Nuovo gruppo, nuova avventura

Scritto da , il 2013-05-22, genere trio

Salve a tutti, questo racconto erotico è il primo che scrivo, vi chiedo di non essere troppo duri.
Non sono mai stata la più bella della scuola, ma sicuramente ho sempre avuto anch'io la mia bella lista di spasimanti. Mi chiamo Noemi, ho diciotto anni appena compiuti, una seconda di seno e un culetto perfetto ma sono alta appena un metro e sessantacinque, altezza pompa direbbero i miei compagni di classe. Questa storia risale ad appena un anno fa. Era da un po' di tempo che non mi trovavo bene con la mia classe, ero appena uscita da una relazione finita male e con ancora l'animo scosso, volevo solo distrarmi un po'. Fu per puro caso che incontrai il mio gruppo... ero a lavoro da mia madre quando sbucò dal nulla una sua amica piuttosto particolare, che io definirei una MILF. Quarta di seno, bellissime gambe ed aspetto molto giovanile per una signora di quarantacinque anni. Con fare cordiale si rivolse a mia madre, chiedendole di presentarmi e così fu. Pochi minuti dopo mi trovavo a cena con mia madre, lei e sua figlia Monica, una bella moretta tutto pepe che di certo non sfigurava davanti alla madre. Diventammo subito amiche, già dalla prima impressione capii che non potevo provarci con lei che di sicuro aveva gusti esclusivamente eterosessuali, quindi di comune accordo ci precipitammo ad una festa al quale non eravamo invitate. Molti ragazzi iniziarono a presentarsi e prima della fine della serata la mia lingua stava già accarezzando quella di Pietro, un ragazzo appena conosciuto che non rappresenta il classico belloccio ma ha una simpatia fuori dal comune. Fu a quella festa che incontrai Alessandro, bellissimo riccio motociclista con l'aria del bastardo e Diego, venticinquenne bassetto ma veramente carino, pur non essendo un bronzo di riace.
Passarono i giorni ed io giravo tranquillamente per strada attendendo l'autobus, dopo una nottata distruttiva in discoteca. Fu allora che mi sentii chiamare:
- Hey tu! - era Ale, splendido come il sole, sulla sua moto nuova.
-Ale! Come va? - gridai saltandogli al collo e stampandogli un dolce bacio sul collo che lo fece vibrare tutto. Non rispose, fece segno di salire ed io, fiduciosa e tranquilla salii tenendomi forte sul suo bacino. Mi portò in un parchetto vicino casa sua, dove si appartano gli innamorati, mi fece scendere e parcheggiò la moto dietro un cespuglio.
-Che cosa ci facciamo qu...- mi chiuse la bocca sigillandola con un lungo bacio, afferrandomi per il bacino e tenendomi stretta. Poi mi abbracciò ed iniziai a sentire il rigonfiamento del suo pacco che accese un calore che mi salì dalla figa alla schiena. Si poggiò alla moto e si tirò giù i pantaloni, scoprendo un cazzo già svettante.
-Ma che cosa...????- esclamai stupita, prima di osservare delle dimensioni mastodontiche. Era davvero un bel cazzo, enorme e strano su un diciassettenne! Mi ordinò di succhiarlo e non resistetti. Cominciai a lasciare piccoli baci su tutta la lunghezza, lo scappellai e lo segai un po'. Ci presi confidenza, ci giocai ed iniziai a leccarlo avidamente senza mai prenderlo in bocca, date le dimensioni. Per un po' mi lasciò fare, poi volendo qualcosa di più mi tenne ferma la testa e lo infilò tutto, fino in gola, quasi soffocandomi. Iniziarono a lacrimarmi gli occhi per i conati, ma dopo poco mi abituai ed iniziai a fissarlo con i miei occhioni azzurri cercando un suo sguardo, cosa che iniziò ad eccitarlo. Mi scopava la bocca, aumentando e diminuendo il ritmo a suo piacimento. Ero già bagnata, non resistetti più ed infilai le manine nelle mutandine, stimolandomi il clitoride con due dita. Se ne accorse e mi sorrise beffardo.
- Ahah, lo sapevo che eri una a cui piace succhiare! - Poi lo tolse dalla bocca, me lo sbattè sulle guance e poi mi tirò su. Avevo ancora il vestito della sera prima, un abitino corto e senza calze. Fu facile per lui sfilarmi le mutandine, prendermi in braccio, appoggiarmi sulla moto e ricambiare il favore. Si vedeva che aveva molta esperienza, la sua lingua si muoveva sulla mia fighetta bagnata facendomi godere come una vacca. Mi aggrappai ai suoi ricci, gemendo e cercando di trattenere le grida. Non ci mise molto ad arrivare il mio primo orgasmo. D' un tratto si alzò, mi aprì bene le gambe e ci si spinse in mezzo, sentii il suo cazzone entrare fino alla fine tutto in un colpo. Iniziai a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, poi mi accorsi di un ombra che ci osservava soddisfatta da dietro un albero...
FINE PRIMA PARTE.

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