi se vuoi scoprirlo” .
Va bene tutto ma chi sei per sapere cosa mi piace e soprattutto chi sei per dirmi che devo scoprirlo.
Si va bene, mi sono fatta “torturare” senza reagire, le ho permesso di farmi male e farmi eccitare, ho pagato più del pattuito senza un minimo di reazione ma da li a dirmi che non so cosa mi piace ce ne passa.
Comunque, alla fine non è che il pensiero mi rovinava le giornate, e sono finita per non pensarci più, presa da casini vari lavorativi e familiari. Normale amministrazione di una vita sempre di corsa nella laboriosa metropoli milanese.
Ieri però ero in zona Sempione, inaspettatamente libera da un appuntamento lavorativo conclusosi molto proficuamente in tempi che neanche nelle mie più rosee previsioni avrei potuto pensare e quindi, complice il calore dell’ultimo sole di Ottobre ho pensato di avvicinarmi a Piazza Duomo con l’idea che magari, forse, chissà sarei potuta entrare e vedere cosa sarebbe successo.
Più mi avvicinavo piu sapevo che sarei entrata ed infatti così è stato. Erano le 1430. La porta era chiusa e l’orario indicava 15.30 ma ho provato a suonare il campanello e dopo poco mi ha aperto una ragazza molto giovane che, gentilissima, mi ha fatto accomodare. Ho chiesto se fossero già aperti e lei mi ha detto che non c’erano problemi e di aspettare la titolare.
Dopo circa 10 minuti è arrivata Janet, sempre molto elegante e austera con un abito simile a quello della volta precedente ma nero. Mi ha salutato come se non mi avesse mai vista e mi ha detto che sarei stata fatta accomodare in una decina di minuti.
Così è stato: la ragazza che mi ha accolta mi ha fatto strada nello stesso corridoio che avevo percorso 20 giorni fa, ma, invece di farmi entrare in una delle sei stanze, ha proseguito prendendo una scala interna che mi ha portato al piano superiore (meglio una specie di soppalco) e poi in una ampia sala molto semplice ma allo stesso tempo raffinata con oggetti orientali appesi alle pareti e un ampio futon nel centro. L’ambiente era illuminato da luci molto calde e soffuse che tenevano in ombra le pareti e concentravano la poca luce ambra sul futon.
La ragazza, molto professionale, mi ha consegnato un asciugamano di spugna soffice, caldo e profumato, ciabattine e slippini monouso e mi ha detto di spogliarmi lasciandomi discretamente sola. Sono rimasta un poco delusa in quanto pensavo di essere accompagnata da Janet ma, mentre mi stavo spogliando, da una porta alle mie spalle che non avevo visto ho sentito entrare qualcuno: il tempo di provare a voltarmi è stato più lento della voce di Janet che mi diceva di non farlo e continuare a spogliarmi. Scossa da un fremito ho finito di levare la gonna, i collant, rimanendo in reggiseno e mutandine che però sono stata sollecitata a levare con un freddo “nuda”.
Appena fatto Janet mi si è avvicinata da dietro portando le mani sui seni e si è impadronita subito dei capezzoli con una stretta fortissima tra pollice e indice; la sua voce alle mie spalle, fredda e allo stesso tempo mielosa, mi ha sussurrato “sapevo che saresti tornata” per poi spingermi, sempre tenendo i capezzoli serrati forte, verso il futon.
Mi ha lasciato i seni facendo scivolare le dita in modo doloroso e si è messa di fronte a me spingendomi a sedere sul futon.
Il dolore che mi ha fatto provare nel momento di lasciare i capezzoli mi ha fatto anche incazzare di brutto e appena seduto ho cercato di articolare qualche parola subito zittita da lei.
Sono stata incapace di reagire e le sue parole mi hanno completamente spiazzata: “se sei tornata è perché vuoi qualcosa di speciale, io posso dartela ma tu non devi aprire bocca qualsiasi cosa io voglia farti. Oppure vai via ora”.
Un brivido di paura e eccitazione mi ha scossa, lei si è accorta, ha sorriso in modo sarcastico, mi ha spinto a sdraiarmi sul letto, mi è salita sopra e, slegandosi l’abito ha usato la cintura di seta per farle fare due giri introno al collo e poi, facendomi girare per bloccarmi i polsi dietro la schiena.
Ho subito avuto chiaro lo scopo: non potevo muovermi perché avrei tirato la cinta che, avvolta al collo mi avrebbe fatto mancare l’aria.
Non mi sono spaventata, come ho detto non sono una bambocciona, ma sicuramente la situazione iniziava ad essere conturbante.
Janet ha iniziato a massaggiarmi le gambe partendo dai piedi e arrivando lentamente ai glutei in modo molto sensuale che, ovviamente, ha provocato in me una reazione fisica. Il massaggio è proseguito sul collo da dietro per poi arrivare alla nuca.
Dopo un po' mi ha fatto piano girare, facendo attenzione a far si che i due giri di seta intorno al collo non si tirassero troppo, e poi è tornata a massaggiarmi i seni con movimenti circolari sempre più piccoli e vicini ai capezzoli che non ha toccato.
Da li è scesa sul mio ventre ormai in subbuglio e piano piano dopo aver massaggiato a lungo il monte di venere si è impossessata con pollice e indice della clitoride che ha subito stretto forte strappandomi un urlo e dicendomi “sei troppo eccitata” .
L’altra mano ha iniziato ad aprire le mie labbra e piano piano si è fatta strada dentro di me: indice e pollice della mano destra stringevano la clitoride alternando strette dolorose a leggeri movimenti rotatori mentre la mano destra mi ha completamente aperta ed è sparita dentro di me.
La sensazione era irreale: da un lato l’impossibilità di muovermi liberamente (e ogni sussulto non controllato portava ad un impercettibile stretta al collo), dall’altro la sensazione di piacere e dolore sadicamente alternata sulla clitoride e infine il sentirsi toccata in profondità in 5 punti diversi. Non so quando sia durato ma ad un certo punto le ho chiesto di smettere di stringermi e continuare solo con il massaggio circolare: la risposta è stata una risata sommessa accompagnata subito dopo da una stretta feroce e dall’uscita rapida della mano da dentro di me che mi ha fatto esplodere in un orgasmo assurdo, arrivato all’improvviso, accompagnato da un getto assurdo di umori e fermato troppo presto dal dolore alla clitoride.
Mi sono afflosciata svuotate completamente mentre Janet, lasciata la presa si scostava e si metteva dietro la mia testa.
Si è chinata e mi ha baciata in bocca voluttuosamente appoggiando poi le mani ancora bagnate di me sui seni: un bacio sensuale caldo, di possesso e allo stesso tempo dolce come la sua pelle color miele. Si è staccata e mi ha sussurrato “ora proverai una cosa mai fatta”. Sollevandosi si è levata la tunica facendo vedere un corpo sodo, completamente nudo, è andata verso la porta che ha lasciato aperta, ed è tornata da me sedendosi sul mio petto girate verso la mia faccia. Avevo il suo pube coperto da una peluria curatissima nera e perfetta a 5 centimetri dalla bocca, le sue mani introno al collo, il suo sguardo fisso sul mio.
Mi ha detto, non sussurrato questa volta, “sei pronta” e senza attendere la mia risposta ha aggiunto qualche parola incompressibile seguita dall’ingresso nella stanza di qualcuno che ho avvertito ma non ho visto.
Tra le mie gambe ho iniziato a sentire una lingua piccola e calda prendere possesso del mio fiore e 4 mani massaggiarmi le cosce all’interno mentre Janet mi ha ordinato in tono deciso di chiudere gli occhi.
Da qui è iniziato un qualcosa che, aveva ragione, non avevo mai provato: mani e lingua mi hanno fatto bagnare ed eccitare in un modo incredibile mentre lei ha cominciato a stringere le sue sul mio collo portandomi a provare una sensazione di soffocamento che mi ha fatto rimanere per un tempo indefinito in uno stato di sospensione mentre il mio corpo ha raggiunto una serie di orgasmi senza soluzione di continuità. Non posso dire quanto sia durato e non mi sono accorta che le mani di Janet si sono staccate ma mi sono trovata con il suo sesso sulla bocca ad accogliere il suo piacere.
Di incanto chi mi toccava è sparito, mani e collo sono state liberate da Janet che si è rivestita ed è uscita lasciandomi sola.
Dopo un po' mi sono alzata e rivestita a mia volta e sono uscita dalla stanza.
Lei era appena fuori, seduta su una chaise longue che non avevo notato prima: mi ha sorriso e ha notato il mio imbarazzo. Si è alzata e mi ha sussurrato “non devi nulla oggi” ma se tornerai oggi non sarà stato nulla.
Ho avuto la forza di sostenere il suo sguardo e di risponderle dicendole che si, sarei tornata, che si aveva capito che certe “sensazioni forti” erano nel mio essere ma che avrei voluto sapere da cosa lo aveva capito. Lei ha sorriso e ha pronunciato una parola incomprensibile, dandomi la mano e accompagnandomi verso le scale.
Appena fuori dal centro ho realizzato che mi ero fermata quasi due ore, che ero sfiancata dal piacere ricevuto ma anche che avevo il ricordo delle dita sulla clitoride e sui seni doloranti e la sensazione di sentirmi come aperta.
Tornerò? Non lo so ma posso dire di essere uscita con una esperienza nuova.
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