La mamma finge un malore per scoparmi.
di
orfeo
genere
incesti
Papà, per, lavoro partiva il lunedì mattina e tornava il venerdì sera, restavamo soli io e mamma, mancavano pochi giorni al compimento del 18esimo anno di età, mamma ne aveva trentatre, papà trentasei ma non c’era quasi mai a casa. Non era possibile raggiungerlo nel suo posto di lavoro perché ogni due o tre mesi iniziavamo un altro cantiere. Mamma faceva la casalinga ma in casa per due persone non è che ci fosse troppo da fare. L’avevo consigliata a cercarsi un lavoro, magari qualche amicizia. Lei era abbastanza indecisa. Io e papà eravamo coscienti che a quella età alla donna qualcosa manca, non lo dicevamo direttamente si parlava sempre per metafore, forse lei non capiva o non voleva capire. Una sera stava poco bene, aveva delle vertigini quindi la invitai
ad andare a letto, lei testarda, per camminare si doveva appoggiare, la presi in braccio e la depositai sul letto. “Stai con gli occhi chiusi che ti passa mamma” Tornai in cucina, dopo pochi minuti mi disse “Tesoro ho caldo” “Mamma togliti il vestito” Aveva difficoltà a farlo l’aiutai, la lasciai in reggiseno e mutandine, bella come sempre mamma. Era una dea distesa sul letto ad occhi chiusi un pittore l’avrebbe immortalata. Dopo dieci minuti “Tesoro questo reggiseno mi stringe slaccialo” mi venne un dubbio, è reale o finzione il malore? Tenni per me l’interrogativo. Certo che avevo pensato un milione di volte come doveva godere papà con una figa simile, mai un pensiero sconcio.
“Mamma ti devo coprire”? “No tesoro ho caldo” Tornai ancora in cucina Tesoro queste mutandine mi danno fastidio” “Mamma copriti, altrimenti resti nuda” “Tesoro ho caldo non mi contraddire” Le misi una mano sulla fronte mi sembrava non avesse febbre, ormai era nuda sempre ad occhi chiusi. Tornai in cucina anche per nascondere l’erezione. Presi il termometro digitale segnava 37,3. Potevo avere dubbi sulla funzionalità del termoscanner, ne avevamo ancora uno a mercurio, lo misi sotto al braccio sfiorando il suo seno, partì ancora l’erezione, tornai in cucina, guardando lo specchio vidi che sfregava la punta del termometro fra le mani, feci finta di non vedere, dopo
pochi minuti tornai per vedere, il termometro segnava 38,3. Cazzo mamma ci sta provando pensai. In quei momenti non sai cosa fare, ti poni degli interrogativi che restano senza risposta.
Veramente vuol farsi scopare dal figlio?
Sarei in grado di tradire papà?
Se stesse male veramente?
“Mamma cosa vuoi per cena”? “Nulla non mi va di cenare” “Per me faccio un panino col prosciutto” “Va bene fai quello che vuoi ma stammi vicino” Il dubbio era solo per le vertigini. Dopo cena sistemai la cucina in un minuto, stavo guardando la tv. “Tesoro vieni, non mi lasciare sola” sedere sul letto non è comodissimo quindi mi distesi anch’io vestito com’ero.
Evitavo di guardarla ma tra occhi e cervello era una lotta continua, ho cominciato ad immaginare le cose più sporche, tra me e me mi chiedevo /Certo se mi chiedesse di scoparla sarebbe molto difficile rifiutare/ Che figa meravigliosa la riempirei di sborra/ Chi se ne frega se è mamma, questa ha fame di cazzo/ Il cazzo seguiva i miei ragionamenti e forse mi chiedeva /Quanti interrogativi, questa vuole il cazzo/ io non resisto, fra poco scoppio/ Un vero supplizio. “Mamma ora vado a fare la doccia” “Fai subito, ti aspetto amore” Oh cazzo da tesoro è passata ad amore, è stato un lapsus o è voluto? Feci la doccia con l’acqua fredda per eliminare l’erezione, macché ottenni l’opposto, divenne ancora più grande. Indossai le mutande, tornai in camera “Amore voglio fare la doccia anch’io” Ancora amore…. La sollevai nuda com’era l’accompagnai in doccia, stavo per chiudere la porta “Amore mi devi lavare” “Mamma sei tutta nuda” “Pensi mi faccia la doccia vestita”? “Mamma sono tuo figlio” “Non chiamarmi mamma chiamami col mio nome” Inutile, era decisa. “Lavami bene” misi il bagno schiuma sulle mani e cominciai a massaggiare, ormai la mia erezione era evidentissima, la schiena, il culo volle che entrassi tra i glutei, poi davanti sul seno, sulla pancia, allargò leggermente le gambe per farmi lavare la figa “Vai dentro con le dita lavami bene”
Non ci riuscii a resistere “Mamma sto per venire” “Be? Cosa ci vedi di strano? Ora ti faccio
venire io” con la mano prese il cazzo attraverso le mutande “Toglili questi” Ci abbracciammo strettissimi, il cazzo entrò subito nella figa, le bocche incollate “Mamma che facciamo”? “Non ti sei accorto è da un mese che cerco di stimolarti, tu non capisci, ho dovuto fingere, non resisto con tuo padre lontano, non voglio tradirlo con un estraneo, ho te, sei desiderabile” Immaginavo che prendesse la pillola le sborrai nella figa, lei non obiettò, evidentemente era sicura. “Sei protetta mamma” “Certo amore prendo la pillola per quattro scopate al mese con tuo padre, figurati” “Mamma non so se quello che facciamo è giusto, comunque sei irresistibile” “Amore da questa sera iniziamo un nuovo percorso, quando siamo a casa sarà molto difficile vedere il tuo cazzo fuori dalla mia figa, voglio recuperare tutte le scopate mancate, se ci avessi pensato prima ora saremmo già sazi” “Mamma come ti devo chiamare ora”? “Quando non scopiamo o siamo fuori chiamami amore, quando scopiamo chiamami con i peggio epiteti puttana, troia, vacca dimmi di tutto fammi godere ed ora al letto, subito in azione” Avevamo già scaricato in doccia pertanto la seconda ce lo avremmo goduto “Puttana ti piace il cazzo”? “Mi fai morire, sono la tua puttana, fammi quello che vuoi” Il cazzo sembrava lo stantuffo dei vecchi treni a vapore andava e veniva con una potenza inaudita, lei col le gambe incrociate sulla mia schiena mi teneva legato. “Amore prendi un impegno tutte le sere prima di dormire voglio la sborrata in bocca” “Troia ho diciotto anni non solo in bocca, ti sborro anche nel culo oltre che nella figa” “Amore così mi ecciti da morire” “Mamma ma papà scoperà con qualcuno dove lavora”? “ Mi ha detto che si fa tre seghe alla sera pensandomi” “Povero papà” In uno dei rientri papà ci confessò che si era innamorato di un collega, dormivano insieme e scopavano. In seguito cambiò solo la scopata settimanale che si faceva con papà che venne abolita. Lui il venerdì tornava comunque anche perché il collega abitava vicino a noi, I rapporti familiari non vennero interrotti, papà era felice che mamma scopava con me. La mamma era straordinariamente attiva sessualmente, io altrettanto, le nostre scopate divennero molto rumorose, i vicini si lamentavano. Dovevo far recuperare a mamma le mancate scopate (col frocio di papà?).
ad andare a letto, lei testarda, per camminare si doveva appoggiare, la presi in braccio e la depositai sul letto. “Stai con gli occhi chiusi che ti passa mamma” Tornai in cucina, dopo pochi minuti mi disse “Tesoro ho caldo” “Mamma togliti il vestito” Aveva difficoltà a farlo l’aiutai, la lasciai in reggiseno e mutandine, bella come sempre mamma. Era una dea distesa sul letto ad occhi chiusi un pittore l’avrebbe immortalata. Dopo dieci minuti “Tesoro questo reggiseno mi stringe slaccialo” mi venne un dubbio, è reale o finzione il malore? Tenni per me l’interrogativo. Certo che avevo pensato un milione di volte come doveva godere papà con una figa simile, mai un pensiero sconcio.
“Mamma ti devo coprire”? “No tesoro ho caldo” Tornai ancora in cucina Tesoro queste mutandine mi danno fastidio” “Mamma copriti, altrimenti resti nuda” “Tesoro ho caldo non mi contraddire” Le misi una mano sulla fronte mi sembrava non avesse febbre, ormai era nuda sempre ad occhi chiusi. Tornai in cucina anche per nascondere l’erezione. Presi il termometro digitale segnava 37,3. Potevo avere dubbi sulla funzionalità del termoscanner, ne avevamo ancora uno a mercurio, lo misi sotto al braccio sfiorando il suo seno, partì ancora l’erezione, tornai in cucina, guardando lo specchio vidi che sfregava la punta del termometro fra le mani, feci finta di non vedere, dopo
pochi minuti tornai per vedere, il termometro segnava 38,3. Cazzo mamma ci sta provando pensai. In quei momenti non sai cosa fare, ti poni degli interrogativi che restano senza risposta.
Veramente vuol farsi scopare dal figlio?
Sarei in grado di tradire papà?
Se stesse male veramente?
“Mamma cosa vuoi per cena”? “Nulla non mi va di cenare” “Per me faccio un panino col prosciutto” “Va bene fai quello che vuoi ma stammi vicino” Il dubbio era solo per le vertigini. Dopo cena sistemai la cucina in un minuto, stavo guardando la tv. “Tesoro vieni, non mi lasciare sola” sedere sul letto non è comodissimo quindi mi distesi anch’io vestito com’ero.
Evitavo di guardarla ma tra occhi e cervello era una lotta continua, ho cominciato ad immaginare le cose più sporche, tra me e me mi chiedevo /Certo se mi chiedesse di scoparla sarebbe molto difficile rifiutare/ Che figa meravigliosa la riempirei di sborra/ Chi se ne frega se è mamma, questa ha fame di cazzo/ Il cazzo seguiva i miei ragionamenti e forse mi chiedeva /Quanti interrogativi, questa vuole il cazzo/ io non resisto, fra poco scoppio/ Un vero supplizio. “Mamma ora vado a fare la doccia” “Fai subito, ti aspetto amore” Oh cazzo da tesoro è passata ad amore, è stato un lapsus o è voluto? Feci la doccia con l’acqua fredda per eliminare l’erezione, macché ottenni l’opposto, divenne ancora più grande. Indossai le mutande, tornai in camera “Amore voglio fare la doccia anch’io” Ancora amore…. La sollevai nuda com’era l’accompagnai in doccia, stavo per chiudere la porta “Amore mi devi lavare” “Mamma sei tutta nuda” “Pensi mi faccia la doccia vestita”? “Mamma sono tuo figlio” “Non chiamarmi mamma chiamami col mio nome” Inutile, era decisa. “Lavami bene” misi il bagno schiuma sulle mani e cominciai a massaggiare, ormai la mia erezione era evidentissima, la schiena, il culo volle che entrassi tra i glutei, poi davanti sul seno, sulla pancia, allargò leggermente le gambe per farmi lavare la figa “Vai dentro con le dita lavami bene”
Non ci riuscii a resistere “Mamma sto per venire” “Be? Cosa ci vedi di strano? Ora ti faccio
venire io” con la mano prese il cazzo attraverso le mutande “Toglili questi” Ci abbracciammo strettissimi, il cazzo entrò subito nella figa, le bocche incollate “Mamma che facciamo”? “Non ti sei accorto è da un mese che cerco di stimolarti, tu non capisci, ho dovuto fingere, non resisto con tuo padre lontano, non voglio tradirlo con un estraneo, ho te, sei desiderabile” Immaginavo che prendesse la pillola le sborrai nella figa, lei non obiettò, evidentemente era sicura. “Sei protetta mamma” “Certo amore prendo la pillola per quattro scopate al mese con tuo padre, figurati” “Mamma non so se quello che facciamo è giusto, comunque sei irresistibile” “Amore da questa sera iniziamo un nuovo percorso, quando siamo a casa sarà molto difficile vedere il tuo cazzo fuori dalla mia figa, voglio recuperare tutte le scopate mancate, se ci avessi pensato prima ora saremmo già sazi” “Mamma come ti devo chiamare ora”? “Quando non scopiamo o siamo fuori chiamami amore, quando scopiamo chiamami con i peggio epiteti puttana, troia, vacca dimmi di tutto fammi godere ed ora al letto, subito in azione” Avevamo già scaricato in doccia pertanto la seconda ce lo avremmo goduto “Puttana ti piace il cazzo”? “Mi fai morire, sono la tua puttana, fammi quello che vuoi” Il cazzo sembrava lo stantuffo dei vecchi treni a vapore andava e veniva con una potenza inaudita, lei col le gambe incrociate sulla mia schiena mi teneva legato. “Amore prendi un impegno tutte le sere prima di dormire voglio la sborrata in bocca” “Troia ho diciotto anni non solo in bocca, ti sborro anche nel culo oltre che nella figa” “Amore così mi ecciti da morire” “Mamma ma papà scoperà con qualcuno dove lavora”? “ Mi ha detto che si fa tre seghe alla sera pensandomi” “Povero papà” In uno dei rientri papà ci confessò che si era innamorato di un collega, dormivano insieme e scopavano. In seguito cambiò solo la scopata settimanale che si faceva con papà che venne abolita. Lui il venerdì tornava comunque anche perché il collega abitava vicino a noi, I rapporti familiari non vennero interrotti, papà era felice che mamma scopava con me. La mamma era straordinariamente attiva sessualmente, io altrettanto, le nostre scopate divennero molto rumorose, i vicini si lamentavano. Dovevo far recuperare a mamma le mancate scopate (col frocio di papà?).
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