Sulle scale

di
genere
confessioni

La voglia di Lucy era troppo forte, e l’idea di andare in un albergo non mi attirava più di tanto, quando ecco l’ispirazione. Stavamo camminando nella via e passando a fianco dell’ingresso di un palazzo ne vedemmo uscire una persona. Lesto mi intrufolai nel portone ancora semiaperto tirando per la mano Lucy. Lei a rilento e trattenendomi sottovoce cercava di dissuadermi. Ignaro delle sue recriminazioni e tirandola ancor di più la forzai a seguirmi su per le scale di quel palazzo signorile. Giunti poco oltre il secondo piano non resistetti più e la bloccai contro il muro. La mia mano le alzò la gonna cercando subito di scostare le sue mutandine. Lei impaurita cercava di trattenermi con le sue mani. La baciai oscenamente affondandogli in bocca completamente e forzandola a lasciarsi andare mentre la mano risalita sul suo seno lo accarezzava con foga per poi stuzzicarle i capezzoli. La sentii un po’ più arrendevole e tornando sotto la gonna le scostai le mutandine accarezzandole subito la sua fessurina che già sentivo bagnata dall’eccitazione. Ben presto avvertii la sua partecipazione, a come prendeva le redini del nostro bacio. Era il momento giusto, le abbassai le mutandine forzandola ad accettare, lei mosse le anche per favorire il compito assecondandomi sino a completare da sé togliendosele del tutto. Senza attendere oltre il mio medio la penetrò completamente strappandole quel suo sospiro che mi ha sempre fatto così tanto eccitare. Mi aveva aperto la cerniera ed armeggiava per cercare il mio cazzo troppo duro dal riuscire subito ad estrarlo. Le afferrai la gamba alzandola mentre lei mi aiutava ad entrarle dentro quando sentimmo qualcuno salire le scale. Eccitati all’inverosimile iniziai a penetrarla con forti colpi per cercare di farla venire presto. I suoi gemiti eccheggiarono lungo le scale quando sentimmo una voce di donna gridare:
- C’è qualcuno? C’è qualcuno?
Ci immobilizzammo anche se non riuscii più di tanto riprendendo la penetrazione e baciandola per non farle emettere nessun suono. Ma fu tutto inutile lei riusciva a gemere anche quando la mia lingua combatteva con la sua. Nuovamente sentimmo:
- Chi c’è sulle scale?
Lucy aggrappandosi con tutte le sue forze mi sussurrò all’orecchio che stava venendo, non resistetti più e le venni dentro anch’io mentre sentivo che lei spingeva per averlo tutto dentro di sé. Passò un po’ mentre rimanemmo fermi uno nell’altra nell’attesa che la nostra eccitazione scemasse. Sentimmo la donna che richiudeva la porta di casa. Eravamo di nuovo soli, oramai appagati.
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scritto il
2025-08-19
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