La sexy casa nella prateria 2

di
genere
incesti

La settimana dopo, Mary e sua madre Caroline andarono a Minneapolis per quel concorso di matematica di cui si parlava da settimane.
Mary si era qualificata con grande dispetto di Nellie Ingalls, e tutta la comunità aveva pagato il viaggio e l’albergo nella città più importante dello stato.
“Mamma una stanza d’albergo, non c’ero mai stata!”, gli aveva detto cambiandosi per la notte. Mary era nuda nel bagno e si stava lavando la fichetta, già così pelosa. Non aveva mai visto sua figlia come ormai una donna, e le si avvicinò e con orgoglio le strinse le tette.
“Mary, dobbiamo parlare di te e John”, e lei fu scossa da un brivido nel sentire sua madre così vicino, e si girò e a sua volta gli strinse i seni così sodi, irrobustiti dalle due figlie avute.
“Mary, hai fatto l’amore con lui?”, e la portò in camera e si adagiarono sul letto mezze nude.
“Sì, e abbiamo goduto parecchio!”, e quasi senza volerle Caroline affondò due dita nella sua vagina strappandole un gemito.
Si fermò, guardò sua madre e appoggiò le labbra alle sue, e come a un richiamo automatico le lingue si intrecciarono, mentre Caroline toccava il clitoride della figlia che ebbe come un brivido.
Fece adagiare la figlia e incominciò a leccargli la fighetta giovane, Mary muoveva il bacino sempre più eccitata, Caroline gli allargò le gambe stringendogli allo stesso tempo i capezzoli.
“Godi figlia mia godi…”, sussurrò sentendo il respiro affannoso della ragazza e poi la fece cambiare posizione.
“Così darai piacere anche a me”, gli disse e si sistemarono in un 69 dove il culetto delicato di Mary sbatteva sulla faccia di mamma Caroline, che ne approfittava anche per allargarle il buchetto anale.
“Ohh…”, “Ti servirà anche quello amore”, gli rispose lei, ansimando visto come la linguetta della figlia stava leccandogli la vagina provocandogli sussulti prolungati.
“Preparati Mary”, gli disse e gli infilò un dito nel culo e questo gli provocò un ulteriore orgasmo, quasi facendogli mordere la figa della mamma che gemette a sua volta.
Vennero insieme e tornarono ad abbracciarsi e baciarsi nel lettone.
“Mà, è grave che non sia più vergine”, gli disse lei quasi in lacrime.
“No, ma John che intenzioni ha?”, e tornò a stimolarle il capezzolo mentre Mary si muoveva irrequieta.
“Dovrebbe andare a studiare al college, poi tornerà”, gli rispose non del tutto convinta.
“Quindi hai tempo per scegliere cosa fare, e intanto”, mentre lo diceva sua madre spostava una mano sulla sua passerina, “goditi la vita che te lo meriti”, e portò le sue labbra sulle sue e tornò a baciare la sua bellissima figlia.

Intanto a casa Laura, ormai quasi sedicenne e in quella fase in cui una bambina diventa donna passando per essere un’adolescente con certe pulsioni, finiva di mettere a posto la tavola dopo aver preparato la cena per lei e suo padre.
“Papà, posso chiederti una cosa?”, gli disse con un tono apparentemente neutrale.
“Certo scricciolo, spara!”, gli rispose lui stanco e con la pancia piena.
“Ma è vero che Nils scopa sua figlia?”, e manco poco che Charles non sputasse il pezzo di tabacco che aveva in bocca.
“Beh ma chi le dice certe cose?”, e Laura ridacchiò.
“Papi, tu scoperesti me?”, e suo padre arrossì e gli disse di cambiare discorso.

“Papi, posso dormire con te. Ho paura senza Mary con me”, gli chiese scendendo dal soppalco in cui dormiva con la sorella.
“Non c’è problema, vieni pure”, gli rispose Charles.
“Posso dormire nuda papà, fa così caldo”, gli disse con la sua vocina così convincente. Charles la guardò pensoso, poi gli rispose togliendosi la camicia. “Dormirò anch’io nudo allora”, e si tolse per buona misura anche i mutandoni rivelando il suo membro non completamente a riposo.
Così Laura si spogliò senza apparente malizia ma Charles Ingalls notò come la sua figlia prediletta avesse già un bel sederino e due tettine parecchio sode.
Ovviamente Laura aveva un piano ben preciso, così dopo nemmeno mezz’ora che dormivano si avvicinò al padre e mise una mano su quel cazzo così grosso che non aveva mai visto.
Non ne aveva mai visto uno così vicino, il pene di suo padre sembrava essersi ingrassato nel sonno, così lo strinse e immaginò di prenderlo in bocca.
“Mmm Laura cosa stai facendo?”, gli chiese lui.
“Volevo vedere il mio primo… cazzo!”, rispose lei e lui si voltò.
“E…”, Laura sorrise maliziosamente, poi si abbassò sparendo nelle coperte.
“Mah che succede?”, chiese Charles che poi sentì una bocca immergersi nella sua mazza.
Caroline glielo ciucciava a fondo e Laura doveva avere un talento tramandato perché la sua boccuccia pompava e pompava senza sosta.
Non potè fare a meno di mettere le mani sulle sue tettine, poi la tirò fuori da sotto le coperte e incominciò a baciarla, le loro lingue saettando in un bacio appassionato.
“Mmm papi che bello”, e Charles cercando la fighetta di Laura preparò il cazzo per la penetrazione.
“Sei vergine vero?”, lei fece di sì con la testa.
“Preparati che farà un po' male”, e affondò il pene facendola sussultare.
La rottura dell’imene non la fece sanguinare troppo, e il piacere superò il dolore.
Per non rischiare di metterla incinta Charles lo tolse fuori gocciolante e glielo mise in bocca e senza bisogno di dirlo lo prese in bocca e la aprì solo per far vedere lo sperma che passava nella sua linguetta, poi le loro bocche si unirono ancora una volta e Charles inghiottì il suo stesso seme.
Si staccò da lei e la guardò con imbarazzo: “Sarà il nostro piccolo segreto vero?”, ma lei non rispose e lo riprese in mano.
“Crederai mica che finisca qui, papà?”, e con la sua solita aria maliziosa Laura lo riprese in bocca facendo crollare le ultime resistenze di Charles.

Al concorso di matematica Mary era andata parecchio bene, risultando la terza su un centinaia di allievi.
Però dopo era triste. “Volevo vincere mà!”, disse piangendo, mentre sorseggiavano una cioccolata calda in un caffè vicino all’albergo. Sarebbero partiti col treno l’indomani mattina presto, e avevano ancora la notte davanti.
Dietro quell’aspetto di mamma premurosa Caroline rivelava un segreto. Da adolescente dopo che i suoi erano morti si era trovata letteralmente per la strada, e aveva dovuto entrare sedicenne nel miglior bordello di Norfolk, Virginia.
A pensarci si bagnava ancora la patatina, come chiamava affettuosamente la sua vagina, e conoscendo Charles aveva cambiato vita. Però l’idea di tutto quel sesso si svegliava spesso dentro di lei, e dopo aver fatto l’amore con sua figlia la scorsa notte non voleva tornare indietro ad essere solo una moglie e una madre. E aveva una idea in proposito.
“Ho qualcosa che ti tirerà su Mary”, e insieme tornarono all’hotel.
Chiese di poter fare un bagno caldo, e di far venire il ragazzo a portargli l’acqua calda. L’aveva adocchiata il giorno prima, si chiamava Tony, avrà avuto vent’anni ed era quantomai prestante.
“Se ti è piaciuto il cazzo di John, cara, vedrai questo!”, disse a sua figlia che sgranò gli occhi.
“Mamma! Finché è tradire papà e John tra di noi è una cosa, ma…”, e lei gli diede un buffetto.
“Cara, il piacere del sesso va al di là delle semplici convenzioni, vedrai…”, e incominciò a spogliarla nuda. Mary non fece resistenze.

Si fecero trovare nude nel bagno della camera quando arrivò Tony.
La sensazione sui piedi nudi fu bellissima quando rovesciò l’acqua sui loro corpi, lui glieli prese in bocca prima a Caroline e poi a Mary leccando le loro dita una per una.
Poi Caroline gli fece segno di non formalizzarsi e di entrare a sua volta nella tinozza.
Il ragazzo aveva capito che dietro l’aspetto così elegante mamma e figlia erano due troie nell’essenza, di una bellezza pazzesca, e si spogliò svelando di non avere neanche i mutandoni sotto.
Spinse il cazzo all’altezza delle loro bocche, e la prima a prenderlo in bocca fu Caroline.
“Mmm, guarda e impara figlia mia…”, e lo infilò in bocca mentre Mary giocava con i coglioni gonfi di Tony.
Dopo averlo indurito a dovere, si impalò sul cazzo giovane e bello in tiro, mentre sua figlia aveva iniziato a baciare il ragazzo, che unì la sua lingua alla sua. Slinguava Mary mentre a sua volta con le mani stringeva le mammelle procaci di sua madre, accentuando il ritmo mentre l’acqua della tinozza schizzava dappertutto.
“Tocca a te”, disse lei togliendosi dall’arnese di Tony e lasciando che fosse la giovane fighetta della figlia a spaccarsi sul cazzo di Tony, ormai durissimo.
“Ohhhh!”, mugolò Mary, che aveva dimenticato il pene di John. Si muoveva sulla mazza di carne sentiva mille sensazioni in tutto il corpo, mentre Tony e Caroline gli stuzzicavano i capezzoli.
Sentiva di impazzire, e fu guidato all’orgasmo e poi tolta dal cazzo in tempo per i primi schizzi del ragazzo.
Lei e Caroline si chinarono per essere investite da una pioggia bianca che le ricoprì tutte e due. Perversamente sua madre lo invitò a finirle con un getto di pioggia dorata.
“Mamma! Pure la pipì?”, e sua madre la tranquillizzò. “Sarà aspra ma buona, tira fuori la lingua”, e Tony le schizzò di piscia e Mary si unì a Caroline unendo la sborra che aveva in bocca con il liquido giallo che la investì. Si sentì entrata in un viaggio senza ritorno, e si chiese se era destinata a diventare una insaziabile troia sessuale.

“Mamma, non ti ho mai vista così!”, gli disse la mattina dopo sulla strada del ritorno in treno.
E Caroline gli raccontò del bordello, di come per due anni prima con ritrosia poi con sommo piacere aveva capito cosa vuol dire provare il piacere estremo del sesso.
“Ma Tony ci ha pure leccato le dita dei piedi, non sapevo fosse così eccitante!”, disse la figlia e lei si mise a ridere.
“Ti devo raccontare qualcosa a proposito”, rispose lei.

CONTINUA


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scritto il
2024-03-26
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