A zio Matteo piace farmi cavalcare - Parte 2 - Un anno dopo
di
Cantu
genere
gay
Questa è la seconda parte di una serie.
Se ti sei perso l’inizio, cerca “A zio Matteo piace farmi cavalcare – Parte 1” per goderti tutto fin dall’inizio.
Buona lettura…
Era passato un anno dalla prima volta con zio Matteo, il compare di mio padre, la nostra era diventata una relazione a tutti gli effetti, io personalmente mi sentivo fidanzato, lui invece, anche se molto coinvolto, era pur sempre sposato.
Le cose con sua moglie Camilla non andavano benissimo, lei infatti, diceva sempre che lui era molto distaccato.
Ogni volta che poteva, Matteo, scappava di casa per stare con me, ci confidavamo di tutto, parlavamo di tutto e il sesso era bellissimo.
Ogni volta che lo facevamo mi sentivo benissimo, faceva sempre tutto quello che piaceva a me, certo, non tralasciava quello che piaceva a lui, infatti finivo spesso a pecorina nella stalla con lui che mi trapanava.
Posso affermare con certezza che il maneggio è il suo posto preferito, mi ha scopato in ogni angolo e credo proprio che quei cavalli abbiano assistito a più scene di sesso che gare di ippica.
Una sera come spesso capitava, Matteo rimase a dormire al maneggio in una della stanze al secondo piano. Se mentre in passato lo faceva solamente per lavoro o per del sesso occasionale, adesso lo faceva solo per stare con me.
Quella sera mi invitò a rimanere con lui, e come potete immaginare, non esitai minimamente ad accettare.
Inventai una scusa ai miei e mi precipitai li. Portai con me il pigiama, ma era solamente una messa in scena per farlo vedere ai miei genitori, in quanto dormivamo nudi e abbracciati.
Arrivai al maneggio e lo vidi in lontananza mentre sollevava balle di fieno a torso nudo, il cazzo mi diventò subito duro, mi avvicinaci, lo baciai e gli dissi:
—vedendoti così mi viene voglia di abbassarmi e farti un bel pompino, di quelli che soffocano!
Lui per tutta risposta, posò la balla di fieno, mi prese per il mento e mi bacio appassionatamente, il suo corpo mentre mi baciava si strofinava al mio, l’istinto mi fece mettere la mano dentro alle sue mutande e subito cominciai a ravanare, lui subito mi guardò e mi disse:
—Cucciolo non è il momento, devo ancora spostare tutte queste, ma ti prometto che dopo ti scopo
—nooo dai ti voglio — dicevo mentre ero attaccato a lui come una cozza
—cucciolo prima faccio e prima ti scopo
Allora con aria rassegnata ma sempre arrapato feci un gesto per il puro gusto di provocarlo, uscii la mano dalle sue mutande e cominciai a leccare e succhiare la mano che era appena stata a contatto col suo cazzo.
Mi guardò, sorrise e disse: —meglio che vado perchè ti giuro, ti scopo talmente forte che ti faccio male e non lavoro più.
Un po deluso lo baciai e mi diressi verso il secondo piano, dove entrai in camera e cominciai a sistemare un pochettino in giro.
Aprii il secondo cassetto del comodino e trovai il lubrificante che utilizziamo sempre e un pacco con 9 preservativi, i soliti preservativi utilizzati con la moglie quelle poche volte che veniva a trovare il marito, erano più una dimostrazione di fedeltà nei confronti di Camilla, che teneva il conto, che altro. Lui comunque era molto furbo e da quello che mi diceva ne aveva altri nascosti in giro per la stanza.
Subito mi ricordai che due giorni prima i preservativi erano 10 in quanto parlavamo di quanto fossimo fortunati a poter fare sesso senza preservativo e in sicurezza.
Mi sentii morire, mi sentii tradito e il sangue mi salii al cervello. Corsi subito da lui e una volta di fronte gli diedi uno schiaffo. Mi guardò con uno sguardo innocente, dolce e mi chiese: —perchè?
—me lo chiedi pure? risposi urlando
—ti giuro non so di che parli
—i preservativi erano 10 e ora ce ne sono 9!
—mi controlli adesso? — mi disse con aria quasi divertita
—cazzo no, cioè si, ma questa volta non l’ho fatto di proposito, non cambiare discorso, con chi l’hai usato?
—non l’ho usato io cucciolo, te lo dimostro subito — mi passò il telefono e disse — prendi il telefono, apri la conversazione con mio figlio e leggi
Presi il telefono e cominciai a leggere una conversazione del giorno precedente:
“papi posso usare la camera di su al maneggio?”
“che devi farci”
“volevo arredarla… cosa cazzo devo fare secondo te? c’ho una mezza cosa con una”
“ah bravo il porco. Certo che la puoi usare, ma cambia le lenzuola appena hai finito, e poi la voglio conoscere”
“grazie papi, ma ascolta hai preservativi?”
“si, guarda nel secondo cassetto”
“grazie ti amo papi!”
“poi mi racconti però eh!”
“ovvio! come sempre!”
Smisi di leggere, bloccai il telefono e glielo passai. Lo guardai e vidi che sorrideva.
In tutti quegli anni di conoscenza e in quell’anno di relazione, non avevo mai fatto caso al rapporto che aveva con suo figlio
—Tutto ok? — disse lui
— scusa — dissi con l’aria di un cane bastonato
Lui allora si avvicinò, mi abbracciò poggiando la mia testa sul suo petto, mi baciò sulla fronte e disse — mi piace quando fai il geloso ma adesso fammi finire che mi manca poco.
Mi baciò un’altra volta e continuò a lavorare.
Mi sembrò freddo e pensai di aver sbagliato.
Tornai quindi al secondo piano, mi sentivo in colpa e cominciai a pensare a quello che avrei potuto fare per farmi perdonare. Dopo qualche minuto mi venne l’idea.
Corsi giù, uscii dalla porta sul retro e mi diressi verso l’orto, presi una zucchina, tornai in casa, la lavai, salii su in camera e chiusi la porta.
Presi un foglio di carta e scrissi sopra “scusa”, mi spogliai e mi misi a pecora sul letto dando il culo alla porta, in modo da potergli dare la visuale perfetta all’entrata, presi il foglio e lo poggiai sulla mia schiena perfettamente inarcata, poi presi la zucchina che avevo lubrificato per bene e con una mano la misi dentro al buco.
Attesi.
Qualche minuto dopo sentii aprila la porta:
—Cazzo, perchè tutto questo? disse toccandosi
—leggi — risposi
—cucciolo ti ho detto che non ero arrabbiato, ma il tuo regalo lo accetto volentieri — con la mano destra afferrò la zucchina e la spinse sempre più in dentro causandomi uno spasmo di goduria
—tanto te l’ho sfondato ormai e quindi ci nuota dentro — disse ridendo
—amo quando dici queste cose, sei un porco.
Cominciò a giocare con la zucchina e il culo ancora per qualche minuto, poi la estrasse dal culo, me la ficcò in bocca e disse:
— dimmi che ti piace, lo senti gusto del tuo culo?
Provavo a parlare ma la zucchina me lo impediva, lui continuava a spingerla dentro e ogni tanto avevo qualche conato
— adoro quando parli con la bocca piena
Ero eccitatissimo, avevo bisogno di averlo dentro di me, non aiutava lui che che strofinava la patta dei jeans contro il mio buco. Quindi presi la zucchina, la lanciai e mi voltai, lo guardai e dissi —ti voglio, ora!
lui non rispose, sapeva che mi faceva innervosire quando ero eccitato e non mi rispondeva di proposito, quindi lo faceva per stuzzicarmi.
Afferrai i pantaloni, tolsi la cintura, li sbottonai, aprii la zip, abbassai le mutande e mi trovai davanti il suo cazzone enorme.
Lo presi e cominciai a segarlo con la mano destra, mentre mi alzai e cominciai a baciarlo e leccarlo ovunque, passavo dagli addominali ai pettorali per poi passare ad annusare e leccare le ascelle sudate.
Ormai sapeva che adoravo quando sudava e che questa cosa mi eccitava tantissimo infatti dopo la palestra o dopo il lavoro, quando potevamo, ci davamo dentro.
Di punto in bianco mi prese la testa con due manu e disse — dai fai quello che sai fare meglio, i bocchini!
Mi spinse con forza verso il basso, sempre con la mia testa fra le mani e con una mossa da maestro mi mise il cazzo i bocca. Cominciai a fargli un pompino come se la mia vita dipendesse solo da quello, adoravo prenderlo in bocca… anche se onestamente la mascella faceva sempre male dopo.
Mentre pompavo mi staccai un attimo e lo guardai, stava godendo e di questo ne andavo fiero, adoravo sapere che un vero maschio come lui godeva grazie a me.
—Mi insulti porco? dissi con aria assatanata
Mi prese la testa e mi rimise il cazzo in bocca, ce l’avevo tutto in gola, avevo i conati, ero eccitatissimo tanto che cominciai a sditalinarmi, mi vide, mi tolse la mano e cominciò lui a farlo.
—Sei una puttana, di quel buco mi occupo io, è mio, il tuo unico compito è prendere il mio cazzo in ogni buco e farmi godere — disse con fare maschio, sapeva che mi piaceva essere trattato in quella maniera
Continuai a fargli pompini per 5 minuti abbondanti quando mi staccai e gli dissi — Lo voglio in culo, ti prego sfondami!
—come lo vuoi? mi disse tirandomi i capelli e sputandomi in bocca
—come vuoi tu basta che me lo dai
Si tolse le scarpe e i jeans e mentre si apprestava a prendere posizione lo bloccai e dissi:
—Sai quanto mi eccita il rischio di essere scoperti giusto? dissi con aria arrapata
—si rispose, e quindi?
—Chiama tua moglie mentre mi scopi, ti prego
—e che cazzo le dico?
—non so fai tu, basta che lo fa mentre mi chiavi, per favore non ce la faccio più!
Non parlò, prese il lubrificante e poggiò la sua schiena allo schienale del letto, spruzzò un bel po di lubrificante sul suo cazzo e poi sul mio culo, poi mi fece sedere sul suo cazzo facendo poggiare la mia schiena sul suo petto, in seguito, mi fece alzare le gambe e le prese con le sue forti mani e cominciò a scoparmi.
Stavo godendo tantissimo, il suo cazzo era tutto dentro di me fino alle palle e ai primi colpi di cazzo cominciai ad urlare. Mentre che lo prendevo nel culo ed urlavo gli chiesi
—Ti pregooo chi..chi… aahhhhha… chiama tua moglie
I potenti colpi di cazzo che mi dava mi impedivano di parlare chiaramente, era come stare sulle montagne russe, solo che questo era più divertente.
—Certo che la chiamo, troia, ma prima volevo farti un po il culo
Lasciò un gamba, allungò la mano e prese il telefono, cercò il numero di Camilla e la chiamò mettendo il vivavoce.
—Pronto amore che…
Camilla lo interruppe
—Matteo scusa me devo fare la doccia, ci sentiamo dopo —riattaccò il telefono lasciando Matteo interdetto.
—Sta stronza nemmeno mi caga — disse continuando ad incularmi
—che palle! — dissi continuando a saltare sul cazzo
Inaspettatamente Matteo non posò il telefono, anzi cominciò ad armeggiare e di punto in bianco sentii squillare il telefono, lo posò, riprese la mia gamba e poi udii una voce:
—pronto Papi che c’è
ero esterrefatto, aveva chiamato suo figlio Antonio, un mio carissimo amico, mi bloccai a mezz’aria col cazzo in culo, mi guardò sorrise e mi mise la mano nella spalla per spingermi sul cazzo dandomi il movimento dell’inculata.
—Amore di Papà che fai?
—nulla papi, giocavo col telefono e mi hai fatto perdere
—tanto avresti perso comunque
—simpatico — rispose il figlio
—ascolta raccontami della tua amica, te la sei scopata?
—beh certo caro mio — disse il figlio — non sono come te che scopa una volta ogni mese
—ahahaahah — rise il padre continuando a dare il ritmo all’inculata — dai racconta tutto!
così dicendo, lasciò le gambe, mise le sue mani sui miei fianchi e cominciò a scoparmi più forte… godevo come un matto, stavo impazzendo.
—me la sono portata in camera e la prima cosa che ha fatto è stata mettersi in ginocchio e uscirmi il cazzo, mi ha fatto un pompino e le ho sfondato la gola tanto che soffocava ahahahaha
—una gran troia! — disse Matteo continuando ad incularmi
Nel modo di scoparmi mi dette un colpo più forte facendomi urlare di dolore, lo guardai imbarazzato con gli occhi sgranati ma vidi che lui non si era scomposto, anzi, allungò il braccio e prese le sue mutande e me le ficcò in bocca.
Le mutande avevano un odore pungente, di piscio, sborra e sudore il classico odore di maschio che a me faceva impazzire.
Poi mi prese mi mise a pecora facendomi attaccare le mani alla testata del letto e su di me in piedi con e ginocchia piegate cominciò ad incularmi
—Che succede? che sono ste urla e sti rumori? — chiese Antonio
—nulla, Luca fa esercizi e ogni tanto si spacca
—ah Luca è li?
—si! continua però, come l’hai scopata?
—le ho alzato la gonna, spostato la mutande e l’ho impalata, poi a pecora e poi le ho chiesto il culo
—e lei? — disse il padre
—me l’ha dato!
—sei un grande figlio mio, a pecorina spero
—certo papi
—La pecorina è la migliore per sfondare — disse Il padre continuando con un ritmo irrefrenabile la sua pecorina
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: —“adesso gemi ad ogni colpo, voglio farglielo sentire”
feci un verso per dare il mio consenso in quanto le mutande mi impedivano di parlare.
Cominciò a dare colpi più decisi e ad ogni colpo come d’accordo gemevo
—l’ho notato Papi, appena ho cominciato a sfondarle il culo ha cominciato a gemere come una troia.
“ahhhh mmm”
“ahhh mmm”
—ma che è sto rumore state guardando in porno? — aggiunse Antonio sentendo i miei gemiti
—no tesoro, è Luca che fa squat disse Matteo
—Sembra che lo stanno inculando!
scoppiarono tutti e due in una fragorosa risata e Matteo nel frattempo dava colpi più decisi,
io avevo il culo in fiamme e gemevo come un matto, avrei voluto urlare.
—continua! disse Matteo
—niente papi, dopo un pochino è venuta e le ho sbarrato sulle tette, poi l’ho scaricata a casa
—sei un grande figlio mio, rompi sempre i culi mi raccomando. Quando lo prendono diventano troie, vero Luca? disse Matteo rivolgendosi a me e togliendomi le mutande dalla bocca.
Imbarazzato ed eccitato dalla situazione risposi — Cazzo se è vero, io ne so qualcosa — risposi
—Beh si, Luca è esperto di inculate figlio mio — disse zio Matteo rivolgendosi a suo figlio
—Concordo con voi… dai papi adesso vado, magari rimedio un pompino.
—Ciao amore di papà a domani.
Attaccò il telefono lo buttò sul letto
—Ma tu sempre così parli con tuo figlio? — dissi ad alta voce, riflettendo ancora una volta su quanto io non avessi capito nulla del loro rapporto.
—Si abbiamo molta confidenza, dopo ne parliamo! Ti è piaciuto troia?
—si porco, ti amo quando fai così, sei il mio maschio alfa
—vedo quanto ti piace cucciolo, rispose dando colpi sempre più assestati, adesso dove vuoi che ti sborro?
—Dove vorresti sbarrarmi tu papi?
—Io vorrei farti bere, lo sai
—allora oggi finalmente ti faccio felice, sborrami in gola toro.
Uscì di colpo dal culo, lasciando entrare aria fresca nella mia voragine ormai spaccata e calda, mi afferrò per i capelli e mise la mia testa all’altezza del suo cazzo, cominciò a segarsi fortissimo e dopo un poco mi ficcò il cazzo in bocca e cominciò a sborrare.
Appena finì lo scarico di sperma uscì fuori dalla bocca, rimasi con la faccia in aria e la bocca aperta.
Matteo mi guardava fiero del suo lavoro — sei la mia puttana — disse fiero, si avvicinò e mi baciò in fronte.
Avevo una quantità enorme di sborra in bocca e ancora in quella posizione, per farlo eccitare cominciai a fare dei gargarismi con lo sperma che cominciò a colare un pochino dal lati della bocca.
—Non lo sprecare — disse Matteo
Seguii il suo consiglio e inghiottii tutto, Matteo aveva lo sguardo di chi aveva appena vinto una medaglia alle olimpiadi.
—Bravo cucciolo, quando vuoi qui ce n’è in abbondanza.
— era buonissimo Matte, da oggi una volta in culo, una in faccia e una in bocca ahahahah
—si cucciolo, come vuoi, basta che mi fai svuotare i coglioni…
Poi mi guardò e allungò la mano verso il mio culo, ficcò il dito medio dentro e cominciò un potente ditalino… in men che non si dica venni a fontana, sborrando tutto il letto, me e la sua gamba.
Appena finì mi prese per il mento, lecco lo sperma che era colato fuori dalla mia bocca in precedenza e mi baciò appassionatamente.
Poi mi prese in braccio e andammo a fare la doccia, inutile dire che anche li mi ha scopato.
Dopo la doccia fumammo una sigaretta e andammo a dormire.
Dormimmo tutta la notte abbracciati, io con la testa nei suoi pettorali e lui le braccia attorno a me.
Tutto era perfetto
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Mi fa sempre piacere leggere le opinioni di chi mi legge!
Se ti sei perso l’inizio, cerca “A zio Matteo piace farmi cavalcare – Parte 1” per goderti tutto fin dall’inizio.
Buona lettura…
Era passato un anno dalla prima volta con zio Matteo, il compare di mio padre, la nostra era diventata una relazione a tutti gli effetti, io personalmente mi sentivo fidanzato, lui invece, anche se molto coinvolto, era pur sempre sposato.
Le cose con sua moglie Camilla non andavano benissimo, lei infatti, diceva sempre che lui era molto distaccato.
Ogni volta che poteva, Matteo, scappava di casa per stare con me, ci confidavamo di tutto, parlavamo di tutto e il sesso era bellissimo.
Ogni volta che lo facevamo mi sentivo benissimo, faceva sempre tutto quello che piaceva a me, certo, non tralasciava quello che piaceva a lui, infatti finivo spesso a pecorina nella stalla con lui che mi trapanava.
Posso affermare con certezza che il maneggio è il suo posto preferito, mi ha scopato in ogni angolo e credo proprio che quei cavalli abbiano assistito a più scene di sesso che gare di ippica.
Una sera come spesso capitava, Matteo rimase a dormire al maneggio in una della stanze al secondo piano. Se mentre in passato lo faceva solamente per lavoro o per del sesso occasionale, adesso lo faceva solo per stare con me.
Quella sera mi invitò a rimanere con lui, e come potete immaginare, non esitai minimamente ad accettare.
Inventai una scusa ai miei e mi precipitai li. Portai con me il pigiama, ma era solamente una messa in scena per farlo vedere ai miei genitori, in quanto dormivamo nudi e abbracciati.
Arrivai al maneggio e lo vidi in lontananza mentre sollevava balle di fieno a torso nudo, il cazzo mi diventò subito duro, mi avvicinaci, lo baciai e gli dissi:
—vedendoti così mi viene voglia di abbassarmi e farti un bel pompino, di quelli che soffocano!
Lui per tutta risposta, posò la balla di fieno, mi prese per il mento e mi bacio appassionatamente, il suo corpo mentre mi baciava si strofinava al mio, l’istinto mi fece mettere la mano dentro alle sue mutande e subito cominciai a ravanare, lui subito mi guardò e mi disse:
—Cucciolo non è il momento, devo ancora spostare tutte queste, ma ti prometto che dopo ti scopo
—nooo dai ti voglio — dicevo mentre ero attaccato a lui come una cozza
—cucciolo prima faccio e prima ti scopo
Allora con aria rassegnata ma sempre arrapato feci un gesto per il puro gusto di provocarlo, uscii la mano dalle sue mutande e cominciai a leccare e succhiare la mano che era appena stata a contatto col suo cazzo.
Mi guardò, sorrise e disse: —meglio che vado perchè ti giuro, ti scopo talmente forte che ti faccio male e non lavoro più.
Un po deluso lo baciai e mi diressi verso il secondo piano, dove entrai in camera e cominciai a sistemare un pochettino in giro.
Aprii il secondo cassetto del comodino e trovai il lubrificante che utilizziamo sempre e un pacco con 9 preservativi, i soliti preservativi utilizzati con la moglie quelle poche volte che veniva a trovare il marito, erano più una dimostrazione di fedeltà nei confronti di Camilla, che teneva il conto, che altro. Lui comunque era molto furbo e da quello che mi diceva ne aveva altri nascosti in giro per la stanza.
Subito mi ricordai che due giorni prima i preservativi erano 10 in quanto parlavamo di quanto fossimo fortunati a poter fare sesso senza preservativo e in sicurezza.
Mi sentii morire, mi sentii tradito e il sangue mi salii al cervello. Corsi subito da lui e una volta di fronte gli diedi uno schiaffo. Mi guardò con uno sguardo innocente, dolce e mi chiese: —perchè?
—me lo chiedi pure? risposi urlando
—ti giuro non so di che parli
—i preservativi erano 10 e ora ce ne sono 9!
—mi controlli adesso? — mi disse con aria quasi divertita
—cazzo no, cioè si, ma questa volta non l’ho fatto di proposito, non cambiare discorso, con chi l’hai usato?
—non l’ho usato io cucciolo, te lo dimostro subito — mi passò il telefono e disse — prendi il telefono, apri la conversazione con mio figlio e leggi
Presi il telefono e cominciai a leggere una conversazione del giorno precedente:
“papi posso usare la camera di su al maneggio?”
“che devi farci”
“volevo arredarla… cosa cazzo devo fare secondo te? c’ho una mezza cosa con una”
“ah bravo il porco. Certo che la puoi usare, ma cambia le lenzuola appena hai finito, e poi la voglio conoscere”
“grazie papi, ma ascolta hai preservativi?”
“si, guarda nel secondo cassetto”
“grazie ti amo papi!”
“poi mi racconti però eh!”
“ovvio! come sempre!”
Smisi di leggere, bloccai il telefono e glielo passai. Lo guardai e vidi che sorrideva.
In tutti quegli anni di conoscenza e in quell’anno di relazione, non avevo mai fatto caso al rapporto che aveva con suo figlio
—Tutto ok? — disse lui
— scusa — dissi con l’aria di un cane bastonato
Lui allora si avvicinò, mi abbracciò poggiando la mia testa sul suo petto, mi baciò sulla fronte e disse — mi piace quando fai il geloso ma adesso fammi finire che mi manca poco.
Mi baciò un’altra volta e continuò a lavorare.
Mi sembrò freddo e pensai di aver sbagliato.
Tornai quindi al secondo piano, mi sentivo in colpa e cominciai a pensare a quello che avrei potuto fare per farmi perdonare. Dopo qualche minuto mi venne l’idea.
Corsi giù, uscii dalla porta sul retro e mi diressi verso l’orto, presi una zucchina, tornai in casa, la lavai, salii su in camera e chiusi la porta.
Presi un foglio di carta e scrissi sopra “scusa”, mi spogliai e mi misi a pecora sul letto dando il culo alla porta, in modo da potergli dare la visuale perfetta all’entrata, presi il foglio e lo poggiai sulla mia schiena perfettamente inarcata, poi presi la zucchina che avevo lubrificato per bene e con una mano la misi dentro al buco.
Attesi.
Qualche minuto dopo sentii aprila la porta:
—Cazzo, perchè tutto questo? disse toccandosi
—leggi — risposi
—cucciolo ti ho detto che non ero arrabbiato, ma il tuo regalo lo accetto volentieri — con la mano destra afferrò la zucchina e la spinse sempre più in dentro causandomi uno spasmo di goduria
—tanto te l’ho sfondato ormai e quindi ci nuota dentro — disse ridendo
—amo quando dici queste cose, sei un porco.
Cominciò a giocare con la zucchina e il culo ancora per qualche minuto, poi la estrasse dal culo, me la ficcò in bocca e disse:
— dimmi che ti piace, lo senti gusto del tuo culo?
Provavo a parlare ma la zucchina me lo impediva, lui continuava a spingerla dentro e ogni tanto avevo qualche conato
— adoro quando parli con la bocca piena
Ero eccitatissimo, avevo bisogno di averlo dentro di me, non aiutava lui che che strofinava la patta dei jeans contro il mio buco. Quindi presi la zucchina, la lanciai e mi voltai, lo guardai e dissi —ti voglio, ora!
lui non rispose, sapeva che mi faceva innervosire quando ero eccitato e non mi rispondeva di proposito, quindi lo faceva per stuzzicarmi.
Afferrai i pantaloni, tolsi la cintura, li sbottonai, aprii la zip, abbassai le mutande e mi trovai davanti il suo cazzone enorme.
Lo presi e cominciai a segarlo con la mano destra, mentre mi alzai e cominciai a baciarlo e leccarlo ovunque, passavo dagli addominali ai pettorali per poi passare ad annusare e leccare le ascelle sudate.
Ormai sapeva che adoravo quando sudava e che questa cosa mi eccitava tantissimo infatti dopo la palestra o dopo il lavoro, quando potevamo, ci davamo dentro.
Di punto in bianco mi prese la testa con due manu e disse — dai fai quello che sai fare meglio, i bocchini!
Mi spinse con forza verso il basso, sempre con la mia testa fra le mani e con una mossa da maestro mi mise il cazzo i bocca. Cominciai a fargli un pompino come se la mia vita dipendesse solo da quello, adoravo prenderlo in bocca… anche se onestamente la mascella faceva sempre male dopo.
Mentre pompavo mi staccai un attimo e lo guardai, stava godendo e di questo ne andavo fiero, adoravo sapere che un vero maschio come lui godeva grazie a me.
—Mi insulti porco? dissi con aria assatanata
Mi prese la testa e mi rimise il cazzo in bocca, ce l’avevo tutto in gola, avevo i conati, ero eccitatissimo tanto che cominciai a sditalinarmi, mi vide, mi tolse la mano e cominciò lui a farlo.
—Sei una puttana, di quel buco mi occupo io, è mio, il tuo unico compito è prendere il mio cazzo in ogni buco e farmi godere — disse con fare maschio, sapeva che mi piaceva essere trattato in quella maniera
Continuai a fargli pompini per 5 minuti abbondanti quando mi staccai e gli dissi — Lo voglio in culo, ti prego sfondami!
—come lo vuoi? mi disse tirandomi i capelli e sputandomi in bocca
—come vuoi tu basta che me lo dai
Si tolse le scarpe e i jeans e mentre si apprestava a prendere posizione lo bloccai e dissi:
—Sai quanto mi eccita il rischio di essere scoperti giusto? dissi con aria arrapata
—si rispose, e quindi?
—Chiama tua moglie mentre mi scopi, ti prego
—e che cazzo le dico?
—non so fai tu, basta che lo fa mentre mi chiavi, per favore non ce la faccio più!
Non parlò, prese il lubrificante e poggiò la sua schiena allo schienale del letto, spruzzò un bel po di lubrificante sul suo cazzo e poi sul mio culo, poi mi fece sedere sul suo cazzo facendo poggiare la mia schiena sul suo petto, in seguito, mi fece alzare le gambe e le prese con le sue forti mani e cominciò a scoparmi.
Stavo godendo tantissimo, il suo cazzo era tutto dentro di me fino alle palle e ai primi colpi di cazzo cominciai ad urlare. Mentre che lo prendevo nel culo ed urlavo gli chiesi
—Ti pregooo chi..chi… aahhhhha… chiama tua moglie
I potenti colpi di cazzo che mi dava mi impedivano di parlare chiaramente, era come stare sulle montagne russe, solo che questo era più divertente.
—Certo che la chiamo, troia, ma prima volevo farti un po il culo
Lasciò un gamba, allungò la mano e prese il telefono, cercò il numero di Camilla e la chiamò mettendo il vivavoce.
—Pronto amore che…
Camilla lo interruppe
—Matteo scusa me devo fare la doccia, ci sentiamo dopo —riattaccò il telefono lasciando Matteo interdetto.
—Sta stronza nemmeno mi caga — disse continuando ad incularmi
—che palle! — dissi continuando a saltare sul cazzo
Inaspettatamente Matteo non posò il telefono, anzi cominciò ad armeggiare e di punto in bianco sentii squillare il telefono, lo posò, riprese la mia gamba e poi udii una voce:
—pronto Papi che c’è
ero esterrefatto, aveva chiamato suo figlio Antonio, un mio carissimo amico, mi bloccai a mezz’aria col cazzo in culo, mi guardò sorrise e mi mise la mano nella spalla per spingermi sul cazzo dandomi il movimento dell’inculata.
—Amore di Papà che fai?
—nulla papi, giocavo col telefono e mi hai fatto perdere
—tanto avresti perso comunque
—simpatico — rispose il figlio
—ascolta raccontami della tua amica, te la sei scopata?
—beh certo caro mio — disse il figlio — non sono come te che scopa una volta ogni mese
—ahahaahah — rise il padre continuando a dare il ritmo all’inculata — dai racconta tutto!
così dicendo, lasciò le gambe, mise le sue mani sui miei fianchi e cominciò a scoparmi più forte… godevo come un matto, stavo impazzendo.
—me la sono portata in camera e la prima cosa che ha fatto è stata mettersi in ginocchio e uscirmi il cazzo, mi ha fatto un pompino e le ho sfondato la gola tanto che soffocava ahahahaha
—una gran troia! — disse Matteo continuando ad incularmi
Nel modo di scoparmi mi dette un colpo più forte facendomi urlare di dolore, lo guardai imbarazzato con gli occhi sgranati ma vidi che lui non si era scomposto, anzi, allungò il braccio e prese le sue mutande e me le ficcò in bocca.
Le mutande avevano un odore pungente, di piscio, sborra e sudore il classico odore di maschio che a me faceva impazzire.
Poi mi prese mi mise a pecora facendomi attaccare le mani alla testata del letto e su di me in piedi con e ginocchia piegate cominciò ad incularmi
—Che succede? che sono ste urla e sti rumori? — chiese Antonio
—nulla, Luca fa esercizi e ogni tanto si spacca
—ah Luca è li?
—si! continua però, come l’hai scopata?
—le ho alzato la gonna, spostato la mutande e l’ho impalata, poi a pecora e poi le ho chiesto il culo
—e lei? — disse il padre
—me l’ha dato!
—sei un grande figlio mio, a pecorina spero
—certo papi
—La pecorina è la migliore per sfondare — disse Il padre continuando con un ritmo irrefrenabile la sua pecorina
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: —“adesso gemi ad ogni colpo, voglio farglielo sentire”
feci un verso per dare il mio consenso in quanto le mutande mi impedivano di parlare.
Cominciò a dare colpi più decisi e ad ogni colpo come d’accordo gemevo
—l’ho notato Papi, appena ho cominciato a sfondarle il culo ha cominciato a gemere come una troia.
“ahhhh mmm”
“ahhh mmm”
—ma che è sto rumore state guardando in porno? — aggiunse Antonio sentendo i miei gemiti
—no tesoro, è Luca che fa squat disse Matteo
—Sembra che lo stanno inculando!
scoppiarono tutti e due in una fragorosa risata e Matteo nel frattempo dava colpi più decisi,
io avevo il culo in fiamme e gemevo come un matto, avrei voluto urlare.
—continua! disse Matteo
—niente papi, dopo un pochino è venuta e le ho sbarrato sulle tette, poi l’ho scaricata a casa
—sei un grande figlio mio, rompi sempre i culi mi raccomando. Quando lo prendono diventano troie, vero Luca? disse Matteo rivolgendosi a me e togliendomi le mutande dalla bocca.
Imbarazzato ed eccitato dalla situazione risposi — Cazzo se è vero, io ne so qualcosa — risposi
—Beh si, Luca è esperto di inculate figlio mio — disse zio Matteo rivolgendosi a suo figlio
—Concordo con voi… dai papi adesso vado, magari rimedio un pompino.
—Ciao amore di papà a domani.
Attaccò il telefono lo buttò sul letto
—Ma tu sempre così parli con tuo figlio? — dissi ad alta voce, riflettendo ancora una volta su quanto io non avessi capito nulla del loro rapporto.
—Si abbiamo molta confidenza, dopo ne parliamo! Ti è piaciuto troia?
—si porco, ti amo quando fai così, sei il mio maschio alfa
—vedo quanto ti piace cucciolo, rispose dando colpi sempre più assestati, adesso dove vuoi che ti sborro?
—Dove vorresti sbarrarmi tu papi?
—Io vorrei farti bere, lo sai
—allora oggi finalmente ti faccio felice, sborrami in gola toro.
Uscì di colpo dal culo, lasciando entrare aria fresca nella mia voragine ormai spaccata e calda, mi afferrò per i capelli e mise la mia testa all’altezza del suo cazzo, cominciò a segarsi fortissimo e dopo un poco mi ficcò il cazzo in bocca e cominciò a sborrare.
Appena finì lo scarico di sperma uscì fuori dalla bocca, rimasi con la faccia in aria e la bocca aperta.
Matteo mi guardava fiero del suo lavoro — sei la mia puttana — disse fiero, si avvicinò e mi baciò in fronte.
Avevo una quantità enorme di sborra in bocca e ancora in quella posizione, per farlo eccitare cominciai a fare dei gargarismi con lo sperma che cominciò a colare un pochino dal lati della bocca.
—Non lo sprecare — disse Matteo
Seguii il suo consiglio e inghiottii tutto, Matteo aveva lo sguardo di chi aveva appena vinto una medaglia alle olimpiadi.
—Bravo cucciolo, quando vuoi qui ce n’è in abbondanza.
— era buonissimo Matte, da oggi una volta in culo, una in faccia e una in bocca ahahahah
—si cucciolo, come vuoi, basta che mi fai svuotare i coglioni…
Poi mi guardò e allungò la mano verso il mio culo, ficcò il dito medio dentro e cominciò un potente ditalino… in men che non si dica venni a fontana, sborrando tutto il letto, me e la sua gamba.
Appena finì mi prese per il mento, lecco lo sperma che era colato fuori dalla mia bocca in precedenza e mi baciò appassionatamente.
Poi mi prese in braccio e andammo a fare la doccia, inutile dire che anche li mi ha scopato.
Dopo la doccia fumammo una sigaretta e andammo a dormire.
Dormimmo tutta la notte abbracciati, io con la testa nei suoi pettorali e lui le braccia attorno a me.
Tutto era perfetto
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