Capitolo 2: Il gioco dei desideri
di
fandango
genere
trans
Giulia aveva ormai abbracciato pienamente la donna che era diventata. I giorni con zia Clara e gli incontri selvaggi con Said erano ricordi che le avevano scolpito l’anima, ma ora, a venticinque anni, si sentiva pronta a esplorare nuovi orizzonti. Lavorare come segretaria per Lorenzo le aveva dato stabilità, ma anche un assaggio di potere: il modo in cui lui la guardava, il modo in cui i suoi occhi si perdevano sui suoi piedi ogni volta che lei li scopriva con un gesto apparentemente casuale, le aveva fatto capire che il suo corpo poteva essere più di un semplice strumento di piacere personale. Poteva essere un’arte, un’ossessione per altri, un mezzo per prendere il controllo della propria vita.
Una sera, mentre si rilassava nella sua piccola stanza affittata, con le gambe distese sul letto e le dita dei piedi dipinte di un viola scuro che scintillava sotto la luce della lampada, Giulia ebbe un’idea. Si era già abituata a sentirsi desiderata – da Said, da Lorenzo, persino dagli sguardi fugaci dei clienti di Clara – ma ora voleva trasformare quel desiderio in qualcosa di concreto. Aprì il suo laptop, si registrò su OnlyFans e, con un sorriso malizioso, creò un profilo dedicato a due feticci che sapeva avrebbero attirato un pubblico: i piedi, perfetti e curati come li aveva resi anni di tacchi e attenzioni, e il suo membro, un’eredità del suo passato che non aveva mai voluto cancellare, ma che ora vedeva come un’arma di seduzione unica. Scelse il nome d’arte "VioletSoles" e caricò il primo contenuto: un video in cui, vestita solo di autoreggenti nere con la riga posteriore e tacchi a spillo da 12 centimetri, accarezzava lentamente i propri piedi con una piuma, per poi passare la telecamera sul suo corpo, mostrando con orgoglio ogni dettaglio. Il messaggio di benvenuto ai suoi abbonati era chiaro: "Per gli amanti dei piedi e delle sorprese proibite – benvenuti nel mio mondo."
In poche settimane, il profilo esplose. I feticisti dei piedi adoravano il modo in cui lei giocava con le scarpe, lasciandole cadere e poi infilandole di nuovo con una sensualità studiata, mentre altri, intrigati dalla sua identità trans, pagavano cifre generose per richieste personalizzate: video in cui si toccava il membro con le mani o lo sfregava contro le piante dei piedi, unendo i due feticci in una danza erotica che la faceva sentire potente. Ogni like, ogni messaggio, ogni dollaro che arrivava era una conferma della sua bellezza, della sua unicità. Non era più solo la segretaria di Lorenzo o la nipote di Clara: era una creatrice, una musa, una donna che dettava le regole.
Lorenzo, però, non rimase all’oscuro a lungo. Una sera, mentre navigava su X per distrarsi dopo una giornata di lavoro, si imbatté in un post che pubblicizzava "VioletSoles". La curiosità lo spinse a cliccare, e quando aprì il profilo, il suo cuore si fermò. Riconobbe subito quei piedi – l’arco perfetto, le dita dipinte che aveva sognato di accarezzare mille volte – e poi, con un misto di shock e turbamento, vide il resto. Giulia, la sua segretaria, la donna che lo aveva stregato con il suo profumo floreale e i suoi tacchi, era lì, nuda e senza vergogna, a offrire al mondo ciò che lui aveva sempre considerato suo, almeno nei recessi più gelosi della sua mente. Non era il pudore a bruciargli dentro, ma una gelosia feroce: quei piedi, quel corpo, quel piacere che lei dispensava a estranei dietro uno schermo avrebbero dovuto essere solo per lui. Ogni immagine, ogni video era un tradimento, non del decoro, ma del desiderio esclusivo che aveva coltivato in silenzio.
Il giorno dopo, nello studio, l’atmosfera era tesa. Giulia arrivò come sempre, con una gonna aderente e un paio di décolleté che Lorenzo ormai conosceva troppo bene, ma il suo sorriso professionale si spense quando lui la chiamò alla scrivania con un tono freddo. "Ho visto il tuo… progetto," disse, le parole che uscivano a fatica, gli occhi fissi su di lei ma incapaci di scendere ai suoi piedi come al solito. "Non posso avere una segretaria che fa questo. Sei licenziata." Giulia lo fissò, sorpresa ma non del tutto impreparata. Aveva intuito la sua ossessione, il modo in cui la guardava, e ora capiva che non era moralità a guidarlo, ma un possesso che non aveva mai avuto il coraggio di reclamare apertamente.
"Mi dispiace che la pensi così," rispose lei, calma, rialzandosi dalla sedia. Con un gesto lento, quasi teatrale, lasciò cadere una scarpa dal piede, facendola oscillare per un istante prima di raccoglierla con le dita e rimetterla, un ultimo atto di provocazione che fece irrigidire Lorenzo sulla sedia. "Ma non sono tua proprietà, signor Martelli. Io decido chi vede cosa." Poi, senza aggiungere altro, prese la sua borsa e uscì, il ticchettio dei tacchi che echeggiava come un addio.
Quella sera, Lorenzo tornò a casa dalla sua famiglia con un peso sul petto. La giornata lo aveva lasciato svuotato, la mente ancora piena di immagini di Giulia – non quelle dell’ufficio, ma quelle che aveva visto su OnlyFans. Entrò in cucina, dove suo figlio Carlo, 21 anni, era appena tornato dagli allenamenti di nuoto agonistico. Carlo era un ragazzo dal fisico statuario, il corpo villoso e scolpito da anni di bracciate in piscina, i capelli ancora umidi che gli cadevano sulla fronte. Seduto al tavolo, stava divorando una ciotola di pasta, il suo appetito vorace pari solo alla sua continua voglia di sesso – una fame che lo rendeva irrequieto, sempre alla ricerca di qualcosa o qualcuno con cui sfogarsi. Lorenzo, distratto, posò il telefono sul tavolo accanto a lui e si allontanò per lavarsi le mani, senza accorgersi che lo schermo si illuminò con una notifica da X: "VioletSoles sta per iniziare una diretta tra 10 minuti."
Carlo, con la curiosità tipica della sua età, lanciò un’occhiata al telefono del padre. Il nome "VioletSoles" non gli diceva nulla, ma la parola "diretta" bastò a incuriosirlo. Prese il dispositivo, aprì la notifica e si trovò davanti al profilo OnlyFans di Giulia. Le immagini lo colpirono come un pugno: una donna splendida, con piedi perfetti che accarezzava sensualmente, e poi, più in basso, un membro che lo lasciò a bocca aperta. Era un mix di bellezza e trasgressione che lo eccitò all’istante, ma quando lesse la descrizione e vide i video, un pensiero lo gelò. Suo padre, Lorenzo – il suo modello di uomo, l’ispirazione per tutto ciò che voleva essere nella vita e nelle relazioni – seguiva un profilo così… perverso? L’uomo che gli aveva insegnato il rigore, la disciplina, che sembrava incarnare una virilità tradizionale, aveva un lato segreto che Carlo non avrebbe mai immaginato. Rimase lì, il telefono in mano, scioccato e turbato, mentre un misto di disgusto e curiosità gli ribolliva dentro. La diretta stava per iniziare, e una parte di lui, quella più selvaggia e affamata, voleva guardare, ma l’altra, quella che vedeva in Lorenzo un ideale, lo spingeva a spegnere tutto e dimenticare.
Lorenzo tornò in cucina, ignaro, e prese il telefono dalle mani di Carlo con un gesto brusco. "Che fai?" chiese, il tono secco. Carlo lo fissò, gli occhi pieni di domande che non osò fare ad alta voce. "Niente," mormorò, tornando alla sua pasta, ma la sua mente era altrove, divisa tra il rispetto per il padre e l’immagine di "VioletSoles" che non riusciva a scacciare.
Finita la cena, Carlo si ritirò nella sua stanza, il corpo ancora teso dall’allenamento e la mente in subbuglio. Non riusciva a levarsi dalla testa quei piedi perfetti – l’arco elegante, le dita dipinte che sembravano chiamarlo – e soprattutto quel membro, che su quel corpo estremamente femminile risultava comunque perfetto, un contrasto che lo attirava con una voglia ancestrale, quasi bestiale. Chiuse la porta a chiave, accese il portatile e, senza più esitare, cercò il profilo di VioletSoles. Non gli importava più di suo padre o del giudizio: voleva vedere, voleva sentire. Si abbonò al canale con un clic rapido, il cuore che batteva forte, e si immerse nei video caricati quella notte. Ogni clip era un’esplosione di sensualità: Giulia che si sfregava i piedi con olio lucente, che accarezzava il suo membro con le dita, che lo avvicinava alla pianta dei piedi in un gioco erotico che lo fece ansimare. Carlo si abbassò i pantaloni, la mano che scivolava sul suo sesso già duro, e si masturbò con una furia che non aveva mai provato prima. I video lo consumavano, il ritmo delle sue carezze che seguiva quello di Giulia sullo schermo, e quando arrivò al culmine, venne con un’intensità che gli strappò un gemito rauco, il corpo che tremava come dopo una gara in piscina.
Nell’ultimo video, Giulia guardava dritto nella telecamera con un sorriso complice. "Segatevi per me," sussurrava con quella voce morbida che aveva stregato Lorenzo, "e poi, se siete abbastanza audaci, bevete il vostro seme. È il mio regalo per voi." Carlo, ancora preso dall’impeto, il respiro corto e il corpo sudato, non ci pensò due volte. Raccolse il suo seme con le dita, lo portò alla bocca e lo ingoiò, il sapore acre che si mescolava alla sensazione di aver oltrepassato un confine. Era la prima volta che faceva qualcosa di simile, e il piacere, misto a una strana euforia, lo lasciò steso sul letto, il cuore che martellava. Giulia, o meglio VioletSoles, lo aveva conquistato, e ora era uno dei suoi devoti, intrappolato nella rete che lei aveva tessuto con i suoi piedi e il suo corpo proibito.
Lorenzo, nel frattempo, dormiva ignaro al piano di sotto, mentre Giulia, dall’altra parte della città, si preparava per la sua diretta, pronta a consolidare il suo regno su OnlyFans, libera da ogni vincolo e ignara di aver sedotto non solo il padre, ma anche il figlio.
Una sera, mentre si rilassava nella sua piccola stanza affittata, con le gambe distese sul letto e le dita dei piedi dipinte di un viola scuro che scintillava sotto la luce della lampada, Giulia ebbe un’idea. Si era già abituata a sentirsi desiderata – da Said, da Lorenzo, persino dagli sguardi fugaci dei clienti di Clara – ma ora voleva trasformare quel desiderio in qualcosa di concreto. Aprì il suo laptop, si registrò su OnlyFans e, con un sorriso malizioso, creò un profilo dedicato a due feticci che sapeva avrebbero attirato un pubblico: i piedi, perfetti e curati come li aveva resi anni di tacchi e attenzioni, e il suo membro, un’eredità del suo passato che non aveva mai voluto cancellare, ma che ora vedeva come un’arma di seduzione unica. Scelse il nome d’arte "VioletSoles" e caricò il primo contenuto: un video in cui, vestita solo di autoreggenti nere con la riga posteriore e tacchi a spillo da 12 centimetri, accarezzava lentamente i propri piedi con una piuma, per poi passare la telecamera sul suo corpo, mostrando con orgoglio ogni dettaglio. Il messaggio di benvenuto ai suoi abbonati era chiaro: "Per gli amanti dei piedi e delle sorprese proibite – benvenuti nel mio mondo."
In poche settimane, il profilo esplose. I feticisti dei piedi adoravano il modo in cui lei giocava con le scarpe, lasciandole cadere e poi infilandole di nuovo con una sensualità studiata, mentre altri, intrigati dalla sua identità trans, pagavano cifre generose per richieste personalizzate: video in cui si toccava il membro con le mani o lo sfregava contro le piante dei piedi, unendo i due feticci in una danza erotica che la faceva sentire potente. Ogni like, ogni messaggio, ogni dollaro che arrivava era una conferma della sua bellezza, della sua unicità. Non era più solo la segretaria di Lorenzo o la nipote di Clara: era una creatrice, una musa, una donna che dettava le regole.
Lorenzo, però, non rimase all’oscuro a lungo. Una sera, mentre navigava su X per distrarsi dopo una giornata di lavoro, si imbatté in un post che pubblicizzava "VioletSoles". La curiosità lo spinse a cliccare, e quando aprì il profilo, il suo cuore si fermò. Riconobbe subito quei piedi – l’arco perfetto, le dita dipinte che aveva sognato di accarezzare mille volte – e poi, con un misto di shock e turbamento, vide il resto. Giulia, la sua segretaria, la donna che lo aveva stregato con il suo profumo floreale e i suoi tacchi, era lì, nuda e senza vergogna, a offrire al mondo ciò che lui aveva sempre considerato suo, almeno nei recessi più gelosi della sua mente. Non era il pudore a bruciargli dentro, ma una gelosia feroce: quei piedi, quel corpo, quel piacere che lei dispensava a estranei dietro uno schermo avrebbero dovuto essere solo per lui. Ogni immagine, ogni video era un tradimento, non del decoro, ma del desiderio esclusivo che aveva coltivato in silenzio.
Il giorno dopo, nello studio, l’atmosfera era tesa. Giulia arrivò come sempre, con una gonna aderente e un paio di décolleté che Lorenzo ormai conosceva troppo bene, ma il suo sorriso professionale si spense quando lui la chiamò alla scrivania con un tono freddo. "Ho visto il tuo… progetto," disse, le parole che uscivano a fatica, gli occhi fissi su di lei ma incapaci di scendere ai suoi piedi come al solito. "Non posso avere una segretaria che fa questo. Sei licenziata." Giulia lo fissò, sorpresa ma non del tutto impreparata. Aveva intuito la sua ossessione, il modo in cui la guardava, e ora capiva che non era moralità a guidarlo, ma un possesso che non aveva mai avuto il coraggio di reclamare apertamente.
"Mi dispiace che la pensi così," rispose lei, calma, rialzandosi dalla sedia. Con un gesto lento, quasi teatrale, lasciò cadere una scarpa dal piede, facendola oscillare per un istante prima di raccoglierla con le dita e rimetterla, un ultimo atto di provocazione che fece irrigidire Lorenzo sulla sedia. "Ma non sono tua proprietà, signor Martelli. Io decido chi vede cosa." Poi, senza aggiungere altro, prese la sua borsa e uscì, il ticchettio dei tacchi che echeggiava come un addio.
Quella sera, Lorenzo tornò a casa dalla sua famiglia con un peso sul petto. La giornata lo aveva lasciato svuotato, la mente ancora piena di immagini di Giulia – non quelle dell’ufficio, ma quelle che aveva visto su OnlyFans. Entrò in cucina, dove suo figlio Carlo, 21 anni, era appena tornato dagli allenamenti di nuoto agonistico. Carlo era un ragazzo dal fisico statuario, il corpo villoso e scolpito da anni di bracciate in piscina, i capelli ancora umidi che gli cadevano sulla fronte. Seduto al tavolo, stava divorando una ciotola di pasta, il suo appetito vorace pari solo alla sua continua voglia di sesso – una fame che lo rendeva irrequieto, sempre alla ricerca di qualcosa o qualcuno con cui sfogarsi. Lorenzo, distratto, posò il telefono sul tavolo accanto a lui e si allontanò per lavarsi le mani, senza accorgersi che lo schermo si illuminò con una notifica da X: "VioletSoles sta per iniziare una diretta tra 10 minuti."
Carlo, con la curiosità tipica della sua età, lanciò un’occhiata al telefono del padre. Il nome "VioletSoles" non gli diceva nulla, ma la parola "diretta" bastò a incuriosirlo. Prese il dispositivo, aprì la notifica e si trovò davanti al profilo OnlyFans di Giulia. Le immagini lo colpirono come un pugno: una donna splendida, con piedi perfetti che accarezzava sensualmente, e poi, più in basso, un membro che lo lasciò a bocca aperta. Era un mix di bellezza e trasgressione che lo eccitò all’istante, ma quando lesse la descrizione e vide i video, un pensiero lo gelò. Suo padre, Lorenzo – il suo modello di uomo, l’ispirazione per tutto ciò che voleva essere nella vita e nelle relazioni – seguiva un profilo così… perverso? L’uomo che gli aveva insegnato il rigore, la disciplina, che sembrava incarnare una virilità tradizionale, aveva un lato segreto che Carlo non avrebbe mai immaginato. Rimase lì, il telefono in mano, scioccato e turbato, mentre un misto di disgusto e curiosità gli ribolliva dentro. La diretta stava per iniziare, e una parte di lui, quella più selvaggia e affamata, voleva guardare, ma l’altra, quella che vedeva in Lorenzo un ideale, lo spingeva a spegnere tutto e dimenticare.
Lorenzo tornò in cucina, ignaro, e prese il telefono dalle mani di Carlo con un gesto brusco. "Che fai?" chiese, il tono secco. Carlo lo fissò, gli occhi pieni di domande che non osò fare ad alta voce. "Niente," mormorò, tornando alla sua pasta, ma la sua mente era altrove, divisa tra il rispetto per il padre e l’immagine di "VioletSoles" che non riusciva a scacciare.
Finita la cena, Carlo si ritirò nella sua stanza, il corpo ancora teso dall’allenamento e la mente in subbuglio. Non riusciva a levarsi dalla testa quei piedi perfetti – l’arco elegante, le dita dipinte che sembravano chiamarlo – e soprattutto quel membro, che su quel corpo estremamente femminile risultava comunque perfetto, un contrasto che lo attirava con una voglia ancestrale, quasi bestiale. Chiuse la porta a chiave, accese il portatile e, senza più esitare, cercò il profilo di VioletSoles. Non gli importava più di suo padre o del giudizio: voleva vedere, voleva sentire. Si abbonò al canale con un clic rapido, il cuore che batteva forte, e si immerse nei video caricati quella notte. Ogni clip era un’esplosione di sensualità: Giulia che si sfregava i piedi con olio lucente, che accarezzava il suo membro con le dita, che lo avvicinava alla pianta dei piedi in un gioco erotico che lo fece ansimare. Carlo si abbassò i pantaloni, la mano che scivolava sul suo sesso già duro, e si masturbò con una furia che non aveva mai provato prima. I video lo consumavano, il ritmo delle sue carezze che seguiva quello di Giulia sullo schermo, e quando arrivò al culmine, venne con un’intensità che gli strappò un gemito rauco, il corpo che tremava come dopo una gara in piscina.
Nell’ultimo video, Giulia guardava dritto nella telecamera con un sorriso complice. "Segatevi per me," sussurrava con quella voce morbida che aveva stregato Lorenzo, "e poi, se siete abbastanza audaci, bevete il vostro seme. È il mio regalo per voi." Carlo, ancora preso dall’impeto, il respiro corto e il corpo sudato, non ci pensò due volte. Raccolse il suo seme con le dita, lo portò alla bocca e lo ingoiò, il sapore acre che si mescolava alla sensazione di aver oltrepassato un confine. Era la prima volta che faceva qualcosa di simile, e il piacere, misto a una strana euforia, lo lasciò steso sul letto, il cuore che martellava. Giulia, o meglio VioletSoles, lo aveva conquistato, e ora era uno dei suoi devoti, intrappolato nella rete che lei aveva tessuto con i suoi piedi e il suo corpo proibito.
Lorenzo, nel frattempo, dormiva ignaro al piano di sotto, mentre Giulia, dall’altra parte della città, si preparava per la sua diretta, pronta a consolidare il suo regno su OnlyFans, libera da ogni vincolo e ignara di aver sedotto non solo il padre, ma anche il figlio.
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