Fantasia
di
Martina Pavone
genere
confessioni
Mi piace pensare che quello che scrivo è abbastanza sensuale ed erotico al punto di godere nel leggere e di volerlo rappresentare nella vostra camera da letto, perché quello che scrivo è fantasia...pura e semplice
Fantasia che io e il mio uomo mettiamo in pratica nella nostra camera.
Come quella volta che...
Sono a capo di un'azienda, ho lavorato tanto per raggiungere l'obiettivo di creare qualcosa che fosse mio e ci sono riuscita. Ho diversi dipendenti, uomini e donne e tutti indistintamente si venderebbero per me; potrei farmi passare qualche desiderio, ma no...le persone così troppo leccapiedi non fanno per me.
Tra tutti i dipendenti c'è ne uno che, a prima vista, sembra essere più timido, più riservato e più serio. Punto su di lui.
Un giorno lo chiamo nel mio ufficio e lui, diligentemente, arriva con il suo blocco per gli appunti.
Lo faccio accomodare di fronte a me.
Inizio chiedendogli se fosse disposto a fare ogni tanto qualche straordinario. La sua risposta fu si.
Con questa affermazione aveva deciso da solo il suo futuro...
Gli dissi in che cosa consisteva lo straordinario...sesso...
Lui arrossì e cominciò a balbettare "ma io sono sposato, non potrei mai tradire mia moglie"
Io abbastanza cattiva "potrei licenziarti"
"Decidi, sesso con me e più soldi oppure senza lavoro"
Lui quasi spaventato disse "quando dovrebbe cominciare il mio straordinario?"
"Oggi"
Si alzò e disse "posso fare una telefonata a casa per avvisare che tarderò"
"Certo che puoi"
Lo seguii con gli occhi ed andò nel suo ufficio che era proprio di fronte al mio; si sedette e rimase lì, fermo per un po', sicuramente a pensare.
Dopo un po' prese il telefono ed in quel momento mi alzai e lo raggiunsi. Mi vide...entrai e senza chiudere la porta mi sedetti sulla scrivania. Mentre lui parlava con l' ignara moglie, io prendevo la mano libera e la poggiavo sul mio seno...
Per stuzzicare i miei dipendenti non portavo mai il reggiseno e usavo scollature generose...tutti guardavano, desideravano e sbavavano, ma io non concedevo niente, anzi pretendevo molto a lavoro.
Quindi il mio dipendente, la mia preda si riempì la mano con il mio seno mentre diceva alla moglie che sarebbe tornato tardi. I suoi occhi si fissarono sul seno come fosse un bambino davanti ad una vetrina di dolci. Dopo un attimo di tentennamento si riprese chiuse la conversazione e rimase con la sua mano sul mio seno.
"Ti piace?" Gli chiesi.
"È bello, anzi no, è bellissimo"
Io, che di natura sono bastarda continuai...
"È come il seno di tua moglie?"
"No...il suo è... è... è diverso"
"Come? Descrivilo!"
Lui guardava estasiato il mio seno in silenzio, poi alzò gli occhi e disse "è piccolo, all'insù e appuntito"
Mi venne da sorridere.
Mi alzai dalla sua scrivania e dissi " ti aspetto nel mio ufficio a fine giornata"
La giornata lavorativa finì ma ora cominciava lo straordinario.
Lui arrivò quando furono andati via tutti.
Impacciato non sapeva che fare.
Ora cominciava il divertimento.
Mi alzai e chiesi 'ti piaccio?"
"Molto"
"Vuoi toccare?"
"Si, se me lo permette"
"Avvicinati e toccami il seno"
Lui, cauto, si avvicina e scopre un seno che per lui all' inizio era troppo, ma in pochissimo tempo capisce come fare.
Bisbiglia qualcosa che non capisco e gli chiedo di ripetere.
"Ma è vero?"
Ridendo rispondo "è tutto vero, anzi è naturale"
"Che beltà"
"Ora allontanati"
Lui ubbidisce
Io mi sollevo la gonna e mi giro e gli mostro il mio lato b, sento i suoi occhi su di me e quasi sento i suoi pensieri. Mi rigiro, mi tolgo le mutandine, mi sistemo meglio sulla scrivania e gli dico di avvicinarsi e di toccare.
Mi tocca sempre con cautela.
"Vuoi che ti dica cosa fare?"
"Si"
"Comincia con l'accarezzarmi, poi aprimi le labbra e infila un dito,dopo ne infili un secondo e dopo un terzo e muovi quelle dita come se stessi scopando, leccami, assaggiami,desiderami"
"Posso farlo davvero?"
"Si"
"Finalmente un sogno che si avvera"
Seguì le mie indicazioni alla lettera e si dimostrò molto capace.
Poi dissi di farmi vedere cosa portava in dono.
Si abbassò la cerniera dei pantaloni, li abbassò e con loro anche le mutande. Portava un bel gioiellino, non esagerato, giusto che io cominciai a toccare e subito dopo a leccare e subito dopo ancora a prendere in bocca.
Quanto mi piaceva fare i pompini...
Dopo averglielo fatto venire duro gli dissi di infilarlo perché lo desideravo, mi girai, mi misi a novanta gradi sdraiata sulla scrivania e aprii le gambe.
Ora lui non era più incerto.
Si avvicinò di più, mi aprii la figa con le dita, e lo infilò con bravura e decisione e cominciò la danza...
Dentro e fuori...
Dentro e fuori...
Dentro e fuori...
Prima lento poi più veloce...
Mentre mi stava scopando, mi sollevò un po' il corpo dalla scrivania per potermi toccare il seno, che stringeva e che a me piaceva.
Lo sentivo dentro benissimo, avevo un' immagine chiara.
Quando arrivava a fine corsa sentivo il suo pene come se prendeva a martellate le pareti della mia vagina. Tutto questo era bello ed eccitante.
Lo volevo guardare, quindi dissi di fermarsi perché mi dovevo girare.
Nel mio ufficio avevo anche un divano dove ci trasferimmo. Io con la camicia sbottonata dalla quale uscivano le mie tette, la gonna quasi fosse diventata una cintura, scarpe nere con tacco e nient'altro; lui ancora con la cravatta e la camicia ma senza niente sotto.
Gli allenati la cravatta e gli sbottonai la camicia e cominciai ad accarezzargli il petto. Baciai i suoi capezzoli e cominciai a sentire il suo piacere aumentare.
Mentre lo baciavo gli stavo facendo una manica, poi con la bocca scesi e continuai con il pompino, aggiunsi alla lista anche succhiargli le palle con delicatezza e decisione.
Dopo un accurato servizio di bocca si infilò di nuovo dentro di me fino a farmi venire, spinse fino a quando il mio orgasmo non finì, poi si tolse e si premurò di non sprecare una sola goccia dei miei umori.
Avidamente beveva dal mio calice.
Quando si sollevò aveva lo sguardo soddisfatto.
Ora era il mio turno.
Lo feci sedere sul divano e continuai il pompino precedente.
Come una professionista lo prendevo in bocca, facendolo sparire e sentendo il suo piacere crescere ad ogni mia leccata. Mi allungavo anche alle palle.
Leccavo e succhiavo.
Fino al suo orgasmo, che presi tutto in bocca, senza lasciar cadere una goccia.
Sentivo il suo respiro pesante ed affannoso.
Quando ritornò normale dissi " ti sei guadagnato lo straordinario, dovrai rimanere più spesso in ufficio"
"Tutte le volte che vuole capo"
Così si conclude questo breve racconto...
Una semplice fantasia...
Poi vi racconterò altro...
Spero vi sia piaciuto.
Buonanotte
Fantasia che io e il mio uomo mettiamo in pratica nella nostra camera.
Come quella volta che...
Sono a capo di un'azienda, ho lavorato tanto per raggiungere l'obiettivo di creare qualcosa che fosse mio e ci sono riuscita. Ho diversi dipendenti, uomini e donne e tutti indistintamente si venderebbero per me; potrei farmi passare qualche desiderio, ma no...le persone così troppo leccapiedi non fanno per me.
Tra tutti i dipendenti c'è ne uno che, a prima vista, sembra essere più timido, più riservato e più serio. Punto su di lui.
Un giorno lo chiamo nel mio ufficio e lui, diligentemente, arriva con il suo blocco per gli appunti.
Lo faccio accomodare di fronte a me.
Inizio chiedendogli se fosse disposto a fare ogni tanto qualche straordinario. La sua risposta fu si.
Con questa affermazione aveva deciso da solo il suo futuro...
Gli dissi in che cosa consisteva lo straordinario...sesso...
Lui arrossì e cominciò a balbettare "ma io sono sposato, non potrei mai tradire mia moglie"
Io abbastanza cattiva "potrei licenziarti"
"Decidi, sesso con me e più soldi oppure senza lavoro"
Lui quasi spaventato disse "quando dovrebbe cominciare il mio straordinario?"
"Oggi"
Si alzò e disse "posso fare una telefonata a casa per avvisare che tarderò"
"Certo che puoi"
Lo seguii con gli occhi ed andò nel suo ufficio che era proprio di fronte al mio; si sedette e rimase lì, fermo per un po', sicuramente a pensare.
Dopo un po' prese il telefono ed in quel momento mi alzai e lo raggiunsi. Mi vide...entrai e senza chiudere la porta mi sedetti sulla scrivania. Mentre lui parlava con l' ignara moglie, io prendevo la mano libera e la poggiavo sul mio seno...
Per stuzzicare i miei dipendenti non portavo mai il reggiseno e usavo scollature generose...tutti guardavano, desideravano e sbavavano, ma io non concedevo niente, anzi pretendevo molto a lavoro.
Quindi il mio dipendente, la mia preda si riempì la mano con il mio seno mentre diceva alla moglie che sarebbe tornato tardi. I suoi occhi si fissarono sul seno come fosse un bambino davanti ad una vetrina di dolci. Dopo un attimo di tentennamento si riprese chiuse la conversazione e rimase con la sua mano sul mio seno.
"Ti piace?" Gli chiesi.
"È bello, anzi no, è bellissimo"
Io, che di natura sono bastarda continuai...
"È come il seno di tua moglie?"
"No...il suo è... è... è diverso"
"Come? Descrivilo!"
Lui guardava estasiato il mio seno in silenzio, poi alzò gli occhi e disse "è piccolo, all'insù e appuntito"
Mi venne da sorridere.
Mi alzai dalla sua scrivania e dissi " ti aspetto nel mio ufficio a fine giornata"
La giornata lavorativa finì ma ora cominciava lo straordinario.
Lui arrivò quando furono andati via tutti.
Impacciato non sapeva che fare.
Ora cominciava il divertimento.
Mi alzai e chiesi 'ti piaccio?"
"Molto"
"Vuoi toccare?"
"Si, se me lo permette"
"Avvicinati e toccami il seno"
Lui, cauto, si avvicina e scopre un seno che per lui all' inizio era troppo, ma in pochissimo tempo capisce come fare.
Bisbiglia qualcosa che non capisco e gli chiedo di ripetere.
"Ma è vero?"
Ridendo rispondo "è tutto vero, anzi è naturale"
"Che beltà"
"Ora allontanati"
Lui ubbidisce
Io mi sollevo la gonna e mi giro e gli mostro il mio lato b, sento i suoi occhi su di me e quasi sento i suoi pensieri. Mi rigiro, mi tolgo le mutandine, mi sistemo meglio sulla scrivania e gli dico di avvicinarsi e di toccare.
Mi tocca sempre con cautela.
"Vuoi che ti dica cosa fare?"
"Si"
"Comincia con l'accarezzarmi, poi aprimi le labbra e infila un dito,dopo ne infili un secondo e dopo un terzo e muovi quelle dita come se stessi scopando, leccami, assaggiami,desiderami"
"Posso farlo davvero?"
"Si"
"Finalmente un sogno che si avvera"
Seguì le mie indicazioni alla lettera e si dimostrò molto capace.
Poi dissi di farmi vedere cosa portava in dono.
Si abbassò la cerniera dei pantaloni, li abbassò e con loro anche le mutande. Portava un bel gioiellino, non esagerato, giusto che io cominciai a toccare e subito dopo a leccare e subito dopo ancora a prendere in bocca.
Quanto mi piaceva fare i pompini...
Dopo averglielo fatto venire duro gli dissi di infilarlo perché lo desideravo, mi girai, mi misi a novanta gradi sdraiata sulla scrivania e aprii le gambe.
Ora lui non era più incerto.
Si avvicinò di più, mi aprii la figa con le dita, e lo infilò con bravura e decisione e cominciò la danza...
Dentro e fuori...
Dentro e fuori...
Dentro e fuori...
Prima lento poi più veloce...
Mentre mi stava scopando, mi sollevò un po' il corpo dalla scrivania per potermi toccare il seno, che stringeva e che a me piaceva.
Lo sentivo dentro benissimo, avevo un' immagine chiara.
Quando arrivava a fine corsa sentivo il suo pene come se prendeva a martellate le pareti della mia vagina. Tutto questo era bello ed eccitante.
Lo volevo guardare, quindi dissi di fermarsi perché mi dovevo girare.
Nel mio ufficio avevo anche un divano dove ci trasferimmo. Io con la camicia sbottonata dalla quale uscivano le mie tette, la gonna quasi fosse diventata una cintura, scarpe nere con tacco e nient'altro; lui ancora con la cravatta e la camicia ma senza niente sotto.
Gli allenati la cravatta e gli sbottonai la camicia e cominciai ad accarezzargli il petto. Baciai i suoi capezzoli e cominciai a sentire il suo piacere aumentare.
Mentre lo baciavo gli stavo facendo una manica, poi con la bocca scesi e continuai con il pompino, aggiunsi alla lista anche succhiargli le palle con delicatezza e decisione.
Dopo un accurato servizio di bocca si infilò di nuovo dentro di me fino a farmi venire, spinse fino a quando il mio orgasmo non finì, poi si tolse e si premurò di non sprecare una sola goccia dei miei umori.
Avidamente beveva dal mio calice.
Quando si sollevò aveva lo sguardo soddisfatto.
Ora era il mio turno.
Lo feci sedere sul divano e continuai il pompino precedente.
Come una professionista lo prendevo in bocca, facendolo sparire e sentendo il suo piacere crescere ad ogni mia leccata. Mi allungavo anche alle palle.
Leccavo e succhiavo.
Fino al suo orgasmo, che presi tutto in bocca, senza lasciar cadere una goccia.
Sentivo il suo respiro pesante ed affannoso.
Quando ritornò normale dissi " ti sei guadagnato lo straordinario, dovrai rimanere più spesso in ufficio"
"Tutte le volte che vuole capo"
Così si conclude questo breve racconto...
Una semplice fantasia...
Poi vi racconterò altro...
Spero vi sia piaciuto.
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