💉 "La Visita" – Storia erotica sissy con medico dominante (25 cm)
di
Giulia D.
genere
trans
💉 "La Visita" – Storia erotica sissy con medico dominante (25 cm)
La luce era bianca, fredda, quasi chirurgica.
Giulia era seduta sul lettino, indossando solo una camiciola corta da visita, senza mutandine. Le gambe tremavano un po’, non per paura, ma per l'attesa.
Era lì per “controlli ormonali”, ma il Dott. Vieri la visitava sempre in un modo tutto suo…
Lui entrò nella stanza con passo lento, sicuro. Alto, imponente, mani grandi, sguardo penetrante.
Indossava un camice bianco appena aperto, e sotto, nulla. Nessun pantalone. Il pene lungo, spesso, giĂ semi-eretto, pendeva pesante come un richiamo di autoritĂ . Almeno 25 centimetri, con la cappella turgida e le vene ben visibili.
“Giulia, sdraiati. Oggi controlleremo quanto sei diventata... ricettiva.”
Lei obbedì. Piegò le gambe. Si sentì piccola. Aperta.
Lui si avvicinò, prese un guanto... ma non lo mise.
“Sai che mi piace sentire il calore diretto del tuo corpo.”
Le dita del dottore si posarono tra le sue natiche, lentamente. Spalancandola.
Poi, senza preavviso, la cappella gonfia premette contro l’ingresso.
“Rilassati. Questo fa parte della terapia.”
“Più lo prendi dentro… più il tuo corpo dimentica cos’era.”
La spinta fu lenta… ma inesorabile.
Largo. Caldo. Teso. Lungo.
Ogni centimetro che entrava sembrava strappare via una parte del suo passato maschile.
Le pareti interne si allargavano, si arrendevano… gemeva piano, quasi in trance.
“Stai assorbendo il trattamento… molto bene. Guarda quanto sei profonda. Una brava sissy.”
Quando fu completamente dentro, la pancia di Giulia si sollevò appena.
Lui si fermò, le prese il mento.
“Ti senti piena, vero? Questo è ciò che sei: un contenitore per la mascolinità altrui.
Ogni volta che vieni visitata così… il tuo maschio muore un po’ di più.”
Poi cominciò a muoversi dentro di lei, con spinte lente, forti, regolari.
Lo sfregamento la faceva tremare. Il suono del contatto era umido, ipnotico.
Le sue gambe si aprirono da sole, il corpo tutto si arrendeva.
Fino a che lui venne profondamente dentro, senza preavviso.
Caldo. Denso. Dominante.
“Non uscire. Tienilo dentro.
Lascia che ti trasformi.”
Giulia rimase lì, aperta, piena, tremante.
Era solo una “visita”, ma il suo corpo non sarebbe stato più lo stesso.
La luce era bianca, fredda, quasi chirurgica.
Giulia era seduta sul lettino, indossando solo una camiciola corta da visita, senza mutandine. Le gambe tremavano un po’, non per paura, ma per l'attesa.
Era lì per “controlli ormonali”, ma il Dott. Vieri la visitava sempre in un modo tutto suo…
Lui entrò nella stanza con passo lento, sicuro. Alto, imponente, mani grandi, sguardo penetrante.
Indossava un camice bianco appena aperto, e sotto, nulla. Nessun pantalone. Il pene lungo, spesso, giĂ semi-eretto, pendeva pesante come un richiamo di autoritĂ . Almeno 25 centimetri, con la cappella turgida e le vene ben visibili.
“Giulia, sdraiati. Oggi controlleremo quanto sei diventata... ricettiva.”
Lei obbedì. Piegò le gambe. Si sentì piccola. Aperta.
Lui si avvicinò, prese un guanto... ma non lo mise.
“Sai che mi piace sentire il calore diretto del tuo corpo.”
Le dita del dottore si posarono tra le sue natiche, lentamente. Spalancandola.
Poi, senza preavviso, la cappella gonfia premette contro l’ingresso.
“Rilassati. Questo fa parte della terapia.”
“Più lo prendi dentro… più il tuo corpo dimentica cos’era.”
La spinta fu lenta… ma inesorabile.
Largo. Caldo. Teso. Lungo.
Ogni centimetro che entrava sembrava strappare via una parte del suo passato maschile.
Le pareti interne si allargavano, si arrendevano… gemeva piano, quasi in trance.
“Stai assorbendo il trattamento… molto bene. Guarda quanto sei profonda. Una brava sissy.”
Quando fu completamente dentro, la pancia di Giulia si sollevò appena.
Lui si fermò, le prese il mento.
“Ti senti piena, vero? Questo è ciò che sei: un contenitore per la mascolinità altrui.
Ogni volta che vieni visitata così… il tuo maschio muore un po’ di più.”
Poi cominciò a muoversi dentro di lei, con spinte lente, forti, regolari.
Lo sfregamento la faceva tremare. Il suono del contatto era umido, ipnotico.
Le sue gambe si aprirono da sole, il corpo tutto si arrendeva.
Fino a che lui venne profondamente dentro, senza preavviso.
Caldo. Denso. Dominante.
“Non uscire. Tienilo dentro.
Lascia che ti trasformi.”
Giulia rimase lì, aperta, piena, tremante.
Era solo una “visita”, ma il suo corpo non sarebbe stato più lo stesso.
1
5
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Commenti dei lettori al racconto erotico