Le cambiali si pagano, capitolo cinque

di
genere
sadomaso

"Piccolina", le sussurrai nell'orecchio, "lo sai, vero, che se non scegli tu, sceglierò io?" "SI", fu il suo debole sussurro. "Ebbene, bimba,per oggi facciamo così "Apri il vano contenitore del letto". Lo aprì e vi trovò delle pertiche e un cucchiaio di legno largo per la vulvetta. Presi una pertica e gliela schiaffai sui polpacci, poi nell'incavo delle ginocchia, poi, molto abbondantemente, sul retro delle cosce, dunque la feci girare, le aprii le gambe e la legai. Le pastrugnai ancora bene la fighetta, glielo schiaffai nuovamente dentro senza misericordia e asciutta, questa volta però masturbandola abbondantemente e facendola venire, quindi presi la cucchiara larga e iniziai a colpire quel tenero pezzo di carne già martoriato. Se la fece addosso dopo i primi due colpi, persi poi il conto di quanti ne prese.
Prima di lasciarla alle cure della domestica, presi uno spillone e le serrai la vulva da parte a parte, ordinando di non toglierlo per nessun motivo. Il mio conto in bitcoin, splendeva e io ero al settimo cielo: avevo la schiava dei miei sogni e non avrei potuto desiderare di meglio neanche nei miei sogni più sfrenati.
Due giorni dopo tornò papà e mi fece un'offerta generosa per penetrarla con il pugno ma non mi andava, non prima di averla aperta per bene io. Gli consentii però di picchiarla: si era portato dietro un nerbo di bue molto lungo e lavorato da mani esperte, lo diede alla domestica perché lo bagnasse bene e si fece portare Stella. La lecco con avidità dall'uretra fino all'incavo dei seni e soffermandosi a lungo sul clitoride dove si prodigò sia con la lingua che con i denti. Povera piccina.
Dunque la fece legare e, con quell'arma bianca, la sferzò sui piedi, comprese se piante, sulle caviglie, sulle gambe, sulle cosce. La piccola era supina e prendeva tutti i colpi davanti. I fianchi, il ventre, il sottoseno. Poi prese da una busta che si era portato, il filo di un ferro da stiro e inizio a colpirle i seni. Il mio seno era così grosso che lo spostai con il corpo per ficcarglielo dentro perché stavo impazzendo. Venni quasi subito e, avendola trapanata in modo che il cazzo le massaggiasse il clitoride, era venuta anche lei. Le feci pulire il cazzo con la bocca ma sia io che papà, eravamo neri. Non era in alcun modo contemplato che lei potesse godere senza permesso e stabilimmo una punzione.
di
scritto il
2023-12-14
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