Metti(li) una sera a cena - Cap.3 (Alice)

di
genere
saffico

Capitolo 3

Sono sola, sono nuda, sono bagnata… Sono Anya.
Sono passati sei mesi da quando sono entrata a far parte di questo mondo segreto, e la mia vita è cambiata per sempre. Ho imparato a controllare i miei nuovi poteri, a sfruttare la mia connessione con Q&N (li chiamavo ormai così) per raggiungere livelli di piacere che non avrei mai immaginato possibili. Ma la mia vita normale, la mia vecchia vita, è diventata sempre più difficile da mantenere.

Ho iniziato da settimane a fare sogni sempre più intensi e realistici, in cui vivo esperienze sessuali proibite con persone che conosco nella vita reale. Mi sveglio sudata ed eccitata , cercando di dimenticare ciò che ho sognato. Questi sogni mi tormentano, mi confondono e mi fanno sentire sempre più diversa, sempre più lontana dalla vecchia Anya.

Ed eccomi qui, sdraiata sul mio letto: la stanza è in penombra, illuminata solo dalla fioca luce della luna che filtra dalla finestra. Un sospiro profondo esce dalle mie labbra mentre allungo una mano verso il mio sesso.

Ho voglia di bere il nettare di una donna, di godere nella sua bocca, di leccare e farmi leccare in un 69 da film. Grazie a Q ho scoperto quanto mi piaccia la figa: sono lesbica? Forse anche se il cazzo non ne lo faccio mancare, soprattutto quello di N.

Ma ora la mia fantasia si chiama Alice, una mia vecchia amica che ho perso di vista ma con cui avevo un legame speciale. Voglio rivederla, voglio sedurla… voglio scoparla.

Il clitoride è già turgido, pulsante. Inizio a massaggiarlo con il pollice, muovendolo in piccoli cerchi sempre più rapidi.
Afferro le mie labbra carnose e le allargo, esplorando l'interno umido con le dita. Trova il punto G, quel piccolo nodulo che mi fa impazzire, e inizio a stimolarlo con veemenza.

Penso ad Alice che mi bacia appassionatamente, la mia lingua che esplora ogni angolo della sua bocca. Immagino le mani di Alice che mi accarezzano i fianchi, la schiena, il mio culo sodo e ricettivo.
Un gemito mi esce dalle labbra quando penso a Alice che mi solleva da terra, avvolgendomi nelle sue gambe. Sono contro un muro, con Alice che mi tiene stretta mentre mi penetra la figa con le dita, muovendosi con un ritmo incalzante.

Con un movimento deciso, infilo due dita dentro di me, allungandomi fino in fondo.
Urlio, stringendo le lenzuola con forza. Il mio corpo si inarca, le gambe si contraggono mentre onde di piacere mi investono. Il cuore batte all'impazzata, la testa mi gira. Le dita continuano a muoversi, più velocemente, più profondamente.

"Alice ti voglio !" Mi sorprendo a urlare. Con un movimento deciso, mi alzo sulle ginocchia e mi piego in avanti, poggiando le mani sul letto. Inizia a dondolarmi avanti e indietro, cercando di aumentare il piacere.
Un'ondata di calore mi invade, un'esplosione di sensazioni che mi travolgono completamente.
Con un grido liberatorio, mi contraggo ripetutamente, spruzzando liquido ovunque.
Esausta sprofondo sul letto, respirando affannosamente. Un sorriso soddisfatto mi illumina il volto. Mi sento sporca, bagnata, ma soprattutto incredibilmente viva.

Mi stavo riprendendo lentamente, godendomi l'afterglow quando il cellulare squilla, interrompendo i miei pensieri. Un brivido mi attraversa, è Alice. Proprio lei, la protagonista della mia fantasia saffica appena conclusa.

Non poteva essere una coincidenza. O forse sì? Ma che importanza aveva? In quel momento, l'unica cosa che contava era rispondere alla chiamata. Con le dita tremanti, porto il telefono all'orecchio.
"Pronto?" La mia voce era roca, un residuo dell'eccitazione appena vissuta.
"Anya, sei tu?" La voce di Alice dall'altra parte della linea era piena di gioia. "Stavo proprio pensando a te!"
Sorrisi, cercando di nascondere il mio disagio. “Ciao Alice. Che coincidenza sentirti proprio ora."
"Davvero una coincidenza," rispose Alice, ridacchiando. "Ascolta, sono libera stasera. Che ne dici di uscire a prendere un aperitivo?"

Non capisco, avevo appena vissuto un'esperienza intensa e ora avevo l'opportunità di trasformare la mia fantasia in realtà. Cosa mi sta succedendo?

"Mi piacerebbe molto, Alice," rispondo, cercando di mantenere la calma. "Ci vediamo più tardi."
Chiudo la chiamata e mi siedo sul letto, cercando di capire cosa stesse succedendo. Era tutto troppo perfetto per essere vero. O forse era proprio questo il bello della vita: a volte, i desideri si avverano nel modo più inaspettato.

Stasera mi farò Alice!

(Continua)
scritto il
2024-12-27
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