Come una caduta cambia la vita p.1

di
genere
confessioni

Eccomi qua, mi presento, sono Luca ho 35 anni, e sono sposato con Giulia – mia coetanea - da quasi 5 anni. Siamo una famiglia ordinaria, due lavori nella media – io faccio l’impiegato e lei l’insegnante alle medie – mutuo sulle spalle per l’acquisto della casa, vacanze al mare, perfino un cagnolino. Niente di straordinario da segnalare anche dal punto di vista estetico – soprattutto per quel che riguarda me – salvo il fatto che Giulia, pur non essendo altissima, ha un fantastico fondoschiena e delle gran belle gambe, generalmente veste in modo molto sportivo – leggings e scarpe da ginnastica – ogni tanto mi accontenta e si veste in modo più femminile ed indossa i collant, indumento che adoro.
Il sesso tra noi è non è mai stato scintillante, niente di cui lamentarsi certo, ma nemmeno fuoco e fiamme; Giulia è molto più frenata in ambito sessuale, mentre io vorrei provare qualsiasi fantasia mi venga in mente, ma salvo rare occasioni di cui vi racconterò, non sono mai riuscito a convincerla. Questo almeno fino alla nascita di nostro figlio un anno fa, da allora non c’è più stato nessun tipo di rapporto sessuale.
Questo racconto inizia appunto da qui, dalla svolta che ha cambiato per sempre la nostra vita erotica.
Era un mercoledì di marzo, al mattino mi ero preparato in fretta perché ero in ritardo per andare a lavoro, Giulia – che sarebbe uscita dopo di me – era rimasta a letto col piccolo; durante il tragitto in autobus verso il centro città ero immerso nei miei pensieri – molto frustrato per l’ennesimo rifiuto di fare l’amore ricevuto da mia moglie la sera precedente – e non mi sono accorto di un signore sulla sessantina che cercava di scendere, nel tentativo di passare è finito per inciampare sul mio zaino ed è caduto a terra fuori dalla porta dell’autobus. Sentendomi in colpa per l’accaduto sono sceso anche io per soccorrerlo ed in quel momento le porte dell’mezzo si sono chiuse. > nel frattempo il signore si stava rialzando, era vestito in modo molto formale con un completo che si intravedeva da sotto un soprabito >
Quaranta minuti dopo – e dopo una chiamata in ufficio per comunicare che quel giorno avrei tardato – io ed il mio nuovo compagno di colazione eravamo seduti al bancone del bar li vicino, già da questa prima conversazione, in cui abbiamo parlato del più e del meno, mi ero accorto immediatamente di quanto magnetica fosse la personalità di Roberto e di quanto fosse acuto – probabilmente a seguito del suo lavoro – nel capire l’animo umano e le relative difficoltà. Al momento di salutarci, mentre mi stringeva la mano, con la sinistra mi ha fatto scivolare nella tasca della giacca il suo biglietto da visita, soffermandosi con la mano contro di me qualche secondo più del necessario; > con queste parole il signor Roberto è salito sul taxi che aveva appena chiamato.
La giornata in ufficio è stata piatta come al solito, nulla di rilevante da segnalare; in pausa pranzo ho scritto a Giulia se le andasse quella sera di lasciare nostro figlio dalla nonna ed uscire qualche ora per un aperitivo; in realtà non avevo troppe speranze in un riscontro positivo, ma sono rimasto molto sorpreso quando ho letto la sua risposta: “volentieri, oggi a scuola è stato un delirio ed ho voglia anche io di rilassarmi” poco dopo mi è arrivata anche una foto delle sue gambe dal ginocchio in giù: i jeans e ballerine (da cui si intravedeva il dorso del piede fasciato in calze di nylon color carne) erano tutti sporchi di vernice bianca “oggi non ne va bene una, ho urtato il secchio del colore dell’imbianchino e mi son sporcata tutta, quell’aperitivo mi serve davvero”. Ammetto di aver provato un fremito al basso ventre quando ho visto la foto, i piedi imbiancati mi hanno ricordato quando, prima della nascita di Edoardo, ogni tanto mi concedeva qualche fantastica sega coi piedi.
Poco dopo, senza nemmeno rendermi conto del perché, ho infilato la mano nella tasca della giacca ed ho estratto il biglietto che mi aveva lasciato Roberto e, senza pensarci, gli ho scritto su WhatsApp “io ti ho buttato giù dall’autobus, ma tu mi hai portato fortuna oggi Roberto, dopo quasi due mesi oggi ho convinto mia moglie ad uscire per fare aperitivo”.
Tornato in ufficio, nel pomeriggio ero impegnato a rivedere un atto da mandare all’ufficio contabile quando ho sentito vibrare il cellulare, era Roberto “ciao Luca, mi fa molto piacere, ti ho visto piuttosto frustrato questa mattina. Ti suggerisco di andare da Gracco il bar via Montello, è un posto elegante, le luci sono soffuse e l’atmosfera contribuirà a metterti a tuo agio e farti rilassare, ma ti raccomando di vestirti in modo formale, evita di mettere le scarpe da ginnastica sotto il completo che è una cosa che non si può guardare” non perdo tempo e gli rispondo immediatamente “va bene Roberto, visto che oggi mi hai portato bene farò come dici – poi quasi con malizia ho aggiunto – comunque non ero vestito sciatto oggi”, non faccio in tempo a posare il telefono che mi arriva la sua risposta: “oh sì, lo eri decisamente, fai una cosa, prima di scegliere l’outfit per la serata mandami una foto del tuo armadio che ci penso io ad aiutarti”.
scritto il
2025-08-26
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