Io inculo Pietro sua mamma e la fidanzata. Seduco la mamma
di
Zio francesco
genere
bisex
E così ero uscito avevo incontrato la mamma ed ero li davanti alla finestra dalla quale sicuramente aveva visto tutto. "Sa, ho sentito una telefonata di Pietro molto... chiara. Quando per strada l'ho vista entrare e salire ho capito che era lei di cui si parlava".
Non era vero. Non mi piaceva iniziare con delle bugie. Mi alzai e andai alla finestra guardando ostentatamente fuori. Il gesto era eloquente. La donna arrossì come il figlio, "sì, è vero vi ho diciamo intravisti". "Era un messaggio: Pietro avrebbe potuto chiudere le persiane", commentai. "Mi pare che lei sappia e comprenda molte cose. Certo più di me", ero rimasto in piedi e lei seduta ed ero con i jeans all'altezza del suo volto. L'idea che la mamma che mi avesse visto inculare il figlio, avesse visto le espressioni del suo volto e mi avesse fermato per strada non appena finito mi eccitava. La stoffa dei jeans era tesa e molto vicina al suo viso. "Cosa vorrebbe sapere ... o vedere".
La madre spostò appena il viso in modo da sfiorare con la nuca il mio sesso. "Sono preoccupata certo ma non sconvolta. Sono psicoanalista e non mi erano sfuggiti certi segni. Anzi sono felice che sia successo e... con lei che mi sembra un uomo..." cercava le parole, "con la testa sulle spalle". Un lapsus freudiano visto che mentre lo diceva aveva la sua testa sulle mie palle.
"Quindi le piace l'uomo di cui suo figlio è innamorato?", continuai giocando sul significato ampio della frase, "l'uomo a cui Pietro ha dato tutto di se". "Sì ma lei.. ha una ragazza mi pare di capire". "Si a me piacciono anche le donne, molto", la interruppi spostando appena i jeans e muovendo leggermente il sesso sulla sua guancia, "non sono innamorato di suo figlio come Pietro lo è di me, è vero. Ma non sto con lui solo perchè ha un bel culo o una bocca... abile". E lei?
"Io cosa?" Le presi la mano per alzarla. Lei si alzò e fece una cosa sorprendente: accostò le persiane. "Troppa luce" diceva ma era chiaramente un segnale. Guidai la sua mano verso i miei jeans. "Riassumo: Lei ascolta la telefonata dove suo figlio racconta come è stato deflorato e come ha fatto godere un uomo. Fa in modo di essere alla finestra e guarda, con la complicità di Pietro, quasi tutto quello che suo figlio sta facendo a questo'uomo. Quando capisce che è finito scende lo ferma e lo porta in casa. Passai al tu, "Hai voglia anche tu, vero? O sei curiosa comunque".
"Si è vero sono curiosa", mentre parlavo aveva iniziato a tastare il sesso e le palle, mi aprì la cinghia, "voglio vederlo". "Vuoi vedere il cazzo che ha appena fatto godere tuo figlio", dissi con tono improvvisamente attivo mentre mi toglievo i jeans, "sai che oggi è venuto senza toccarsi, come un femmina!". "So che anche con Sara..." aggiunse tirando giù gli short.
"Eccolo", ecco il cazzo che tuo figlio adora,. Sì anche Sara viene solo per le spinte di questo cazzo nella sua pancia. Il cazzo che ha portato Sara a tradire Pietro e ad attraversare Milano per averlo, che l'ha messa incinta forse". La madre iniziò a baciarlo, pensava che mi sarebbe bastato, che le sarebbe bastato, un pompino. "Dai sdraiati o fammi andare". Sdraiarmi dove? "Qui o di là o sul divanetto, decidi tu dove, io decido come". "Vestita?". "Dammi le tue mutande" erano di pizzo nero. Andammo nel suo studio. Io mi spogliai compleamente mentre lei si sdraiava per terra a gambe aperte. In piedi torreggiavo su di lei, bagnatissima.
"Devo fare una telefonata prima" composi il numero di Anna, "Oggi non posso amore. Non ce la faccio proprio" "addirittura. Sai lui ha telefonato a Sara subito dopo, raccontandole che l'avevi fatta venire", usò proprio il participio al femmibile. "So so, ci risentiamo dopo". Mentre parlavo La madre, me l'aveva preso in bocca. Con quel gesto classico, il 'pompino- mentre -lui -dice una scusa -alla -sua -donna -al -telefono' eravamo divenuti ufficialmente amanti.
Si sdraiò vestita alzando solo la gonna e la penetrai fra le gambe aperte. Dopo l'ano stretto del figlio la sua figa sembrava una caverna, in compenso sapeva come muovere i muscoletti del suo sesso per trarne e darmi il massimo piacere. Venne quasi subito mi fermai e ci baciammo, poteva sentire forse nella mia bocca il sapore del seme di suo figlio che avevo estratto nemmeno un'ora prima. "Mi stai scopando benissimo, sei un Dio" esclamò, "ma prendi il tuo ritmo. Scopami come piace a te", evidentemente era informatissima. "Con una donna è diverso", risposi prendendola fra le braccia e issandola sopra di me, "scopami tu". Sembrava non aspettasse altro. Ancora vestita saltellò e cavalcò il mio cazzo venendo ancora. Ci staccammo ansimanti. Mi alzai in piedi.
"Ora sai cosa voglio". "Anche a me?". "Soprattutto a te, spogliati". "Vuoi sodom...". Esatto, lo hai già fatto vero? "Sì ma non mi era piaciuto". "Oggi è diverso". "Puoi dirlo. Cercherò di esssere brava". "Come Pietro?". "Come Sara diciamo".
Non avevamo creme però, sputai sul suo buchino e lei sbavò sull'intera lunghezza del mio sesso che era umido di lei. Si spogliò e, poggiando il busto sul lettino da analista, aspettava che il mio cazzo la aprisse anche lì. La lasciai ad aspettare mentre le carezzavo il collo e la schiena. Attendevo che me lo chiedesse, "Dai cosa aspetti!", Aspetto che lo chiedi, "Dai inculami!" implorò quasi piangendo e a quel punto entrai.
Le piacque, trovò il modo di toccarsi mentre la penetravo. La cavalcata finale non le fece male e venimmo quasi insieme.
In bagno, non mi ero nemmeno tanto sporcato mi chiese. "E ora?"
"E ora ci saluteremo" ci sarebbe stato bene il suo nome in questa frase ma non lo conoscevo, pur avendo infilato il cazzo nella sua bocca nella figa e venendole nel culo, "poi torneremo a casa, non diremo nulla ai nostri partner, ci pentiremo, ci riprometteremo di non rivederci più e... lo rifaremo!" sillabai mentre mi rivestivo mettendo in tasca però le sue mutadine di pizzo nero. Stavo per uscire. Mi corse incontro con la scusa di rimettermi la camicia nei pantaloni, mi baciò e mi disse "Ti amo... anche io!".
Io ed Elena ci vedevamo ogni tanto non così spesso. Con Anna, Sara e Pietro invece la frequenza era giornaliera. Non avevo mai fatto tanto sesso in vita mia. Nello studio di Elena scoprii la comodità del lettino da analista che offriva appoggi ideali per sodomie, pompini e cunnilingus. Le chiesi di farmi una sega stando seduta dietro di me e tenendo nell'altra mano il taccuino per appunti, la inculai col viso verso la finestra (ma con le persiane chiuse) mi feci masturbare mentre lei parlava col figlio. Quando lui disse alla mamma, "sai stasera devo dirti una cosa" si fermò.
Si perchè Pietro aveva deciso il suo coming out (scegliendo un periodo in cui il padre era in Cina per lavoro) e voleva presentarmi alla... mamma.
La cena non fu così imbarazzante anche perchè bevemmo molto tutti e tre. Pietro era più che femmina, mi carezzava mi dava baci e iniziò addirittura a toccarmi sotto la tovaglia. "Ora sparecchio" disse Elena. Mi alzai dimenticando che avevo praticamente il cazzo fuori. No no, sorrise Elena forse vorrete andare di la un attimo a... rinfrescarvi" osservò. Ci rinfrescammo con una veloce sega di Pietro a me e mia a lui con le spalle alla porta.
"Così va meglio forse" commentò Elena al nostro ritorno. Mi sedetti sul divano e Pietro mi si sdraiò in grembo spostando la mia mano sulle sue chiappe. Parlammo del più e del meno mentre toccavo il culo del figlio davanti alla mamma contando sulla luce sempre meno forte che entrava dalle finestre. Eravamo quasi al buio, Pietro mi leccava la patta con la lingua facemdo un rumore facile da interpretare, non poeva vedere Elena che aveva anche lei messo la mano in grembo. Si alzò si versò un liquore e disse 'mettiamo un po di musica'. Esentati dalla conversazione ormai al buio la musica a coprire un poco i suoini del sesso Pietro mi abbassò la cerniera e lo prese in bocca dando le spalle alla mamma mentre la mamma a gambe aperte si masturbava silenziosa davanti a me. Venne prima lei mi pare di capire. Io non riuscii a stare zitto quando eiaculai nella sua bocca. Pietro si alzò e disse "che buio" accese la luce solo per far vedere alla mamma il rivolo di seme che usciva dall'angolo della sua bocca. "Vai subito in bagno a lavartii i denti, stupidino!" fu il commento per nulla scandalizzato di Elena. Approfittando della sua uscita mi confidò.
"Sai quando sei entrato e ti ha presentato 'mamma questo è il mio uomo, l'uomo con cui faccio l'amore' ho avuto praticamente un orgasmo. Lui avrà pensato che ero scandalizzata e invece avrei voluto rispondere "è anche il mio""
Pietro arrivò all'improvviso "Cosa state dicendo?" chiese. "Mi sta chiedendo se ho intenzioni serie" scherzai. "E le hai?". "Si ti voglio bene mi piaci un sacco e desidero molto il tuo corpo e la tua compagnia. No se intendi che mi vedo sposato con un ragazzo o comunque in una relazione esclusiva" risposi seriamente abbracciandolo.
"Ah ecco perchè lei ha anche un'altra fidanzata mi pare di capire", intervenne Elena, "si c'è una donna con cui..." "con cui scopa", proseguì secco Pietro, "più di una". "E non vede perchè dovrebbe rinunciarvi. Beh se a Pietro questo va bene, tra l'altro credo che le conosca", intervenne la mamma, "oh si le conosce bene" aggiunsi e riuscii a non scoppiare a ridere.
"Resti qui a dormire la prego. Non faccia complimenti. Mi pare che le cose siano chiare almeno con me. Papà è diverso ma abbiamo molte settimane per pensarci". Morivamo dalla voglia e entrati in camera ci denudammo subito. Io non ero molto convinto, ma Pietro insistette per farsi inculare non stette affatto in silenzio e pretese che non censurassi i miei gemiti.
A un muro di distanza Elena poteva sentire tutti i rumori, cigolii del letto, strilli di dolore e grida di orgasmo che caratterizzarono la lunga sodomizzazione di suo figlio, del grato pompino che gli feci subito dopo e di una sega che ci scambiammo a metà nottata.
La mattina ci sorprese nudi sopra le lenzuola. Elena finse di scandalizzarsi richiuse la porta. La colazione è pronta. "Mi scusi sono entrata per abitudine. Non pensavo... Poi guardando Pietro "Tutto quello che ho sentito e ho visto da ieri sera a ora mi conferma che tu hai fatto un'ottima scelta, Pietro, tientelo stretto lui è davvero... un uomo" e uscì.
continua
Non era vero. Non mi piaceva iniziare con delle bugie. Mi alzai e andai alla finestra guardando ostentatamente fuori. Il gesto era eloquente. La donna arrossì come il figlio, "sì, è vero vi ho diciamo intravisti". "Era un messaggio: Pietro avrebbe potuto chiudere le persiane", commentai. "Mi pare che lei sappia e comprenda molte cose. Certo più di me", ero rimasto in piedi e lei seduta ed ero con i jeans all'altezza del suo volto. L'idea che la mamma che mi avesse visto inculare il figlio, avesse visto le espressioni del suo volto e mi avesse fermato per strada non appena finito mi eccitava. La stoffa dei jeans era tesa e molto vicina al suo viso. "Cosa vorrebbe sapere ... o vedere".
La madre spostò appena il viso in modo da sfiorare con la nuca il mio sesso. "Sono preoccupata certo ma non sconvolta. Sono psicoanalista e non mi erano sfuggiti certi segni. Anzi sono felice che sia successo e... con lei che mi sembra un uomo..." cercava le parole, "con la testa sulle spalle". Un lapsus freudiano visto che mentre lo diceva aveva la sua testa sulle mie palle.
"Quindi le piace l'uomo di cui suo figlio è innamorato?", continuai giocando sul significato ampio della frase, "l'uomo a cui Pietro ha dato tutto di se". "Sì ma lei.. ha una ragazza mi pare di capire". "Si a me piacciono anche le donne, molto", la interruppi spostando appena i jeans e muovendo leggermente il sesso sulla sua guancia, "non sono innamorato di suo figlio come Pietro lo è di me, è vero. Ma non sto con lui solo perchè ha un bel culo o una bocca... abile". E lei?
"Io cosa?" Le presi la mano per alzarla. Lei si alzò e fece una cosa sorprendente: accostò le persiane. "Troppa luce" diceva ma era chiaramente un segnale. Guidai la sua mano verso i miei jeans. "Riassumo: Lei ascolta la telefonata dove suo figlio racconta come è stato deflorato e come ha fatto godere un uomo. Fa in modo di essere alla finestra e guarda, con la complicità di Pietro, quasi tutto quello che suo figlio sta facendo a questo'uomo. Quando capisce che è finito scende lo ferma e lo porta in casa. Passai al tu, "Hai voglia anche tu, vero? O sei curiosa comunque".
"Si è vero sono curiosa", mentre parlavo aveva iniziato a tastare il sesso e le palle, mi aprì la cinghia, "voglio vederlo". "Vuoi vedere il cazzo che ha appena fatto godere tuo figlio", dissi con tono improvvisamente attivo mentre mi toglievo i jeans, "sai che oggi è venuto senza toccarsi, come un femmina!". "So che anche con Sara..." aggiunse tirando giù gli short.
"Eccolo", ecco il cazzo che tuo figlio adora,. Sì anche Sara viene solo per le spinte di questo cazzo nella sua pancia. Il cazzo che ha portato Sara a tradire Pietro e ad attraversare Milano per averlo, che l'ha messa incinta forse". La madre iniziò a baciarlo, pensava che mi sarebbe bastato, che le sarebbe bastato, un pompino. "Dai sdraiati o fammi andare". Sdraiarmi dove? "Qui o di là o sul divanetto, decidi tu dove, io decido come". "Vestita?". "Dammi le tue mutande" erano di pizzo nero. Andammo nel suo studio. Io mi spogliai compleamente mentre lei si sdraiava per terra a gambe aperte. In piedi torreggiavo su di lei, bagnatissima.
"Devo fare una telefonata prima" composi il numero di Anna, "Oggi non posso amore. Non ce la faccio proprio" "addirittura. Sai lui ha telefonato a Sara subito dopo, raccontandole che l'avevi fatta venire", usò proprio il participio al femmibile. "So so, ci risentiamo dopo". Mentre parlavo La madre, me l'aveva preso in bocca. Con quel gesto classico, il 'pompino- mentre -lui -dice una scusa -alla -sua -donna -al -telefono' eravamo divenuti ufficialmente amanti.
Si sdraiò vestita alzando solo la gonna e la penetrai fra le gambe aperte. Dopo l'ano stretto del figlio la sua figa sembrava una caverna, in compenso sapeva come muovere i muscoletti del suo sesso per trarne e darmi il massimo piacere. Venne quasi subito mi fermai e ci baciammo, poteva sentire forse nella mia bocca il sapore del seme di suo figlio che avevo estratto nemmeno un'ora prima. "Mi stai scopando benissimo, sei un Dio" esclamò, "ma prendi il tuo ritmo. Scopami come piace a te", evidentemente era informatissima. "Con una donna è diverso", risposi prendendola fra le braccia e issandola sopra di me, "scopami tu". Sembrava non aspettasse altro. Ancora vestita saltellò e cavalcò il mio cazzo venendo ancora. Ci staccammo ansimanti. Mi alzai in piedi.
"Ora sai cosa voglio". "Anche a me?". "Soprattutto a te, spogliati". "Vuoi sodom...". Esatto, lo hai già fatto vero? "Sì ma non mi era piaciuto". "Oggi è diverso". "Puoi dirlo. Cercherò di esssere brava". "Come Pietro?". "Come Sara diciamo".
Non avevamo creme però, sputai sul suo buchino e lei sbavò sull'intera lunghezza del mio sesso che era umido di lei. Si spogliò e, poggiando il busto sul lettino da analista, aspettava che il mio cazzo la aprisse anche lì. La lasciai ad aspettare mentre le carezzavo il collo e la schiena. Attendevo che me lo chiedesse, "Dai cosa aspetti!", Aspetto che lo chiedi, "Dai inculami!" implorò quasi piangendo e a quel punto entrai.
Le piacque, trovò il modo di toccarsi mentre la penetravo. La cavalcata finale non le fece male e venimmo quasi insieme.
In bagno, non mi ero nemmeno tanto sporcato mi chiese. "E ora?"
"E ora ci saluteremo" ci sarebbe stato bene il suo nome in questa frase ma non lo conoscevo, pur avendo infilato il cazzo nella sua bocca nella figa e venendole nel culo, "poi torneremo a casa, non diremo nulla ai nostri partner, ci pentiremo, ci riprometteremo di non rivederci più e... lo rifaremo!" sillabai mentre mi rivestivo mettendo in tasca però le sue mutadine di pizzo nero. Stavo per uscire. Mi corse incontro con la scusa di rimettermi la camicia nei pantaloni, mi baciò e mi disse "Ti amo... anche io!".
Io ed Elena ci vedevamo ogni tanto non così spesso. Con Anna, Sara e Pietro invece la frequenza era giornaliera. Non avevo mai fatto tanto sesso in vita mia. Nello studio di Elena scoprii la comodità del lettino da analista che offriva appoggi ideali per sodomie, pompini e cunnilingus. Le chiesi di farmi una sega stando seduta dietro di me e tenendo nell'altra mano il taccuino per appunti, la inculai col viso verso la finestra (ma con le persiane chiuse) mi feci masturbare mentre lei parlava col figlio. Quando lui disse alla mamma, "sai stasera devo dirti una cosa" si fermò.
Si perchè Pietro aveva deciso il suo coming out (scegliendo un periodo in cui il padre era in Cina per lavoro) e voleva presentarmi alla... mamma.
La cena non fu così imbarazzante anche perchè bevemmo molto tutti e tre. Pietro era più che femmina, mi carezzava mi dava baci e iniziò addirittura a toccarmi sotto la tovaglia. "Ora sparecchio" disse Elena. Mi alzai dimenticando che avevo praticamente il cazzo fuori. No no, sorrise Elena forse vorrete andare di la un attimo a... rinfrescarvi" osservò. Ci rinfrescammo con una veloce sega di Pietro a me e mia a lui con le spalle alla porta.
"Così va meglio forse" commentò Elena al nostro ritorno. Mi sedetti sul divano e Pietro mi si sdraiò in grembo spostando la mia mano sulle sue chiappe. Parlammo del più e del meno mentre toccavo il culo del figlio davanti alla mamma contando sulla luce sempre meno forte che entrava dalle finestre. Eravamo quasi al buio, Pietro mi leccava la patta con la lingua facemdo un rumore facile da interpretare, non poeva vedere Elena che aveva anche lei messo la mano in grembo. Si alzò si versò un liquore e disse 'mettiamo un po di musica'. Esentati dalla conversazione ormai al buio la musica a coprire un poco i suoini del sesso Pietro mi abbassò la cerniera e lo prese in bocca dando le spalle alla mamma mentre la mamma a gambe aperte si masturbava silenziosa davanti a me. Venne prima lei mi pare di capire. Io non riuscii a stare zitto quando eiaculai nella sua bocca. Pietro si alzò e disse "che buio" accese la luce solo per far vedere alla mamma il rivolo di seme che usciva dall'angolo della sua bocca. "Vai subito in bagno a lavartii i denti, stupidino!" fu il commento per nulla scandalizzato di Elena. Approfittando della sua uscita mi confidò.
"Sai quando sei entrato e ti ha presentato 'mamma questo è il mio uomo, l'uomo con cui faccio l'amore' ho avuto praticamente un orgasmo. Lui avrà pensato che ero scandalizzata e invece avrei voluto rispondere "è anche il mio""
Pietro arrivò all'improvviso "Cosa state dicendo?" chiese. "Mi sta chiedendo se ho intenzioni serie" scherzai. "E le hai?". "Si ti voglio bene mi piaci un sacco e desidero molto il tuo corpo e la tua compagnia. No se intendi che mi vedo sposato con un ragazzo o comunque in una relazione esclusiva" risposi seriamente abbracciandolo.
"Ah ecco perchè lei ha anche un'altra fidanzata mi pare di capire", intervenne Elena, "si c'è una donna con cui..." "con cui scopa", proseguì secco Pietro, "più di una". "E non vede perchè dovrebbe rinunciarvi. Beh se a Pietro questo va bene, tra l'altro credo che le conosca", intervenne la mamma, "oh si le conosce bene" aggiunsi e riuscii a non scoppiare a ridere.
"Resti qui a dormire la prego. Non faccia complimenti. Mi pare che le cose siano chiare almeno con me. Papà è diverso ma abbiamo molte settimane per pensarci". Morivamo dalla voglia e entrati in camera ci denudammo subito. Io non ero molto convinto, ma Pietro insistette per farsi inculare non stette affatto in silenzio e pretese che non censurassi i miei gemiti.
A un muro di distanza Elena poteva sentire tutti i rumori, cigolii del letto, strilli di dolore e grida di orgasmo che caratterizzarono la lunga sodomizzazione di suo figlio, del grato pompino che gli feci subito dopo e di una sega che ci scambiammo a metà nottata.
La mattina ci sorprese nudi sopra le lenzuola. Elena finse di scandalizzarsi richiuse la porta. La colazione è pronta. "Mi scusi sono entrata per abitudine. Non pensavo... Poi guardando Pietro "Tutto quello che ho sentito e ho visto da ieri sera a ora mi conferma che tu hai fatto un'ottima scelta, Pietro, tientelo stretto lui è davvero... un uomo" e uscì.
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