Bruna
di
Frossi
genere
sentimentali
"Vieni qui, siediti, Bruna". Bruna, la diciottenne domestica, si siede accanto a me sul letto. E' proprio carina Bruna, che mi sono trovato in casa, arrivando in licenza. Ha un bell'ovale, due occhi grigi cangianti sotto magnifiche, naturali sopracciglia. Flessuosa, un corpo adolescenziale sotto una vestaglietta che lascia scoperte le ginocchia e facilmente immaginare il resto. La guardo desiderandola, lei lo sente ed è visibilmente turbata, allora la bacio delicatamente su una guancia e le dico che è bella che voglio che mi guardi perché devo baciarla sulla bocca, il "disiato riso", per dirla con Dante. Ora la sue labbra sono sulle mie e io cerco d aprirle delicatamente con la punta della lingua che si fa n varco, quel tanto per giungere alla sua umida lumachetta. Bruna sospira e ancora di più sospira quando la mia mano si posa sulle sue ginocchia e poi dolcemente risale lo scivoloso percorso fino a toccare le sue mutandine bagnate. Lecco dalla mie dita l'eccitante essenza corporea, il liquoroso succo di una intatta fichetta." Non mi faccia male, Paolo, per favore" mi dice quando le sbottono la veste e gliela tolgo e poi l'aiuto a distendersi tra le mie braccia. "Non l'ho mai fatto" sussurra ed io: "Solo del bene voglio farti, tesoro, non temere", le soffio all'orecchio e Bruna ha un brivido. Da lì la bacio dappertutto e sospirando arriviamo pian piano a un orgasmo reciproco, un orgasmo forte, bagnato, languido e lamentoso. Niente penetrazione, non mi andava di trafiggere l'anima che sentivo in lei, cercavo solo un celeste godimento. "Ti ho fatto male, Bruna?" Bruna mi guarda con un dolce sorriso e scuote la testa, poi mi bacia sulla guancia e io sono pieno di gioia per l'angelico amplesso.
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