Verso il matrimonio 1

di
genere
bisex


Dopo quella sera, né io né anna parlammo o commentammo l’accaduto e analogamente, fu con mio fratello e mio padre. Ci comportavamo come se nulla fosse accaduto, io tornai ad essere il fidanzato di Anna, mio fratello il cognato e mio padre il suocero ma, ammetto, non posso dirmi sicuro che tra i tre non vi furono più incontri. Posso solo dirvi che il rapporto e la relazione tra me ed anna s’invigorì. Lei divenne più allegra, spensierata, affettuosa, dolce, più di quanto già non lo fosse ed io ero appagato per questa situazione e non mi risparmiavo per fare in modo che continuasse sempre così. In pratica trascorsero circa 3 anni da quella sera nel corso dei quali avevamo deciso di sposarci e mettere su famiglia. Ricordo con piacere le fasi organizzative, i progetti, l’acquisto della nostra attuale casa, i mobili, gli abiti cerimoniali, insomma tutto quello che precede il matrimonio. Periodi quindi belli, arricchiti da tanto sesso consumato in tutti i posti possibili, in tutti i momenti opportuni, con tutte le varianti possibili ed immaginabili ma, almeno per quanto ne so io, consumato solo tra noi due. Se durante quel periodo anna si faceva scopare da altri, non ne ho mai avvertito il sentore e, parlandone oggi, se anche lo avesse fatto, non mi tange: purché era felice e continuasse sempre ad amarmi. Ed ora, arriviamo a noi. Dopo ormai 10 anni di fidanzamento, situazioni lavorativi ed economiche sia mie che di Anna ben stabile, decidiamo di fissare le nozze: scelta della chiesa, del ristorante, viaggio di nozze ecc..ed in tutto questo trambusco, non ce ne accorgiamo quasi, che arriviamo a poche settimane dal matrimonio. Una sera, mentre stavamo in una rinomata pizzeria napoletana, anna mi prende la mano, me la carezza e per la prima volta, abbassa lo sguardo come per celare un forte imbarazzo e mi dice: “Carlo, voglio parlarti ma voglio che quello che ti dico sia da te ben compreso. Nulla deve essere travisato e nulla deve essere compreso per quello che non è”. Resto un po interdetto e confuso ma non per nulla preoccupato, e anche se la vedo inspiegabilmente imbarazzata, il suo atteggiamento non mi desta alcuna preoccupazione, anzi, la tranquillizzo stringendole la mano per poi carezzarle il volto: “E perché mai dovrei non capirti? Sono qui ad ascoltarti e qualunque cosa tu debba dirmi ti ascoltero’...come sempre ho fatto o no?...ma devo preoccuparmi?” e sorridendole le do un bacio sulla guancia. “Lo so Carlo, sei sempre stato molto attento con me, forse più di me. Ma vorrei essere certa che tu mi capisca...”...”Anna...dimmi...lo sai, non ho mai avuto problemi ad ascoltarti e a comprenderti, su tutto”...”Su tutto?...anche su...”...ed io: “anche su…..?” ed Anna, prendendosi una pausa prima di continuare ma sempre tenendo basso lo sguardo: “anche se si trattasse di...tuo padre?”...la guardai e replicai:”...mio padre?..e che c’entra mio padre..ma comunque dimmi pure..dimmi!”. Anna alzo’ lo sguardo, mi bacio’ la mano e mi disse: “...prima di sposarci voglio incontrarlo ancora una volta. Voglio incontrarlo non di nascosto. Voglio che tu lo sappia...e sarei felice se ci fossi anche tu con lui”. Erano passati tre anni e quella richiesta si trasformo’ in una pugno al cuore che non mi provoco’ pero’ dolore. Anzi. Il battito lo sentivo nel cervello, il respiro si fece accelerato, quasi affannavo ed improvvisamente lo sguardo di anna da dolce e remissiva come si era posta fino a poco prima, divenne profondo,a tratti ammiccanti. “...vuoi incontrare mio padre con me...con me...ma...vuoi incontrarlo per cosa?...”. Sapevo cosa mi avrebbe risposto perché mentre pronunciavo le parole, mi tornavano indietro i ricordi di tre anni prima, ricordi che iniziarono ad eccitarmi, a farmi pulsare il cazzo nelle mutande. Non le detti il tempo di rispondere. Profittando della posizione abbastanza defilata del nostro tavolo, della pochissima gente in sala intenta a chiacchierare tra di loro e a mangiare, le lasciai libera la mano che stringevo e raggiunsi le sue gambe coperte da un’elegante minigonna e da un paio di collant neri...raggiunsi lentamente il centro delle sue gambe e proprio lì...in mezzo alle cosce la trovai calda, poi bollente...la figa era già fradicia...aveva inzuppato non solo le sue mutandine ma addirittura il collant. La baciai sulle labbra. Anna tento’ di infilarmi la lingua in bocca ma proprio in quel momento arrivo’ il cameriere con le pizze (un tronchetto per lei, una margherita per me), visibilmente imbarazzato nel beccarmi con la mano in mezzo alle cosce di anna mentre stavamo per baciarci. Anna come nulla fosse, strinse le gambe imprigionandomi la mano in mezzo alle sue cosce e fece cenno al cameriere di posare le pizze sul tavolo. Questi arrossì...ed arrossì ancora di più quando anna gli disse: “ com’è grosso questo tronchetto!...lo chiamerei bastone piu che tronchetto...non crede?...ma li fate tutti così grossi i tronchetti o se ne possono fare di più piccoli?”. Il povero cameriere provocato ma mezzo imbambolato rispose: “signorina se per lei è troppo grande lo porto indietro e gliene faccio prepare uno mignon, non c’è alcun problema”...”no no...disse anna: per me, più sono grossi più sono contenta...vado pazza per i tronchetti grossi...grazie”.il poveretto saluto’ e ando’ via...credo non si dimenticherà mai di anna. Riprendemmo la discussione dopo aver bevuto entrambi, tutto d’un fiato, quasi tutto il calice di birra da mezzo litro. Credo piu per prendere coraggio che per sete. L’alcool si sa, disinibisce e rende tutto piu facile a dirsi. “non togliermi la mano carlo...sfiorami la figa dai collant..la pizza te la taglio io, per mangiare ti servirà solo una mano...o no?”. Aveva la figa che colava, avevo voglia di infilarle tutta la mano dentro, anche se ci avessero visti...ormai avevo la libidine a mille...come se la sua proposta avesse praticamente dato voce ad un mio desiderio nascosto e che non avevo la forza di tirare dentro perché era inutile negare a me stesso: aver visto anna scopare sia con mio padre che con mio fratello, era stata enz’altro la cosa più piacevole ed eccitante che la vita ed anna stessa, mi aveva potuto regalare. Non solo. Ora più di lei, volevo rivederla scopata da lui. “...poverino (riferendomi al cameriere)...lo hai imbarazzato..chissà cosa penserà di te e soprattutto di me che sono stato ad ascoltare quello che gli dicevi senza intervenire?”...”che penserà di me? - mi rispose anna - ...che io sono una mignotta e tu un cornuto!..” La troia sapeva benissimo che questa parola per me, ogni volta che me la diceva in un particolare contesto, rappresentava il massimo della gratificazione, e sentirmelo dire mentre con una mano mangiavo la pizza e con l’altra le avevo strappato un lembo del collant per raggiungere la sua figa inzuppata stringendole fra due dita quel bellissimo clitoride che si ergeva adesso, come un capezzolo piu’ sviluppato...come una sorta di piccolo cazzo dando ad entrambi, un piacere cerebrale e fisico enorme. “Cornuto?..e perché mai sarei un cornuto?...non mi stai tradendo con nessuno adesso, almeno fisicamente...” le dissi...” no...ancora no...” fu la sua risposta. “ma potrebbe accadere se entrambi lo volessimo...hai notato come il cameriere ogni tanto ci guarda? Ormai se n’è accorto che mi stai toccando la figa”...”si...dissi io – ma se n’era accorto anche quando ci ha portato la pizza..lascialo guardare...anzi sai una cosa? Più ci guarda e più il mio cazzo si fa duro...mettimi una mano sulla patta...senti...” Anna, spudoratamente, allungò la mano sul mio pacco ma la sua manovra, a differenza della mia, non fu celata dal lembo della tovaglia. Chiunque in quel omento avrebbe potuto vedere distintamente la sua mano che iniziava a massaggiarmi il cazzo duro da sopra il pacco ed il cameriere ora, guardava compiaciuto e visibilmente eccitato. “Dai basta anna...qui corriamo il rischio di farci cacciare...smettiamola”...”Si..hai ragione – rispose – ma un cornetto in pizzeria voglio mettertelo...aspetta devo andare in bagno”. Si alzo’ e si diresse verso la sala della pizzeria, passando davanti al cameriere che al suo passaggio, ammicco’ un sorriso.



carlo.tastillo@gmail.com

scritto il
2023-03-13
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