La zia sull'autobus (parte I)
di
Rosco_Porco
genere
voyeur
Storia vera di come ho scoperto mia zia essere una troia sottomessa!
email: imperium@hotmail.it
A 19 anni e per frequentare l'università mi sono trasferito dalla Sicilia in una grande città del Nord Italia. Per risparmiare i soldi dell'affitto (che in quella città sono proibitivi) i miei genitori hanno chiesto ai miei zii, che vivono là, se potevano ospitarmi e loro ne sono stati ben contenti. Soprattutto mio zio ne è stato contento, è un siciliano vecchio stampo, gelosissimo di mia zia, e non gli si può dar torto perché lei è una bella donna formosa e procace. Su mia zia Elisabetta ho sempre avuto fantasie sessuali molto spinte, è stata la prima donna per cui mi sono masturbato molti anni addietro e ancora adesso mi tiro dei segoni pensando al suo corpo morbido e alle sue rotondità da donna matura. Zia ha 54 anni ed è una donna riservata, che non dà confidenza a nessuno perché il marito gelosissimo la tiene ossessivamente sotto controllo.
"E' una fortuna che tu sia venuto a studiare qui, così ogni giorno quando prenderai l'autobus per andare all'università accompagnerai tua zia al lavoro. Sai, non mi fido a mandarla da sola, lei è una donna indifesa e sui mezzi pubblici ci sono un sacco di depravati!"
Zia è impiegata in uno studio di geometri dove fa la segretaria e così con l'inizio dei corsi ci siamo ritrovati a prendere lo stesso autobus ed è proprio sull'autobus che ho iniziato ad assistere e delle scene che mi hanno lasciato sbigottito.
Sbigottito perché zia si è sempre mostrata come una donna algida, compassata, seria e anche sottomessa al marito, come lo sono in genere le donne del sud, ma non immaginavo di scoprirla sottomessa agli uomini in generale, e fino a quel punto...
Come tutte le mattine io e zia saliamo sull'autobus che è sempre pieno, di solito stiamo attaccati ma una mattina ci ritroviamo distanti di oltre un metro, una distanza che mi permette di vedere che una mano galeotta fa capolino da un grosso giaccone e si poggia con finta indifferenza sul sederone di zia Elisa!
D'istinto stavo per urlare e spintonare la gente per arrivare a quella mano e storpiarla ma poi con sorpresa ho realizzato che zia non stava reagendo, nemmeno quando quelle dita avevano preso ad affondare nella stoffa rossa della gonna palpandole oscenamente il culo. Lei ci stava!!! Mia zia si stava lasciando tastare il culo sull'autobus!!!
L'osceno spettacolino è continuato tutto il tempo, fino alla nostra fermata. Zia si è comportata come nulla fosse, le era sfuggito il dettaglio che essendomi trovato più distante avevo potuto vedere tutto.
Anche il giorno appresso si è ripetuta la stessa cosa, con lei che si mostrava indifferente. La stessa scena: una donna in tailleur, dall'aspetto distinto, in piedi sull'autobus, mentre dietro di lei un altro sconosciuto le palpava il culo fino a spremerlo oscenamente!
Ogni mattina mia zia si faceva tastare il culo da uomini sempre diversi, alcuni le infilavano la mano dentro le mutande e, da come lei godeva in viso, capivo che la scopavano con le dita lì su un autobus pieno di gente!
Le mattine si susseguivano e non si attenuava il mio turbamento nell'avere scoperto quanto fosse troia questa zia così all'apparenza composta e sobria. Così, giorno dopo giorno, lei si lasciava palpare, tastare e molestare da innumerevoli sconosciuti e a me, dopo lo shock, è seguita una ossessione continua, non sono più riuscito a liberarmi di quelle immagini, a casa e in università non facevo che appartarmi e sfinirmi di seghe e vederla così sottomessa e arresa a quelle molestie mi ha spinto così a provarci.
Una volta mentre osservavo la consueta visione oscena e eccitante sento un signore parlarmi a bassa voce. Ha notato che ogni mattina, puntuale, sono sull'autobus a godermi lo spettacolo, cosa che fa anche lui. Mi dice che lui ci sale apposta per assistere a queste scene. E' un pensionato e non avrebbe nessun motivo per farlo ma da un anno ogni mattina prende l'autobus per vedere quella donna farsi toccare nei modi più osceni. Mi chiede se la conosco e gli dico di no. Dal gonfiore dei miei pantaloni capisce che sono molto interessato.
"Un consiglio per te giovanotto," mi sussurra, "si vede che hai intenzione di farti avanti, ma se vuoi che la cosa duri non guardarla in faccia e non rivolgerle mai la parola. Ogni volta che qualcuno ha provato ad andare oltre, per farci conoscenza, lei ha reagito non salendo più su quell'autobus e lasciando a bocca asciutta chi la aspettava per palparsela."
Una mattina mi piazzo dietro di lei, aspetto qualche minuto che l'autobus si riempia, più siamo stipati e più la mano può palpare indisturbata il suo culo grosso e morbido. Ad un tratto mi decido, poggio la mano e l'affondo nella sua gonna. Inizio quelle oscene palpate che per giorni ho visto fare da altri. Me la palpo per tutto il tempo, fino alla fermata, ed è una vera goduria, sono stordito dall'eccitazione, dall'incredulità e dalla felicità.
Ho continuato per altri giorni poi ho iniziato a volere di più, incoraggiato dal fatto che lei accettava tutto su quell'autobus, pensando fossero degli sconosciuti a toccarla.
Scene davvero surreali, a raccontarle sembrano non credibili eppure era così, erano tutti completamente presi dalle letture dei giornali oppure con lo sguardo perso fuori dal finestrino a sognare forse di evadere dalla loro grigia quotidianità di pendolari. Zia elisa cercava di stare il più compassata possibile, arresa ad ogni palpata mentre infilavo le mani nella sua scollatura e, sotto il maglioncino, le afferravo le tettone stringendole come si fa per mungere quelle delle vacche!
Anche per lei il farsi palpeggiare così oscenamente, l'essere esposta e umiliata, offerta come un frutto su una bancarella palpato senza delicatezza e lasciato lì, l'essere trattata come una puttana e il sentirsi lei stessa una puttana era il suo modo di ribellarsi e vendicarsi all'ossessiva gelosia di mio zio.
(Continua)
email: imperium@hotmail.it
A 19 anni e per frequentare l'università mi sono trasferito dalla Sicilia in una grande città del Nord Italia. Per risparmiare i soldi dell'affitto (che in quella città sono proibitivi) i miei genitori hanno chiesto ai miei zii, che vivono là, se potevano ospitarmi e loro ne sono stati ben contenti. Soprattutto mio zio ne è stato contento, è un siciliano vecchio stampo, gelosissimo di mia zia, e non gli si può dar torto perché lei è una bella donna formosa e procace. Su mia zia Elisabetta ho sempre avuto fantasie sessuali molto spinte, è stata la prima donna per cui mi sono masturbato molti anni addietro e ancora adesso mi tiro dei segoni pensando al suo corpo morbido e alle sue rotondità da donna matura. Zia ha 54 anni ed è una donna riservata, che non dà confidenza a nessuno perché il marito gelosissimo la tiene ossessivamente sotto controllo.
"E' una fortuna che tu sia venuto a studiare qui, così ogni giorno quando prenderai l'autobus per andare all'università accompagnerai tua zia al lavoro. Sai, non mi fido a mandarla da sola, lei è una donna indifesa e sui mezzi pubblici ci sono un sacco di depravati!"
Zia è impiegata in uno studio di geometri dove fa la segretaria e così con l'inizio dei corsi ci siamo ritrovati a prendere lo stesso autobus ed è proprio sull'autobus che ho iniziato ad assistere e delle scene che mi hanno lasciato sbigottito.
Sbigottito perché zia si è sempre mostrata come una donna algida, compassata, seria e anche sottomessa al marito, come lo sono in genere le donne del sud, ma non immaginavo di scoprirla sottomessa agli uomini in generale, e fino a quel punto...
Come tutte le mattine io e zia saliamo sull'autobus che è sempre pieno, di solito stiamo attaccati ma una mattina ci ritroviamo distanti di oltre un metro, una distanza che mi permette di vedere che una mano galeotta fa capolino da un grosso giaccone e si poggia con finta indifferenza sul sederone di zia Elisa!
D'istinto stavo per urlare e spintonare la gente per arrivare a quella mano e storpiarla ma poi con sorpresa ho realizzato che zia non stava reagendo, nemmeno quando quelle dita avevano preso ad affondare nella stoffa rossa della gonna palpandole oscenamente il culo. Lei ci stava!!! Mia zia si stava lasciando tastare il culo sull'autobus!!!
L'osceno spettacolino è continuato tutto il tempo, fino alla nostra fermata. Zia si è comportata come nulla fosse, le era sfuggito il dettaglio che essendomi trovato più distante avevo potuto vedere tutto.
Anche il giorno appresso si è ripetuta la stessa cosa, con lei che si mostrava indifferente. La stessa scena: una donna in tailleur, dall'aspetto distinto, in piedi sull'autobus, mentre dietro di lei un altro sconosciuto le palpava il culo fino a spremerlo oscenamente!
Ogni mattina mia zia si faceva tastare il culo da uomini sempre diversi, alcuni le infilavano la mano dentro le mutande e, da come lei godeva in viso, capivo che la scopavano con le dita lì su un autobus pieno di gente!
Le mattine si susseguivano e non si attenuava il mio turbamento nell'avere scoperto quanto fosse troia questa zia così all'apparenza composta e sobria. Così, giorno dopo giorno, lei si lasciava palpare, tastare e molestare da innumerevoli sconosciuti e a me, dopo lo shock, è seguita una ossessione continua, non sono più riuscito a liberarmi di quelle immagini, a casa e in università non facevo che appartarmi e sfinirmi di seghe e vederla così sottomessa e arresa a quelle molestie mi ha spinto così a provarci.
Una volta mentre osservavo la consueta visione oscena e eccitante sento un signore parlarmi a bassa voce. Ha notato che ogni mattina, puntuale, sono sull'autobus a godermi lo spettacolo, cosa che fa anche lui. Mi dice che lui ci sale apposta per assistere a queste scene. E' un pensionato e non avrebbe nessun motivo per farlo ma da un anno ogni mattina prende l'autobus per vedere quella donna farsi toccare nei modi più osceni. Mi chiede se la conosco e gli dico di no. Dal gonfiore dei miei pantaloni capisce che sono molto interessato.
"Un consiglio per te giovanotto," mi sussurra, "si vede che hai intenzione di farti avanti, ma se vuoi che la cosa duri non guardarla in faccia e non rivolgerle mai la parola. Ogni volta che qualcuno ha provato ad andare oltre, per farci conoscenza, lei ha reagito non salendo più su quell'autobus e lasciando a bocca asciutta chi la aspettava per palparsela."
Una mattina mi piazzo dietro di lei, aspetto qualche minuto che l'autobus si riempia, più siamo stipati e più la mano può palpare indisturbata il suo culo grosso e morbido. Ad un tratto mi decido, poggio la mano e l'affondo nella sua gonna. Inizio quelle oscene palpate che per giorni ho visto fare da altri. Me la palpo per tutto il tempo, fino alla fermata, ed è una vera goduria, sono stordito dall'eccitazione, dall'incredulità e dalla felicità.
Ho continuato per altri giorni poi ho iniziato a volere di più, incoraggiato dal fatto che lei accettava tutto su quell'autobus, pensando fossero degli sconosciuti a toccarla.
Scene davvero surreali, a raccontarle sembrano non credibili eppure era così, erano tutti completamente presi dalle letture dei giornali oppure con lo sguardo perso fuori dal finestrino a sognare forse di evadere dalla loro grigia quotidianità di pendolari. Zia elisa cercava di stare il più compassata possibile, arresa ad ogni palpata mentre infilavo le mani nella sua scollatura e, sotto il maglioncino, le afferravo le tettone stringendole come si fa per mungere quelle delle vacche!
Anche per lei il farsi palpeggiare così oscenamente, l'essere esposta e umiliata, offerta come un frutto su una bancarella palpato senza delicatezza e lasciato lì, l'essere trattata come una puttana e il sentirsi lei stessa una puttana era il suo modo di ribellarsi e vendicarsi all'ossessiva gelosia di mio zio.
(Continua)
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