Come tutto ebbe inizio
di
Taita4
genere
dominazione
Cammini per strada a passo sicuro, immersa in mille pensieri contrastanti, dubbi, paure si rincorrono e sfiorano la tua mente insieme alla voglia spasmodica si scoprire il mondo, il tuo mondo, ripensi a come è iniziato tutto, per gioco si è sempre un gioco correre dietro agli istinti lasciarsi trasportare dalle emozioni. Guardi l’orologio è presto, lui è stato categorico alle 17:00 se arrivi prima non ti apro se arrivi dopo non ti apro, e tu per non correre rischi sei in anticipo almeno di 20 minuti.
Eccolo è quello il portone, ti avvicini è ancora presto controlli i nomi anonimi sul citofono Taita eccolo e lui nel leggere il suo nome senti il cuore in gola, ma poi che cazzo di nome è Taita forse il cognome? non ti interessa del resto cosa conta un nome è solo il modo che usciamo noi umani per chiamarci, ti guardi intorno poca gente per strada, fà caldo un soleggiato pomeriggio di fine estate, una panchina li nel giardino difronte, la raggiungi ti siedi guardi l’orologio ancora 15 interminabili minuti, puoi andare via, puoi ripensarci nessuno ti obbliga nessuno ti costringe, vorresti, si no forse le gambe tremano, il sudore scivola, gocce leggere dalla fronte sembrano lame che scivolano sul tuo volto angelico lasciando solchi profondi, attendi, controlli se ci sono messaggi, nulla, giochi con il telefono controlli il tuo ista non passano mai questi minuti.
Come vuoi che mi vesta? Lo avevi chiesto con tanto entusiasmo, metti quello che vuoi tanto poi ti devo spogliare, che stronzo pensi, volevi essere sexy, volevi essere ammirata, volevi sedurre e lui una risposta fredda e distaccata, allora per dispetto hai deciso semplici jeans ed una t shirt, niente biancheria sexy, tanto ti devo spogliare, eppure ce qualcosa in quest’uomo misterioso e sconosciuto che ti attrae, una forza superiore che ti fa perdere le inibizioni, sei pronta due minuti cazzo e se il mio orologio va indietro? E se il suo va avanti? Ok hai deciso ora o mai più. Il breve tragitto dalla panchina al suo campanello è un infinito viaggio verso l’ignoto, lo faccio davvero? suono? E se non mi apre? E se apre?
Staaaak il rumore del portoncino anonimo in legno si apre, non ha risposto ha solo aperto il portone, entri, un soffio di fresco ti avvolge come una copertina, hai un brivido ma non sai da cosa è veramente provocato, silenzio per le scale, c’era scritto secondo piano, furtiva come una gatta sali lenta le scale rasentando la parete, ultima rampa ce una porta socchiusa, ancora le gambe che ti tremano il sudore scivola dalla fronte e poi senti qualcosa allo stomaco, sembra un masso di piume è piacevole sei bagnata sei eccitata. Sbuffi davanti alla porta, prendi fiato la spingi con la mano, è permesso? Posso? Sei entrata e non sai ancora se quella è la porta del paradiso o dell’inferno certo il coraggio non ti manca.
Ciao sei venuta allora, la sua voce calda e rassicurante un sorriso di gioia si stampa sulle tue labbra sottili. Si sono qui alla fine ho deciso di venire. Brava Lostris brava, Lostris???? Si piccolina, ho scelto questo nome per te, nel mio mondo sarai Lostris non mi interessano altri nomi, il tuo vero nome o chi sei fuori, da oggi sarai Lostris, le regole le faccio io, puoi sempre andare via se vuoi.
Come nome è carino non l’ho mai sentito ma mi piace anche il tuo è insolito. Ancora una volta non rispondi alla mia riflessioni, lo hai sempre fatto anche quando chattavamo su kik, silenzi interminabili che mi mandavano in confusione, ho detto qualcosa di male? Ho sbagliato? Invece no è il tuo modo di farmi capire che approvi che va bene così.
Vieni Lostris siediti sei accaldata vuoi bere qualcosa? Succo d’ananas ti va? Come vuoi Taita per me va bene succo d’ananas. Due bicchieri pronti in attimo seduti uno di fronte all’altro sul divano.
Allora Lostris cosa vuoi da me perché sei qui? Ancora una volta una domanda che mi spiazza, ma come cosa vuoi da me, ma come perché sono qui? Non riesco a dire nulla l’aria che accarezza le corde vocali non riesce ad emettere suoni che non siano un biascicare qualcosa di incomprensibile anche alle mie orecchie.
Sai Lostris non mi frega un cazzo di scopare con te, e non perché tu non sia attraente, carina, giovane e disinibita assolutamente no, io non ho bisogno di mettere una X sul calendario delle troie che mi sono fatto, non ho bisogno di un corpo caldo dove mettere il mio cazzo maturo dentro, sai quelli si fanno chiamare bull o roba del genere, palestrati, fisicati, tatuati che vanno in giro a spargere seme a tutte le troiette e troione che bramano sesso, internet ci sta rovinando, i social ci stanno rovinando, io vogli scoparmi la tua testa prima voglio la tua anima il resto viene dopo.
Ma io Taita non capisco non ho capito cioè perché mi hai fatto venire qui se poi… non capisci Lostris, ti ho fatto una domanda non mi hai risposto perché sei qui oggi, cosa vuoi da me, potrei essere tuo padre lo sai? O anche tu ti sei fatta prendere dall’ultima moda del cazzo aspetta come si fanno chiamare o si sugar daddy e little girl, tutti nomi inglesi del cazzo tra l’altro che se li traduciamo ci viene solo da ridere, vuoi il tuo sugar daddy Lostris? O sei di quelle troiette che hanno visto quel film stupido come si chiama a si 50 sfumature di cazzate ed ora vuoi essere legata, bendata e frustata? Dimmi Lostris te lo ripeto cosa vuoi da me e perché sei qui.
E la domanda rimbomba nella tua testa che adesso ti sembra vuota, senza nessun pensiero, echeggia solo quel cosa voglio e perché sono qui…. Taita io sono attratta da te non so perché sono qui me lo sono chiesta anche io, sono qui ed il perché voglio scoprirlo cosa voglio da te? Non lo so ancora sono confusa e… forse e meglio che vada, forse ho sbagliato scusa io non so…
Bene Lostris almeno sei sincera, quella è la porta libera di andare ma se esci poi non tornare mai più e non cercarmi mai più, se resti invece sappi che ce un rischio maggiore, potresti mai più uscire dalla porta e non intendo quella di ingresso, potresti poi non voler e poter più uscire dalla porta delle mie perversioni……
Cammini lenta verso la porta di ingresso, tremante la tua mano si poggia sulla maniglia ma non riesci a mettere la giusta forza e ad aprire o forse non vuoi, un fremito dentro di te, il tuo corpo di giovane donna è attratto da tutto questo, senti i capezzoli duri premere contro il reggiseno a top nero che hai indossato, la tua fresca e giovane vulva che si riempie di umori, sei bagnata, sei eccitata, ti giri decisa torni indietro, mi guardi fissa negli occhi poi abbassi lo sguardo non riesci a tenere a lungo il suo sguardo magnetico i suoi occhioni verdi dolci e severi, io resto Taita… portami nel tuo mondo.
Bene Lostris mi fa piacere tu abbia deciso di restare, a quel punto Taita si avvicina alla ragazza, accarezza con la sua grande mano ma leggera come una piuma il suo volto, con due dita sfiora i suoi lunghi capelli e setosi capelli lisci, le sue mani all’unisono partendo dalla spalla scivolano leggere sul corpo di Lostris, sente dei brividi, nessuno mai fino ad oggi la accarezzata in quel modo gentile, i suoi partner spesso molto giovani hanno trattato il suo corpo le sue carni o troppo timidamente come coloro che accarezzano bicchieri di cristallo e temono di romperli, o troppo bruscamente come coloro che per darsi aria di esperienza senza nessun tatto stropicciano un corpo come fosse uno straccio, lui no invece fa scivolare le mani come se stesse accarezzando i tasti di un pianoforte, delicatamente deciso ma consapevole di quello che sta facendo.
Non mi spogli come mi hai detto Taita? Ancora una volta nessuna risposta e senza guadarla negli occhi continua ad accarezzare sopra il tessuto il suo corpo, Lostris è eccitata chiude gli occhi e la sensazione nuova che prova e che ad occhi chiusi riesce cmq a vedere Taita che accarezza il corpo, lo sente e lo vede e sorride compiaciuta dentro di se, istintivamente toglie la t shirt, restando con il toppino nero che preme sul suo acerbo e giovane seno lo comprime lo ostacola, le sue mani sul suo viso, schiude le labbra leggermente, sente i suoi polpastrelli accarezzarle, la lingua assapora le sue dita che sanno di tabacco, di sigaro e di maschio, prima timida poi decisa le lecca le fa scivolare nella sua bocca, apre gli occhi si fissano e simulando una fellatio gli sorride, hai già uno sguardo diverso Lostris lo sai? fa si con il capo ma non si ferma continua quasi soffocandosi con le sue grosse dita, e prendendo la mano libera di Taita la posiziona sul suo seno la schiaccia a se, si libra del top lasciando che quella calda mano assapori le sue giovani carni, i capezzoli duri come bottoni di madreperla con i quali giocare, Taita li pizzica li stuzzica li preme, Lostris mugola le piace è una sensazione nuova, diversa, perversa, si sente al sicuro nelle sue mani, tutti i dubbi le paure le ansie che l’avevano attanagliata, rincorsa, frustata nei giorni che erano passati da quando aveva accettato il suo invito sino a pochi minuti prima spariti in un attimo si ora sapeva perché aveva accettato e perché era li. E fu naturale per la ragazza scivolare come una danzatrice del ventre ai piedi dell’uomo, fu naturale per lei riempire le sue narici del profumo di maschio che il corpo di Taita emanava, lentamente abbassò i pantaloni dell’uomo, quando furono ai suoi piedi lenta risali lungo il suo corpo sfiorando le sue gambe con le labbra, guardò avida di piacere mordendosi un labbro l’eccitazione di taita compressa negli slip, sorrise a lui che senza batter ciglio accarezzava la sua testa giocando con i suoi capelli, mordicchio la carne dura sopra gli slip, lecco lenta il contorno, accarezzava quel membro, aveva voglia di assaporarlo cosi le sue mani curate e affusolate afferrano il bordo degli slip, sospira Lostris e mentre inizia a far scivolare lo slip verso il basso aspettando di vedere e assaporare cosa nasconde questo indumento, Taita le blocca le mani e prendendola sotto le ascelle la fa rialzare. Cosa volevi fare troietta, ti ho forse chiesto o dato il permesso? Ma io pensavo che tu che io… Per oggi va bene cosi, rivestiti e torna a casa mi farò vivo io, non chiamare non cercarmi quando avrò bisogno di te ti chiamerò ok?
Si Taita ma… ma un cazzo sei nel mio mondo si fa a modo mio, cosi sbalordita di questo, arrabbiata e delusa, eccitata Lostris si riveste in silenzio saluta Taita e va via.
Eccolo è quello il portone, ti avvicini è ancora presto controlli i nomi anonimi sul citofono Taita eccolo e lui nel leggere il suo nome senti il cuore in gola, ma poi che cazzo di nome è Taita forse il cognome? non ti interessa del resto cosa conta un nome è solo il modo che usciamo noi umani per chiamarci, ti guardi intorno poca gente per strada, fà caldo un soleggiato pomeriggio di fine estate, una panchina li nel giardino difronte, la raggiungi ti siedi guardi l’orologio ancora 15 interminabili minuti, puoi andare via, puoi ripensarci nessuno ti obbliga nessuno ti costringe, vorresti, si no forse le gambe tremano, il sudore scivola, gocce leggere dalla fronte sembrano lame che scivolano sul tuo volto angelico lasciando solchi profondi, attendi, controlli se ci sono messaggi, nulla, giochi con il telefono controlli il tuo ista non passano mai questi minuti.
Come vuoi che mi vesta? Lo avevi chiesto con tanto entusiasmo, metti quello che vuoi tanto poi ti devo spogliare, che stronzo pensi, volevi essere sexy, volevi essere ammirata, volevi sedurre e lui una risposta fredda e distaccata, allora per dispetto hai deciso semplici jeans ed una t shirt, niente biancheria sexy, tanto ti devo spogliare, eppure ce qualcosa in quest’uomo misterioso e sconosciuto che ti attrae, una forza superiore che ti fa perdere le inibizioni, sei pronta due minuti cazzo e se il mio orologio va indietro? E se il suo va avanti? Ok hai deciso ora o mai più. Il breve tragitto dalla panchina al suo campanello è un infinito viaggio verso l’ignoto, lo faccio davvero? suono? E se non mi apre? E se apre?
Staaaak il rumore del portoncino anonimo in legno si apre, non ha risposto ha solo aperto il portone, entri, un soffio di fresco ti avvolge come una copertina, hai un brivido ma non sai da cosa è veramente provocato, silenzio per le scale, c’era scritto secondo piano, furtiva come una gatta sali lenta le scale rasentando la parete, ultima rampa ce una porta socchiusa, ancora le gambe che ti tremano il sudore scivola dalla fronte e poi senti qualcosa allo stomaco, sembra un masso di piume è piacevole sei bagnata sei eccitata. Sbuffi davanti alla porta, prendi fiato la spingi con la mano, è permesso? Posso? Sei entrata e non sai ancora se quella è la porta del paradiso o dell’inferno certo il coraggio non ti manca.
Ciao sei venuta allora, la sua voce calda e rassicurante un sorriso di gioia si stampa sulle tue labbra sottili. Si sono qui alla fine ho deciso di venire. Brava Lostris brava, Lostris???? Si piccolina, ho scelto questo nome per te, nel mio mondo sarai Lostris non mi interessano altri nomi, il tuo vero nome o chi sei fuori, da oggi sarai Lostris, le regole le faccio io, puoi sempre andare via se vuoi.
Come nome è carino non l’ho mai sentito ma mi piace anche il tuo è insolito. Ancora una volta non rispondi alla mia riflessioni, lo hai sempre fatto anche quando chattavamo su kik, silenzi interminabili che mi mandavano in confusione, ho detto qualcosa di male? Ho sbagliato? Invece no è il tuo modo di farmi capire che approvi che va bene così.
Vieni Lostris siediti sei accaldata vuoi bere qualcosa? Succo d’ananas ti va? Come vuoi Taita per me va bene succo d’ananas. Due bicchieri pronti in attimo seduti uno di fronte all’altro sul divano.
Allora Lostris cosa vuoi da me perché sei qui? Ancora una volta una domanda che mi spiazza, ma come cosa vuoi da me, ma come perché sono qui? Non riesco a dire nulla l’aria che accarezza le corde vocali non riesce ad emettere suoni che non siano un biascicare qualcosa di incomprensibile anche alle mie orecchie.
Sai Lostris non mi frega un cazzo di scopare con te, e non perché tu non sia attraente, carina, giovane e disinibita assolutamente no, io non ho bisogno di mettere una X sul calendario delle troie che mi sono fatto, non ho bisogno di un corpo caldo dove mettere il mio cazzo maturo dentro, sai quelli si fanno chiamare bull o roba del genere, palestrati, fisicati, tatuati che vanno in giro a spargere seme a tutte le troiette e troione che bramano sesso, internet ci sta rovinando, i social ci stanno rovinando, io vogli scoparmi la tua testa prima voglio la tua anima il resto viene dopo.
Ma io Taita non capisco non ho capito cioè perché mi hai fatto venire qui se poi… non capisci Lostris, ti ho fatto una domanda non mi hai risposto perché sei qui oggi, cosa vuoi da me, potrei essere tuo padre lo sai? O anche tu ti sei fatta prendere dall’ultima moda del cazzo aspetta come si fanno chiamare o si sugar daddy e little girl, tutti nomi inglesi del cazzo tra l’altro che se li traduciamo ci viene solo da ridere, vuoi il tuo sugar daddy Lostris? O sei di quelle troiette che hanno visto quel film stupido come si chiama a si 50 sfumature di cazzate ed ora vuoi essere legata, bendata e frustata? Dimmi Lostris te lo ripeto cosa vuoi da me e perché sei qui.
E la domanda rimbomba nella tua testa che adesso ti sembra vuota, senza nessun pensiero, echeggia solo quel cosa voglio e perché sono qui…. Taita io sono attratta da te non so perché sono qui me lo sono chiesta anche io, sono qui ed il perché voglio scoprirlo cosa voglio da te? Non lo so ancora sono confusa e… forse e meglio che vada, forse ho sbagliato scusa io non so…
Bene Lostris almeno sei sincera, quella è la porta libera di andare ma se esci poi non tornare mai più e non cercarmi mai più, se resti invece sappi che ce un rischio maggiore, potresti mai più uscire dalla porta e non intendo quella di ingresso, potresti poi non voler e poter più uscire dalla porta delle mie perversioni……
Cammini lenta verso la porta di ingresso, tremante la tua mano si poggia sulla maniglia ma non riesci a mettere la giusta forza e ad aprire o forse non vuoi, un fremito dentro di te, il tuo corpo di giovane donna è attratto da tutto questo, senti i capezzoli duri premere contro il reggiseno a top nero che hai indossato, la tua fresca e giovane vulva che si riempie di umori, sei bagnata, sei eccitata, ti giri decisa torni indietro, mi guardi fissa negli occhi poi abbassi lo sguardo non riesci a tenere a lungo il suo sguardo magnetico i suoi occhioni verdi dolci e severi, io resto Taita… portami nel tuo mondo.
Bene Lostris mi fa piacere tu abbia deciso di restare, a quel punto Taita si avvicina alla ragazza, accarezza con la sua grande mano ma leggera come una piuma il suo volto, con due dita sfiora i suoi lunghi capelli e setosi capelli lisci, le sue mani all’unisono partendo dalla spalla scivolano leggere sul corpo di Lostris, sente dei brividi, nessuno mai fino ad oggi la accarezzata in quel modo gentile, i suoi partner spesso molto giovani hanno trattato il suo corpo le sue carni o troppo timidamente come coloro che accarezzano bicchieri di cristallo e temono di romperli, o troppo bruscamente come coloro che per darsi aria di esperienza senza nessun tatto stropicciano un corpo come fosse uno straccio, lui no invece fa scivolare le mani come se stesse accarezzando i tasti di un pianoforte, delicatamente deciso ma consapevole di quello che sta facendo.
Non mi spogli come mi hai detto Taita? Ancora una volta nessuna risposta e senza guadarla negli occhi continua ad accarezzare sopra il tessuto il suo corpo, Lostris è eccitata chiude gli occhi e la sensazione nuova che prova e che ad occhi chiusi riesce cmq a vedere Taita che accarezza il corpo, lo sente e lo vede e sorride compiaciuta dentro di se, istintivamente toglie la t shirt, restando con il toppino nero che preme sul suo acerbo e giovane seno lo comprime lo ostacola, le sue mani sul suo viso, schiude le labbra leggermente, sente i suoi polpastrelli accarezzarle, la lingua assapora le sue dita che sanno di tabacco, di sigaro e di maschio, prima timida poi decisa le lecca le fa scivolare nella sua bocca, apre gli occhi si fissano e simulando una fellatio gli sorride, hai già uno sguardo diverso Lostris lo sai? fa si con il capo ma non si ferma continua quasi soffocandosi con le sue grosse dita, e prendendo la mano libera di Taita la posiziona sul suo seno la schiaccia a se, si libra del top lasciando che quella calda mano assapori le sue giovani carni, i capezzoli duri come bottoni di madreperla con i quali giocare, Taita li pizzica li stuzzica li preme, Lostris mugola le piace è una sensazione nuova, diversa, perversa, si sente al sicuro nelle sue mani, tutti i dubbi le paure le ansie che l’avevano attanagliata, rincorsa, frustata nei giorni che erano passati da quando aveva accettato il suo invito sino a pochi minuti prima spariti in un attimo si ora sapeva perché aveva accettato e perché era li. E fu naturale per la ragazza scivolare come una danzatrice del ventre ai piedi dell’uomo, fu naturale per lei riempire le sue narici del profumo di maschio che il corpo di Taita emanava, lentamente abbassò i pantaloni dell’uomo, quando furono ai suoi piedi lenta risali lungo il suo corpo sfiorando le sue gambe con le labbra, guardò avida di piacere mordendosi un labbro l’eccitazione di taita compressa negli slip, sorrise a lui che senza batter ciglio accarezzava la sua testa giocando con i suoi capelli, mordicchio la carne dura sopra gli slip, lecco lenta il contorno, accarezzava quel membro, aveva voglia di assaporarlo cosi le sue mani curate e affusolate afferrano il bordo degli slip, sospira Lostris e mentre inizia a far scivolare lo slip verso il basso aspettando di vedere e assaporare cosa nasconde questo indumento, Taita le blocca le mani e prendendola sotto le ascelle la fa rialzare. Cosa volevi fare troietta, ti ho forse chiesto o dato il permesso? Ma io pensavo che tu che io… Per oggi va bene cosi, rivestiti e torna a casa mi farò vivo io, non chiamare non cercarmi quando avrò bisogno di te ti chiamerò ok?
Si Taita ma… ma un cazzo sei nel mio mondo si fa a modo mio, cosi sbalordita di questo, arrabbiata e delusa, eccitata Lostris si riveste in silenzio saluta Taita e va via.
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