Il posto di lavoro
di
PaulaBlack
genere
etero
Ho sempre avuto la passione per gli anziani. La mia prima volta l’ho avuta da adolescente con un ragazzo di 28 anni che mi ha fatto impazzire.
Dopo di lui esperienze drammatiche con coetanei che vengono dopo 15 minuti.
A 20 anni mi sono ritrovata disoccupata.
Nel mio paesello non c’è molto. Così ho frequentato un corso per assistenza anziani.
Non ci ho messo molto a trovare lavoro presso un uomo ottantenne. E che ottantenne. È una ricca famiglia nobile della zona che offre uno stipendio molto ma molto elevato.
I suoi figli cercavano una badante che vivesse con lui.
Al colloquio sono stata quasi rifiutata , ritenuta troppo giovane per affidare il sig. Gianni ad una 22 enne.
Per due mesi infatti, il mio posto è stato preso da una donna, rumena come me, ma di 60 anni.
In quei due mesi, ho trovato lavoro come barista e una sera, ho avuto la mia svolta lavorativa.
Ero sola al bar, mancava 1 ora alla chiusura.
Ad un certo punto si apre la porta ed entra Enrico, figlio del sig. Gianni.
Enrico, insieme a sua sorella mi ha fatto il colloquio.
Ci guardiamo, mi riconosce.
Enrico è un uomo gentile, si scusa e mi spiega che la scelta sull’altra donna è stata di sua sorella.
I suoi modi, il suo portamento elegante, la sua barba mi fanno eccitare.
Enrico beve, passerà la serata da suo padre, in paese, perché la badante non può stare lì per la notte.
Al bar mi trovo malissimo e quindi ridò la disponibilità ad Enrico per lavorare da loro.
Lo vedo dai suoi occhi come mi guarda il seno ed il culo che è interessato.
“Guardi, se vuole stanotte vengo lì con lei, se possibile, così può vedere come lavoro”.
Enrico ci pensa, poi mi guarda, mi chiede un’altra birra e accetta.
Finisco il mio orario e mando il messaggio al proprietario del bar che scende per fare chiusura.
Enrico mi invita a salire sulla sua auto, un suv molto importante.
Mando un messaggio a mia madre, avvisandola che dormo fuori per lavoro.
Enrico mi fa molte domande, anche personali ma gli rispondo francamente. Voglio quel posto.
Arrivati a casa loro, il sig Gianni, nonostante fosse quasi mezzanotte, era ancora a guardare la tv.
Enrico mi presenta.
Il sig. Gianni non si ricorda di me. Ha problemi di memoria.
Enrico mi dice se sono in grado di lavarlo e metterlo a letto.
Annuisco, do una mano ad alzarlo e lo porto in bagno.
Il sig. Gianni si sbottona i pantaloni, tira giù le mutande e si siede sul water. Mi fissa negli occhi ed inizia a pisciare.
Gli tolgo la camicia e la maglia.
Ha un fisico flaccido ma magro. Gli do una mano a togliere scarpe, calze, pantaloni e mutande.
Lo alzo, nudo di fronte a me.
Nel water la sua urina gialla, quasi arancione.
Prendo un pezzo di carta igienica, gli afferro il pisello flaccido e glielo asciugo.
Provo piacere nel farglielo e senza farmi tanto notare, lo palpo più che posso.
Tiro l’acqua e lo invito a sedersi nella sedia nella doccia.
Apro l’acqua e attendo che si scaldi con il doccino.
Inizio ad insaponare e accarezzare quel corpo. Mi eccita toccarlo e passo un bel po’ di tempo ad insaponare e massaggiare i suoi testicoli ed il suo uccello.
Nel mentre Enrico fa capolino nel bagno “ehi tutto ok?ho preparato il letto nella stanza di papà”.
Sciaquo per bene e asciugo il sig. Gianni.
Lo vesto e lo porto a letto.
Nel tragitto mi chiede se rimango lì , gli dico di sì.
Lo metto a letto. Non ho nulla per dormire quindi rimarrò così, poi domani passo a casa a cambiarmi.
Gianni entra in stanza e mi chiede di seguirlo.
Vado di là e mi chiede il motivo per cui faccio questo lavoro.
Brevemente gli dico per i soldi offerti, mi servono e ne ho bisogno.
Enrico mi guarda e senza aggiungere altro si sbottona i pantaloni tirando fuori il suo uccello.
Rimango basita guardandolo.
“Ho visto come ti piace toccare il pisello, mentre lavavi mio padre mi hai fatto eccitare, fammi vedere come sei brava ed il posto è tuo”.
Non so che fare ma non posso perdere quel posto.
Glielo afferro ed inizio a segarglielo.
Ci guardiamo negli occhi ed Enrico mi bacia.
Ci baciamo con la lingua e la sua mano, dopo pochi istanti è sotto alle mie mutandine.
Enrico sorride sentendola bagnata, mi sgrilletta mentre glielo sego.
“Aspetta” gli dico sbottonandomi i pantaloni per permettergli di togliermeli.
Enrico mi spinge sul divano, mi allarga le gambe e con la sua testa si spinge giù a farmi godere.
Me la lecca e me la masturba facendomi godere.
Si toglie i pantaloni ed inizia a penetrarmi.
Il suo cazzo è un martello. Mi fa venire.
Lo tira fuori e me lo offre da succhiare.
Inizio a succhiare e leccare la sua cappella.
Enrico nel mentre, inizia a sditalinarmi il culo.
Impazzisco con quel pisello in bocca ed il suo dito in culo.
Inizio a succhiarglielo e segarlo più veloce fino a farlo venire nella mia lingua e nella mia faccia.
Enrico si svuota le palle poi si ciuccia quel dito.
“Voglio scoparti anche questo culetto” mi dice.
Se mi assumi qui c’è tempo gli rispondo.
La notte passa, il mattino dopo Enrico chiama la sorella ed il posto di lavoro è mio
Dopo di lui esperienze drammatiche con coetanei che vengono dopo 15 minuti.
A 20 anni mi sono ritrovata disoccupata.
Nel mio paesello non c’è molto. Così ho frequentato un corso per assistenza anziani.
Non ci ho messo molto a trovare lavoro presso un uomo ottantenne. E che ottantenne. È una ricca famiglia nobile della zona che offre uno stipendio molto ma molto elevato.
I suoi figli cercavano una badante che vivesse con lui.
Al colloquio sono stata quasi rifiutata , ritenuta troppo giovane per affidare il sig. Gianni ad una 22 enne.
Per due mesi infatti, il mio posto è stato preso da una donna, rumena come me, ma di 60 anni.
In quei due mesi, ho trovato lavoro come barista e una sera, ho avuto la mia svolta lavorativa.
Ero sola al bar, mancava 1 ora alla chiusura.
Ad un certo punto si apre la porta ed entra Enrico, figlio del sig. Gianni.
Enrico, insieme a sua sorella mi ha fatto il colloquio.
Ci guardiamo, mi riconosce.
Enrico è un uomo gentile, si scusa e mi spiega che la scelta sull’altra donna è stata di sua sorella.
I suoi modi, il suo portamento elegante, la sua barba mi fanno eccitare.
Enrico beve, passerà la serata da suo padre, in paese, perché la badante non può stare lì per la notte.
Al bar mi trovo malissimo e quindi ridò la disponibilità ad Enrico per lavorare da loro.
Lo vedo dai suoi occhi come mi guarda il seno ed il culo che è interessato.
“Guardi, se vuole stanotte vengo lì con lei, se possibile, così può vedere come lavoro”.
Enrico ci pensa, poi mi guarda, mi chiede un’altra birra e accetta.
Finisco il mio orario e mando il messaggio al proprietario del bar che scende per fare chiusura.
Enrico mi invita a salire sulla sua auto, un suv molto importante.
Mando un messaggio a mia madre, avvisandola che dormo fuori per lavoro.
Enrico mi fa molte domande, anche personali ma gli rispondo francamente. Voglio quel posto.
Arrivati a casa loro, il sig Gianni, nonostante fosse quasi mezzanotte, era ancora a guardare la tv.
Enrico mi presenta.
Il sig. Gianni non si ricorda di me. Ha problemi di memoria.
Enrico mi dice se sono in grado di lavarlo e metterlo a letto.
Annuisco, do una mano ad alzarlo e lo porto in bagno.
Il sig. Gianni si sbottona i pantaloni, tira giù le mutande e si siede sul water. Mi fissa negli occhi ed inizia a pisciare.
Gli tolgo la camicia e la maglia.
Ha un fisico flaccido ma magro. Gli do una mano a togliere scarpe, calze, pantaloni e mutande.
Lo alzo, nudo di fronte a me.
Nel water la sua urina gialla, quasi arancione.
Prendo un pezzo di carta igienica, gli afferro il pisello flaccido e glielo asciugo.
Provo piacere nel farglielo e senza farmi tanto notare, lo palpo più che posso.
Tiro l’acqua e lo invito a sedersi nella sedia nella doccia.
Apro l’acqua e attendo che si scaldi con il doccino.
Inizio ad insaponare e accarezzare quel corpo. Mi eccita toccarlo e passo un bel po’ di tempo ad insaponare e massaggiare i suoi testicoli ed il suo uccello.
Nel mentre Enrico fa capolino nel bagno “ehi tutto ok?ho preparato il letto nella stanza di papà”.
Sciaquo per bene e asciugo il sig. Gianni.
Lo vesto e lo porto a letto.
Nel tragitto mi chiede se rimango lì , gli dico di sì.
Lo metto a letto. Non ho nulla per dormire quindi rimarrò così, poi domani passo a casa a cambiarmi.
Gianni entra in stanza e mi chiede di seguirlo.
Vado di là e mi chiede il motivo per cui faccio questo lavoro.
Brevemente gli dico per i soldi offerti, mi servono e ne ho bisogno.
Enrico mi guarda e senza aggiungere altro si sbottona i pantaloni tirando fuori il suo uccello.
Rimango basita guardandolo.
“Ho visto come ti piace toccare il pisello, mentre lavavi mio padre mi hai fatto eccitare, fammi vedere come sei brava ed il posto è tuo”.
Non so che fare ma non posso perdere quel posto.
Glielo afferro ed inizio a segarglielo.
Ci guardiamo negli occhi ed Enrico mi bacia.
Ci baciamo con la lingua e la sua mano, dopo pochi istanti è sotto alle mie mutandine.
Enrico sorride sentendola bagnata, mi sgrilletta mentre glielo sego.
“Aspetta” gli dico sbottonandomi i pantaloni per permettergli di togliermeli.
Enrico mi spinge sul divano, mi allarga le gambe e con la sua testa si spinge giù a farmi godere.
Me la lecca e me la masturba facendomi godere.
Si toglie i pantaloni ed inizia a penetrarmi.
Il suo cazzo è un martello. Mi fa venire.
Lo tira fuori e me lo offre da succhiare.
Inizio a succhiare e leccare la sua cappella.
Enrico nel mentre, inizia a sditalinarmi il culo.
Impazzisco con quel pisello in bocca ed il suo dito in culo.
Inizio a succhiarglielo e segarlo più veloce fino a farlo venire nella mia lingua e nella mia faccia.
Enrico si svuota le palle poi si ciuccia quel dito.
“Voglio scoparti anche questo culetto” mi dice.
Se mi assumi qui c’è tempo gli rispondo.
La notte passa, il mattino dopo Enrico chiama la sorella ed il posto di lavoro è mio
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