Volevo che fosse il più fortunato del mondo... (1)

di
genere
incesti

Eccomi qui… a raccontarvi la mia storia. A raccontare come la linea tra ragione o follia nella mia vita sia stata davvero sottile. Sono Roberta e ho 42 anni. Mi reputo una bella donna, alta 1e75, una corporatura che per farvi capire… avete presente Valeria Marini, ecco, un po' meno bombastica ma pressappoco con quelle forme. Lavoro praticamente da sempre in un agenzia immobiliare. 16 anni fa mi sono sposata con Giacomo e da lui un paio di anni dopo ho avuto il mio unico figlio Fabio. La nostra è stata sempre una famiglia semplice, normale… divisi tra il lavoro e la vita quotidiana di fare crescere al meglio il nostro bambino. Giacomo, il mio ex marito, ( e qui avete capito che non è finito bene il mio matrimonio) era professore di un Liceo e per il suo lavoro 10 anni fa ci siamo trasferiti in una piccola casa in periferia. Mio figlio Fabio invece è un bravo e bel ragazzo, piccolino di corporatura, a volte un po' stralunato ma comunque intelligente e senza idee strane per la testa. A scuola e molto bravo e nel tempo libero ha deciso di iscriversi a tennis. Era un giorno come tanti altri, in cui l’unica preoccupazione era pensare cosa preparare per cena, una chiamata cambia ogni cosa …per sempre. È un pomeriggio di fine ottobre quando il cellulare suona. Rispondo. Dall'altra parte una voce maschile decisa ma quasi sottovoce: “Signora Roberta T., la chiamo dal Liceo, sono il Preside Umberti. Le chiedo se può raggiungerci urgentemente per un fatto spiacevole accaduto a suo marito.” Il sangue intanto mi si è gelato nelle vene e la bocca è priva di saliva… sto in silenzio qualche secondo cercando di capire cosa succede, cosa rispondere e cosa fare. Poi un finalmente riesco a parlare :” Ma sta bene? Adesso dov'è? È caduto? “ “ No, signora, nessuna caduta, suo marito è qua e non ha nemmeno un graffio. Il motivo è un altro per cui deve raggiungerci, ma non posso spiegarglielo telefonicamente.”.. mi risponde il Preside. Rispondo che in 10 15 minuti sarei stata sul posto. Prendo di fretta le mie cose e nella confusione mentale più totale mi lancio in direzione del Liceo. A passo spedito raggiungo l’aula. Con l' affanno della corsa appena fatta, appena la mia testa fa capolino sulla porta dell' aula capisco che qualsiasi cosa avevo pensato fino a quel momento era sbagliata. Il mio ex marito seduto in mezzo a due agenti di polizia. La testa tra le mani, mi guarda di sfuggita, poi gira lo sguardo da un'altra parte. Mi blocco davanti alla porta dell'aula… il cuore ora va più veloce dei giri del motore di una Ferrari… “Cosa è successo, perché?...” Sono le sole cose che mi escono dalla bocca prima che quasi senza farsi sentire mi passa accanto entrando nella stanza il Preside del Liceo dando al mio cuore un ulteriore colpo di acceleratore, ma stavolta per la paura. Pochi istanti e con pochi giri di parole vengo pugnalata dalle parole del Preside: “Signora, io purtroppo non potevo dirle la cosa al telefono… ora però devo informarla che suo marito è sospeso dal servizio scolastico. È sospeso perché in più di un'occasione pare abbia avuto rapporti molto intimi con una sua alunna”. A quelle parole è mancato poco che non cadessi a terra svenuta… ma la rabbia aveva preso possesso della mia persona, il sangue da freddo iniziò a ribollire nelle vene. Uno dei due agenti prese la parola: “Saranno fatte altre indagini sicuramente, intanto suo marito dovrà seguirci al comando, è in stato di fermo…” stavo per scattare in direzione di quel porco di mio marito per scatenare tutta la mia rabbia su di lui, quando l’altro agente si avvicina come per bloccarmi: “Signora, capisco la situazione delicata, adesso non possiamo che invitarla a tornare a casa, se vuole l’accompagniamo noi… la chiamiamo appena ci saranno sviluppi.” Riesco a stento a trattenermi, dovessi affrontare Rocky Balboa in quel momento penso avrei steso anche lui. Così l’unico modo per sfogare tutto quello che avevo dentro era gridare le cose peggiori in faccia a quello schifoso: “Mi fai schifo, spero di non dover più vedere la tua faccia di m…a, giuro che te la faccio pagare per quello che sto provando ora… mi fai schifo, bastar..” . Non riesco a piangere, la rabbia è veramente troppa per pensare di versare una lacrima. Decido di farmi accompagnare a casa, un mal di testa lancinante accompagnato da un forte stato di nausea mi misero ko per pensare di poter tornare a casa da sola. Arrivata, mi portai ciondolando in cucina, dove seduta su una sedia finalmente mi sfogai in un pianto infinito. Fu in un attimo di lucidità che controllai l’orologio sulla parete e vidi che erano le 6… mio figlio Fabio aveva finito la lezione di tennis, dovevo correre a prenderlo… ma il mal di testa non mi aveva abbandonato e soprattutto la macchina era rimasta al parcheggio del Liceo. Così che chiamai Greta, mia amica e mamma di un compagno di corso di tennis di Fabio chiedendo il favore di portarmelo a casa. Ecco, Fabio.. cosa gli avrei detto? Come avrei affrontato l’argomento? E soprattutto come avrebbe preso la cosa mio figlio? Pensai di dirgli la cosa non in maniera diretta, ma non sotterrando nessuna verità… aveva l'età giusta per comprendere, ma era pur sempre un adolescente. Arrivato a casa non senza difficoltà, riuscii nel mio intento , anche se poi, comprensibilmente, Fabio si chiuse in un mutismo che mi fece pensare di aver sbagliato il modo di fargli capire quello che era successo. Alcuni giorni dopo, il mio ex marito venne arrestato definitivamente, ma volevo mantenere fede a quello che mi ero promessa: non vederlo mai più, cosa che condividevo con Fabio. E furono giorni, settimane complicate, in cui il silenzio era padrone delle nostre giornate, delle cene dove anche mangiare a volte era faticoso. Di colpo la mia vita e quella di mio figlio erano diventate come un castello di sabbia davanti ad un mare agitato… fragilissimo. Come capita quasi sempre in questi casi, potevo solo aspettare e sperare nell’unica cosa che guarisce questo male: il tempo. Anche se un po' di mesi dopo, non avrei mai immaginato che sarebbe accaduto tutto quello che sto per raccontarvi… qualcosa fuori da qualsiasi logica. Io e mio figlio Fabio abbiamo affrontato un percorso con uno psicologo che ci ha aiutò molto a dare una sterzata alla nostra vita, alla nostra quotidianità. Ci confrontavamo, passavamo più tempo anche solo a chiacchierare delle cose più diverse. Sembrava che per entrambi la luce in fondo al tunnel non fosse troppo lontana. Un pomeriggio Fabio era al corso di tennis che aveva ripreso da poco. Io dovevo andare al supermercato a prendere un po' di frutta e verdura, poi sarei passata al circolo a prendere Fabio. Mentre ero intenta a cambiarmi, notai sorpresa che il mio cassetto della lingerie, era un po' in disordine… una mutandina piegata male così pure un paio di collant neri velati. Mi fermai un istante. È vero, sono una donna molto precisa, ma comunque ogni tanto ho ancora qualche momento di appannamento… pensai. Sistemai i due indumenti per bene nel cassetto. Mi finii di preparare con calma e con qualche pensiero, ed uscii di casa per andare al supermercato dimenticandomi della cosa. Quando però 5 giorni dopo la scena si ripropose, i pensieri iniziavano a diventare per me certezze. Lo stesso collant nero dell' altro giorno era ora appallottolato sotto una reggiseno, una mutandina in pizzo spuntava da sotto un top in raso rosso. Mi fermai, stavolta per qualche minuto. Cercai un motivo, una scusa per pensare che non fosse opera di mio figlio Fabio. Non ci riuscii. Deviai i pensieri pensando che stia solamente cercando qualcosa di particolare e non necessariamente sia attratto dai miei indumenti intimi… Sapevo solo che dovevo fare qualcosa, dovevo agire in qualche modo. Dovevo parlargli. Ma nel mentre pensavo a come affrontare la questione fu in quel momento che qualcosa cambiò dentro la mia testa… non sapevo ancora cosa però. Cambiai idea: avrei cercato un modo di incastrarlo. Presi i collant neri velati che tanto sembravano interessargli e me li misi. Mentre li indossavo mi prese un brivido improvviso sulla schiena… Per non dare nell'occhio sopra mi misi un paio di pantaloni della tuta. Indossai le Crocs e mi diressi in cucina. Fabio era seduto al tavolo intento a finire i compiti. Studiai il momento per fare entrare in azione la trappola delle collant nere velate, e da subito optai che il momento migliore era sul divano dopo cena. “Amore della mamma, cosa preferisci mangiare stasera?” gli chiesi un po' titubante. “Mamma, ti va un risotto, ho voglia di risotto” mi rispose. Acconsentii alla sua proposta anche perché non avevo molta fame. Il pensiero di quei collant indossati come esca per mio figlio mi turbò parecchio per tutta la sera e mi chiuse lo stomaco. Cercai di non darlo a vedere chiaccherando del più e del meno. Poi finimmo di cenare. Fabio mi aiutò a sparecchiare il tavolo, andò in camera a prepararsi lo zaino per il giorno dopo, infine si mise con il telefono proprio sul divano a giocare. Io intanto finii di pulire la cucina. Poi presi coraggio e mi diressi verso il divano dove sedeva Fabio. Era il momento di entrare in azione. Accesi la televisione per cercare un film o qualcosa di interessante da vedere, Fabio continuava a giocare sul telefono. Mi sistemai in maniera tale che potevo tirare su i piedi sul divano. Ecco fatto… il cuore mi batteva forte. I miei piedi velati dalle collant nere erano lì, a pochi centimetri dalle gambe di Fabio. Misi in tv il primo film che trovai. Non so di cosa trattava perché per tutta la sera cercai di captare se lo sguardo di Fabio finiva sui quei piedi velati così vicini a lui. Missione compiuta. I suoi occhi facero la spola per tutta la sera tra il telefono e i miei piedi, anche se ci scommetterei, avrebbe adorato le mie estremità con più insistenza. Andai a letto con le risposte che volevo, ma turbata allo stesso modo… altre domande si facevano strada nella mia testa… il suo era solo passione per calze e collant o ha interesse anche per chi la indossa? Se al posto della tuta avessi indossato una gonna o peggio una minigonna chissà quale reazione avrebbe avuto? Passai una notte insonne che mi portò ad altre idee per capire quanto forte fosse l'interesse per la lingerie ed in particolare per calze e collant. Quel qualcosa nella mia testa continuava a mutare e forse iniziavo a capire cosa volevo. Aspettai il sabato per il nuovo agguato. Fabio era in bagno intento a farsi la doccia dopo una partita a Tennis. Io quella mattina mi svegliai presto ma in casa combinai ben poco, presa dal pensiero del mio nuovo gioco di seduzione verso mio figlio. Cosi come se nulla fosse, entrai in bagno con la scusa di prendere del sapone, mentre Fabio era ancora intento a lavarsi. In mano avevo le solite collant nere velate che lasciai in bella vista sopra la cesta dei panni sporchi. Uscii dal bagno e mi misi nelle condizioni di seguire quello che sarebbe successo da lì a poco. Riuscii a vedere così Fabio che da dentro la doccia ora guardava con adorazione quel nylon velato che tanto lo eccitava. Vidi il suo membro crescere,se lo massaggiava piano piano. In poco tempo le dimensioni erano veramente niente male. Aveva lo scroto bello gonfio, aveva la cappella di un bel colore rosa.. la guardavo e… cavolo, mi accorsi che mi stavo bagnando. Mi misi la mano nelle mutandine e… si, era molto bagnata. La mia testa, il mio corpo era ormai fuori controllo. Continuai a guardare cosa succedeva all' interno del bagno, lasciando che le mie dita mi provocassero nuovi umori; avevo le labbra della figa che erano fradicie. Intanto Fabio era uscito dalla doccia, e nudo si avvicino velocemente verso il suo amato feticcio. Prese in mano i collant, li annusò e poi delicatamente li fece passare sulla cappella. Io sempre più bagnata mi soffermai a guardare quello splendido cazzo ormai al massimo della potenza; le palle erano veramente gonfie: pensando a tutto lo sperma che potevano contenere in quel momento, mi eccitai così tanto che ero vicina ad avere un orgasmo. Anche Fabio era sul punto di schizzare tutte le sue voglie sulle collant ma… non glielo permisi. Lo chiamai con la scusa di sapere se avesse finito di fare la doccia. Con tono un po' indeciso mi rispose di sì… poi sospirai e tornai a spiare Fabio e quello che succedeva in quel bagno, ma appena riuscii ad inquadrare la figura mingherlina di mio figlio vidi che si stava asciugando, il suo cazzo era ancora bello rigido… mi mordetti le labbra e pensai per un attimo che mi sarebbe piaciuto davvero poter accarezzare e sentirne in bocca il sapore di quel tronchetto di carne così lungo e giovane. Lo spettacolo era finito.. per ora. La giornata passò lenta, io con i miei pensieri osceni e perversi cercai di pulire un po' casa, Fabio con le sue voglie e pruriti adolescenziali diviso tra lo studio e la Xbox. Non era successo nulla ma era come fossimo consapevoli che qualcosa era cambiato o stava cambiando. Tenni a freno solo qualche giorno le mie strane idee perverse, ma la scena vista in bagno solo 3 giorni prima e i miei umori vaginali mi tornavano alla mente continuamente cosicché mi fecero scattare definitivamente la molla della follia nella mia testa. Fu così che pensai che era il momento di agire in prima persona… la protagonista diventava la mamma in collant e non più i collant della mamma. Cercai la soluzione nel famoso cassetto della lingerie, sogno e perversione di mio figlio, ma a parte un paio di autoreggenti un po' vecchiotte, non trovai nulla che accendesse in me qualcosa di eccitante. Pensai di cercare allora su Internet. Anche se non sapevo cosa cercare precisamente, Amazon venne ben presto in mio aiuto. Nel carrello degli acquisti prima misi un reggiseno a balconcino in pizzo, che potesse risaltare le mie bocce 4° abbondante. Poi ecco quello che cercavo, ecco quello che mi serviva… collant nero 10 denari con riga posteriore e aperto sotto il cavallo, che meraviglia… misi anche queste nel carrello, pagai, ma nonostante venisse specificato che la consegna sarebbe avvenuta in 24/48 ore, mi misi per qualche minuto alla finestra sperando che il corriere suonasse subito… ero già molto nervosa. Il corriere suono’ alle 11 49, due giorni dopo. Ritirai il pacchetto e come fosse un regalo di Natale corsi in camera da letto per aprire e controllare il tutto. Misi sul letto i due articoli, mi parvero fin da subiti favolosi. Ma non li provarli…Lo avrei fatto quella sera stessa, avevo appena deciso che quella sera tutto sarebbe cambiato… avevo deciso di entrare in scena...
scritto il
2025-01-09
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