In gita in montagna - Seconda parte
di
batterista
genere
gay
Non vi ho descritto Cesare. E' un ragazzo timido di origini miste con i capelli ricci scuri, occhi scuri, alto 1 metro e 75, pesa intorno ai 50 kg, porta gli occhiali che gli danno un aspetto un po' nerd. E' carino di viso, con labbra carnose, e dalle poche volte che l'ho visto in costume ha un fisico piuttosto esile ma ha un bel culetto tondo e gambe robuste, con un po' di peluria riccia sull'addome, sul petto e intorno ai capezzoli gonfi e sporgenti. Non l'ho mai visto completamente nudo per ora.
Dopo la seconda cena siamo tornati in camera e siamo stati un po' sul balcone a chiacchierare finché ci è venuto sonno e abbiamo deciso di andare a dormire.
Io mi sono spogliato davanti a lui, togliendomi gli slip mentre lui si stava slacciando le scarpe e per un attimo ha alzato lo sguardo per poi riabbassarlo immediatamente.
Lui è rimasto con i boxer e si è infilato sotto le lenzuola.
L'ho sentito dormire e mi sono riavvicinato al suo letto, questa volta con ancora più cautela.
Lui era supino. Infilo la mano sotto le lenzuola e con sorpresa sento la punta del suo uccello che arriva all'elastico dei boxer. Cesare ce l'aveva ritto.
Infilo un dito nella fessura dei boxer e proprio sotto la cappella sento una goccia di liquido gelatinoso. Non era solo in erezione ma anche eccitato. Eppure non si muoveva.
Mi faccio coraggio e con due dita gli sfilo lentamente l'uccello fuori dai boxer.
Sembra piccolo ma senza poterlo vedere non ne sono sicuro. E' rigido, lo sollevo e mi scivola sbattendo sul suo pube riccioluto.
Sento il taglio della circoncisione e una zona più gonfia proprio sotto la cappella dove una volta c'era il frenulo.
La sua cappella però è ancora morbida.
Gli tiro fuori anche le palle che con mia sorpresa sembrano parecchio grosse, con dei testicoli ovali altrettanto grossi e duri.
Di colpo Cesare si tira su e mi dice "Basta, ho sonno. Voglio dormire".
Rimango ghiacciato e senza dire una parola me ne torno a letto.
La mattina dopo, verso le 5 è ancora buio. Mi sveglio per un rumorino e sento Cesare che mi solleva le lenzuola e mi sfila il cazzo già ritto.
Inizia a masturbarmi. Gli chiedo "Cosa stai facendo?" e lui risponde "Quello che hai fatto a me!" con tono vendicativo.
Dopo un po' io ero già vicino a venire e mi chiede "Se vuoi ti faccio un pompino" e io appena sento quella parola vengo nelle sue mani. Cesare "Ma sei già venuto?", io "Sì", poi "Il pompino me lo fai?" e lui "No, ho cambiato idea" e se ne torna a letto senza neanche lavarsi le mani appiccicose e piene di sborra.
Il giorno successivo non ne abbiamo parlato e tutto si è svolto come al solito, ma i suoi occhi avevano uno sguardo biricchino, più complice di prima.
Continua...
Dopo la seconda cena siamo tornati in camera e siamo stati un po' sul balcone a chiacchierare finché ci è venuto sonno e abbiamo deciso di andare a dormire.
Io mi sono spogliato davanti a lui, togliendomi gli slip mentre lui si stava slacciando le scarpe e per un attimo ha alzato lo sguardo per poi riabbassarlo immediatamente.
Lui è rimasto con i boxer e si è infilato sotto le lenzuola.
L'ho sentito dormire e mi sono riavvicinato al suo letto, questa volta con ancora più cautela.
Lui era supino. Infilo la mano sotto le lenzuola e con sorpresa sento la punta del suo uccello che arriva all'elastico dei boxer. Cesare ce l'aveva ritto.
Infilo un dito nella fessura dei boxer e proprio sotto la cappella sento una goccia di liquido gelatinoso. Non era solo in erezione ma anche eccitato. Eppure non si muoveva.
Mi faccio coraggio e con due dita gli sfilo lentamente l'uccello fuori dai boxer.
Sembra piccolo ma senza poterlo vedere non ne sono sicuro. E' rigido, lo sollevo e mi scivola sbattendo sul suo pube riccioluto.
Sento il taglio della circoncisione e una zona più gonfia proprio sotto la cappella dove una volta c'era il frenulo.
La sua cappella però è ancora morbida.
Gli tiro fuori anche le palle che con mia sorpresa sembrano parecchio grosse, con dei testicoli ovali altrettanto grossi e duri.
Di colpo Cesare si tira su e mi dice "Basta, ho sonno. Voglio dormire".
Rimango ghiacciato e senza dire una parola me ne torno a letto.
La mattina dopo, verso le 5 è ancora buio. Mi sveglio per un rumorino e sento Cesare che mi solleva le lenzuola e mi sfila il cazzo già ritto.
Inizia a masturbarmi. Gli chiedo "Cosa stai facendo?" e lui risponde "Quello che hai fatto a me!" con tono vendicativo.
Dopo un po' io ero già vicino a venire e mi chiede "Se vuoi ti faccio un pompino" e io appena sento quella parola vengo nelle sue mani. Cesare "Ma sei già venuto?", io "Sì", poi "Il pompino me lo fai?" e lui "No, ho cambiato idea" e se ne torna a letto senza neanche lavarsi le mani appiccicose e piene di sborra.
Il giorno successivo non ne abbiamo parlato e tutto si è svolto come al solito, ma i suoi occhi avevano uno sguardo biricchino, più complice di prima.
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