La metamorfosi di mia figlia Sabrina.

di
genere
incesti

Sabrina fin dalla nascita mostrò un attaccamento ancestrale nei miei confronti, con me non piangeva mai, e se con la mamma qualche volta aveva crisi di pianto, non appena la prendevo io si tranquillizzava. Non che Anita, mia moglie, si disamorasse, ma ormai ero il riferimento della piccola in ogni occasione lasciando lei libera da ogni cosa durante le mie presenze in casa.
Se uscivamo insieme il carrozzino dovevo spingerlo io altrimenti erano pianti. Conobbi Anita sul posto di lavoro, un enorme supermercato all’interno di un centro commerciale, ed alla nascita di Sabrina scegliemmo dei turni di lavoro alternativi in modo da gestire la piccola.
Il problema, se così si può chiamare, era che con Anita ci vedevamo poco, è vero che la notte dormivamo assieme, però spesso la stanchezza aveva il sopravvento ed invece di una salutare scopata si preferiva un rigenerante sonno. Gli anni volano, con la crescita di Sabrina ci era più facile gestire i nostri tempi, variammo i nostri turni e questo fu sufficiente a riavvicinarci.
I rapporti tra Sabrina ed Anita erano freddi, senza alcun amore materno, al contrario ero io il punto di riferimento di Sabrina che subì una metamorfosi straordinaria da neonata, bambina, ragazzina, adolescente, ero sempre io. Per fare un esempio, del suo menarca ne fui coinvolto io e non la mamma. Se da un lato ne venivo gratificato dall’altro ero preoccupato per i suoi sviluppi mentali. Cresceva ed era bellissima la mia Sabrina, aveva preso alcune cose dalla madre ed altre da me, probabilmente scegliendo le migliori da ognuno. Vestiva come le ragazze del suo tempo,
e questo provocò una gelosia disarmante da parte di Anita che di riflesso cominciò a vestire come Sabrina. Successe che iniziò una lotta astratta tra mamma e figlia a chi poteva mostrare di più. Ne godevo? Nel mio intimo sicuramente, anche se sentivo Anita sempre più lontana dalla famiglia, probabilmente con le sue scuse per uscire con le amiche si vedeva con qualcuno, e questo successe quando con il suo modo di vestire scoprì molto del suo corpo. Non la rimproveravo, la lasciavo libera senza indagare, avevo più a cuore la stabilità della famiglia, per Sabrina, che altro a
costo di pagare prezzi elevati, anche per la nostra situazione economica che comunque era abbastanza agiata. Io non ero insignificante, tutt’altro, avevo spesso colleghe che ci provavano, me ne astenevo pensando a Sabrina. Intanto il mio tesoro era sempre più collaborativa nei miei confronti, e questo era il meno, ma in casa girava sempre più succintamente vestita, non avevo (o non volevo avere) il coraggio di richiamarla, la giustificavo col suo modo di essere. Una notte, con Anita ormai insensibile al mio richiamo sessuale, girata di spalle, immaginai per un attimo il corpo di Sabrina nuda tra le mie braccia. Fui sopraffatto dall’agitazione ed iniziai a tremare svegliando Anita che mi chiese “Cos’hai” “Nulla in particolare sono agitato” “Ora ti faccio una
camomilla”: Gentilmente mi portò una gradevolissima bevanda che mi rilassò, mi addormentai. Al risveglio sembrava mi avesse investito un treno, Anita mi informò che la notte avevo chiamato spesso Sabrina. Ormai la mente viaggiava verso mondi inesistenti. Sabrina si faceva ogni giorno più audace nei miei confronti. Per un mese io ed Anita, per esigenze del supermercato, fummo messi in turni differenti, praticamente ci vedevamo solo la notte. Il pomeriggio eravamo soli in casa io e Sabrina, sempre più vicini senza che nessuno di noi due avesse il coraggio di osare.
Osare poi che cosa? Parlare di noi, parlare delle assenze di Anita? Parlare del suo modo eccitante di vestire? No, sicuramente di argomenti ne avevamo tanti, forse sarebbe stata necessaria la figura della mamma, ed invece no. Mi raggiunse sul letto un pomeriggio che divenne meraviglioso “Papà ti posso dire che ti voglio bene”? “Sabrina mia, Dio solo sa quello che sei per me, da te mi farei crocifiggere se fosse necessario” “Se ti dicessi che ti amo” “Anch’io ti amo tesoro, con tutte le
mie forze” “Forse non riesco ad esprimermi, sono più chiara, ti amo amore” I nostri occhi penetrarono a vicenda in una profondità del nostra immaginazione che sentimmo nel cuore la necessità di abbracciarci e poi le nostre labbra si sfiorarono delicatamente. ”Papà ti amo” e subito dopo si adagiò su di me, causandomi la più normale delle erezioni. Un tremore invase i nostri corpi. Sensazione che non avevo provato mai con Anita, mi dava bacini sul volto, premeva fortemente il suo bacino sul mio “Papà voglio fare l’amore con te” Solo allora mi accorsi di aver sbagliato tutto nella vita, se un figlia dice che vuole far l’amore col padre, qualcosa non ha funzionato, forse non solo per colpa mia. Ma il pensiero di far l’amore con la mia Sabrina fu molto più potente di quello dell’errore della mia vita, del mio comportamento. Tanto che l’assecondai facendomi spogliare ed a mia volta feci con lei. La deflorazione avvenne in
modo dolce ed amorevole con le nostre bocche unite in un lunghissimo bacio. “Papà mi hai
reso felice, sapessi da quanto tempo ti desidero” “Amore sicuramente ho sbagliato, ma è
stato bellissimo” “Papà la nostra vita comincia ora, è finito il tempo della bambina, ora è il tempo di amarci” Un legame fortissimo che cessava in presenza di Anita che non seppe mai del nostro modo di vivere. Godeva tantissimo la mia Sabrina, ancora di più quando ad essere protetta ed allora il modo di fare sesso fu straordinariamente appagante. Si Anita se la faceva con un ragazzo, mio collega che a volte mi guardava con commiserazione.
“Stronzo non sai che piacere mi hai fatto, non l’immagini neanche lontanamente, scopala
tranquillamente, in fondo voglio che lei goda come me, ma non guardarmi in quel modo
perché dimostri la tua stupidità” Questo avrei voluto spiattellare in faccia ad Americo
(il macho di Anita) Le cose si modificano nel corso della vita ed ebbe fine anche la
relazione tra me e Sabrina, perché una multinazionale rilevò il supermercato ed il nuovo
direttore alla festa dell’inaugurazione, in un attimo perse letteralmente la testa per
Sabrina attratto dalla sua bellezza e dal suo modo di fare perché venne scelta per fare
la hostess di presentazione. Fu un colpo di fulmine accecante, anche se lui aveva dieci
anni di più. Anita tornò all’ovile gratificandomi con la frase "Se tornassi indietro
rivedrei tutta la mi vita nei confronti di Sabrina e tuoi amore mio” Un bacio lunghissimo suggellò il nostro riunione.
scritto il
2023-01-22
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