La doccia della palestra
di
sarahsexstory_
genere
feticismo
Con l'anno nuovo ho ricominciato ad andare in palestra, un passatempo che avevo perso con l'inizio dell'università ma che ho avuto il piacere di riprendere dopo essere riuscita a mettere insieme una routine che me lo permetteva.
L'unico momento che mi sono riuscita a ritagliare per ciò era però la sera tardi, quando ormai c'era poca gente perché la palestra avrebbe presto chiuso.
Così, quel martedì sera, come dopo tutti gli altri allenamenti, sono saltata in una delle docce degli spogliatoi.
Mi sono ricoperta di bagnoschiuma profumato, insaponandomi bene le tette e la figa, che avevo da poco depilato, lasciando solo un quadratino di peli appena prima dell'inizio della vulva. Dopo un paio di passaggi, non riuscii a togliere le dita dalla mia intimità, in quanto mi provocava un bel piacere.
Presto cominciai a gemere. Prima i miei gemiti erano soffusi ma, con l'aumento del piacere e le mie dita insaponate che ogni tanto mi scivolavano dentro, dopo pochissimo divennero più forti, rimbombando negli spogliatoi.
Continuavo, fuori e dentro, dentro e fuori, con le unghie ricoperte da bagnoschiuma e succo di piacere, finché non sentii un orgasmo crescermi nel ventre.
Stava per arrivare, lo sentivo così vicino...
"Tutto bene, cara?" disse una voce appena fuori dalla doccia dove mi trovavo.
Mi agitai, mantenendo però la mano ben ferma, cercando di bloccarmi dall'orgasmare.
"Ehm, sì, sì, scusi, non si preoccupi" risposi.
Eppure, dopo pochi secondi, la tenda della doccia si aprì, rivelandomi. Ero ancora insaponata, con le dita nella figa, una gamba alzata e il piede appoggiato alle piastrelle del muro.
Dall'altra parte sbucò la signora Marisa, altra cliente della palestra che occasionalmente vedevo e con cui chiaccheravo. Marisa è una signora sulla sessantina, sovrappeso e con i grossi seni ormai cadenti, con i capelli castani ricci e degli spessi occhialoni. Mi aveva raccontato che aveva ricominciato palestra dopo il divorzio con il marito, che a quanto pare l'aveva tradita con una cameriera conosciuta a Tenerife. Quel giorno indossava un completo verde decisamente troppo stretto, leggings e reggiseno sportivo, dal quale spuntavano fuori alcuni rotoli di grasso rugoso.
Non mi mossi, rimasi a guardarla con gli occhi spalancati, come un cervo sorpreso da una macchina. Lei mi squadrò, poi sospirando e togliendosi gli occhiali. Poi si spogliò, rivelando il corpo grasso e sudato. Le mammellone avevano dei grossi capezzoli scuri e la sua intimità era nascosta da un folto cespuglio castano.
Senza dire una parola entrò in doccia con me, richiudendo la tenda. Nemmeno io parlai, ancora perplessa e sorpresa. Guardandomi negli occhi si infilò due dita in bocca, succhiandole per bene, e poi le spostò sulla mia figa, sostituendo la mia mano. Con solo un paio di movimenti mi aiutò a raggiungere l'orgasmo, leccandosi le dita mentre io gemevo.
Dopo ciò si spremette un po' di bagnoschiuma sulla mano, iniziando a insaponarsi le tette per bene. Io ancora ansimavo, però volenterosa di ricambiare il favore.
Mi inginocchiai, aprendole le cosce con le mani e infilando la faccia tra di esse. Tirai fuori la lingua, poggiandola sulla sua vulva sudata e pelosa, andando sempre più a fondo, muovendola avanti e indietro, leccandola per bene. La signora gemeva, continuando a massaggiarsi e insaponarsi le tette.
A un certo punto la sentii respirare più in fretta, finché la mia bocca non venne inondata. Non del suo piacere però, no, ma di calda pipì dorata. Permisi che un po' me ne entrasse in bocca, per poi sputarla fuori.
Da quel giorno non è più successo nulla con la signora Marisa, ogni tanto ci scambiamo solo uno sguardo complice quando ci incrociamo durante il nostro allenamento.
L'unico momento che mi sono riuscita a ritagliare per ciò era però la sera tardi, quando ormai c'era poca gente perché la palestra avrebbe presto chiuso.
Così, quel martedì sera, come dopo tutti gli altri allenamenti, sono saltata in una delle docce degli spogliatoi.
Mi sono ricoperta di bagnoschiuma profumato, insaponandomi bene le tette e la figa, che avevo da poco depilato, lasciando solo un quadratino di peli appena prima dell'inizio della vulva. Dopo un paio di passaggi, non riuscii a togliere le dita dalla mia intimità, in quanto mi provocava un bel piacere.
Presto cominciai a gemere. Prima i miei gemiti erano soffusi ma, con l'aumento del piacere e le mie dita insaponate che ogni tanto mi scivolavano dentro, dopo pochissimo divennero più forti, rimbombando negli spogliatoi.
Continuavo, fuori e dentro, dentro e fuori, con le unghie ricoperte da bagnoschiuma e succo di piacere, finché non sentii un orgasmo crescermi nel ventre.
Stava per arrivare, lo sentivo così vicino...
"Tutto bene, cara?" disse una voce appena fuori dalla doccia dove mi trovavo.
Mi agitai, mantenendo però la mano ben ferma, cercando di bloccarmi dall'orgasmare.
"Ehm, sì, sì, scusi, non si preoccupi" risposi.
Eppure, dopo pochi secondi, la tenda della doccia si aprì, rivelandomi. Ero ancora insaponata, con le dita nella figa, una gamba alzata e il piede appoggiato alle piastrelle del muro.
Dall'altra parte sbucò la signora Marisa, altra cliente della palestra che occasionalmente vedevo e con cui chiaccheravo. Marisa è una signora sulla sessantina, sovrappeso e con i grossi seni ormai cadenti, con i capelli castani ricci e degli spessi occhialoni. Mi aveva raccontato che aveva ricominciato palestra dopo il divorzio con il marito, che a quanto pare l'aveva tradita con una cameriera conosciuta a Tenerife. Quel giorno indossava un completo verde decisamente troppo stretto, leggings e reggiseno sportivo, dal quale spuntavano fuori alcuni rotoli di grasso rugoso.
Non mi mossi, rimasi a guardarla con gli occhi spalancati, come un cervo sorpreso da una macchina. Lei mi squadrò, poi sospirando e togliendosi gli occhiali. Poi si spogliò, rivelando il corpo grasso e sudato. Le mammellone avevano dei grossi capezzoli scuri e la sua intimità era nascosta da un folto cespuglio castano.
Senza dire una parola entrò in doccia con me, richiudendo la tenda. Nemmeno io parlai, ancora perplessa e sorpresa. Guardandomi negli occhi si infilò due dita in bocca, succhiandole per bene, e poi le spostò sulla mia figa, sostituendo la mia mano. Con solo un paio di movimenti mi aiutò a raggiungere l'orgasmo, leccandosi le dita mentre io gemevo.
Dopo ciò si spremette un po' di bagnoschiuma sulla mano, iniziando a insaponarsi le tette per bene. Io ancora ansimavo, però volenterosa di ricambiare il favore.
Mi inginocchiai, aprendole le cosce con le mani e infilando la faccia tra di esse. Tirai fuori la lingua, poggiandola sulla sua vulva sudata e pelosa, andando sempre più a fondo, muovendola avanti e indietro, leccandola per bene. La signora gemeva, continuando a massaggiarsi e insaponarsi le tette.
A un certo punto la sentii respirare più in fretta, finché la mia bocca non venne inondata. Non del suo piacere però, no, ma di calda pipì dorata. Permisi che un po' me ne entrasse in bocca, per poi sputarla fuori.
Da quel giorno non è più successo nulla con la signora Marisa, ogni tanto ci scambiamo solo uno sguardo complice quando ci incrociamo durante il nostro allenamento.
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