Scommessa perduta 2 Innamorati di Massimo.
di
histoire
genere
bisex
Ormai di Massimo non potevamo farne a meno, ero io stesso a sollecitarlo ad essere più presente a casa nostra, aveva impegni di lavoro, qualche tempo doveva dedicarlo ai suoi genitori. Questi si erano lamentati, si sentivano abbandonati dal loro unico figlio. Una
domenica ci ha invitati a casa sua per conoscerli, abbiamo detto serenamente come stavano le cose, non si sono meravigliati affatto, anzi ci hanno raccontato che Massimo è stato concepito quando loro erano poco più che ragazzi, ci hanno confessato che anche loro
avevano un terzo che frequentava la loro casa, tra l'altro erano ancora giovani. Eravamo
con la giusta famiglia. Gea raccontava ad Elena, la mamma di Massimo, della favola messa in giro che la misura del cazzo non conta, basta saperlo usare. Fandonia colossale, conta eccome la misura del cazzo, sentirsi la figa piena da un piacere straordinario. Discorsi
sopra le righe, dimostravano, soprattutto Elena che non aveva peli sulla lingua, parlavano di tutto. Siamo arrivati a stabilire i giorni, e le notti che Massimo poteva stare con noi, quattro giorni con noi a partire dal venerdì sera e tre con loro, qualora
avessero avuto bisogno di qualcosa, saremmo intervenuti immediatamente. Quella visita
aveva sancito una verità sconcertante, Gea mi amava ancora di più da quando c'era Massimo, silenziosamente devo dire la stessa cosa, a cui andava aggiunto che anche io
ero innamorato di Massimo, a lui avrei concesso tutto, idealmente avevo sempre il suo cazzo in bocca, forse lo stesso pensiero l'aveva Gea, magari lei idealmente, e spesso fisicamente, nella figa.
Anche Massimo ci ricambiava, diceva che eravamo i suoi angeli. Nei giorni in cui stava
da noi, mi aveva sostituito nelle uscite con Gea, erano loro a girare mentre io pensavo alla casa, mi piaceva vederli uscire insieme mano nella mano dal condominio, li invitavo a scambiarsi effusioni davanti alla gente. Ripensavo alla prima volta che è venuto da
noi volevo che si coprisse, ora, avrei voluto vederli rientrare nudi nell'atrio condominiale, Gea girava sempre meno coperta A letto la sera ero io a prepararli,
li lavavo perfino, li accompagnavo a letto e solo dopo li raggiungevo, mi piaceva farli
scopare subito in modo che le successive durassero di più. Ero in estasi continua, forse
lo eravamo tutti al limite della beatitudine. Quando scopavano mi piaceva stare a contatto con i loro corpi, Massimo mi consentiva anche di baciarlo sulla bocca.
Il piacere più grande quando succhiavo il suo cazzo e subito dopo lo mettevo nella figa di Gea. La sborra che riversava nella figa era diventato il mio alimento preferito,
aveva un sapore celestiale. I miei genitori avevano il sospetto che fosse accaduto qualcosa perché prima li frequentavamo in modo particolare al pranzo della domenica, da quanto abbiamo conosciuto Massimo ci sentivamo solo per telefono. Una domenica siamo
andati a trovare anche loro, quando siamo arrivati abbiamo trovato anche i genitori
di Gea, li avevano invitati senza avvisarci. Sicuramente tutti sospettavano qualcosa,
quando abbiamo detto che Massimo era nostro amico, si sono guardati con una espressione
che diceva tutto. Infine l'abbiamo confessato apertamente il ruolo di Massimo. Non si sono meravigliati, l'avevano intuito, per quello hanno invitato anche i genitori di Gea.
Ormai era tutti a conoscenza della nostra situazione, finalmente non dovevamo più nasconderci. Una sera è venuto a trovarci l'amministratore per comunicarci alcuni aggiornamenti sul regolamento condominiale Attilio, lui ci conosceva perfettamente,
sapeva che io e Gea eravamo sposati, l'abbiamo ricevuto in salotto, Io Gea e Massimo
seduti vicini sul divano, Attilio sulla poltrona. E' rimasto sorpreso Attilio quando
Gea, rivolgendosi a Massimo l'ha chiamato -amore-. In quel modo avevamo fatto le pubblicazioni sulla bacheca condominiale del nostro rapporto con Massimo. Per me è stato un colpo di frusta positivo. Io scopavo con Gea soprattutto quando non c'era Massimo, a volte lo facevo anche davanti a lui. Ad essere sincero il piacere più grande lo provavo quando loro scopavano ed io al loro fianco mi masturbavo delicatamente.
domenica ci ha invitati a casa sua per conoscerli, abbiamo detto serenamente come stavano le cose, non si sono meravigliati affatto, anzi ci hanno raccontato che Massimo è stato concepito quando loro erano poco più che ragazzi, ci hanno confessato che anche loro
avevano un terzo che frequentava la loro casa, tra l'altro erano ancora giovani. Eravamo
con la giusta famiglia. Gea raccontava ad Elena, la mamma di Massimo, della favola messa in giro che la misura del cazzo non conta, basta saperlo usare. Fandonia colossale, conta eccome la misura del cazzo, sentirsi la figa piena da un piacere straordinario. Discorsi
sopra le righe, dimostravano, soprattutto Elena che non aveva peli sulla lingua, parlavano di tutto. Siamo arrivati a stabilire i giorni, e le notti che Massimo poteva stare con noi, quattro giorni con noi a partire dal venerdì sera e tre con loro, qualora
avessero avuto bisogno di qualcosa, saremmo intervenuti immediatamente. Quella visita
aveva sancito una verità sconcertante, Gea mi amava ancora di più da quando c'era Massimo, silenziosamente devo dire la stessa cosa, a cui andava aggiunto che anche io
ero innamorato di Massimo, a lui avrei concesso tutto, idealmente avevo sempre il suo cazzo in bocca, forse lo stesso pensiero l'aveva Gea, magari lei idealmente, e spesso fisicamente, nella figa.
Anche Massimo ci ricambiava, diceva che eravamo i suoi angeli. Nei giorni in cui stava
da noi, mi aveva sostituito nelle uscite con Gea, erano loro a girare mentre io pensavo alla casa, mi piaceva vederli uscire insieme mano nella mano dal condominio, li invitavo a scambiarsi effusioni davanti alla gente. Ripensavo alla prima volta che è venuto da
noi volevo che si coprisse, ora, avrei voluto vederli rientrare nudi nell'atrio condominiale, Gea girava sempre meno coperta A letto la sera ero io a prepararli,
li lavavo perfino, li accompagnavo a letto e solo dopo li raggiungevo, mi piaceva farli
scopare subito in modo che le successive durassero di più. Ero in estasi continua, forse
lo eravamo tutti al limite della beatitudine. Quando scopavano mi piaceva stare a contatto con i loro corpi, Massimo mi consentiva anche di baciarlo sulla bocca.
Il piacere più grande quando succhiavo il suo cazzo e subito dopo lo mettevo nella figa di Gea. La sborra che riversava nella figa era diventato il mio alimento preferito,
aveva un sapore celestiale. I miei genitori avevano il sospetto che fosse accaduto qualcosa perché prima li frequentavamo in modo particolare al pranzo della domenica, da quanto abbiamo conosciuto Massimo ci sentivamo solo per telefono. Una domenica siamo
andati a trovare anche loro, quando siamo arrivati abbiamo trovato anche i genitori
di Gea, li avevano invitati senza avvisarci. Sicuramente tutti sospettavano qualcosa,
quando abbiamo detto che Massimo era nostro amico, si sono guardati con una espressione
che diceva tutto. Infine l'abbiamo confessato apertamente il ruolo di Massimo. Non si sono meravigliati, l'avevano intuito, per quello hanno invitato anche i genitori di Gea.
Ormai era tutti a conoscenza della nostra situazione, finalmente non dovevamo più nasconderci. Una sera è venuto a trovarci l'amministratore per comunicarci alcuni aggiornamenti sul regolamento condominiale Attilio, lui ci conosceva perfettamente,
sapeva che io e Gea eravamo sposati, l'abbiamo ricevuto in salotto, Io Gea e Massimo
seduti vicini sul divano, Attilio sulla poltrona. E' rimasto sorpreso Attilio quando
Gea, rivolgendosi a Massimo l'ha chiamato -amore-. In quel modo avevamo fatto le pubblicazioni sulla bacheca condominiale del nostro rapporto con Massimo. Per me è stato un colpo di frusta positivo. Io scopavo con Gea soprattutto quando non c'era Massimo, a volte lo facevo anche davanti a lui. Ad essere sincero il piacere più grande lo provavo quando loro scopavano ed io al loro fianco mi masturbavo delicatamente.
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