Suo...
di
Perla Nera
genere
dominazione
Mi lasci in ginocchio davanti allo specchio ad aspettarti, già mi hai avvisato che tornerai in compagnia.
Mi fai baciare prima una scarpa, poi l'altra, mentre ti sistemi i capelli, e vai frettolosamente via. Passano tre ore e sento la porta che si apre, ho le ginocchia un po' stanche e un po' di sonno.
Entri da sola in camera , avevo appena sentito però che tu stavi dicendo qualcosa del tipo "entro per dirglielo, ma non dovrebbero esserci problemi", ti avvicini e mi sussurri soave che "quello che succederà stasera sarà per entrambi fantastico, ne sono sicura" mi dai un bacino sulla guancia con aria maliziosa, ed esci.
Rientri con lui, camminate fino a dove mi trovo , tu mi carezzi i capelli e gli dici "è di lui che ti parlavo". Mi indichi i tuoi piedi con il dito, e dolcemente ti limiti a dirmi "lecca".
Tu lo baci, io sono dietro di te. Distrattamente ogni tanto alzi il piede e mi tocchi la faccia.
Io come se non capissi cosa stia accadendo, inizio a sentirmi eccitato, sto piano piano interiorizzando che è bello vedere che ti ecciti per lui.
"slacciagli i pantaloni" mi dici,
Ed io in quel momento, come paralizzato ma in cuor mio consapevole, mi blocco. Mi accarezzi la testa dicendomi " su dai, non essere timido, tanto non puoi scegliere, è così e basta, perciò quanto meno facciamo a modo".
Timidamente, slaccio i pantaloni e li abbasso un po'. Dalle mutande si vede una erezione che cerca di uscire.
"Abbassa anche quelle",
E nel momento in cui le abbasso, probabilmente perché troppo duro, mi dà un colpetto sotto il mento. La cappella è ancora coperta, ma si intende che la sua erezione maestosa sia un vanto. Ti inginocchi accanto a me, lo guardi negli occhi, poi mi guardi e mi sussurri "ora ci sono anche io vicino a te, dai, scappellalo".
Mi dai il tempo che mi serve, lentamente e pieno di imbarazzo, porto la mano vicino quanto basta, lascio scorrere la pelle. Ci presenta la sua cappella maestosa.
"Ora guarda attentamente, perché non voglio che mi fai fare brutte figure". Baci la cappella, ci sputi sopra, lo seghi due volte e poi lo infili in bocca.
"Ora che credo tu abbia capito di cosa stiamo parlando, siccome hai anche tu il cazzo e sai quanto può essere piacevole, toccagli le palle nel mentre che lo succhio"
Lo riprendi in bocca, io avvicino lentamente la mano, ti interrompi e con la bocca un istante prima piena, mi dici distrattamente
"anzi, leccagliele".
In quel momento vorrei sparire, ma tu sei così bella ed eccitata...Lo faccio, ho le sue palle in bocca, mentre tu ti godi il suo cazzo.
Trascorre qualche minuto e ciò che un po' temevo va per materializzarsi: "Ora è il tuo turno".
Io non l'ho mai fatto, è surreale quanto stia accadendo, ma mi rendo conto di essere completamente in balia del tuo volere.
Chiudo gli occhi, apro leggermente la bocca,rassegnato.
Lo guidi a pochi cm da questa e subito dopo sento la bocca piena, in un attimo.
Capisco, tu mi accarezzi la testa e un po' la tieni per evitare che mi tiri indietro. Ridi un po' di gusto, ed inizi ad accompagnare il movimento.
"Bravo, succhia, succhia il cazzo" mi mi dici.
È incredibile, penso, sto facendo un pompino, a fatica per quanto è grosso e d'un tratto mi sento accolto, coccolato da queste strane e perverse attenzioni. Nel mentre che penso ormai hai tolto la mano, forse ho accettato l'idea di impegnarmi, che ormai non si torna indietro, e lo sto succhiando tutto da solo, e allora continuo.
Gli parli, io non sento niente distintamente perché sono sussurri, ciò che però riesco bene a distinguere ad un certo punto è "si? Adesso? Non in bocca però, abbiamo detto in faccia no?".
Mi baci la fronte , mi sputi in bocca e mi dici
"Sei stato bravissimo".
Lui, copiosamente, mi sborra in faccia.
La sento scorrere sulla faccia e dopo aver fatto passare qualche minuto, mi guardo allo specchio e nel riflesso vedo te che mi guardi e sorridi dicendo a lui che si sta rivestendo "che sborrata, quasi quasi lo invidio".
"Resta un altro paio d'ore con la sborra in faccia, poi puoi dormire, noi andiamo di lá".
Nel mentre che stai per andare, ti fai baciare i piedi, e quasi distrattamente lo chiami di nuovo dicendo "aspetta, togliti le mutande un attimo, voglio fare una cosa".
"Baciagli un attimo la cappella, voglio fare una foto".
Io, ormai confuso, lo faccio. Scatti la foto e vai via
ribadendo "ah, se ti rendi conto che ti piace, non levarla dalla faccia nemmeno quando vai a dormire".
Mi fai baciare prima una scarpa, poi l'altra, mentre ti sistemi i capelli, e vai frettolosamente via. Passano tre ore e sento la porta che si apre, ho le ginocchia un po' stanche e un po' di sonno.
Entri da sola in camera , avevo appena sentito però che tu stavi dicendo qualcosa del tipo "entro per dirglielo, ma non dovrebbero esserci problemi", ti avvicini e mi sussurri soave che "quello che succederà stasera sarà per entrambi fantastico, ne sono sicura" mi dai un bacino sulla guancia con aria maliziosa, ed esci.
Rientri con lui, camminate fino a dove mi trovo , tu mi carezzi i capelli e gli dici "è di lui che ti parlavo". Mi indichi i tuoi piedi con il dito, e dolcemente ti limiti a dirmi "lecca".
Tu lo baci, io sono dietro di te. Distrattamente ogni tanto alzi il piede e mi tocchi la faccia.
Io come se non capissi cosa stia accadendo, inizio a sentirmi eccitato, sto piano piano interiorizzando che è bello vedere che ti ecciti per lui.
"slacciagli i pantaloni" mi dici,
Ed io in quel momento, come paralizzato ma in cuor mio consapevole, mi blocco. Mi accarezzi la testa dicendomi " su dai, non essere timido, tanto non puoi scegliere, è così e basta, perciò quanto meno facciamo a modo".
Timidamente, slaccio i pantaloni e li abbasso un po'. Dalle mutande si vede una erezione che cerca di uscire.
"Abbassa anche quelle",
E nel momento in cui le abbasso, probabilmente perché troppo duro, mi dà un colpetto sotto il mento. La cappella è ancora coperta, ma si intende che la sua erezione maestosa sia un vanto. Ti inginocchi accanto a me, lo guardi negli occhi, poi mi guardi e mi sussurri "ora ci sono anche io vicino a te, dai, scappellalo".
Mi dai il tempo che mi serve, lentamente e pieno di imbarazzo, porto la mano vicino quanto basta, lascio scorrere la pelle. Ci presenta la sua cappella maestosa.
"Ora guarda attentamente, perché non voglio che mi fai fare brutte figure". Baci la cappella, ci sputi sopra, lo seghi due volte e poi lo infili in bocca.
"Ora che credo tu abbia capito di cosa stiamo parlando, siccome hai anche tu il cazzo e sai quanto può essere piacevole, toccagli le palle nel mentre che lo succhio"
Lo riprendi in bocca, io avvicino lentamente la mano, ti interrompi e con la bocca un istante prima piena, mi dici distrattamente
"anzi, leccagliele".
In quel momento vorrei sparire, ma tu sei così bella ed eccitata...Lo faccio, ho le sue palle in bocca, mentre tu ti godi il suo cazzo.
Trascorre qualche minuto e ciò che un po' temevo va per materializzarsi: "Ora è il tuo turno".
Io non l'ho mai fatto, è surreale quanto stia accadendo, ma mi rendo conto di essere completamente in balia del tuo volere.
Chiudo gli occhi, apro leggermente la bocca,rassegnato.
Lo guidi a pochi cm da questa e subito dopo sento la bocca piena, in un attimo.
Capisco, tu mi accarezzi la testa e un po' la tieni per evitare che mi tiri indietro. Ridi un po' di gusto, ed inizi ad accompagnare il movimento.
"Bravo, succhia, succhia il cazzo" mi mi dici.
È incredibile, penso, sto facendo un pompino, a fatica per quanto è grosso e d'un tratto mi sento accolto, coccolato da queste strane e perverse attenzioni. Nel mentre che penso ormai hai tolto la mano, forse ho accettato l'idea di impegnarmi, che ormai non si torna indietro, e lo sto succhiando tutto da solo, e allora continuo.
Gli parli, io non sento niente distintamente perché sono sussurri, ciò che però riesco bene a distinguere ad un certo punto è "si? Adesso? Non in bocca però, abbiamo detto in faccia no?".
Mi baci la fronte , mi sputi in bocca e mi dici
"Sei stato bravissimo".
Lui, copiosamente, mi sborra in faccia.
La sento scorrere sulla faccia e dopo aver fatto passare qualche minuto, mi guardo allo specchio e nel riflesso vedo te che mi guardi e sorridi dicendo a lui che si sta rivestendo "che sborrata, quasi quasi lo invidio".
"Resta un altro paio d'ore con la sborra in faccia, poi puoi dormire, noi andiamo di lá".
Nel mentre che stai per andare, ti fai baciare i piedi, e quasi distrattamente lo chiami di nuovo dicendo "aspetta, togliti le mutande un attimo, voglio fare una cosa".
"Baciagli un attimo la cappella, voglio fare una foto".
Io, ormai confuso, lo faccio. Scatti la foto e vai via
ribadendo "ah, se ti rendi conto che ti piace, non levarla dalla faccia nemmeno quando vai a dormire".
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