Alla finestra

di
genere
esibizionismo

Sin da giovane sono sempre stata una ragazzina un po’fuori dagli schemi. Con la comparsa delle prime curve, della peluria, del seno acerbo all’insù sono comparse anche le prime voglie. La malizia in certi gesti, come la gonnellina che si alzava per sbaglio o le camicette trasparenti senza reggiseno. La ricerca dello sguardo maschile era ció a cui più ambivo.
Era un luglio focoso il periodo in cui ci trasferimmo nella nuova casa, una casetta a schiera in una residenza privata. La finestra della mia camera, fatalità, si affacciava alla finestra della camera dei vicini, una coppia sposata che di tanto in tanto veniva a farci visita. Fu una di quelle volte che conobbi Roberto, un uomo affascinante, alto, abbronzato e con un fisico scolpito. Non fu difficile per me invaghirmene. Ogni sera mi affacciavo alla finestra pur di vederlo, quando si svegliava, quando si cambiava e capitó ben piu di una volta che assistetti invidiosa alle lunghe scopate con la moglie, in cui il suo enorme e venoso cazzo la dominava. Un giorno i miei genitori uscirono di mattina presto per fare un giro in barca ed io rimasi da sola, con solo Roberto che lavorava al computer nella sua camera da letto. Era nudo, bellissimo e io non resistetti. Iniziai a toccarmi i capezzoli durissimi da sopra la canottiera, provando ad immaginarmi il suo tocco. Li stringevo, li massaggiavo e li pizzicavo, attaccata al vetro della finestra sperando in un suo sguardo. Mi tolsi lentamente la canottierina, massaggiando il mio seno sodo tra le mani, poi iniziai a strusciarlo sul vetro, su e giù e lo leccai immaginando di leccare il suo enorme cazzo. Le mutandine viola erano diventate fradicie, Roberto mi aveva fottuto la testa e pure il corpo. Inizia a sfregarmi delicatamente il clitoride, pensando a come sarebbero state le mani mature e sicure del mio uomo nella mia vagina. Fu li che, inaspettatamente, Roberto si giró verso la mia finestra. Il viso sbiancato e le mani tremanti, ma, sopratutto, un enorme sporgenza dai pantaloni. Alla sua vista mi lasciai uscire un gemito e mi sfilai le mutandine svelando il mio fiore completamente liscio e morbido. Roberto si giró verso il computer scosso, ma dopo poco il suo sguardo incroció di nuovo il mio. Mi misi a gambe aperte sul davanzale della finestra mentre gli uscivo la lingua e con le dita spalancavo le labbra della mia vagina. Doveva vedere tutto. Iniziai a massaggiarmi il clitoride e infilai due dita nella figa stretta, la sentivo dilatarsi a suon delle mie dita. Volevo solo che mi riempisse con il suo enorme cazzo. Dentro, fuori, dentro, fuori, gli occhi di Roberto scrutavano tutti i miei umori colare sul vetro che leccai subito dopo. Inutile dire che rro amcora insoddisfatta, cosi mi girai, mi misi a 90 e spalancai le gambe soltanto per lui. Il mio culo in bella vista sul vetro che simulava i movimenti della loro scopata. Pensai al suo membro dilatarmi oscenamente il mio ano vergine. Infilai due dita nella figa e uno nell’ano, immaginando solo la faccia che potesse fare. Continuavo sd urlare “fottimi Roberto, aprimi in due” nella speranza potesse sentirmi. Chiusi gli occhi e, completamente fradicia, sentii la porta della mia camera spalancarsi. Mio padre era li, rosso di sangue, che mi vedeva nuda e, mentre pensavo a coprirmi, Roberto accanto era giá scomparso.
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scritto il
2023-08-18
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