Il ladro di ciabatte

di
genere
feticismo

Mi trovavo in spiaggi da solo per passare una giornata diversa dal solito.
Mentre mi guardo intorno, vedo una bellissima ragazza bionda che si posiziona non molto lontano da me.
Squadrandola subito per il suo fisico mozzafiato, vedevo che anche lei era sola.
Aveva disteso il suo asciugamano e si era messa a prendere il sole inizialmente, per poi andare a fare il bagno dopo un po' di tempo.
Di lì squadro delle ciabattine in cui alquanto usurate che attirano subito la mia attenzione.
Vedendo che nessuno mi stava guardando, ho voluto approfittare di tale assenza della ragazza per avvicinarsi a quelle ciabattine.
Vidi subito che erano usurate e mentre mi stavo godendo quel panorama e quei piedi che emanavano un grande odore, me li portai subito al naso.
Puzzavano davvero tanto e il mio membro si era rizzato come una mazza.
Volevo masturbarmi ma non potevo farlo per paura di essere beccato.
Intanto la ragazza era andata molto al largo e con ciò non mi aveva visto assolutamente.
Fu da quel momento che pensai ad una pazzia bella e buona: andarmene e rubare le sue ciabatte per poter usufruire del mio eccitamento.
Fu così che presi le mie cose alla svelta e nascosi le ciabattine della sconosciuta nel mio zaino.
Mi volatilizzai, nascondendomi in macchina e masturbandomi così velocemente da riversare il mio liquido in quelle ciabatte odorose che mi avevano fatto godere così alla svelta.

Stavo salendo il paesino dove abitavo quando vedo una macchina sospetta che mi stava seguendo da un po'.
Dopo aver guardato dal mio specchietto, vidi che a seguirmi non era altro che quella misteriosa ragazza a cui avevo rubato le sue ciabattine.
Preso da un piccolo panico, feci finta di nulla proseguendo verso le strade ripide del mio paese.
La giovane ragazza, non essendo pratica di tale strada, improvvisamente finisce con la macchina in una fossa e con le ruote bloccate.
Fermandomi poco più avanti, vedevo che la macchina non si muoveva più.
Non potendo lasciarla lì, parcheggiai la mia macchina da parte e corsi incontro verso la ragazza.
Vidi che la ragazza non riusciva ad uscire mentre le sue ruote stavano girando a vuoto in quella fossa.
Scendendo di macchina, la ragazza mi squadrò malamente dopo che mi dette un sonoro ceffone che non scorderò mai.
< Che cosa credevi? Che non mi sarei accorta della tua depravazione verso le mie ciabattine? >
< Ma io non... >
Non sapevo cosa rispondere.
Mi sentivo interdetto e soprattutto non sapevo cosa fare.
< Quindi tu mi stavi seguendo per questo? >
< Certo! E per colpa tua adesso sono anche scalza. >
Aveva dei piedi bellissimi e non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
< Continui a fissarmi i piedi?! >
< Veramente ho appena iniziato. >
< Sei uno sporco feticista. E ridammi le mie ciabattine. >
Non volevo ridarle quelle bellezze e anche se ero impazzito, volevo aiutarla.
< Che problema ha la tua auto? Ti sei bloccata? > gli domandai cambiando argomento.
< Sì ed è colpa tua! >
< Io non ho fatto niente. Hai fatto tutto da sola. >
< Se tu non mi avessi rubato le mie ciabattine, tutto questo non sarebbe successo. >
< Va bene, hai ragione tu. Ma posso permettermi di aiutarti? Insomma, spero che la tua auto non abbia danni. Permetti di rimediare un poco. >
Guardandomi con sguardo stizzito, sapevo benissimo che voleva riempirmi di schiaffi, ma in quel momento sembrava quasi abbonirsi.
< Facciamo che mi aiuti. E poi vediamo. >
< Bene. >
Rientrando in auto, continuavo a fissare i suoi piedi e le sue piante che si erano sporcate.
Era ancora in costume e il suo fisico bellissimo non faceva che farmi provare eccitazione.
< Ok. Metti in moto. >
La ragazza, a cui non avevo chiesto come si chiamava, sembrava molto determinata.
< Spingi delicatamente mentre io spingo la tua auto. >
Ma la ragazza non mi ascoltò per nulla, spingendo il pedale a fondo e facendo fumare le sue ruote.
Faceva un casino terribile e non riuscivo a concentrarmi a dovere, pensando al suo piede che spingeva.
< Avanti, vai! Stupida macchina! >
< Così non va. Non ti sbloccherai mai! >
< Sei tu che non spingi a dovere! > mi rimproverò la ragazza.
Fissandomi ancora con astio, mi avvicinai a lei e fissavo i suoi piedi sui pedali.
< Ti piacciono così tanto, vedo. >
< Non posso farci niente. >
< E il tuo cazzo? >
Palpandomi il membro con irruenza, non potevo tirarmi indietro.
Mi stava involontariamente facendo una sega e io godevo come un porco.
< Ti piace, vero? Chissà come starebbero i miei pedini sul tuo cazzo. Vuoi provare? >
Improvvisamente, mi ritrovai i suoi piedi che mi stavano spingendo il cazzo.
< Così mi farai venire subito. >
< E' quello che vuoi, no? >
Mi immaginavo anche il suo odore e fu per questo che presi un suo piede per annusarlo e poi leccarlo.
Aveva un odore sublime e il modo in cui godeva anche lei mi mandava in ecstasy.
Non riuscivo più a trattenermi e baciandola con foga, allargai le sue gambe per penetrarla.
Durò molto poco la nostra scopata per quanto fui eccitato, uscendo poco dopo dentro di lei e sborrando sui suoi piedi.
Non avevo mai goduto così tanto in vita mia mentre la ragazza sembrava più sbalordita che mai.
< Wow. Sei veramente un toro. Peccato che sei durato poco. >
< Ero troppo eccitato. Scusa. >
< Non ti preoccupare. Mi piace avere i piedini imbrattati dal tuo liquido > replicò prima di leccarmi dal cazzo i residui della mia sborra.
< Hai un buon sapore. >
< Ti ringrazio. Ma ora devo aiutarti a liberarti. Non dimentico la mia promessa. >
Adesso il suo sguardo era cambiato, sorridendomi subito dopo.
< Va bene. Adesso farò come dici te. >
Riaccendendo la sua auto, continuavo a fissare i suoi piedi bagnati della mia sborra.
Volevo venire ancora su di lei, ma dovevo concentrarmi.
< Vai! >
Mentre le sue ruote schizzavano ancora il fango, la determinazione di quella ragazza la aiutò ad uscire da quella situazione mentre il mio godimento non era minimamente sparito.
Una volta riuscito in quell'aiuto, quella ragazza di cui ignoravo il nome si fiondò su di me baciandomi e ringraziandomi dell'aiuto.
< Voglio farti un regalo: ti regalo le mie ciabattine. Però non bagnarle troppo, ok? >
< Ti ringrazio. Sono contento di sapere che alla fine non mi hai picchiato. >
< Ahahah ci ho pensato però alla fine ho lasciato perdere. >
Ci scambiammo anche i numeri di telefono, con la promessa che ci saremmo rivisti anche il giorno dopo.
Una volta rivisti, mi presentai con le sue ciabattine zuppe del suo sperma.
< Non è colpa mia se mi fai quest'effetto. >
< Sei un incorreggibile maiale. >
di
scritto il
2024-02-25
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