La rossa per prima

di
genere
prime esperienze

Eccomi, mi ritrovo a pensare alla mia prima, strana e mai più eguagliata esperienza sessuale, e improvvisamente ho voglia di raccontarla per la prima volta.

Avevo 23 anni, un nerd metallaro, uno sfigato con le ragazze, a malapena avevo dato un bacio a stampo per scommessa qualche anno prima, fu una successiva settimana intera di onanismo sfrenato.

Quel periodo volli a tutti i costi prendere coraggio, e, forte del fatto che di lì a poco avrei trascorso la mia prima settimana a casa da solo per questioni di famiglia, misi un pietoso e col senno di poi cringe annuncio su bakeca. Recitava tipo: ventitreenne ancora vergine, cerca ragazza non mestierante per fare prime esperienze.

All'appello risposero in due: la prima riuscì a doxarla immediatamente, era una signora un po' bruttina e lasciai perdere. Poi mi contattò lei: diceva di chiamarsi Asia, di avere 33 anni (10 più di me), e che queste "cose" le avrebbe fatte solo per un breve periodo, per necessità, ma per conciliare utile e dilettevole. Mi disse che avrei dovuto remunerarla, 200 euro, ma mi promise ne sarebbe valsa la pena. Chattammo via Msn (bei tempi andati), le chiesi dei messaggi audio per confermare che fosse una ragazza, e delle foto. Era bellissima, piccoletta e ben formata, pelle diafana, capelli rossi tinti di rosso, una chioma infuocata con una ricrescita tono su tono di una gradazione naturale. Pensai avesse un aspetto dolce, e che lo sarebbe stato ancora di più con il suo colore. In una delle foto indossava un rossetto molto accesso, lucido. Quel rossetto mi causò un'insonnia pazzesca, sapere che stavo contrattando con una donna per avere le sue labbra rosse tutte per me mi fece un certo, irrequieto effetto.

Via chat non riuscivo a dirle tutte le cose poche che avrei voluto provare, ero frenato dalla timidezza, ma riuscimmo comunque ad accordarci per il fine settimana. Lei sarebbe venuta da me, avrei pagato, e lei mi avrebbe fatto dono di una girlfrend experience. Non stavo più nella pelle.

Venne il giorno. Gli accordi erano per il pomeriggio. Mi scrisse "vuoi che mi vesta in modo particolare?". Questa domanda mi fece andare il cuore in gola. Trovai solo il coraggio per scriverle "indossa quel rossetto ti prego". "Sei un amante della bocca" rispose". "Della tua". "La mia? Oggi è tua".

Suona il campanello. Uno squillo al telefono. Apro. Due baci sulle guance, il saluto normale di due persone normali. Era una ragazza più grande di me, ma l'aspetto tradiva la sua età anagrafica, Asia se li portava come una ventenne i suoi 33.

-ac... Accomodati. Posso offrirti qualcosa?

Non aveva il rossetto, mi accorsi che lei si accorse che avevo notato questo particolare. Fece una risatina.

-l'ho portato, tranquillo, dopo lo metto-, disse. Di nuovo il cuore in gola. Balbettai qualche stronzata, non riuscivo più a parlare, e nemmeno a respirare.

Mi chiese il bagno. Prima che andasse mi feci vedere nell'atto di posizionare i 200 euro sul tavolo. Mi misi sul divano. Aspettai. Arrivò. Sui tacchi, si era cambiata in bagno. Aveva l'abbigliamento giusto nella borsetta, dedussi. Sopra i tacchi un vestitino cortissimo, di tessuto bianco. Sulle labbra ancora nulla, il rossetto lo aveva in mano.

- bagno hai un bello specchio, vieni, ti faccio vedere come metto il rossetto... - sorrise.

La seguì. La visione di quel culetto meraviglioso che sobbalzava sui tacchi mi fece battere il cuore. Si posizionò davanti allo specchio, mi fece il gesto di starle dietro. Iniziò lentamente a truccarsi le labbra. Balbettai qualcosa. Sei stupenda. Le parole non uscivano, ero troppo agitato. Mentre respiravo un profumo di ragazza incredibilmente buono tra i suoi capelli, mi disse:

- non essere agitato, adesso ci penso io a farti rilassare.

Si girò verso di me, finalmente le labbra erano colorate e lucidissime, mi si inginocchiò davanti e mi sbottonò i pantaloni, poi tornò su alla posizione di prima e si alzò un po' quel mini vestitino. Le chiesi se potevo appoggiare il cazzo al suo di dietro e lei mi fece gesto di sì, come a dire "ovvio che puoi, hai pagato per questo".

Da inesperto non sapevo esattamente cosa stavo facendo, presi il cazzo che ormai era gonfio e dolorante e lo posizionati tra le sue natiche calde. Feci avanti e indietro una decina di volte, le presi una mano e mi portai alla bocca le sue dita affusolate, poi iniziai a succhiarle i piccoli seni. Ero in paradiso. Mi disse:

- mi hai fatta truccare così, pensavo volessi la bocca

- sì che la voglio, ma fammelo come lo farebbe una fidanzata, andiamo sul letto...


Continua
scritto il
2024-11-27
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