Goblin
di
Never_always
genere
gay
Sono stato colpito da un missile e sono precipitato mille chilometri oltre la frontiera. Mi sono salvato eiettandomi all'ultimo prima che il caccia si schiantasse contro la parete di una montagna. Mi è andata bene ma ci vorranno giorni prima che arrivino a prelevarmi, il mio rivelatore di posizione è attivo ma devo allontanarmi subito,anche il nemico mi cercherà. Sono finito in una valle deserta, non perdo tempo, scendo verso valle in cerca di un nascondiglio, vedo un bosco lontanissimo.
Cammino per otto ore a marcia forzata, il caldo è infernale, sono appesantito da zaino e fucile, arrivo ad un ruscello che credo di morire. Mi sento osservato. Attendo a lungo, non si muove nulla, è solo un'impressione. Mi levo giubbotto e maglia e tuffo la testa nell'acqua. Mi pare di rinascere. Decido di fare una pausa di qualche ora. Mangio una razione, ne ho almeno per sette giorni. Mentre piscio contro una pianta si muove qualcosa. Non capisco cosa sia, un animaletto o un bambino. Dal cespuglio spunta una testa, un volto verdognolo, mi sorride allegro.
Ne spuntano altri due, ridono indicandomi l'uccello. Cazzo per un attimo non li ho falciati con una mitragliata! Non sono certo ostili, ma non sono del tutto a posto, sono incantati, mi fissano mentre piscio. Scrollo e ritiro l'uccello. 'Ehi ragazzi, venite, che paura c'è, ho un regalo per voi.' Ho lo zaino pieno di monete, orologi e altro per farmi amica la popolazione in caso di necessità. M'inginocchio per aprirlo e quei bastardi mi gettano una rete e mi saltano addosso da ogni parte. Sono piccoli, leggeri e deboli ma riescono a sopraffarmi in poco tempo, più mi ribello e più mi arrotolano nella rete. Alla fine mi ritrovo steso sull'erba, mani e piedi legati a paletti ficcati nel terreno. Sono malconcio, ma non sono stati loro, mi sono fatto male da solo sbattendo contro rocce e tronchi. Non vogliono farmi del male, sono solo incuriositi, non avranno mai incontrato stranieri. 'Sono vostro amico, liberatemi.'
Cazzo sono dei nani strani forte, di colore verdastro, non arrivano a un metro, teste grosse, calvi, gambe e braccia lunghe con la pancia rotonda, ma il volto è simpatico, sembrano amichevoli. Sono tutti nudi, capisco il loro stupore nel vedermi l'uccello. Senza nemmeno sfiorarmi mi liberano dalla rete usando dei lunghi coltelli. Sono tutti attorno a me. Cominciano a toccarmi le braccia, poi il torace e l'addome. Oh no! Hanno i cazzetti in tiro!
Mi tagliano via i pantaloni, urlo e maledico, li voglio uccidere, in tre quattro mi succhiano e mordono capezzoli e addome, gli altri sono tutti fra le mie gambe. Non resisto, mi eccito da schifo e mi viene duro, non li vedo per fortuna, mi stanno facendo pompini da urlo. Schizzo dopo pochi minuti, basta mi prego, ma loro continuano. Chiudo gli occhi, non può essere vero. Sento spingere sulle labbra, mi trovo in bocca un cazzetto che sa di animale. Mi stanno aspirando il cazzo, venti bocche mi succhiano dalle dita dei piedi alle orecchie, sento il bisogno di ciucciare. Sempre a occhi chiusi. Non è un vero cazzo, io non succhio cazzi, è piccolo e sottile, ma duro come il sasso. Ci so fare, il goblin mi scopa eccitato in bocca e schizza da paura, mi riempie la bocca di sborra, roba che nemmeno se mi sego dieci volte. Mi sento meravigliosamente puttana, voglio ancora, un altro goblin mi da il suo cazzetto, ciuccio senza respirare, voglio che sborri.
Dopo due ore eiaculo sabbia da tanto mi hanno prosciugato e ho bevuto sborra più di una puttana di Bangkok. Sono a pezzi, i coglioni mi fanno male fino alle orecchie. Mi slegano una mano e un piede e mi rivoltano sulla pancia. Non me ne frega niente, ho solo paura di rompere il cazzo, non mi tornerà più moscio. Dieci, venti, trenta? Non so lo quanti sono, mi scopano in culo tutta notte. Non mi fanno male, sono dita in culo, e io non voglio godere, ma non posso nascondermelo, subisco le interminabili scopate dei goblin accovacciati sul mio culo aspettando la sborrata. Ognuno mi schizza in culo un bicchiere di sborra calda. Sono in una pozza di sborra, mi mordono le natiche in due o tre mentre il quarto mi fa il culo, succhio cazzi, mi sborrano in bocca in due. Il gioco piace, fanno acrobazia sul mio culo e mi ficcano due cazzetti per volta. Le sborrate mi fanno il pancione come incinto.
Non reggo, m'addormento che mi fanno ancora il culo.
Al mattino sono calmi, sorridenti e bonari. Mi fanno lavare al torrente e poi mi trascinano via. Ho solo gli anfibi, sono nudo con collare e mani legate dietro la schiena. Sono stordito, come drogato, li seguo docilmente. Una marcia estenuante nel bosco. Arriviamo a una caverna nascosta. Entriamo, ho paura ma non posso ribellarmi. Dopo un centinaio di metri nel buio assoluto arriviamo in un'immensa caverna illuminata da torce. Ci sono centinaia di folletti verdi. Sono nudo, un marine nudo, li eccito, mi eccito. Mi portano davanti ai loro capi. Sono i vecchi della tribù. Hanno lo stesso viso, lo stesso sorriso bonario e gli occhietti maliziosi, capisco che sono i vecchi perché hanno cazzi notevoli, non come il mio, ma nanetti come sono sembrano iperdotati.
Ho lo stomaco contratto, qui si mette male. Con delle bacchettate alle gambe mi obbligano a inginocchiarmi davanti a loro. Mi slegano i polsi e me li rilegano alle caviglie. Mano destra al piede destro, mano sinistra al piede sinistro. Sono incaprettato. Sono eccitato.
Cammino per otto ore a marcia forzata, il caldo è infernale, sono appesantito da zaino e fucile, arrivo ad un ruscello che credo di morire. Mi sento osservato. Attendo a lungo, non si muove nulla, è solo un'impressione. Mi levo giubbotto e maglia e tuffo la testa nell'acqua. Mi pare di rinascere. Decido di fare una pausa di qualche ora. Mangio una razione, ne ho almeno per sette giorni. Mentre piscio contro una pianta si muove qualcosa. Non capisco cosa sia, un animaletto o un bambino. Dal cespuglio spunta una testa, un volto verdognolo, mi sorride allegro.
Ne spuntano altri due, ridono indicandomi l'uccello. Cazzo per un attimo non li ho falciati con una mitragliata! Non sono certo ostili, ma non sono del tutto a posto, sono incantati, mi fissano mentre piscio. Scrollo e ritiro l'uccello. 'Ehi ragazzi, venite, che paura c'è, ho un regalo per voi.' Ho lo zaino pieno di monete, orologi e altro per farmi amica la popolazione in caso di necessità. M'inginocchio per aprirlo e quei bastardi mi gettano una rete e mi saltano addosso da ogni parte. Sono piccoli, leggeri e deboli ma riescono a sopraffarmi in poco tempo, più mi ribello e più mi arrotolano nella rete. Alla fine mi ritrovo steso sull'erba, mani e piedi legati a paletti ficcati nel terreno. Sono malconcio, ma non sono stati loro, mi sono fatto male da solo sbattendo contro rocce e tronchi. Non vogliono farmi del male, sono solo incuriositi, non avranno mai incontrato stranieri. 'Sono vostro amico, liberatemi.'
Cazzo sono dei nani strani forte, di colore verdastro, non arrivano a un metro, teste grosse, calvi, gambe e braccia lunghe con la pancia rotonda, ma il volto è simpatico, sembrano amichevoli. Sono tutti nudi, capisco il loro stupore nel vedermi l'uccello. Senza nemmeno sfiorarmi mi liberano dalla rete usando dei lunghi coltelli. Sono tutti attorno a me. Cominciano a toccarmi le braccia, poi il torace e l'addome. Oh no! Hanno i cazzetti in tiro!
Mi tagliano via i pantaloni, urlo e maledico, li voglio uccidere, in tre quattro mi succhiano e mordono capezzoli e addome, gli altri sono tutti fra le mie gambe. Non resisto, mi eccito da schifo e mi viene duro, non li vedo per fortuna, mi stanno facendo pompini da urlo. Schizzo dopo pochi minuti, basta mi prego, ma loro continuano. Chiudo gli occhi, non può essere vero. Sento spingere sulle labbra, mi trovo in bocca un cazzetto che sa di animale. Mi stanno aspirando il cazzo, venti bocche mi succhiano dalle dita dei piedi alle orecchie, sento il bisogno di ciucciare. Sempre a occhi chiusi. Non è un vero cazzo, io non succhio cazzi, è piccolo e sottile, ma duro come il sasso. Ci so fare, il goblin mi scopa eccitato in bocca e schizza da paura, mi riempie la bocca di sborra, roba che nemmeno se mi sego dieci volte. Mi sento meravigliosamente puttana, voglio ancora, un altro goblin mi da il suo cazzetto, ciuccio senza respirare, voglio che sborri.
Dopo due ore eiaculo sabbia da tanto mi hanno prosciugato e ho bevuto sborra più di una puttana di Bangkok. Sono a pezzi, i coglioni mi fanno male fino alle orecchie. Mi slegano una mano e un piede e mi rivoltano sulla pancia. Non me ne frega niente, ho solo paura di rompere il cazzo, non mi tornerà più moscio. Dieci, venti, trenta? Non so lo quanti sono, mi scopano in culo tutta notte. Non mi fanno male, sono dita in culo, e io non voglio godere, ma non posso nascondermelo, subisco le interminabili scopate dei goblin accovacciati sul mio culo aspettando la sborrata. Ognuno mi schizza in culo un bicchiere di sborra calda. Sono in una pozza di sborra, mi mordono le natiche in due o tre mentre il quarto mi fa il culo, succhio cazzi, mi sborrano in bocca in due. Il gioco piace, fanno acrobazia sul mio culo e mi ficcano due cazzetti per volta. Le sborrate mi fanno il pancione come incinto.
Non reggo, m'addormento che mi fanno ancora il culo.
Al mattino sono calmi, sorridenti e bonari. Mi fanno lavare al torrente e poi mi trascinano via. Ho solo gli anfibi, sono nudo con collare e mani legate dietro la schiena. Sono stordito, come drogato, li seguo docilmente. Una marcia estenuante nel bosco. Arriviamo a una caverna nascosta. Entriamo, ho paura ma non posso ribellarmi. Dopo un centinaio di metri nel buio assoluto arriviamo in un'immensa caverna illuminata da torce. Ci sono centinaia di folletti verdi. Sono nudo, un marine nudo, li eccito, mi eccito. Mi portano davanti ai loro capi. Sono i vecchi della tribù. Hanno lo stesso viso, lo stesso sorriso bonario e gli occhietti maliziosi, capisco che sono i vecchi perché hanno cazzi notevoli, non come il mio, ma nanetti come sono sembrano iperdotati.
Ho lo stomaco contratto, qui si mette male. Con delle bacchettate alle gambe mi obbligano a inginocchiarmi davanti a loro. Mi slegano i polsi e me li rilegano alle caviglie. Mano destra al piede destro, mano sinistra al piede sinistro. Sono incaprettato. Sono eccitato.
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Commenti dei lettori al racconto erotico