Una vita da schiavo CAP IV
di
Kirito
genere
dominazione
La luce del sole che entrava mi fece svegliare e guardai l’orologio segnava le 11 considerando che ero andato a dormire solo sei ore prima il mio letto era vuoto a quanto pare Monica se ne era già andata. Mi alzai e mi diressi verso il bagno – oh sembra che qualcuno si sia divertito – mi voltai e vidi Sara dietro di me – beh ecco – sinceramente non sapevo cosa dire – oh tranquillo era il tuo premio, sono felice, sono contenta che ti sia divertito – tirai un lungo sospiro di sollievo – pensavo che mi linciassi sinceramente – si mise a ridere che alla fine contagiò anche me – va bene, va bene andiamo a mettere qualcosa sotto i denti – e scendemmo tutti e due le scale. Fortunatamente Katia aveva reinviato la colazione a mezzogiorno dato che la sera prima eravamo tutti andati a dormire tardi per colazione vi era ogni ben di dio dal salato al dolce e la bevanda degli dei il sacro caffè così mi riempii il piatto e mi misi a tavola vicino a Sara – guarda che non è che sparisce eh – notando il mio mega piatto – ehi ho fame non giudicarmi – non ci vedevo più così spazzolai tutto alla velocita della luce e poi sorseggiai il mio buon cappuccino su una delle sdraio d fuori, mi sentivo in paradiso e speravo che non finisse mai anche se sapevo domani saremmo dovuti ripartire ma per il momento preferivo non pensarci. Nel pomeriggio mi fiondai in piscina devo scambiai qualche chiacchiera con gli altri ospiti poi insieme alla Miss Lucio e Marco ci accomodammo ad uno dei tavolini in ferro vicino alla piscina – Qualcuno ieri sera si è dato da fare – scherzò Marco – ma cos’è il segreto di pulcinella – oramai lo sapeva tutta la villa – beh diciamo che avresti svegliato anche i morti – rise Lucio e scoppiammo tutti a ridere – comunque volevo ringraziarvi per aver giocato con noi ieri sera. Sapete fino ad ora molta gente ci vedeva strani due uomini sapete cosa si dice in giro – il suo sguardo si abbassò notando un interesse per il suo aperol – oh ma dai siete davvero carini insieme e poi a chiunque piace giocare ai videogiochi non può essere così strano – lo rassicurai; sapevo cosa si provava per anni mi ero sentito strano e mi avevano bullizzato perché non ero il più magro della classe e questo di certo non aiutava il crearmi amicizie o dei legami in generale, per carità erano due situazione completamente diverse però apprezzavo che si stavano confidando con noi – hai ragione. Posso farti una domanda ma come vi siete incontrati? – mi chiese e mi girai verso Lady Bast e con un muto accenno di testa mi disse di poterglielo dire – beh veramente sono semplicemente ad una cena e lì ho conosciuto questa “adorabile” personcina – mi tirò per un orecchia – in che senso le virgolette? – oramai lo sapevo che nascondevo un piccolo lato che faceva i capricci e che sfidava ma a lei andava bene mi aveva spiegato che non gli piacevano quelli che facevano solo si signora e che obbedissero senza mai lamentarsi li trovava senza spina dorsale era come giocare con dei bambolotti quindi apprezzava quando gli davo da dire purché rispettassi le regole categoriche che mi dava – ahi e va bene sei un amorevole e dolce Miss – mi lascio l’orecchio – così va meglio ma questa la sconti lo stesso – accidenti avvolte mi mettevo nei guai da solo ma andava bene così sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male cosi gli dissi va bene e proseguimmo la conversazione – eh voi due invece come è andata? – chiese Sara – be veramente ci hanno presentati degli amici all’inizio io non sapevo neanche di essere omosessuale – non potevo crederci e a pensare che se guardavi Marco adesso non si direbbe – davvero? – risposi sbigottito – si te lo posso giurare poi dopo un paio di tentativi siamo finiti a cena assieme in un piccolo ristorantino fuori città – sembrava davvero una storia romantica di quelle che guardavo ogni tanto su Netflix e che mi venivano criticate perché erano troppo melense ma ehi sono un romanticone va bene? – si poi siamo andati a casa di Marco e li abbiamo approfondito la “conoscenza” – proseguirono con il racconto mi dissero che avevano scoperto per puro caso il mondo della dominazione ed anche se all’inizio i ruoli erano diverse dopo essersi consultati con una miss capirono quali ruoli dovevano ricoprire e tramite gli eventi conobbero Katia e così passammo in quel modo il pomeriggio, con delle normali chiacchiere da bar. Mentre salivamo le scale Sara mi prese e mi chiese se stasera avrei voluto voglia di giocare insieme a Katia e Roberta e risposi perché no mi sembravano persone per bene così ci preparammo per la cena con un altro paio di vestiti e scendemmo le scale come al solito al tavolo sedevano i dom e noi servivamo per mangiare poi fra una portata e l’altra ovviamente non mancarono le punizioni e stavolta ahimè la presi anche io mi fece tirare giù i calzoni e mi sussurrò all’orecchio – Questo è per oggi pomeriggio – speravo che se ne fosse scordata ma su queste cose aveva una memoria di ferro – dimmi un numero da uno a dieci – cercai di cavarmela dicendo uno ma gli feci solamente rincarare la dose ora erano diventate venti si fece portare un mestolo da Katia – grazie mille. Allora cosa sono io – mi chiese mentre mi tirava i capelli – sei una persona adorabile – capivo quale era il suo gioco. Dietro di noi la sala era muta tanto che i colpi fecero eco sulle pareti sembrava una parata solenne – adorabile non basta – voleva dei complimenti e al momento non mi veniva niente se non “sei proprio una gran gnocca con questo vestito “, non potevo uscirmene con una cosa così ad un evento del genere, mi tornarono in mente delle parole che mi disse un’amica – sei bella e tenace come le ginestre – salvato in corner – mmh addirittura Leopardi. Allora non sei così ignorante – almeno qualcosa ricordavo intanto finì le venti sculacciate che mi doveva – mmh la prossima volta mi aspetto qualcosa di meglio sappilo. Ora vai a finire il servizio – così terminammo tra chiacchiere e risate; nonostante fosse un evento importante e per alcuni era la prima volta che uscivano in pubblico compreso me si era comunque creata una bella atmosfera e così la cena fini e ora arrivava la parte divertente. Eravamo di nuovo là in quel salone delle torture pieno di strani attrezzi che anche se provocavano dolore davano un immenso piacere, volevo iniziare con qualcosa di tranquillo che mi avrebbe rilassato quindi sicuramente le corde non erano da prendere in considerazione dato che di solito per le successive due ore non sapevo neanche in quale pianeta fossi così optai per una cara e buona vecchia sessione di cera. Siccome ci avrebbe aspettato stavolta però era più una coccola quindi candele a bassa temperatura di fusione, nella playlist andava musica molto lenta e durammo per quasi un’ora e mezza finché alla seconda candela decidemmo di lasciare anche il posto agli altri; la cosa strana era che ogni volta che giocavamo quasi tutti ci guardavano con ammirazione come a dire ecco io voglio arrivare a quel livello. Arrivò poi il momento di giocare con Katia e Roberta le avevo viste giocare e facevano un gioco molto pesante con molta umiliazione quindi sinceramente non era un sì molto convinto ma volevo comunque accontentare la mia Miss, si vedeva che Katia era una che ne aveva viste tante e aveva partecipato a molti play perché aveva un’aura che irradiava potere e controllo indossava dei lunghi stivali di cuoio nero con piccole borchie ai lati sotto a dei pantaloni sempre in pelle con delle borchie all’altezza delle tasche del sedere avvolti da una cintura con una trama che ricordava la pelle dei serpenti di colore rosso sopra un semplice corpetto di pizzo nero che gli stringeva il seno, mi chiedevo come facesse a respirare con quel coso ma come si dice se bella vuoi apparire un pochino devi soffrire, in mano teneva un guinzaglio come il mio in catena di ferro che terminava con il collare che cingeva il collo di Roberta nero con un grosso anello color argento al centro. La sua schiava invece indossava un body in lattice trasparente in modo tale che qualsiasi cosa delle sue intimità era esposta alla vista ed una coda le scendeva dal sedere di colore rosso fuoco; mentre le nostre miss complottavano su come volerci sodomizzare io chiacchierai un po’ con Roberta che sembrava molto chiusa introversa da quando eravamo lì gli avrò scambiato si e no due parole forse era dovuto al fatto che tutti e due eravamo mezzi nudi o che tra noi slave si era creata una sorta di cameratismo riuscì a farla sbottonare un po’ scoprì che era da poco passata all’addestramento dopo che era stata un annetto buono in considerazione sotto Katia quindi le feci i complimenti era comunque un traguardo importante, io invece era ancora all’inizio nonostante comunque fosse passato quasi due mesi da quel giorno. Per quello che avevo capito avremmo scambiato i ruoli io avrei giocato con Lady Kate, così si faceva chiamare nell’ambiente, e Lady Bast con Robby anche se un po’ mi dispiaceva lasciare la mia altra metà accettai di buongrado così mi lego alla croce – vediamo se Bast ha ragione su di te e sei un osso duro oppure no – stava sfidando me? Avrebbe trovato pane per i suoi denti – beh sapete la mia obbedienza non è per tutti – un malizioso sorriso si stava dipingendo sul suo viso – mmh lo vedremo – mi disse mentre stringeva l’ultima cinghia. Come di consueto iniziò nel tastare la mia pelle per vedere se avessi dei traumi dalla sera prima o ferite finita quella ricognizione prese a darmi delle sonore sculacciate per scaldare il mio sedere per quello che fu un interminabile quarto d’ora – allora stanco? – me le stava servendo su un piatto d’argento, di solito non ero così ma potevo dare libero sfogo alla mia vena “brat” – perché avevi cominciato? – le chiesi lei per risposta mi tiro i capelli dicendomi che allora aveva ragione Sara ero un diamante grezzo u cui c’era da lavorare; passò a vari strumenti finché io stanco non chiamai il giallo, per carità bello l’impact ma dopo un po’ diventa noioso le zone diventano insensibili – va bene ti tiro giù – disse con il fiatone era visibilmente stanca lei – andiamo a fare un po’ di cera – non aspettavo ma se ragionava come Lady Bast era meglio non darlo a vedere così mi portò su un cavallo spagnolo e mi legò lasciando scoperta la schiena, mi dispiaceva usarlo senza di lei era stato il mio promo gioco di costrizione e dove lei si era seduta sopra di me per masturbarsi avevo molti ricordi legati a quell’attrezzo era amore e odio. Intanto vedevo che anche la mia controparte si stava divertendo con Robby anche se sapevo che non avrebbe sostituito me continuava a frustarla con una specie di strano frustino ed ogni volta la slave sobbalzava e lei si divertiva – cosa ti distrai per ora qui comando io poi tranquillo ti rimando da lei – le parole di Kate mi riportarono alla realtà vedevo che stava armeggiando con qualche candela che poi iniziò a colare sul mio corpo nudo facendomi sussultare ogni volta e facendomi mugugnare andammo avanti così per un po' alla fine tutti e quattro finimmo i giochi quasi contemporaneamente, non è che non mi era piaciuto ma mi mancava il suo tocco la sua pelle il suo respiro in poche parole la mia Miss non avevo provato le stesse emozioni oramai mi aveva stregato mi aveva fatto suo ero dipendente da lei – la prego voglio giocare ancora facciamo corde di nuovo ne ho bisogno ne necessito – le dissi quasi supplicandola – senti senti, ti sono mancata così tanto? – inarcando un sopracciglio – eh va bene solo perché sei tu – cosi tutti e due ci rimettemmo sul tappetto nell’area corde – sei sicuro? Hai fatto una sessione di impact e poi cera sei sicuro di volerlo fare? – mi stava proteggendo cosa che ogni dominante che si definisce tale dovrebbe fare così appoggiato sul suo seno annui con la testa – eh va bene – mi passò la corda sotto il petto mi lego le gambe e le braccia e ad ogni occasione mi abbracciava ed io mi lasciavo crollare tra le sue mani che mi portavano in un viaggio mentale che rivaleggiava con qualsiasi droga. Quando finì non me ne accorsi nemmeno ero andato in trance totale li, nella mia piccola bolla cullato dal profumo dei suoi capelli color corvino e la dolce melodia di violini, avrò avuto anche gli occhi chiusi ma sapevo che lei era lì percepivo la sua presenza sentivo lo sfregamento sulla pelle sapevo che questa sarebbe stata l’ultima notte lì nella villa quindi me la sarei goduta al massimo. Era difficile quella sensazione particolare non si può descrivere o trasmettere su carta la si può solo provare quando iniziò a passarmi la sua mano sulla pelle e a soffiarci piano non ce la feci ed esplosi in lacrime – che hai? Non ti preoccupare fai pure non ti giudicherò – mi sussurrò alle orecchie buttavo furori tutto paure ansie divertimento e tante altre emozioni di cui non sapevo l’esistenza – ti prego ti prego non lasciarmi più – tra un pianto e l’altro riuscii a dire lei annui giurando che avrebbe giocato solo con me e mi rassicurò facendomi appoggiare sulle sue gambe nude e mi accarezzava e piano piano mi calmai. Quando riaprii gli occhi oramai nella stanza non c’era più nessuno eravamo solo io e lei con me accovacciato sulle sue gambe come un piccolo cucciolo di cane impaurito e spaventato, sentivo freddo pungente e penetrante che arrivava fino alle ossa mi sentivo svuotato dentro di me non c’era più niente tutte le emozioni le paure e le ansie se ne erano andate, finalmente capivo ciò che descrivevano gli amici quando dicevano che alla fine di un party eri esausto oramai nulla importava più per me il mondo sarebbe potuto esplodere finire ed io sarei stato felice fece per alzarsi ma non volevo, volevo rimanere ancora lì in quel posto caldo e sicuro i minuti divennero ore ed il sole stava per sorgere forse sarebbe stato meglio andare a sdraiarsi almeno saremo stati più comodi – dove vai stasera voglio il mio grosso orso da abbracciare – mi disse prima di tirarmi con forza per il collare dentro la sua stanza e mi fece cadere sul letto dove fu lei a raggomitolarsi nel mio caldo abbraccio, si spesso mi consideravo il suo grand gigante gentile perché almeno senza i tacchi ero più alto di lei ma era quella l’ironia vedere due ragazzi uno grosso quanto un armadio che se ti prendesse a schiavi ti avrebbe fatto volare nell’iperspazio ed uno scricciolo tutte curve a cui non daresti un soldo di cacio in quanto a forza a sapere invece era lei che picchiava lui. Mi piaceva la situazione surreale e spesso giocavamo con questo io il carcerato pericoloso e lei la poliziotta novizia per dirne una; mentre la mente vagava sentivo gli occhi sempre più pesanti complice anche il fatto di sentire il suo corpo nudo appoggiato contro il mio petto ed il suo respiro che sembrava così fragile che faceva muovere i pochi peli rasati che si muovevano sul mio petto si stringeva sempre più a me una cosa era sicura se avessimo continuato così io l’avrei sempre protetta qualsiasi cosa accadesse più che Lock Lambert sembravamo Escanor e Merlin di seven deadly sins, ma non mi importava fintanto che avevo lei non mi sarei più sentito solo o giudicato mi bastava lei così la baciai sulla bocca con tutta la passione che ardeva come un sole primordiale che lei ricambio anche se quella notte non facemmo sesso la sessione che avevamo fatto mi era bastato forse era stata la più intensa che avessi mai fatto e così alla fine mi addormentai anche io mentre la stringevo tra le mie braccia – Buonanotte mia Lady, sarò tuo per sempre – e chiusi gli occhi.
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