Come una troia (ho fatto da concubina al marito di mia zia)
di
Emma69
genere
etero
Febbraio 1991
Mia madre mi informa che devo trasferirmi per un mese da mia zia al paese perché deve subire un intervento chirurgico e durante la degenza gli serve un aiuto in casa. In quel periodo non stavo lavorando e quindi aveva pensato bene di spedirmi a lavorare lì.
Arrivata al paese comincio a vivere con loro, non hanno figli, sono sposati da dieci anni, mia zia ha 32 anni e il marito 35. Noto stranamente che la mia presenza è molto gradita a suo marito. Dopo qualche giorno dal mio arrivo era previsto il suo intervento. Il giorno prima del ricovero mi prende da parte e comincia a farmi un discorso strano. "Sai Emma, Bruno è molto debole e non riesce a stare per più di qualche giorno senza svuotare i coglioni (testuali parole). Ognuno conosce il proprio uomo e so che se non viene soddisfatto mi farà le corna con qualche donna, così ho pensato che in questo periodo potevi soddisfarlo tu". ~ Ma zia, la interrompo, mi stai chiedendo di scopare con tuo marito? ~ "Si, ma non lo saprà mai nessuno, ho già parlato con tua madre, saremo solo noi quattro a saperlo e nessun altro". ~ Ma zia io sono fidanzata e poi non lo so, non credo che sia la cosa giusta ~. "Emma ascolta, se non lo soddisfi tu, lo farà con qualcuna del paese e questo si che mi creerebbe molti più problemi, ti prego non dirmi di no..." ~ zia devo pensarci un attimo, non me l'aspettavo, dammi del tempo per rifetterci, per razionalizzare quello che mi hai chiesto ~. Adesso mi era più chiaro perché Bruno mi guardava spesso con desiderio e anche la vera ragione del perché mia madre mi aveva spedito lì. Verso sera mia zia mi chiede cosa ho deciso. ~ Va bene zia, ma questa cosa non dovrà mai venire fuori per nessuna ragione al mondo ~. "Te lo giuro non verrà mai fuori, grazie Emma". Il giorno seguente accompagniamo mia zia in ospedale per il ricovero. Rimaniamo fino al pomeriggio poi la salutiamo e torniamo a casa. Durante il tragitto Bruno non perde tempo e mi mette una mano su un ginocchio. ~ aspetta almeno che arrivamo a casa ~ gli dico, così lui si ritrae di buon grado. Arrivati a casa non resiste più, non vedeva l'ora di potermi mettere le mani addosso e mi spinge sul tavolo della cucina mettendomi alla pecorina. Da dietro spinge sulle mie chiappe il suo cazzo già duro. È ancora con i pantaloni ma lo sento molto bene. Grosso è duro. E mi viene in mente una conversazione che mia zia aveva avuto con mia madre parecchi anni prima, quando io ero solo una ragazzina, ma avevo origliato, sulle dimensioni, diciamo, fuori misura del suo organo sessuale. Adesso me ne stavo rendendo conto.
Mi alza la gonna fino a metà schiena e mi abbassa le mutandine fino alle caviglie. Poi mi fa divaricare le gambe e si china dietro mi me leccandomi prima il culo e poi la figa. Ha una lingua lunga e la sa usare bene, godo, godo davvero tanto e lui se ne accorge perché comincio a bagnarmi copiosamente. Sono un lago di umori. Allora si alza si cala pantaloni e slip e punta da dietro il suo cazzo all'entrata della figa. È enorme, non esagero, avevo la figa zuppa di umori e tutta lubrificata, eppure per entrare tutto dentro fino in fondo il suo cazzo ha dovuto faticare un pó. "Mi piace parlare quando scopo non ci fare troppo caso, lo fa anche il tuo ragazzo?" ~ Ogni tanto ~ gli rispondo. Comincia a pomparmi con un buon ritmo tenendomi per le spalle. "Ti piace il mio cazzo?" Non rispondo, ma sto godendo da matta... "Non ce l'ha un cazzo così il tuo ragazzo vero?" E ha ragione il cazzo del mio ragazzo sarà la metà del suo. Mi sento la figa tutta piena dal suo cazzo, non ce n'è un angolo che non sia sotto pressione. Adesso mi tira anche per i capelli... "Così, così, te lo faccio sentire io un cazzo vero... adesso ti stai scopando un cazzo vero..." continuo a stare zitta per non eccitarlo ancora di più. È una furia. Sbuffa, spinge, pompa e parla, parla tanto... "È fonda, tieni la sorca fonda, entra fino ai coglioni, che bella figa che tieni..." sarà ormai più di dieci minuti che mi scopa, ha davvero una bella resistenza, il mio ragazzo sarebbe già venuto da un pezzo. "Dai, dai, ti piace fottere a pecora eh, ti piace... piace anche a tua zia." Con un cazzo così e con questo mestiere, piacerebbe a qualunque donna penso tra me. "Adesso sdraiati completamente prona sul tavolo che ti voglio fottere sdraiata". Eseguo e mi sdraio a pancia sotto sul tavolo. Bruno sale in ginocchio sul tavolo sopra di me e me lo infila di nuovo nella figa. "Alla monta, ti scopo alla monta come una vacca..." mi piace da morire questa posizione, ma con altri uomini l'ho fatto poche volte perché non è facile mantenere la penetrazione se non hai un cazzo lungo e duro. E lui ha entrambi i pregi. "Dai, dai, che lo so che ti piace, sei tutta bagnata... piglialo tutto 'sto cazzo..." Continua così ancora per parecchio tempo nel quale ho due potentissimi orgasmi che bagnano tutto il tavolo. "Ti faccio schizzare come una fontana, godi, godi, goditi questo cetriolo di carne... che questo periodo ce la divertiamo parecchio..." Poi si alza e scende dal tavolo. Immagino cosa sta succedendo. Infatti mi prende per un braccio e mi fa inginocchiare sul pavimento davanti a lui. "Apri la bocca... apri bene la bocca che ti ci sborro dentro..." me lo ficca per metà in bocca, tutto non entra, è troppo grosso, rischierei una lussazione alla mandibola. Infatti lo capisce anche lui e non insiste oltre. Glielo succhio con foga, con forza, gli lecco avidamente la cappella, finché con un grugnito animalesco mi schizza tutta il suo seme tra la bocca e la faccia.
"Ahhh che chiavatona... sei favolosa". E mi sbatte forte in suo cazzo sulla bocca, sulle guance, sulla fronte..." "Scopri le zizze..." in realtà solo adesso mi sono resa conto che la camicia era rimasta al suo posto tutta abbandonata. Bruno s'era dedicato solo alla figa. Tolgo la camicia e rimango a seno nudo in ginocchio davanti a lui. "Ah che belle zizze... che capezzoli grossi e rossi che hai, sembrano due ciliegie mature... fammeli assaggiare." Mi ci sbatte la cappella con forza per parecchie volte poi mi tira su per succhiarmeli. Me li succhia forte, con avidità, mi fa anche un pó male ma non gli dico niente. Poi si allontana all'indietro per vedermi tutta nuda a figura piena. "Hai proprio una bella figa, come tua zia, deve essere un dono di famiglia... avete la figa come Lilli Carati ". Io a quel tempo non sapevo nemmeno chi fosse questa Lilli Carati, lo scoprii qualche anno dopo mentre stavo vedendo un film pornografico con un altro uomo nella presentazione iniziale delle attrici. Così compresi con almeno 10 anni di ritardo che intendeva dire una bella figa nera pelosa, ma curata. Come del resto l'ho sempre avuta a parte qualche eccezione con qualche uomo che mi aveva espressamente chiesto di gradirla depilata.
Poi ci siamo ricomposti e abbiamo cenato. Dopo cena ci siamo fatti una seconda scopata sul divano del salone, questa volta a smorzacandela e per finire alla missionario. I patti con mia zia erano chiari. Non dovevamo fare sesso anale (e comunque con quel manganello che si ritrova non ci pensavo proprio a concederglielo, giammai!) né scopare sul letto matrimoniale, né dormire insieme. Infatti rispettando le regole imposte ci siamo fatti una doccia e poi ognuno è andato a dormire nella sua stanza.
Mia zia è rimasta in ospedale 10 giorni e per tutti quei giorni Bruno ed io abbiamo scopato una volta la mattina e quasi sempre due volte la sera, prima e dopo cena. Era anche fortunato perché mi erano finite le mestruazioni proprio due giorni prima del ricovero di mia zia. Quindi tutta 'ciccia' quei giorni. Eravamo comunque d'accordo di non dire tutto a mia zia, anche se lei non ci aveva imposto un limite, decidemmo comunque di dirgli che l'avevamo fatto ogni tre giorni, quindi 4 volte in tutto. Lui durante il giorno andava in ospedale da mia zia mentre io sistemavo la casa preparando i pranzi e le cene. Insomma facevo la sua concubina.
Quando mia zia uscì dall'ospedale e tornò a casa rimasi altri 15 giorni. Lei ogni tanto il pomeriggio, ogni due tre giorni, con una scusa usciva di casa per circa un'ora così che io e Bruno potessimo copulare...
Dopo un mese circa, era Marzo, tornai a casa mia in città e l'effetto più strano l'ebbi quando mi rividi col mio ragazzo. Mi sentivo turbata e in imbarazzo, tanto che lui lo percepì e cominciò a sospettare che io avessi avuto una storia con qualche ragazzo del paese (se avesse saputo la verità...) io non confermai, né lo negai e si arrivò al punto in cui lui mi lasciò. Ma ne fui felice. Perché nei suoi confronti mi sentivo sporca e non riuscivo più ad essere naturale, me stessa. Con mia madre non abbiamo mai affrontato l'argomento, ma mi fu chiaro finalmente cosa intendeva dire mio padre quando litigando gli diceva che non voleva che sua figlia diventasse una troia come lei. Infatti in quell'occasione mi fece fare da troia senza ripensamenti per il marito di sua sorella. Cara mamma troia! Troia la madre... troia la figlia!
Negli anni ho poi frequentato tantissime volte mia zia, anche con mio marito e i miei figli, tuttora adesso li frequento, ma di quel mese del 1991 nessuno ha mai più fatto cenno o parlato. Come se non ci fosse mai stato. Nel frattempo anche loro hanno poi avuto due figli che oggi sono adulti.
Mia madre mi informa che devo trasferirmi per un mese da mia zia al paese perché deve subire un intervento chirurgico e durante la degenza gli serve un aiuto in casa. In quel periodo non stavo lavorando e quindi aveva pensato bene di spedirmi a lavorare lì.
Arrivata al paese comincio a vivere con loro, non hanno figli, sono sposati da dieci anni, mia zia ha 32 anni e il marito 35. Noto stranamente che la mia presenza è molto gradita a suo marito. Dopo qualche giorno dal mio arrivo era previsto il suo intervento. Il giorno prima del ricovero mi prende da parte e comincia a farmi un discorso strano. "Sai Emma, Bruno è molto debole e non riesce a stare per più di qualche giorno senza svuotare i coglioni (testuali parole). Ognuno conosce il proprio uomo e so che se non viene soddisfatto mi farà le corna con qualche donna, così ho pensato che in questo periodo potevi soddisfarlo tu". ~ Ma zia, la interrompo, mi stai chiedendo di scopare con tuo marito? ~ "Si, ma non lo saprà mai nessuno, ho già parlato con tua madre, saremo solo noi quattro a saperlo e nessun altro". ~ Ma zia io sono fidanzata e poi non lo so, non credo che sia la cosa giusta ~. "Emma ascolta, se non lo soddisfi tu, lo farà con qualcuna del paese e questo si che mi creerebbe molti più problemi, ti prego non dirmi di no..." ~ zia devo pensarci un attimo, non me l'aspettavo, dammi del tempo per rifetterci, per razionalizzare quello che mi hai chiesto ~. Adesso mi era più chiaro perché Bruno mi guardava spesso con desiderio e anche la vera ragione del perché mia madre mi aveva spedito lì. Verso sera mia zia mi chiede cosa ho deciso. ~ Va bene zia, ma questa cosa non dovrà mai venire fuori per nessuna ragione al mondo ~. "Te lo giuro non verrà mai fuori, grazie Emma". Il giorno seguente accompagniamo mia zia in ospedale per il ricovero. Rimaniamo fino al pomeriggio poi la salutiamo e torniamo a casa. Durante il tragitto Bruno non perde tempo e mi mette una mano su un ginocchio. ~ aspetta almeno che arrivamo a casa ~ gli dico, così lui si ritrae di buon grado. Arrivati a casa non resiste più, non vedeva l'ora di potermi mettere le mani addosso e mi spinge sul tavolo della cucina mettendomi alla pecorina. Da dietro spinge sulle mie chiappe il suo cazzo già duro. È ancora con i pantaloni ma lo sento molto bene. Grosso è duro. E mi viene in mente una conversazione che mia zia aveva avuto con mia madre parecchi anni prima, quando io ero solo una ragazzina, ma avevo origliato, sulle dimensioni, diciamo, fuori misura del suo organo sessuale. Adesso me ne stavo rendendo conto.
Mi alza la gonna fino a metà schiena e mi abbassa le mutandine fino alle caviglie. Poi mi fa divaricare le gambe e si china dietro mi me leccandomi prima il culo e poi la figa. Ha una lingua lunga e la sa usare bene, godo, godo davvero tanto e lui se ne accorge perché comincio a bagnarmi copiosamente. Sono un lago di umori. Allora si alza si cala pantaloni e slip e punta da dietro il suo cazzo all'entrata della figa. È enorme, non esagero, avevo la figa zuppa di umori e tutta lubrificata, eppure per entrare tutto dentro fino in fondo il suo cazzo ha dovuto faticare un pó. "Mi piace parlare quando scopo non ci fare troppo caso, lo fa anche il tuo ragazzo?" ~ Ogni tanto ~ gli rispondo. Comincia a pomparmi con un buon ritmo tenendomi per le spalle. "Ti piace il mio cazzo?" Non rispondo, ma sto godendo da matta... "Non ce l'ha un cazzo così il tuo ragazzo vero?" E ha ragione il cazzo del mio ragazzo sarà la metà del suo. Mi sento la figa tutta piena dal suo cazzo, non ce n'è un angolo che non sia sotto pressione. Adesso mi tira anche per i capelli... "Così, così, te lo faccio sentire io un cazzo vero... adesso ti stai scopando un cazzo vero..." continuo a stare zitta per non eccitarlo ancora di più. È una furia. Sbuffa, spinge, pompa e parla, parla tanto... "È fonda, tieni la sorca fonda, entra fino ai coglioni, che bella figa che tieni..." sarà ormai più di dieci minuti che mi scopa, ha davvero una bella resistenza, il mio ragazzo sarebbe già venuto da un pezzo. "Dai, dai, ti piace fottere a pecora eh, ti piace... piace anche a tua zia." Con un cazzo così e con questo mestiere, piacerebbe a qualunque donna penso tra me. "Adesso sdraiati completamente prona sul tavolo che ti voglio fottere sdraiata". Eseguo e mi sdraio a pancia sotto sul tavolo. Bruno sale in ginocchio sul tavolo sopra di me e me lo infila di nuovo nella figa. "Alla monta, ti scopo alla monta come una vacca..." mi piace da morire questa posizione, ma con altri uomini l'ho fatto poche volte perché non è facile mantenere la penetrazione se non hai un cazzo lungo e duro. E lui ha entrambi i pregi. "Dai, dai, che lo so che ti piace, sei tutta bagnata... piglialo tutto 'sto cazzo..." Continua così ancora per parecchio tempo nel quale ho due potentissimi orgasmi che bagnano tutto il tavolo. "Ti faccio schizzare come una fontana, godi, godi, goditi questo cetriolo di carne... che questo periodo ce la divertiamo parecchio..." Poi si alza e scende dal tavolo. Immagino cosa sta succedendo. Infatti mi prende per un braccio e mi fa inginocchiare sul pavimento davanti a lui. "Apri la bocca... apri bene la bocca che ti ci sborro dentro..." me lo ficca per metà in bocca, tutto non entra, è troppo grosso, rischierei una lussazione alla mandibola. Infatti lo capisce anche lui e non insiste oltre. Glielo succhio con foga, con forza, gli lecco avidamente la cappella, finché con un grugnito animalesco mi schizza tutta il suo seme tra la bocca e la faccia.
"Ahhh che chiavatona... sei favolosa". E mi sbatte forte in suo cazzo sulla bocca, sulle guance, sulla fronte..." "Scopri le zizze..." in realtà solo adesso mi sono resa conto che la camicia era rimasta al suo posto tutta abbandonata. Bruno s'era dedicato solo alla figa. Tolgo la camicia e rimango a seno nudo in ginocchio davanti a lui. "Ah che belle zizze... che capezzoli grossi e rossi che hai, sembrano due ciliegie mature... fammeli assaggiare." Mi ci sbatte la cappella con forza per parecchie volte poi mi tira su per succhiarmeli. Me li succhia forte, con avidità, mi fa anche un pó male ma non gli dico niente. Poi si allontana all'indietro per vedermi tutta nuda a figura piena. "Hai proprio una bella figa, come tua zia, deve essere un dono di famiglia... avete la figa come Lilli Carati ". Io a quel tempo non sapevo nemmeno chi fosse questa Lilli Carati, lo scoprii qualche anno dopo mentre stavo vedendo un film pornografico con un altro uomo nella presentazione iniziale delle attrici. Così compresi con almeno 10 anni di ritardo che intendeva dire una bella figa nera pelosa, ma curata. Come del resto l'ho sempre avuta a parte qualche eccezione con qualche uomo che mi aveva espressamente chiesto di gradirla depilata.
Poi ci siamo ricomposti e abbiamo cenato. Dopo cena ci siamo fatti una seconda scopata sul divano del salone, questa volta a smorzacandela e per finire alla missionario. I patti con mia zia erano chiari. Non dovevamo fare sesso anale (e comunque con quel manganello che si ritrova non ci pensavo proprio a concederglielo, giammai!) né scopare sul letto matrimoniale, né dormire insieme. Infatti rispettando le regole imposte ci siamo fatti una doccia e poi ognuno è andato a dormire nella sua stanza.
Mia zia è rimasta in ospedale 10 giorni e per tutti quei giorni Bruno ed io abbiamo scopato una volta la mattina e quasi sempre due volte la sera, prima e dopo cena. Era anche fortunato perché mi erano finite le mestruazioni proprio due giorni prima del ricovero di mia zia. Quindi tutta 'ciccia' quei giorni. Eravamo comunque d'accordo di non dire tutto a mia zia, anche se lei non ci aveva imposto un limite, decidemmo comunque di dirgli che l'avevamo fatto ogni tre giorni, quindi 4 volte in tutto. Lui durante il giorno andava in ospedale da mia zia mentre io sistemavo la casa preparando i pranzi e le cene. Insomma facevo la sua concubina.
Quando mia zia uscì dall'ospedale e tornò a casa rimasi altri 15 giorni. Lei ogni tanto il pomeriggio, ogni due tre giorni, con una scusa usciva di casa per circa un'ora così che io e Bruno potessimo copulare...
Dopo un mese circa, era Marzo, tornai a casa mia in città e l'effetto più strano l'ebbi quando mi rividi col mio ragazzo. Mi sentivo turbata e in imbarazzo, tanto che lui lo percepì e cominciò a sospettare che io avessi avuto una storia con qualche ragazzo del paese (se avesse saputo la verità...) io non confermai, né lo negai e si arrivò al punto in cui lui mi lasciò. Ma ne fui felice. Perché nei suoi confronti mi sentivo sporca e non riuscivo più ad essere naturale, me stessa. Con mia madre non abbiamo mai affrontato l'argomento, ma mi fu chiaro finalmente cosa intendeva dire mio padre quando litigando gli diceva che non voleva che sua figlia diventasse una troia come lei. Infatti in quell'occasione mi fece fare da troia senza ripensamenti per il marito di sua sorella. Cara mamma troia! Troia la madre... troia la figlia!
Negli anni ho poi frequentato tantissime volte mia zia, anche con mio marito e i miei figli, tuttora adesso li frequento, ma di quel mese del 1991 nessuno ha mai più fatto cenno o parlato. Come se non ci fosse mai stato. Nel frattempo anche loro hanno poi avuto due figli che oggi sono adulti.
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