Magic Moment
di
Claire1980
genere
trio
Mi chiamo Arianna, ho 43 anni e sono sposata con un bell’uomo a cui piace mostrarmi come un suo “trofeo”, chiedendomi spesso di indossare abiti provocanti o, come nel caso di questa estate al mare, di prendere il sole in topless, per mostrare al mondo le mie seducenti tette naturali.
Il resort è molto bello e hanno organizzato una festa proprio lì, un Dj set in piscina. Davide ha proposto di andare a fare una passeggiata nella cittadina che ci ospita, tuttavia l'ho convinto a restare in hotel e ad andare a quella festa. Ho indossato un vestitino rosso con scollo a V avanti e dietro in popeline di Liu Jo, insieme a sandali neri alti di Jil Sander. Anche Davide si è vestito bene e siamo scesi, abbiamo bevuto e parlato con altre persone, divertendoci.
A mio marito non piace ballare, ma una delle sue perversioni è quella di guardarmi mentre mi scateno in pista, catturando gli sguardi affamati degli altri maschi presenti. Nel frattempo beve. E beve. E beve. All’una di notte ha già bevuto un numero di moijti che scopriremo solo quando pagheremo il conto a fine vacanza, mi dice che è stanco e decido di tornare in camera con lui.
E’ decisamente brillo. Dopo averlo quasi trasportato, lo butto sul letto e per tenerlo fresco gli tolgo i vestiti. Con quel poco di coscienza che gli è rimasta mi chiede un pompino. Salgo sul letto con lui, e lo succhio. Penso che se riesce a stargli eretto potrei divertirmi a cavalcarlo, ma dopo pochi secondi in bocca non resiste e viene. Mi sento delusa, vado a lavarmi la bocca e quando torno dal bagno Davide sta già russando.
Penso di togliermi il vestito e andare a letto anche io, ma la musica è ancora ad alto volume e voglio ancora ballare e divertirmi, ecchecazzo!, dormi, dormi, mio bel marito, che adesso la tua coniglietta si va a divertire!
Torno così alla festa e vado direttamente in pista, dove sono tutti già ubriachi su di giri, e anche io sono su di giri, e mi muovo come una donna su di giri, scatenata, perduta nell’estasi delle casse che battono, bum, bum, bum, posseduta dalla musica.
Davanti a me si mette un ragazzo di colore muscoloso a torso nudo e cominciamo a ballare insieme, poi ecco che ne arriva un altro, e dopo aver salutato quello davanti a me inizia a ballare dietro di me toccandomi.
Mi tengono entrambi per i fianchi, balliamo sudati, fa molto caldo e ad ogni movimento il mio corpo rimbalza, quello dietro mi si è attaccato addosso e si struscia sul mio sedere, mi volto un attimo a guardarlo ma quando mi giro nuovamente in avanti, il ragazzo di colore mi accoglie con un deciso bacio sulla bocca premendomi le tette col suo petto. Mi sento stretta, cerco di separarmi da quello dietro, ma non ne vuol sapere, si riattacca velocemente facendo pressione, sono schiacciata come una sottiletta in un toast. Quello davanti si stacca, mi fa girare e anche quello dietro mi assaggia le labbra, apro la bocca e mi esplora l’interno con la sua lingua calda.
Un po’ con uno, un po’ con l’altro, gioco con le loro lingue, quello dietro mi stringe con le mani sulle tette e quello davanti mi schiaccia ancor di più stringendomi le natiche. Non balliamo più, ci stiamo solo strofinando per sentire crescere l’eccitazione, quello davanti mi ha accarezza il viso dice: "Bionda, se vieni nella nostra camera ti facciamo divertire". Sono arrapata, mio marito non c'è e dico di sì.
Lasciamo la festa ed entriamo rapidamente nell'hotel. Da qui inizierò a chiamare i ragazzi il Nero e il Bianco visto che non so i loro nomi. Il Nero è alto, con muscoli da palestra, capelli scuri e qualche tatuaggio. Il Bianco è meno muscoloso, un po' più magro ma altrettanto alto. Ha il viso butterato, una cicatrice che dall’angolo della bocca arriva all’attaccatura del collo e un’aspetto aggressivo, di quelli che se lo incontri per strada ti giri e cambi percorso.
Il Nero mi tiene per la vita mentre Il Bianco mi accarezza le natiche, sono un po' imbarazzata nel passare davanti alla gente attorno alla pista e nella hall e ci guarda. Mi guarda. Cosa penseranno di me?
Finalmente entriamo nella loro stanza e ricominciano i baci, ma più caldi, passo da una bocca all’altra, mi mettono le mani sotto il vestito mentre io comincio a infilare le mie nei loro pantaloni.
Ci stacchiamo dai baci e iniziano a spogliarsi, sto per fare lo stesso ma mi dicono di fermarmi: “Lo facciamo noi,” dice il Bianco,
Aspetto che siano e nudi poi mi aprono la cerniera del vestito. Il Nero me lo sfila dall’alto e il Bianco abbassa e toglie le mutandine, faccio per levarmi anche i sandali ma mi dicono di tenerli addosso. Dopo esserci guardati tutti e tre, attaccano i capezzoli, è delizioso come li succhiano e li induriscono con dei piccoli morsetti, le loro mani vanno alle mie chiappe e le mie mani ai loro uccelli per masturbarli, sono preda della lussuria, il punto di non ritorno è arrivato, non posso più tirarmi indietro, sono decisa a soddisfare quei due ragazzi. Viglio che si ricordino di me, come voglio ricordarmi di loro.
Il Nero sta per infilarmi le dita nella figa ma il Bianco lo ferma e gli dice: “Vediamo come succhia la troia”, mi fanno accovacciare e mi regalano la visione dei loro cazzi a distanza ravvicinata. Quello del Nero è ovviamente scuro e ovviamente grosso, ma non è molto lungo, un po’ più corto di una lattina di Coca Cola, ma grosso sì, è grosso grosso, ed è già duro; il cazzo del Bianco è decisamente più lungo, un po' più magro e molto venoso, ricurvo verso l'alto. Innegabilmente migliori di quello di mio marito.
Inizio con l’uccello nero, che mi sembra quello più eccitato, apro il più possibile la bocca, cerco di farlo entrare, e comincio a spompinarlo per bene. Dentro e fuori, dentro e fuori,
Sono così presa da questo mio record mandibolare, che mi dimentico il cazzo bianco, ma lui me lo fa ricordare tirandomi i capelli, lo sapevo che sarebbe stato rude, lo avevo capito subito, quella faccia da assassino non mentiva, mi stacca dal cazzo del Nero e mi mette in bocca il suo. Volevi ballare, Arianna? E via che si balla.
Passo da uno all’altro, o forse è meglio dire che sono loro a condurmi, afferrandomi la testa e spostandola alternativamente sui due cazzi, Succhio, succhio, succhio finché non mi lasciano la testa, sto per per alzarmi ma il Bianco dice: “Come una cagna” e mi indica di seguirli a quattro zampe. Il Nero si è seduto sul letto e mi fa succhiare di nuovo il suo cazzo, il Bianco si è accovacciato dietro e sento con sorpresa la sua lingua leccarmi la figa, è delizioso, lascio che Il Nero si approfitti della mia estasi per dominare la mia testa e usare la mia bocca a suo piacimento, Il Bianco mi tiene i fianchi, e dopo la figa ecco che mi lecca anche il buco del culo, fantastico!, se vuoi farmi perdere la testa è lì che mi devi leccare, Dio abbia in gloria le terminazioni nervose del buco del culo!
Questa sensazione di dominio mi fa impazzire. Mio marito a letto mi ha sempre lasciata libera di fare ciò che voglio, ma ora mi piace la sensazione di essere usata.
Il Nero mi toglie il cazzo dalla bocca e mi abbasso a leccargli le palle, il Bianco si separa dai miei buchi, lo sento strusciare il glande sulla mia fessura, il caldo fuori e dentro aumenta, “Adesso ti inculo!", dice il bastardo, il glande punta il buco del culo, stringo i denti, l’anellino cede e una fitta di dolore mi arriva come un botto alla testa. Non sono abituata al sesso anale, lo concedo a mio marito solo in occasioni speciali. Pensavo che quella vacanza fosse un’occasione speciale, sì, mi ero pulita bene, quella sera avrei festeggiato, peccato, o per fortuna?, che il cazzo che mi sta inculando non sia quello di mio marito.
Tengo duro e penso a qualcosa di positivo. Per fortuna che a pompare nel mio orifizio anale è il Bianco, il mio povero culetto non avrebbe potuto sopportare una penetrazione così, diretta e senza grossi complimenti, da parte del grasso cazzo nero.
Il Bianco cambia ritmo in continuazione, ora forte, ora lento, ora grave, ora vivace, ora moderato, il Nero ci guarda e si masturba, se lo fa diventare duro a pochi centimetri dal mio viso, si diverte a guardare le mie espressioni di sofferenza e piacere, mi strofina il suo uccello in faccia bagnandomi di saliva.
Ho le mani appoggiate sul letto, il Bianco mi prende di sorpresa, mi afferra i polsi e me li tira indietro, il suo passo aumenta, se prima passeggiava ora corre, io urlo di dolore e di lussuria, “Aiinn, aiinn, aiinn!”, “Fai star zitta questa cagna”, dice il Bianco, il compare non se lo fa ripetere, con le dita mi apre la bocca, ci sputa dento e mi affonda il suo enorme cazzo contro la gola più che può.
Il dolore è ancora più forte, il nero mi tiene aperta la bocca con due dita, mi stantuffa la gola prendent il ritmo del Bianco che continua a incularmi borbottando qualcosa in un dialetto che non capisco.
Sono al limite del dolore, mi lacrimano gli occhi, potrei anche svenire, il Bianco se ne accorge, sfila il cazzo dal mio culo, mi lascia i polsi.
“Così la rompi, falla respirare, amico”, dice al Nero, che mi toglie dita e cazzo dalla bocca. Ho un conato di vomito e sputo la saliva in eccesso per riprendere fiato.
“Guarda che schifo, questa scrofa”, dice il Bianco, “domani la donna delle pulizie dovrà fare gli straordinari”.
Il Nero mi chiede scusa per l’eccesso di violenza e mi chiede se voglio bere qualcosa prima di continuare. Mi porge la mano e mi invita ad alzami da terra.
Mi siedo sul grande letto, un king size disordinato. E’ ovvio che avevano programmato di dormire con qualcuno e io ho vinto io biglietto vincente!
Sono ancora un po’ confusa, cerco di riprendermi, mi sdraio. Il Bianco sale a cavalcioni su di me e si strofina il lungo uccello a uncino tra le mie tette, strizzandole.
“Sei pronta per il secondo tempo, troia?”, dice.
“Sì, però stavolta in figa, voglio godere!”
Il Nero protesta: “Eh no, adesso tocca a me!”, dice.
“Facciamo scegliere a lei...”, dice il Bianco.
La mia testa dice il Bianco, ma il mio corpo ha preso il sopravvento e dalla mia bocca esce una frase che non avrei mai pensato di dire: “Voglio che quel grande cazzo nero mi sfondi la figa!”
Il Bianco cede il posto al Nero, che mi viene addosso e comincia a baciarmi, le mie braccia circondano il suo collo, le sue mani corrono su tutto il mio corpo accarezzando, palpando e strizzando, finché con la destra prende il suo uccello e me lo punta sull’apertura della vulva.
“Sei pronta?”, mi dice.
Non sembra lo stesso uomo che pochi minuti prima mi ha scopato la gola: è dolce, affabile. Penetra lentamente dentro di me, la mia figa si apre al passaggio di quell’enorme cilindro e io inizio a gemere. Con quel cazzo piantato in tutta la sua lunghezza, lui si ferma e rimane immobile. Vuole farmelo sentire tutto, vuole che la sensazione di essere aperta mi arrivi dritta alla testa, mi sconquassi le sinapsi e mi faccia perdere il controllo. Per tutta risposta gli chiudo le gambe attorno alla schiena, stringo forte, cerco di tenerlo lì dentro. Sto per esplodere, sciolgo le mie gambe e lui comincia a pomparmi. “Aiiinnn, aiiinn”, pochi gemiti e vengo una volta, “Aiiinnn, aiiinn”, mi sbatte sempre più forte, fino al secondo orgasmo.
Penso solo per un attimo a mio marito che dorme in una camera uguale a questa, due piani più sotto, mentre io sto vivendo l’ora più agitata della mia vita. Poi guardo verso la porta e ho una visione: c’è mio marito, sì, lui, Davide, che sta filmando tutto con il telefonino, con l’altra mano si mena il pisello, filma sua moglie che si sta facendo fottere da un uomo di colore. E’ solo un’allucinazione, un pensiero perverso, ma è sufficiente a farmi godere di nuovo. E siamo a tre.
Il Bianco esce dal bagno, non mi ero nemmeno accorta che fosse sparito, e si siede accanto noi. “Fammela scopare un po’ anche a me”, dice al compare.
Il Nero non ne vuol sapere, ha messo la marcia automatica e continua a pompare a una velocità decisamente atletica. Il Bianco mi prende una mano e la appoggia sul suo cazzo per poterlo masturbare. Mi è difficile concentrarmi mentre ricevo le spinte dal Nero, ma faccio quel che posso, e il Bianco sembra comunque apprezzare: il suo uccello torna alle felici dimensioni dell’inculata precedente.
Tra uno che accompagna i suoi colpi con un sordo rumore primordiale, “Uhu, uhu, uhu” e quell’altro che è tornato a borbottare qualcosa nel suo strano dialetto di cui capisco solo la parola “buttana”, riesco a sentire lo sciaff sciaff causato dalle palle del Nero e dai miei succchi vaginali. Mi unisco al concerto: “Aiinn, aiinn”, ma il Bianco mi zittisce subito togliendo la mia mano dal suo cazzo e ficcandomelo in bocca.
Vedendo la scena dell’amico che mi scopa la gola, il Nero mi appoggia una delle sua manone sul collo, come se volesse sentire l’uccello del Bianco perforarmi la faringe, le sue palle mi coprono il naso, mi sento mancare il fiato, ho bisogno di aria, cerco di ribellarmi scalciando, il cazzo a uncino del bastardo va sempre più in profondità, mordo con tutta la forza, il Bianco bestemmia, lo toglie dalla mia bocca e mi colpisce con uno schiaffo.
Nasce una discussione. “Che cazzo fai?”, gli dice il Nero.
“Questa troia mi ha morsicato”, dice il bianco.
Li lascio continuare mentre me ne scappo in bagno a riprendere fiato.
Mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Il trucco è diventato una macchia nera sul mio viso. Continuo a sputare saliva. Mi lavo io viso e mi siedo sulla tazza per far pipì.
Bussano alla porta.
“Scusa tesoro, mi sono fatto prendere”, è la voce del Bianco, “ti prometto che da ora in poi ti tratteremo come una regina”.
Sentire solo la sua voce pentita senza vedere la sua brutta faccia mi scioglie l’arrabbiatura. Esco dal bagno, lui mi abbraccia, vedo il Nero seduto sul letto che ci guarda. Sulle lenzuola si è formata una pozza di liquido vaginale, più altre macchie sparse qui e là sul letto. Non c’è dubbio che nonostante l’eccessiva animosità i due ragazzi mi hanno fatta godere. Tutto sommato mi sento in debito con loro.
“Forza allora, con dolcezza. Chi vuol cominciare?”, dico.
Il Bianco si sdraia sul letto, gli sorrido per fargli capire che non ce l'ho con lui, gli salgo sopra e gli strofino le labbra della mia vulva sul glande, eccitandomi nuovamente al pensiero di sentirlo in profondità dentro di me. Piano piano lo faccio entrare, fino in fondo, sento la punta colpire la mia cervice, è la solita familiare sensazione di dolore e piacere. Mi sono mossa in avanti per farlo scivolare leggermente fuori e ho iniziato a cavalcarlo attenta, anche se a volte arrivava fino in fondo creandomi quella sensazione di fastidio.
Muovo i fianchi in modo che il suo cazzo prema contro le mie pareti, mi aggiusto fino quasi a sedermi, le mie tette gli ballano davanti agli occhi e lui le tira a sé per baciarle e mordicchiarle.
Il Nero si avvicina e mi bacia la bocca, con la mano gli cerco il cazzo ancora duro, lo masturbo, le lingue giocano, mi accarezza una natica e mi dà una forte sculacciata.
“Ehi!”, dico, “si era detto con dolcezza.” Faccio l’arrabbiata ma non so mentire, i ragazzi capiscono subito che la situazione mi piace, Cazzo se mi piace!
“Vuoi provare la doppia penetrazione, nostra regina”, mi dice il Nero. Sono completamente fuori di me, e non posso che dire di sì.
Ferma col cazzo del Bianco nella figa mi chino verso di lui. Il Bianco mi allarga le natiche, il nero sputa nel mio buchino, si aggiusta bene il cazzo e comincia a spingere. Non avevo pensato alle dimensioni, quando entra e mi apre il culo mi scappa un urlo. Con molta calma si sistema bene dentro di me e scava nel tunnel: avanti e indietro, avanti e indietro.
Il Bianco sposta le mani sui miei fianchi e mi muove, io rispondo cavalcandolo come prima, chiusa nella morsa dei due cazzi che mi squarciano non ho molto spazio di manovra, e sono ormai esausta, mi accascio sul petto del Bianco e aspetto che i due compino il loro bravo dovere di maschi alfa.
Mio marito? Ormai la visione è scomparsa, la passione di questi due giovani mi riempie letteralmente di gioia, non dovrò più fare nulla e posso concentrarmi sui loro gemiti, la mia mente è completamente bianca, mi concentro sulle sensazioni del mio corpo, sento il fiato del Bianco nelle mie orecchie, le mie mani stringono le lenzuola, le tirano. Anche il mio respiro si fa agitato: so cosa sta succedendo, e lo accetto con felicità e gratitudine; una ricca esplosione di piacere mi fa tremare, regalandomi un altro intenso orgasmo.
Ho gli occhi chiusi, ho sento uno di loro dire "Voglio sborarre dentro di te, bambina", sono stremata, distrutta, e dico “Sì”, non importa chi sia, passa solo qualche secondo e sento il cazzo che ho nella figa pulsare e rilasciare il suo sperma in profondità.
Sfilano entrambi i loro cazzi dai miei orifizi sfibrati. Sfinita mi giro sul dorso, ma il Nero si mette a cavalcioni su di me e si masturba velocemente offrendomi l’intensa visione in primo piano del suo sperma che schizza dal buchetto del suo cazzo per atterrare sulle mie tette, uno, due, tre, quattro urgenti fiotti.
Il Bianco mi porge dei fazzolettini per pulirmi come posso.
“Voglio ancora chiederti scusa per prima”, mi dice, “se vuoi puoi fermarti qui a riposare un po”.
Mi tolgo finalmente i sandali e mi sdraio con loro.
Non so quanto tempo sia passato. Mi sveglio che sta già albeggiando, mi alzo velocemente, e mi rimetto il vestito e le scarpe.
I miei due angeli (o diavoli?…) dormono ancora. Prima di partire lascio loro un biglietto con il mio numero di telefono e un ringraziamento per l’indimenticabile notte.
Corro in camera mia. Grazie al cielo mio marito sta ancora dormendo, così posso andare in bagno a farmi una doccia. Mi accorgo solo adesso di aver lasciato ai due ragazzi qualcos’altro, oltre al mio biglietto: ho dimenticato il perizoma, ma non ha importanza. Mi faccio la doccia, mi spalmo della pomata sul livido che mi ha lasciato lo schiaffo del Bianco, esco e mi corico accanto a mio marito.
Ma come posso dormire? La vita è fatta di lavoro e sofferenza, ogni giorno nascono problemi da affrontare, seccature e ostacoli da aggirare. Quando morirò, giovane o vecchia, non ha importanza, voglio andarmene con addosso tanti bei momenti da ricordare, voglio riempire il mio album dei ricordi con tanti Magic Moment, da poter mettere sulla bilancia e presentarmi a San Pietro o chi per lui e dirgli: “Senti San Pietro, questo è il mio curriculum vitae, mettimi dove vuoi tu, al paradiso, all’inferno, non importa. Mi importa che ci sia una pista per ballare, l’open bar, e tante anime come la mia, con cui divertirmi per l’eternità!”
Sono passati alcuni mesi da quella vacanza, e qualcuno di quelli che mi hanno seguito fin qui se lo chiederanno: i ragazzi mi hanno richiamato? Purtroppo abitano lontano, ma per il mio album sarebbe comunque una figurina doppia. Ci sarà, là fuori, qualche altro bel maschione disposto a condividere un Magic Moment con me? Io aspetto....
Il resort è molto bello e hanno organizzato una festa proprio lì, un Dj set in piscina. Davide ha proposto di andare a fare una passeggiata nella cittadina che ci ospita, tuttavia l'ho convinto a restare in hotel e ad andare a quella festa. Ho indossato un vestitino rosso con scollo a V avanti e dietro in popeline di Liu Jo, insieme a sandali neri alti di Jil Sander. Anche Davide si è vestito bene e siamo scesi, abbiamo bevuto e parlato con altre persone, divertendoci.
A mio marito non piace ballare, ma una delle sue perversioni è quella di guardarmi mentre mi scateno in pista, catturando gli sguardi affamati degli altri maschi presenti. Nel frattempo beve. E beve. E beve. All’una di notte ha già bevuto un numero di moijti che scopriremo solo quando pagheremo il conto a fine vacanza, mi dice che è stanco e decido di tornare in camera con lui.
E’ decisamente brillo. Dopo averlo quasi trasportato, lo butto sul letto e per tenerlo fresco gli tolgo i vestiti. Con quel poco di coscienza che gli è rimasta mi chiede un pompino. Salgo sul letto con lui, e lo succhio. Penso che se riesce a stargli eretto potrei divertirmi a cavalcarlo, ma dopo pochi secondi in bocca non resiste e viene. Mi sento delusa, vado a lavarmi la bocca e quando torno dal bagno Davide sta già russando.
Penso di togliermi il vestito e andare a letto anche io, ma la musica è ancora ad alto volume e voglio ancora ballare e divertirmi, ecchecazzo!, dormi, dormi, mio bel marito, che adesso la tua coniglietta si va a divertire!
Torno così alla festa e vado direttamente in pista, dove sono tutti già ubriachi su di giri, e anche io sono su di giri, e mi muovo come una donna su di giri, scatenata, perduta nell’estasi delle casse che battono, bum, bum, bum, posseduta dalla musica.
Davanti a me si mette un ragazzo di colore muscoloso a torso nudo e cominciamo a ballare insieme, poi ecco che ne arriva un altro, e dopo aver salutato quello davanti a me inizia a ballare dietro di me toccandomi.
Mi tengono entrambi per i fianchi, balliamo sudati, fa molto caldo e ad ogni movimento il mio corpo rimbalza, quello dietro mi si è attaccato addosso e si struscia sul mio sedere, mi volto un attimo a guardarlo ma quando mi giro nuovamente in avanti, il ragazzo di colore mi accoglie con un deciso bacio sulla bocca premendomi le tette col suo petto. Mi sento stretta, cerco di separarmi da quello dietro, ma non ne vuol sapere, si riattacca velocemente facendo pressione, sono schiacciata come una sottiletta in un toast. Quello davanti si stacca, mi fa girare e anche quello dietro mi assaggia le labbra, apro la bocca e mi esplora l’interno con la sua lingua calda.
Un po’ con uno, un po’ con l’altro, gioco con le loro lingue, quello dietro mi stringe con le mani sulle tette e quello davanti mi schiaccia ancor di più stringendomi le natiche. Non balliamo più, ci stiamo solo strofinando per sentire crescere l’eccitazione, quello davanti mi ha accarezza il viso dice: "Bionda, se vieni nella nostra camera ti facciamo divertire". Sono arrapata, mio marito non c'è e dico di sì.
Lasciamo la festa ed entriamo rapidamente nell'hotel. Da qui inizierò a chiamare i ragazzi il Nero e il Bianco visto che non so i loro nomi. Il Nero è alto, con muscoli da palestra, capelli scuri e qualche tatuaggio. Il Bianco è meno muscoloso, un po' più magro ma altrettanto alto. Ha il viso butterato, una cicatrice che dall’angolo della bocca arriva all’attaccatura del collo e un’aspetto aggressivo, di quelli che se lo incontri per strada ti giri e cambi percorso.
Il Nero mi tiene per la vita mentre Il Bianco mi accarezza le natiche, sono un po' imbarazzata nel passare davanti alla gente attorno alla pista e nella hall e ci guarda. Mi guarda. Cosa penseranno di me?
Finalmente entriamo nella loro stanza e ricominciano i baci, ma più caldi, passo da una bocca all’altra, mi mettono le mani sotto il vestito mentre io comincio a infilare le mie nei loro pantaloni.
Ci stacchiamo dai baci e iniziano a spogliarsi, sto per fare lo stesso ma mi dicono di fermarmi: “Lo facciamo noi,” dice il Bianco,
Aspetto che siano e nudi poi mi aprono la cerniera del vestito. Il Nero me lo sfila dall’alto e il Bianco abbassa e toglie le mutandine, faccio per levarmi anche i sandali ma mi dicono di tenerli addosso. Dopo esserci guardati tutti e tre, attaccano i capezzoli, è delizioso come li succhiano e li induriscono con dei piccoli morsetti, le loro mani vanno alle mie chiappe e le mie mani ai loro uccelli per masturbarli, sono preda della lussuria, il punto di non ritorno è arrivato, non posso più tirarmi indietro, sono decisa a soddisfare quei due ragazzi. Viglio che si ricordino di me, come voglio ricordarmi di loro.
Il Nero sta per infilarmi le dita nella figa ma il Bianco lo ferma e gli dice: “Vediamo come succhia la troia”, mi fanno accovacciare e mi regalano la visione dei loro cazzi a distanza ravvicinata. Quello del Nero è ovviamente scuro e ovviamente grosso, ma non è molto lungo, un po’ più corto di una lattina di Coca Cola, ma grosso sì, è grosso grosso, ed è già duro; il cazzo del Bianco è decisamente più lungo, un po' più magro e molto venoso, ricurvo verso l'alto. Innegabilmente migliori di quello di mio marito.
Inizio con l’uccello nero, che mi sembra quello più eccitato, apro il più possibile la bocca, cerco di farlo entrare, e comincio a spompinarlo per bene. Dentro e fuori, dentro e fuori,
Sono così presa da questo mio record mandibolare, che mi dimentico il cazzo bianco, ma lui me lo fa ricordare tirandomi i capelli, lo sapevo che sarebbe stato rude, lo avevo capito subito, quella faccia da assassino non mentiva, mi stacca dal cazzo del Nero e mi mette in bocca il suo. Volevi ballare, Arianna? E via che si balla.
Passo da uno all’altro, o forse è meglio dire che sono loro a condurmi, afferrandomi la testa e spostandola alternativamente sui due cazzi, Succhio, succhio, succhio finché non mi lasciano la testa, sto per per alzarmi ma il Bianco dice: “Come una cagna” e mi indica di seguirli a quattro zampe. Il Nero si è seduto sul letto e mi fa succhiare di nuovo il suo cazzo, il Bianco si è accovacciato dietro e sento con sorpresa la sua lingua leccarmi la figa, è delizioso, lascio che Il Nero si approfitti della mia estasi per dominare la mia testa e usare la mia bocca a suo piacimento, Il Bianco mi tiene i fianchi, e dopo la figa ecco che mi lecca anche il buco del culo, fantastico!, se vuoi farmi perdere la testa è lì che mi devi leccare, Dio abbia in gloria le terminazioni nervose del buco del culo!
Questa sensazione di dominio mi fa impazzire. Mio marito a letto mi ha sempre lasciata libera di fare ciò che voglio, ma ora mi piace la sensazione di essere usata.
Il Nero mi toglie il cazzo dalla bocca e mi abbasso a leccargli le palle, il Bianco si separa dai miei buchi, lo sento strusciare il glande sulla mia fessura, il caldo fuori e dentro aumenta, “Adesso ti inculo!", dice il bastardo, il glande punta il buco del culo, stringo i denti, l’anellino cede e una fitta di dolore mi arriva come un botto alla testa. Non sono abituata al sesso anale, lo concedo a mio marito solo in occasioni speciali. Pensavo che quella vacanza fosse un’occasione speciale, sì, mi ero pulita bene, quella sera avrei festeggiato, peccato, o per fortuna?, che il cazzo che mi sta inculando non sia quello di mio marito.
Tengo duro e penso a qualcosa di positivo. Per fortuna che a pompare nel mio orifizio anale è il Bianco, il mio povero culetto non avrebbe potuto sopportare una penetrazione così, diretta e senza grossi complimenti, da parte del grasso cazzo nero.
Il Bianco cambia ritmo in continuazione, ora forte, ora lento, ora grave, ora vivace, ora moderato, il Nero ci guarda e si masturba, se lo fa diventare duro a pochi centimetri dal mio viso, si diverte a guardare le mie espressioni di sofferenza e piacere, mi strofina il suo uccello in faccia bagnandomi di saliva.
Ho le mani appoggiate sul letto, il Bianco mi prende di sorpresa, mi afferra i polsi e me li tira indietro, il suo passo aumenta, se prima passeggiava ora corre, io urlo di dolore e di lussuria, “Aiinn, aiinn, aiinn!”, “Fai star zitta questa cagna”, dice il Bianco, il compare non se lo fa ripetere, con le dita mi apre la bocca, ci sputa dento e mi affonda il suo enorme cazzo contro la gola più che può.
Il dolore è ancora più forte, il nero mi tiene aperta la bocca con due dita, mi stantuffa la gola prendent il ritmo del Bianco che continua a incularmi borbottando qualcosa in un dialetto che non capisco.
Sono al limite del dolore, mi lacrimano gli occhi, potrei anche svenire, il Bianco se ne accorge, sfila il cazzo dal mio culo, mi lascia i polsi.
“Così la rompi, falla respirare, amico”, dice al Nero, che mi toglie dita e cazzo dalla bocca. Ho un conato di vomito e sputo la saliva in eccesso per riprendere fiato.
“Guarda che schifo, questa scrofa”, dice il Bianco, “domani la donna delle pulizie dovrà fare gli straordinari”.
Il Nero mi chiede scusa per l’eccesso di violenza e mi chiede se voglio bere qualcosa prima di continuare. Mi porge la mano e mi invita ad alzami da terra.
Mi siedo sul grande letto, un king size disordinato. E’ ovvio che avevano programmato di dormire con qualcuno e io ho vinto io biglietto vincente!
Sono ancora un po’ confusa, cerco di riprendermi, mi sdraio. Il Bianco sale a cavalcioni su di me e si strofina il lungo uccello a uncino tra le mie tette, strizzandole.
“Sei pronta per il secondo tempo, troia?”, dice.
“Sì, però stavolta in figa, voglio godere!”
Il Nero protesta: “Eh no, adesso tocca a me!”, dice.
“Facciamo scegliere a lei...”, dice il Bianco.
La mia testa dice il Bianco, ma il mio corpo ha preso il sopravvento e dalla mia bocca esce una frase che non avrei mai pensato di dire: “Voglio che quel grande cazzo nero mi sfondi la figa!”
Il Bianco cede il posto al Nero, che mi viene addosso e comincia a baciarmi, le mie braccia circondano il suo collo, le sue mani corrono su tutto il mio corpo accarezzando, palpando e strizzando, finché con la destra prende il suo uccello e me lo punta sull’apertura della vulva.
“Sei pronta?”, mi dice.
Non sembra lo stesso uomo che pochi minuti prima mi ha scopato la gola: è dolce, affabile. Penetra lentamente dentro di me, la mia figa si apre al passaggio di quell’enorme cilindro e io inizio a gemere. Con quel cazzo piantato in tutta la sua lunghezza, lui si ferma e rimane immobile. Vuole farmelo sentire tutto, vuole che la sensazione di essere aperta mi arrivi dritta alla testa, mi sconquassi le sinapsi e mi faccia perdere il controllo. Per tutta risposta gli chiudo le gambe attorno alla schiena, stringo forte, cerco di tenerlo lì dentro. Sto per esplodere, sciolgo le mie gambe e lui comincia a pomparmi. “Aiiinnn, aiiinn”, pochi gemiti e vengo una volta, “Aiiinnn, aiiinn”, mi sbatte sempre più forte, fino al secondo orgasmo.
Penso solo per un attimo a mio marito che dorme in una camera uguale a questa, due piani più sotto, mentre io sto vivendo l’ora più agitata della mia vita. Poi guardo verso la porta e ho una visione: c’è mio marito, sì, lui, Davide, che sta filmando tutto con il telefonino, con l’altra mano si mena il pisello, filma sua moglie che si sta facendo fottere da un uomo di colore. E’ solo un’allucinazione, un pensiero perverso, ma è sufficiente a farmi godere di nuovo. E siamo a tre.
Il Bianco esce dal bagno, non mi ero nemmeno accorta che fosse sparito, e si siede accanto noi. “Fammela scopare un po’ anche a me”, dice al compare.
Il Nero non ne vuol sapere, ha messo la marcia automatica e continua a pompare a una velocità decisamente atletica. Il Bianco mi prende una mano e la appoggia sul suo cazzo per poterlo masturbare. Mi è difficile concentrarmi mentre ricevo le spinte dal Nero, ma faccio quel che posso, e il Bianco sembra comunque apprezzare: il suo uccello torna alle felici dimensioni dell’inculata precedente.
Tra uno che accompagna i suoi colpi con un sordo rumore primordiale, “Uhu, uhu, uhu” e quell’altro che è tornato a borbottare qualcosa nel suo strano dialetto di cui capisco solo la parola “buttana”, riesco a sentire lo sciaff sciaff causato dalle palle del Nero e dai miei succchi vaginali. Mi unisco al concerto: “Aiinn, aiinn”, ma il Bianco mi zittisce subito togliendo la mia mano dal suo cazzo e ficcandomelo in bocca.
Vedendo la scena dell’amico che mi scopa la gola, il Nero mi appoggia una delle sua manone sul collo, come se volesse sentire l’uccello del Bianco perforarmi la faringe, le sue palle mi coprono il naso, mi sento mancare il fiato, ho bisogno di aria, cerco di ribellarmi scalciando, il cazzo a uncino del bastardo va sempre più in profondità, mordo con tutta la forza, il Bianco bestemmia, lo toglie dalla mia bocca e mi colpisce con uno schiaffo.
Nasce una discussione. “Che cazzo fai?”, gli dice il Nero.
“Questa troia mi ha morsicato”, dice il bianco.
Li lascio continuare mentre me ne scappo in bagno a riprendere fiato.
Mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Il trucco è diventato una macchia nera sul mio viso. Continuo a sputare saliva. Mi lavo io viso e mi siedo sulla tazza per far pipì.
Bussano alla porta.
“Scusa tesoro, mi sono fatto prendere”, è la voce del Bianco, “ti prometto che da ora in poi ti tratteremo come una regina”.
Sentire solo la sua voce pentita senza vedere la sua brutta faccia mi scioglie l’arrabbiatura. Esco dal bagno, lui mi abbraccia, vedo il Nero seduto sul letto che ci guarda. Sulle lenzuola si è formata una pozza di liquido vaginale, più altre macchie sparse qui e là sul letto. Non c’è dubbio che nonostante l’eccessiva animosità i due ragazzi mi hanno fatta godere. Tutto sommato mi sento in debito con loro.
“Forza allora, con dolcezza. Chi vuol cominciare?”, dico.
Il Bianco si sdraia sul letto, gli sorrido per fargli capire che non ce l'ho con lui, gli salgo sopra e gli strofino le labbra della mia vulva sul glande, eccitandomi nuovamente al pensiero di sentirlo in profondità dentro di me. Piano piano lo faccio entrare, fino in fondo, sento la punta colpire la mia cervice, è la solita familiare sensazione di dolore e piacere. Mi sono mossa in avanti per farlo scivolare leggermente fuori e ho iniziato a cavalcarlo attenta, anche se a volte arrivava fino in fondo creandomi quella sensazione di fastidio.
Muovo i fianchi in modo che il suo cazzo prema contro le mie pareti, mi aggiusto fino quasi a sedermi, le mie tette gli ballano davanti agli occhi e lui le tira a sé per baciarle e mordicchiarle.
Il Nero si avvicina e mi bacia la bocca, con la mano gli cerco il cazzo ancora duro, lo masturbo, le lingue giocano, mi accarezza una natica e mi dà una forte sculacciata.
“Ehi!”, dico, “si era detto con dolcezza.” Faccio l’arrabbiata ma non so mentire, i ragazzi capiscono subito che la situazione mi piace, Cazzo se mi piace!
“Vuoi provare la doppia penetrazione, nostra regina”, mi dice il Nero. Sono completamente fuori di me, e non posso che dire di sì.
Ferma col cazzo del Bianco nella figa mi chino verso di lui. Il Bianco mi allarga le natiche, il nero sputa nel mio buchino, si aggiusta bene il cazzo e comincia a spingere. Non avevo pensato alle dimensioni, quando entra e mi apre il culo mi scappa un urlo. Con molta calma si sistema bene dentro di me e scava nel tunnel: avanti e indietro, avanti e indietro.
Il Bianco sposta le mani sui miei fianchi e mi muove, io rispondo cavalcandolo come prima, chiusa nella morsa dei due cazzi che mi squarciano non ho molto spazio di manovra, e sono ormai esausta, mi accascio sul petto del Bianco e aspetto che i due compino il loro bravo dovere di maschi alfa.
Mio marito? Ormai la visione è scomparsa, la passione di questi due giovani mi riempie letteralmente di gioia, non dovrò più fare nulla e posso concentrarmi sui loro gemiti, la mia mente è completamente bianca, mi concentro sulle sensazioni del mio corpo, sento il fiato del Bianco nelle mie orecchie, le mie mani stringono le lenzuola, le tirano. Anche il mio respiro si fa agitato: so cosa sta succedendo, e lo accetto con felicità e gratitudine; una ricca esplosione di piacere mi fa tremare, regalandomi un altro intenso orgasmo.
Ho gli occhi chiusi, ho sento uno di loro dire "Voglio sborarre dentro di te, bambina", sono stremata, distrutta, e dico “Sì”, non importa chi sia, passa solo qualche secondo e sento il cazzo che ho nella figa pulsare e rilasciare il suo sperma in profondità.
Sfilano entrambi i loro cazzi dai miei orifizi sfibrati. Sfinita mi giro sul dorso, ma il Nero si mette a cavalcioni su di me e si masturba velocemente offrendomi l’intensa visione in primo piano del suo sperma che schizza dal buchetto del suo cazzo per atterrare sulle mie tette, uno, due, tre, quattro urgenti fiotti.
Il Bianco mi porge dei fazzolettini per pulirmi come posso.
“Voglio ancora chiederti scusa per prima”, mi dice, “se vuoi puoi fermarti qui a riposare un po”.
Mi tolgo finalmente i sandali e mi sdraio con loro.
Non so quanto tempo sia passato. Mi sveglio che sta già albeggiando, mi alzo velocemente, e mi rimetto il vestito e le scarpe.
I miei due angeli (o diavoli?…) dormono ancora. Prima di partire lascio loro un biglietto con il mio numero di telefono e un ringraziamento per l’indimenticabile notte.
Corro in camera mia. Grazie al cielo mio marito sta ancora dormendo, così posso andare in bagno a farmi una doccia. Mi accorgo solo adesso di aver lasciato ai due ragazzi qualcos’altro, oltre al mio biglietto: ho dimenticato il perizoma, ma non ha importanza. Mi faccio la doccia, mi spalmo della pomata sul livido che mi ha lasciato lo schiaffo del Bianco, esco e mi corico accanto a mio marito.
Ma come posso dormire? La vita è fatta di lavoro e sofferenza, ogni giorno nascono problemi da affrontare, seccature e ostacoli da aggirare. Quando morirò, giovane o vecchia, non ha importanza, voglio andarmene con addosso tanti bei momenti da ricordare, voglio riempire il mio album dei ricordi con tanti Magic Moment, da poter mettere sulla bilancia e presentarmi a San Pietro o chi per lui e dirgli: “Senti San Pietro, questo è il mio curriculum vitae, mettimi dove vuoi tu, al paradiso, all’inferno, non importa. Mi importa che ci sia una pista per ballare, l’open bar, e tante anime come la mia, con cui divertirmi per l’eternità!”
Sono passati alcuni mesi da quella vacanza, e qualcuno di quelli che mi hanno seguito fin qui se lo chiederanno: i ragazzi mi hanno richiamato? Purtroppo abitano lontano, ma per il mio album sarebbe comunque una figurina doppia. Ci sarà, là fuori, qualche altro bel maschione disposto a condividere un Magic Moment con me? Io aspetto....
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