Anna e Daniele - la nostra prima volta in tre.
di
Bangalore
genere
trio
Anna e Daniele - La nostra prima volta in tre
Siamo una coppia sposata. Anna, mia moglie, è molto bella. Magra e slanciata, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Ha un seno piccolo e provocante, i glutei sodi e il ventre piatto. Non è una bellezza raffinata e non si veste in modo provocante; non si trucca e odia i tacchi. Normalmente in estate indossa un paio di pantaloncini attillati per mettere in risalto il suo splendido sedere. Non porta reggiseno e indossa magliette attillate che lasciano intravvedere i suoi capezzoli scuri. Io la trovo molto sexy.
Io sono Daniele, il marito e l'autore di questo racconto. Dicono di me che sono attraente: sono alto, con i capelli castani e gli occhi nocciola, magro e muscoloso. Ben dotato.
Tre mesi fa decidemmo di fare le vacanze in un villaggio nel nord della Sardegna che offriva, compresi nel prezzo, corsi di tennis e di windsurf. Così io iniziai a frequentare i corsi, sia di tennis che di windsurf, mentre Anna preferiva prendere il sole in spiaggia. A lei piaceva l'abbronzatura integrale, quindi prendeva sempre il sole coperta solo da un minuscolo tanga.
Il mio istruttore di windsurf, Luca, era un bel ragazzo. Era un po' più giovane di noi, muscoloso, alto, con occhi grigi e capelli lunghi biondi che raccoglieva in una coda. In spiaggia ci mettevamo vicino al suo capanno dove teneva le tavole e le vele. Spesso si stendeva con noi a prendere il sole e a chiacchierare. Facemmo amicizia con lui. Nei giorni seguenti, notai che tra noi tre si era creato un buon
feeling.
Noi due, da qualche tempo, mentre facevamo l'amore, spesso ci divertivamo con alcune fantasie, tra cui quella in cui facevo partecipare un superdotato. Il protagonista di queste fantasie a volte era un giovane collega a cena da noi, a volte un fattorino dopo una consegna a domicilio, a volte io che rientravo a casa e la trovavo con l'idraulico, e così via. Lei si eccitava tantissimo e, se normalmente non parlava mai in modo volgare, durante il sesso si lasciava andare.
Luca in spiaggia indossava un largo costume da surf e non riuscivo a capire quanto fosse dotato. Poi un giorno, passando davanti all'uscio del capanno mentre lui si stava cambiando , vidi che le sue dimensioni andavano oltre le fantasie di Anna. Decisi allora che Luca sarebbe stato il soggetto perfetto per le nostre fantasie.
Così, una sera in bungalow, stesi a letto, chiesi ad Anna: «Che ne pensi di Luca?». Rimase un poco a riflettere, poi mormorò: «Luca mi piace molto e credo di piacere anche a lui, ho notato i suoi sguardi sul mio corpo. Poi, ieri ha avuto con me un approccio non consueto», disse lei sorridendo.
«Che tipo di approccio?» le chiesi curioso.
«Arrivata in spiaggia, sono entrata nel capanno per cambiarmi. C'era Luca con il costume alle caviglie che si toglieva la sabbia dai testicoli, col pene in mano. Quando si è accorto che glielo guardavo stupita, con la bocca leggermente aperta, ha tolto le mani mostrandomelo meglio e mi ha chiesto se mi piaceva. Io ho sorriso e gli ho fatto cenno di sì col capo. Era grosso anche a riposo e la cappella era grande come un'albicocca», raccontò lei.
«Lui che ha fatto allora?» chiesi curioso ed eccitato.
«Ha sentito che mi cercavi e si è rimesso in fretta il costume».
«Quindi avrei interrotto qualcosa?» le chiesi sorridendo.
«Non credo, tu non c'eri; se ci fossi stato, mi sarei inginocchiata e gli avrei fatto un pompino, e credo che anche lui lo sperasse», mi disse, col chiaro intento di eccitarmi.
«Cosa faresti col suo cazzo, mentre io ti guardo?» le chiesi, dandole corda. Ormai Luca era entrato nelle nostre fantasie.
«Mi sto bagnando solo a pensare al suo cazzo duro», mi disse, e con le cosce oscenamente aperte infilò due dita nella vagina. Io iniziai a torcerle dolcemente i capezzoli.
«Fai finta che io sia lui», le dissi, baciandola. Lei allora si chinò sul mio cazzo e cominciò a leccarlo dolcemente per poi infilarselo in bocca lentamente fino alla radice. Quindi iniziò un lento e profondo pompino mentre io continuavo a masturbarla e a palparle le tette.
«Faresti lo stesso con quello di Luca?» le dissi, dopo un po'.
«Sì, non solo quello, vorrei sentirlo anche dentro di me».
Così dicendo mi si mise a cavalcioni, appoggiò la mia cappella tra le grandi labbra ed essendo la sua vagina già bagnata, lentamente lo infilò con facilità fino a farlo scomparire. Mi scopò per qualche minuto, poi mi disse: «Ora vedrai dove metterei il suo palo». Così dicendo se lo sfilò dalla vagina e lo puntò sull'ano, e con lentezza s'impalò fino in fondo, cominciando poi un dolce su e giù mentre con la mano si torturava il clitoride. Ad un certo punto iniziò a cavalcarmi con foga.
«E tu cosa faresti mentre Luca mi incula?» disse, con la voce roca.
«Ti scoperei in bocca!» le dissi.
«Amore, sto venendo, riempimi il culo!» mormorò. La accontentai, lo infilai fino in fondo ed eiaculai. Fummo entrambi sconvolti da un orgasmo violento e lungo. Dopo un po' ci baciammo, lei si accoccolò vicino a me e ci addormentammo.
Mi svegliai verso le nove, Anna dormiva ancora. Mentre preparavo la colazione, pensai alla serata appena trascorsa. Decisi di parlarne con lei più tardi.
Dopo circa tre quarti d'ora si alzò anche lei e sorridente mi diede un bacio.
«Buongiorno tesoro!» disse lei, radiosa.
«Di ottimo umore, vedo!» notai.
«Ieri sera è stato bello», disse, per spiegare il suo buon umore.
«Quando mi sono svegliata sono rimasta a letto a pensare», continuò, «non ho mai pensato veramente di realizzare le nostre fantasie, troppo difficile trovare la persona giusta, il luogo e il momento giusto. Ma ora che si è presentata forse la situazione ottimale, la cosa mi intriga, tu cosa ne pensi?» mi domandò, ora seria.
«Anch'io, mentre dormivi, ho pensato alla stessa cosa, intriga molto anche me, ma mi preoccupo che ci possano essere conseguenze nel nostro rapporto; ti amo e non ti voglio perdere», le dissi serio.
«Anch'io ti amo e non ti tradirò mai, e ciò che vorremmo fare non è un tradimento; per me la cosa ha senso solo se sei con me, non lo farei mai con un altro uomo da sola, non mi eccita nemmeno», mi rispose dolcemente.
«Facciamo così: lasciamo che le cose facciano il loro corso, lasciati corteggiare, assecondalo, poi vedremo che succede, io cercherò di stare in disparte», le proposi.
«Va bene, farò del mio meglio!» disse lei sorridendo. Sorrisi anch'io.
Finita la colazione e riassettato, ci apprestammo, come tutti i giorni, ad andare al mare. Arrivammo in spiaggia. Luca stava facendo manutenzione a una vela. Ci vide e con un sorriso ci salutò: «Buongiorno ragazzi!».
«Buongiorno!» rispondemmo noi. Quindi stendemmo il nostro telo. Anna, come al solito, si mise in
topless e si stese sul telo nella sua attività preferita: prendere il sole.
Io chiesi a Luca se potevo prendere una tavola.
«Certo! La tua preferita è già pronta dentro, prendila pure», mi disse.
Dopo due settimane ero diventato abbastanza bravo, avevo imparato ad orzare e strambare e quindi uscivo in mare in autonomia. Montai la vela e la deriva e indossai il trapezio. Prima di entrare in acqua la guardai e lei mi fece un sorriso complice.
Dopo un'oretta, uscii dall'acqua, riposi la tavola e tornai da loro. Anna si era stesa supina perpendicolarmente a Luca con la nuca appoggiata ai suoi addominali. Pensai che la sua bocca era a pochi centimetri dal suo cazzo e questo mi eccitò. Io mi misi poco lontano all'ombra a leggere. Il capanno era all'inizio della spiaggia, verso il villaggio, in posizione defilata.
Poco dopo sentii che Anna gli chiedeva di spalmarle la crema protettiva sulla schiena. Lui allora le si mise a cavalcioni e cominciò a massaggiarle la schiena; ogni tanto le si avvicinava e diceva qualcosa sottovoce. Notai che si soffermava sulle natiche e le massaggiava con un movimento rotatorio in modo che si aprissero alla sua vista. Finito il massaggio si mise supino di fianco a lei, praticamente a contatto; notai strani movimenti, si muoveva avanti e indietro leggermente. Rimasero così fino a quando non ci alzammo e tornammo alla tenda per cucinare.
Dopo mangiato, lavati i piatti e riassettato, ci sedemmo in veranda.
«Allora? È successo qualcosa?» le domandai.
«Gli ho chiesto di spalmarmi la protezione solare sulla schiena, quindi mi sono messa a pancia in giù; lui mi si è messo a cavalcioni e ha iniziato a spalmarmi la schiena; a quel punto ho sentito che si era posizionato in modo che il suo cazzo fosse in mezzo ai miei glutei», mi confessò.
«Ho notato, gli hai detto qualcosa?» le chiesi.
«No, l'ho lasciato fare», disse lei.
«Poi ha chiesto se mi piaceva, io gli ho risposto di sì e che glielo volevo toccare ora che era bello duro», continuò lei. «Gli ho detto che se si fosse messo di fianco a me a pancia in giù, glielo avrei preso in mano; lui mi ha detto che tu l'avresti notato; gli ho detto di non preoccuparsi, che eravamo una coppia aperta e che io ti raccontavo tutto, e che in tua presenza potevo fare tutto quello che volevo. Lui si è tranquillizzato e si è messo prono. Piano ho infilato la mano sotto di lui, l'ho fatta scivolare nel costume e ho preso il suo cazzo in mano, era enorme; lui iniziò a muoversi mentre io lo stringevo. Ho continuato a masturbarlo con la mano finché non ho sentito dei fiotti di sperma sul braccio», mi raccontò lei.
«Quindi ti è piaciuto sentire in mano il suo cazzo?».
«Sì, ma sono rimasta a bocca asciutta e dopo avertelo raccontato sono ancora più eccitata, che ne dici di scoparmi un po', maritino mio?» mi disse.
Entrammo, la feci chinare sul tavolo, le abbassai i pantaloncini e gli slip. La penetrai e iniziai a scoparla con vigore, mentre le torturavo il clitoride, finché non venimmo. Mentre si rivestiva mi disse: «Dani, oggi voglio fargli un pompino».
«Fai quello che ti va, ormai ci siamo dentro», le dissi, baciandola.
Più tardi, poco prima del tramonto, tornammo in spiaggia e ci stendemmo sui teli; Luca stava aggiustando una vela. Appena finito si stese con noi a rilassarsi. Dopo un po' Anna decise di andare a fare un bagno, lasciandoci soli.
«Daniele, non sei geloso di tua moglie?» mi domandò ad un tratto.
«No, siamo una coppia aperta, facciamo sesso con chi vogliamo, ma solo insieme. Anna mi ha detto ciò che avete fatto stamane, è rimasta impressionata dal tuo cazzo, era talmente eccitata che ha voluto che la scopassi prima di venire in spiaggia, credo voglia farti un pompino», gli risposi.
Rimase senza parole. Anna tornò dal bagno e si sedette tra noi asciugandosi i capelli. Nel frattempo la spiaggia si era svuotata ed eravamo praticamente soli.
Ad un certo punto Anna ci disse ridendo: «Che ne dite di andare tutti nel capanno? Voglio fare un pompino come si deve a Luca». Luca stupito non disse nulla.
Andammo tutti e tre nel capanno, lui chiuse la porta dietro di sé e accese la lampada a gas, poi si mise in attesa col cazzo completamente eretto. Aveva un cazzo enorme leggermente curvo verso il basso. Lei gli si inginocchiò davanti, gli mise le mani sui fianchi e lo prese in bocca e iniziò un lento pompino. Lui le teneva la testa tra le mani e assecondava i suoi movimenti. Lei lo spingeva più a fondo possibile ma una buona parte del cazzo rimaneva fuori. Io mi ero seduto su delle tavole in prima fila ad osservare lo spettacolo. Continuò a pomparlo per qualche minuto.
«Ora scopami in bocca e riempimela!» Disse a bocca aperta aspettando il cazzo. Luca iniziò a scoparla tenendole la testa tra le mani, dopo un minuto o due vidi il suo cazzo pulsare nella bocca di mia moglie. Lei la aprì e ci mostrò che era piena di sperma, la chiuse e ingoiò.
«Vuoi che ti faccia un pompino anche a te, amore?» rivolgendosi a me. «No, grazie, mi è bastato guardarvi» le risposi.
«Luca, a proposito, che ne dici di rivederci qui stasera? Credo che Anna voglia ancora qualcosa da te», gli dissi.
«Non vedo l'ora!» disse lui, sorridendo. Lei lo baciò. «Lo spero bene, stasera voglio che me la allarghi col tuo cazzone!» gli disse sempre sorridendo. Poi diede un bacio anche a me.
Ci rivestivamo e tornammo al villaggio, dandoci appuntamento al bar in serata.
La sera, dopocena, ci recammo al bar, Luca era lì che ci aspettava.
«Ciao ragazzi, beviamo qualcosa che sono un po' teso!» disse ridendo.
Bevemmo un paio di drink a testa. Poi Anna ci fece un cenno, ci alzammo dal tavolo e ci dirigemmo verso il capanno. La spiaggia era deserta e c'era la luna piena.
Entrammo nel capanno, Luca accese la lampada e stese un grosso telo sul pavimento di sabbia. Ci spogliammo e rimanemmo in piedi.
Anna decise di partire in quarta.
«Dani, Luca ha un bel cazzone, tutto da leccare e succhiare, non trovi?» rivolgendosi a me.
«Sì, soprattutto ha una cappella enorme», risposi, stando al gioco.
«Allora ti piace il mio cazzo!» le chiese Luca.
«Sì, hai un bel cazzone, mi fa impazzire la curva che ha verso il basso», disse, iniziando a masturbandoci lentamente.
Finalmente si inginocchiò e iniziò a prendere in bocca in modo alternato i nostri cazzi. Ad un certo punto, si mise a carponi con le gambe divaricate.
«Leccatemi!» disse lei, rivolgendosi ad entrambi.
Io iniziai a torturare con la lingua il suo clitoride mentre Luca gliela allargava con le dita. Dopo un po' lei disse: «Luca, ora è pronta, riempimela col tuo cazzo, pompami!».
Lui appoggiò la grossa cappella tra le sue piccole labbra e iniziò a spingere.
«Dio, è enorme, mi fa male! Fai piano, ti prego!» lo implorò lei.
Poi ad un tratto la cappella entrò. Luca iniziò a spingere e con pochi colpi la penetrò fino in fondo.
«Dani, mi ha riempita tutta, ha fuori solo le palle!» disse lei, godendosi un orgasmo violento.
«Tu amore», rivolgendosi a me, «scopami in bocca!» disse gemendo e si inarcò per prenderlo meglio, intanto io davanti a lei le tenevo la testa e la scopavo in bocca. Continuammo così per un po'. Poi lei disse che voleva il cazzo di Luca in gola. Quindi si volse verso di lui e cominciò a farlo entrare lentamente tra le labbra finché la cappella non fu sul palato e cominciò quindi un lento pompino, e ad ogni affondo il grosso pene entrava sempre di più. Il fatto che lui avesse il pene curvo facilitava la cosa. Continuò a spingere finché non riuscì a metterne in bocca una buona parte. Poi lei iniziò un pompino vorace mentre io da dietro la scopavo. Continuammo per un po', finché lei non venne.
«Ora voglio che mi veniate in bocca!» disse. Iniziò a spompinarci finché non le schizzammo in bocca, quindi ci mostrò la bocca aperta piena di sperma, poi la chiuse e deglutì.
Dopodiché, spossati, ci sdraiammo sul telo. Ci lasciò appena il tempo di ricaricarci.
«Vi voglio entrambi dentro» disse eccitata.
Ci succhiò un po' per rinvigorire le nostre erezioni, poi quando le trovò ottimali fece stendere Luca supino, salì su di lui, indugiò un po' per far entrare la cappella e infine si impalò quasi fino in fondo.
«Dai, Dani, tu inculami!» mi disse, era al settimo cielo.
Mi misi dietro di lei, le lubrificai il buchetto con la saliva e lo penetrai con la lingua, appoggiai la punta del mio cazzo sul suo ano e lo spinsi lentamente dentro; Luca, per favorirmi, estrasse momentaneamente il suo cazzo dalla vagina. Quando fui tutto dentro, anche Luca lo spinse in fondo.
«Sì, così, sfondatemi!» urlò.
Continuammo a scoparla sempre con affondi lenti e profondi finché non volle che ci invertissimo i ruoli.
«Luca, voglio sentire la tua cappella fino in fondo», disse lei, con un tremito della voce.
Quindi io mi stesi supino, lei salì a cavalcioni sopra di me e si impalò nuovamente. Luca le si mise dietro e iniziò a penetrare il buchetto, me lo immaginai dilatato intorno alla sua cappella. Gli lasciai un po' di spazio per entrare.
«Luca, voglio il tuo cazzo fino in fondo, ma fai piano! È enorme» disse.
Lui fece piano, lentamente la cappella entrò, quindi iniziò a scoparla piano, lasciando che si abituasse alle sue dimensioni, finché non le fu quasi tutto dentro. A quel punto anch'io lo spinsi fino in fondo. Lei urlò di piacere misto a dolore. Incominciammo a scoparla, lei tra di noi due si inarcava e mugolava.
Finché disse: «Sono la vostra puttana! Ora riempitemi!» disse, con voce tremolante. Quando si sentì riempire dal nostro sperma caldo venne, sconvolta. Rimanemmo così coi cazzi dentro di lei finché, ammosciandosi, non uscirono da soli, quindi ci stendemmo spossati sul telo, lei colava sperma da entrambi i buchi.
Lei si chinò su Luca e gli diede un bacio.
«Grazie, Luca, a te e al tuo meraviglioso cazzo», gli disse.
«E a te, maritino mio, grazie, ti amo!» dicendo così mi diede anche a me un lungo bacio.
Avevamo ancora pochi giorni di vacanza.
«Che ne dici di venire da noi in bungalow, le prossime sere? Io e Anna avremmo alcune idee da sviluppare con te», dissi a Luca.
«Sì, effettivamente certe idee si sviluppano meglio su un letto morbido», disse.
Ci mettemmo a ridere e tornammo al villaggio, ci salutammo all'entrata del campeggio e andammo tutti e tre a dormire, credo, felici.
Questo è un racconto di fantasia ispirato a una situazione reale; i personaggi esistono, come esistono i luoghi narrati, ma i nomi sono stati cambiati. È il mio primo racconto. Sono graditi commenti e critiche.
1
6
voti
voti
valutazione
7.3
7.3
Commenti dei lettori al racconto erotico