Il giovane muratore

di
genere
gay

Era il giugno della maturità e spesso mi trovavo a casa da solo a studiare. Abitavo al settimo piano di un palazzo che in quel periodo era circondato su due lati da impalcature perché stava facendo i lavori di rifacimento delle facciate. Le impalcature erano lì ormai da quasi un mese, era caldo e ci avevano detto di tenere le tapparelle chiuse per evitare che entrasse polvere o che anche i muratori al lavoro potessero entrare in casa o violare la nostra privacy dalle impalcature. Restare però chiusi in casa con le finestre serrate e senza aria condizionata era dura.

Quando ero stufo di studiare spesso mi dilettavo con dell'autoerotismo. Nella camera dei miei c'era un armadio con grossi specchi sulle ante e mi piaceva da matti sdraiarmi sul lettone, infilarmi oggetti vari nel culo e intanto vedere il mio buco dilatarsi riflesso nello specchio. Lo faceva spesso per rilassarci e poi farmi un sega e leccare la mia stessa sborra. Lo facevo quasi ogni giorno.

Un pomeriggio ero intendo a masturbarmi il culo con delle zucchine di varie dimensioni. La tapparella della camera non era del tutto serrata e dai buchini si poteva intravedere all'intero, anche perché tenevo la luce accesa e vedere da fuori cosa succedesse all'intero era facile. Sinceramente non ci avevo pensato, ma l'ho capito più tardi.
Quel giorno i muratori gli sentivo andare avanti e indietro sulle impalcature, ne vedevo le sagome attraverso la tapparella. Io mi trastullavo ma non pensavo mi potessero vedere. Ad un certo vedo che passano insistentemente al di fuori della mia finestra, ad un certo punto fermano due. Bussano alla finestra da fuori e mi dicono: "Signora, signora. Ci sente? Se ci apre dovremmo entrare per visionare dall'interno i lavori" La cosa mi sembrava strana, devi rifare la facciata, cosa devi controllare dall'interno dell'appartamento. E poi mi avevano chiamato Signora. Ero un ragazzo e avevo i capelli lunghi. Forse dai buchi della tapparella hanno intravisto che potessi essere una donna.
Cazzo, ma allora mi hanno visto! Non è che il discorso del controllo è una scusa? Vogliono solo entrare per cercare di scoparmi?
Un po' titubante mi sono ricomposto e nel giro di pochi minuti ho sollevato la tapparella e li ho fatti entrare dalla finestra. In fin dei conti ho pensato che forse il controllo poteva essere una esigenza reale oppure mi è anche balenata l'idea che tutto sommato non mi sarebbe dispiaciuto fare loro un pompino.
Erano in due. Uno il muratore anziano, avrà avuto intorno ai 50 anni. L'altro un baldanzoso ragazzo che avrà avuto sui 2o anni, sicuramente uno che stava imparando il mestiere.
Lo sguardo del più anziano quando mi ha visto era tutt'altro che inequivocabile. Era un misto tra sorpresa e disgusto. Lì ho capito che la richiesta di entrare era tutta una scusa. Pensavano di aver visto una donna in preda a voglia di cazzo e sono entrati con una scusa per scoparla. Lo sguardo del ragazzo giovane era invece meno perentorio.
Fanno finta di controllare qualcosa alle finestre della casa, poi salutano e tornano dopo pochi minuti da dove erano venuto. Richiudo tutto e resto lì con la mia voglia di cazzo che nel frattempo non se ne era andata.

Il giorno dopo, più meno alla stessa ora del giorno prima, sento ancora bussare da fuori sulla tapparella. Riapro e questa volta è il ragazzetto del giorno prima da solo. Va subito al sodo: "Scusa per ieri, mio zio pensava che tu fossi una donna e ha voluto chiederti di entrare. E' rimasto sorpreso di trovare uno come te.". Io ero imbarazzato, non sapevo come reagire. Ma lui continua subito:"a me non dispiaci invece. A me è piaciuto quello che ho visto ieri" Mi faccio coraggio: "cosa vuoi dire?", "Voglio dire che mi piaci tu. Il tuo culo mi piace". A quel punto non dico più niente. Mi inginocchio davanti a lui, gli slaccio i jeans impolverati. I suoi slip non nascondono adeguatamente il bel gonfiore di un cazzo già in tiro. Gli abbasso gli slip e mi metto il suo cazzo in bocca. Sapore forte, un misto di smegma e di cemento. Lavorava sull'impalcatura da ore nel caldo di giugno, non era proprio io massimo dell'igiene. Ma quel misto di sudore e desiderio mi eccitava tantissimo. L'ho spompinato per diversi minuti e ad un certo punto si è tolto e mi ha fatto girare e mettere a carponi sul letto. Il mio culo era lì tutto per lui. Il suo non era un cazzo enorme, ma della giusta dimensione perché potesse infilarlo senza problemi nel mio culo non cerco nuovo a quel tipo di esperienza.
Me lo ha spinto in culo fino in fondo. Mi ha stantuffato per bene fino a che non ho sentito che il suo pulsare. Mi ha scaricato nel culo un fiume di sborra caldissima. La sentivo fluire ad ogni spinta e ad ogni pulsazione. Quando lo ha tirato fuori sono stato lì con il culo all'aria a vedermi riflesso negli specchi. E vedevo il liquido perlato colarmi dal culo sulle palle fino a sgocciolare sul copriletto. Mi sono girato ho trovato istintivo baciarlo sulla bocca. Lui mi infila la lingua in bocca e nel mentre mi prende il cazzo. Mi masturba meglio limoniamo. Vengo in pochi secondi addosso a lui mentre ancora mi sento il culo sgocciolare.
Che esperienza fantastica.
Dopo essersi sistemato è tornato sulla sua impalcatura. Nei giorni successivi speravo che tornasse ancora a bussare alla tapparella ma non l'ho più rivisto.
I lavori dopo un po' sono finiti e io ho sostenuto con successo la mia maturità. Ma a quel giovanotto senza nome ho pensato spesso. Una delle migliori scopate della mia vita.

di
scritto il
2023-08-01
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