Una vita da schiavo CAP VI

di
genere
dominazione


I giorni seguenti li passai a trasportare le mie poche cose fino a casa sua, anzi nostra scusate, mi feci aiutare dagli amici che erano tutti contenti che finalmente anche io avessi trovato una ragazza con cui passare il tempo anche se non sapevano tutta la storia. Avevano preso Sara subito a ben volere come si conoscessero da una vita, così riconsegnai le chiavi di casa ed eccomi qui ad affrontare un nuovo capitolo della mia storia. In verità le cose non cambiarono poi molto io lavoravo lei pure ed i suoi alla fine gli avevano lasciato quella casa, anche perché secondo me sapevano quello che combinavamo nel seminterrato, oramai era quasi arrivato il momento del party. Ricordo benissimo come ero prima della partenza più che altro in preda al panico più totale anche perché sarebbe stato il primo a cui andavo e non conoscevo nessuno quindi saremmo stati io e Sara. Mentre mi districavo tra i vari impegni, tra cui il trasloco, il lavoro e la mia serena vita da slave arrivò quel fatidico giorno. Facendomi furbo mi ero un po’ informato girovagando tra i vari siti internet e forum per non sembrare un pesce fuor d’acqua. Avevo sentito sul gruppo telegram creato dagli organizzatori e più o meno qualcuno lo conoscevo per carità ero con la mia miss che con molta probabilità avrebbe parlato ance con i muri però avrei voluto conoscere qualcuno anche io così partimmo verso le sei della sera. Oramai un ora solo ci separava dal play party. Quella strada era un po’ come la discesa verso gli inferi lunga tortuosa e lastricata di buone intenzioni fu abbastanza silenzioso avevo la mia bella dose di pensieri a cui badare. Dopo una bella ora di viaggio arrivammo al cancello nero come la pece e con le lettere K che adornavano il centro color d’oro lasciammo la macchina al parcheggio di breccia e scendemmo. Ovviamente non eravamo ancora in dress, io indossavo una semplice tuta e lei un paio di leggins neri quindi sembrava che dovessimo partecipare ad una lezione di yoga più che ad un play party bdsm, attraversammo tutto il vialetto di pietra fino ad arrivare alla reception dove ci aspettava un signora sulla sessantina che ci chiese i documenti per fare l’iscrizione per il tesseramento finite tutte le scartoffie del caso: documenti, permessi delle foto e altre cose burocratiche. Ancora non era arrivato quasi nessuno se non gli organizzatori e i baristi che scaricavano gli alcolici. Fatte le presentazioni ci dirigemmo verso le scale per una camera in cui cambiarsi d’altronde io dovevo indossare il mio nuovo look. Come al solito ero io che portavo i borsoni con dentro tutto il necessario quindi li posai sul letto della camera e li aprii tirai fuori il suo vestito ovviamente rigorosamente in latex questa volta da suora visto che il party era a tema clericale ed io avevo il mio solito boxer nero di pelle la aiutai a vestirsi e mettersi i vertiginosi tacchi con cui non mancava mai di torturarmi premendoli con forza sulla mia pelle l’ultimo tocco era riservato al mio collare che aveva intrecciato lei con le corde. Mi misi quindi in ginocchio e me lo feci cingere intorno al collo quella ruvida corda e la targhetta che penzolava sul mio petto. Anche se ero ancora in fase di considerazione per me contava veramente molto e mi impegnavo al massimo tutte le volte per soddisfare le sue richieste entro limiti umani. Uscimmo dalla camera proprio mentre entrava un'altra coppia anche lei con il collare così cogliemmo l’occasione per presentarci e scoprimmo i loro nickname erano Edwile e Brist molto simpatici in verità. Alla fine, scendemmo per le scale accompagnandolo sottobraccio come una vecchia coppia sposata, quando avevamo sceso le scale il club si stava riempendo di gente di diverso tipo dai dom ai sub, da gente vestita da cane e altri che giravano in kilt il tutto accompagnato da musica metal cosa che non mi faceva impazzire in realtà ma al massimo mi sarei messo le cuffiette con la playlist che avevamo creato insieme. Alla fine, quando il club si riempi era circa mezzanotte passammo l’ora successiva a socializzare ovviamente con collare e guinzaglio annesso mentre mi trascinava in giro per il locale. Finalmente dopo un po’ iniziarono le danze e subito vidi una ragazza messa alla croce che era lì appesa al muro un altro su un lettino su cui veniva colata la cera. Rimasi estasiato da tutte quelle pratiche di cui non sapevo neanche l’esistenza mi sentivo come un bambino al parco giochi ed infatti anche Sara se ne accorse - Qualcuno si sta divertendo – mi disse guardandomi negli occhi che probabilmente stavano luccicando - beh si non sapevo di tutte queste pratiche, sa vorrei tanto provare la cera se a lei andrebbe – tentai di convincerla con i miei grandi occhi marroni – se proprio vuoi possiamo farlo avanti vai a chiedere – perché dovevo sempre fare tutto io. Mi armai di coraggio e mi diressi verso la zona e quando fini chiesi alla miss che era lì – Salve, scusi se la disturbo, volevo chiederle se potevamo usufruire della zona cera visto che io la mia miss volevamo provarla – probabilmente nella mia voce c’era un tono di indecisione perché mi guardò con uno sguardo interrogativo – sei davvero sicuro? – sinceramente non so se mi sarebbe piaciuto sembrava divertente diventare una tela nelle mani della mia miss che avrebbe potuto dipingere un bel quadro sulla mia schiena magari al ritmo di “Come un pittore “. Mi distesi lungo ed il profumo delle candele mi riempì le narici sapevano di lavanda ed altri vari fiori che presto sarebbero colate sulla mia nuda pelle come al solito mi bendò diceva che lo faceva per farmi concentrare sulle sensazioni sapete la vista a volte può ingannare non mi dispiaceva, mi faceva sentire come su una nuvola soffice e accogliente ed al sicuro da tutto e da tutti i rumori passarono in sordina la musica del dj era solo un piccolo ronzio di vaghe parole il brusio della gente era scomparso ed ero solamente io e lei. Una connessione che forse solo in pochi riescono a raggiungere riusciva a farmi godere anche senza effettivamente fare del sesso per carità non mi dispiaceva ma preferivo mille volte quello la sentivo vicino le calde mani che scivolavano sulla pelle che graffiavano l’epidermide che toglievano piccoli strati come sbucciare una mela. Lì davanti a lei mi sentivo vulnerabile come un paguro senza una casa ma sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male; mentre questa danza erotica continuava ed io camminavo sul filo di un baratro chiamato “sub-space” che mi avrebbe fatto cadere in una trance pericolosa senza accorgermene mi addormentai. Dopo un po' la sentì sussurrarmi all’orecchio e mi riportò alla realtà, anche se sapevo che non sarebbe finita lì, avevo gli occhi impiastrati di sonno ora avevo freddo sulla schiena e per risposta mi gettò un asciugamano addosso stringendomi in un caldo abbraccio e mi diede un bacino sulla testa – ehi dormiglione – mi disse sorridendo ero ancora un po’ rintronato quindi alle mie orecchie arrivò un vago suono di parole – s…si – che cazzo avevo detto si non mi aveva mica fatto una domanda – ho capito sei ancora tra le nuvole vieni ti ci vuole un po’ di relax – ringraziammo la miss o meglio provai ma effettivamente capì anche lei in che stato ero e ci fece i complimenti per lo splendido spettacolo dicendoci che non era dovuta intervenire se non per qualche consiglio tecnico con la promessa di scriverci riguardo alla fabbricazione di nostre candele personali ci scambiammo i numeri di telefono. Prendemmo una piccola stanzetta di sopra dove mi misi sulle sue gambe mentre mi accarezzava la testa e piano piano tornai alla normalità – allora come è stato? – sinceramente ancora dovevo riordinare le idee ma sicuramente avevo sviluppato un nuovo kink. Scendemmo giù di nuovo ora finalmente la sala principale era ghermita di gente alcuni erano impegnati alla croce altri ancora semplicemente si stavano facendo calpestare, così tanto da fare e così poco tempo – allora cosa vogliamo fare? – gli chiesi – calmo piccolo coniglio impazzito – mi disse tirandomi per l’anello del collare – anzi ha proposito hai voglia di far corde? – sapeva che avrei detto di si e che sarebbe stato inutile chiederlo e semplicemente annui cosi salimmo le scale su verso la sala corde. Se di sotto regnavano il caos e la follia, qui sembrava essere un oasi di pace per i sensi un piccolo finto caminetto con piccole fiamme che lambivano il vetro temprato, o almeno lo sembravano, sul pavimento c’era un grossissimo tappeto soffice dove mi sarei potuto tranquillamente addormentare acciambellato sulle ginocchia della mia Miss. Mentre io continuavo a lasciare andare la mia mente lei aveva iniziato a tirar fuori quelle bellissime corde rosse ed un paio nere mi misi subito in posizione, a gambe incrociate ai suoi piedi, prese le cuffiette e me ne mise una a me ed una a lei partimmo con una colonna sonora di un vecchio cartone, che a me faceva scendere qualche lacrimuccia. Mi bendò con una benda nera con scritto “brat” un mio stupido regalo che l’aveva fatta ridere e come ringraziamento me l’aveva fatta indossare per un giorno intero, non vi dico le volte che ho battuto il mignolo sugli spigoli, come prima cosa mi congiunse le mani come in preghiera e le legò insieme poi la corda passò intorno alle mie spalle e tirò fino a far scomparire mani e braccia e rendendomi un unico pezzo e mi adagiò giù lentamente ed iniziò a legare le gambe alla fine dopo circa un’oretta ero legato come un’arrosto formato gigante. Mi fece appoggiare sopra il suo petto che aveva tolto dal vestito in questo modo lo sentivo sulla mia nuda pelle, la morbidezza del seno, il suo respiro affannato dato dall’eccitazione e quel solito turbinio di emozioni. Le lacrime mi rigavano il viso mentre lei mi tirava i capelli sentivo il corpo che si stava scaldando ad una temperatura allucinante le corde graffiavano come rasoi, si avrei avuto dei bei lividi dopo, ma non me ne fregava poi molto almeno al momento. Iniziò a passare le sue mani sui punti di pelle rimasti scoperti e poi sentì graffiare; fu come una scintilla e mi bloccai li fermo immobile senza emettere alcun respiro, ogni fibra del mio corpo era eccitata al minimo tocco credo che sarei venuto, continuò così per molto tempo fino a che esausto e privo di qualsiasi liquido corporeo crollai a terra e subito iniziò a slegarmi partendo dalle gambe ed infine le mani e mi strinse in un caldo abbraccio dove mi lasciai andare ad un pianto liberatorio. Non mi interessava se qualcuno ci guardava se qualcuno ci avesse sentivo per me il mio mondo era lei. Purtroppo le cose migliori sono destinate a finire ed infatti si erano fatte le sei del mattino ed era ora di tornare a casa così tornammo nella camera dove ci eravamo cambiati e li mi chiese – allora come stai? – era difficile dirlo a parole – sinceramente, non so risponderti è stata una magna russa di emozioni – un sorriso si dipinse sul suo volto – spero ti sia divertito almeno – e la mia risposta fu affermativa mi ero divertito parecchio; ho conosciuto nuove persone e sicuramente ci sarei tornato. Avevo conosciuto persone nuove e scoperto nuove pratiche che forse alla lunga mi sarebbero piaciute. Non avremmo fatto sesso quella sera ma per è stato appagante lo stesso, ora più che mai la nostra relazione stava prendendo forma e chissà a quali altri avventure avremmo preso parte.


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scritto il
2025-07-27
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