Un gioco per dormire bene

di
genere
masturbazione

Io, femmina ancora giovane e molto libera,anche se non mi mancano le occasioni di incontri sessuali, vado a dormire sempre con molta voglia di sesso, di piacere solitario che mi procuro utilizzando uno dei vari strumenti che mi sono procurata, oppure giocando con le mie dita affusolate e abili a stimolare capezzoli, grilletto, ano e ogni altra parte erogena del mio corpo (qualche volta anche le orecchie, ebbene sì, anche quelle).
Ma questa sera, entrata come al solito nuda nel mio letto alla francese (come il bacio), ho un’arma in più a disposizione. Ho lo slip di un maschio in calore, che distrattamente l’ha perduto nella camera di una ragazza, mia vicina di casa, che me l’ha dato per paura che i suoi lo trovassero. E così ora è tra le mie lenzuola, e io, distesa mollemente e vogliosa, la rigiro fra le mani e lo porto alla bocca. Assaporo il tessuto trasparente, che fino a quando veniva indossato conteneva un membro più grosso della media (a detta della mia vicina). Sicuramente è stato cosparso di sperma, ma oltre a quello le mie papille gustative percepiscono altri sapori per me eccitanti, che preferisco non indagare da dove vengano. E difatti la stoffa è macchiata e odora anche fortemente di quell’ottimo mix di spezie erotiche. Sicuramente il possessore di tale meraviglia di cazzo l’ha rimesso via senza lavarlo dopo avere fatto sesso in tutti i modi, compresa una bella pioggia dorata, ne sono sicura, e con queste fantasie inizio a immaginare la scena di lui che bagna il corpo di lei, o viceversa, mentre le mie dita sfregano le tette e i già duri capezzoli, pronte a scendere più in basso, oltre l’addome, sul pube fino a raggiungere la figa ormai tumefatta dalla voglia di essere masturbata. Ma non riesco a smettere di leccare e odorare al tempo stesso quell’indumento che svelava, quando era utilizzato, invece che nascondere, un cazzo di dimensioni ragguardevoli, e che adesso, così infoiata come sono, vorrei sentire dentro ciascuno dei buchi del mio corpo, tutti quanti vogliosi di essere penetrati contemporaneamente. Mi strofino la preziosa reliquia sul collo, come fosse un profumo di lusso che, con parsimonia, si cosparge sulla pelle per stimolare seduzione e piacere. La faccio scivolare lungo il torace in mezzo alle tonde tettine, la soffermo sull’ombelico che stuzzico fino in fondo, e la porto a raggiungere le labbra del mio sesso in fiamme, come se potessi, solo così, spegnere l’incendio. La infilo dentro la vorace fessura, la spingo dove è più umida la grotta del piacere, la estraggo e annuso ancora, per sentire adesso, forte e predominante, l’odore del mio sesso. Ma solamente con l’acqua si può domare il fuoco, e dunque do inizio a manovre energiche e competenti per estinguere quella emergenza di natura sessuale, facendo vorticare il mio dito medio dentro l’apertura della figa, più o meno sul punto G, mentre l’altra mano tiene stretta la causa del rogo, ovvero la famigerata mutandina. Basta poco per venire con spruzzi e schizzi che inzuppano le lenzuola e, oltrepassando il bordo del letto, giungono al pavimento, accompagnati da inarcamenti dei miei lombi abituati a queste ginnastiche solitarie (oltre che a cavalcate in coppia, con lo strumento ben lubrificato, dentro e fuori il mio ventre), nonché da mugolii di piacere e leccate delle labbra con la lingua ancora pregna dei sapori dell’uccello virtuale. Così posso finalmente prendere sonno, nel letto che adesso è impregnato del meraviglioso aroma del mio femmineo sesso.
scritto il
2025-07-07
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