Mamma mi fa scuola di sesso.
di
adorante
genere
incesti
L’asocialità e differente dalla socialità, basta un apostrofo per modificare il significato del vocabolo.
Spiegarlo sulla carta è facilissimo, nella vita invece è difficilissimo conviverci. Essere affetto da
timidezza eccessiva porta alla “asocialità”. Un problema, che nonostante i tempi, impedisce soprattutto i dialoghi con le ragazze che a loro volta pensano che si tratti di superbia e quindi anche loro evitano il soggetto. Il cane che si morde la coda insomma. Quando iniziai a sentire strane voci sul mio conto cercai di ribellarmi a me stesso, infatti venivo additato come “frocio”. Non era il significato della parola a darmi fastidio, se fossi stato frocio non avrei avuto alcuna difficoltà ad ammetterlo, era il modo come ne parlavano, etichettavano un ragazzo senza sapere quali erano i suoi problemi. I miei genitori mi seguivano, anche loro erano preoccupati, soprattutto mamma, ragazza avvenente che faceva girare la testa a tutti, sinceramente anche a me, era mia mamma però, quindi la testa poteva girare come una trottola che non potevano esserci risvolti. Non potevano esserci risvolti, fino a quando decise di affrontare il problema con una durezza eccessiva secondo me, quasi ad aggravare
la mia situazione. “Bimbo” mi chiamava così da piccolo senza mai modificarlo “Bimbo la figa non
ù ti piace o non sei capace di trovarla”? “Mamma come parli”? “Parlo senza peli sulla lingua, rispondimi, la figa non ti piace o non sei capace di trovarla”? “Non l’ho mai provata, quindi non posso risponderti” “Bene allora cambio, la figa non ti piace o non sei capace di cercarla”? “Ecco ora è più facile risponderti, non ho il coraggio di cercarla” “Quindi non è vero quello che si sente in giro cioè che sei frocio” “Non sono stato mai attratto dal cazzo, scusa la volgarità, ma neanche dalla figa” “Finalmente arriviamo al dunque, dovrai seguire le mie lezioni, ogni volta che abbiamo tempo ti farò scoprire i segreti del sesso” “Mamma sei fuori di testa, cosa ti salta in mente”? “Mi salta in mente che dovrai lavorare sulla mia figa” “Papà cosa dice”? “Ecco allora vuoi lavorare sul cazzo di papà, è vero quello che si dice in giro” “Mamma non fraintendere” “Perfetto iniziamo subito. Ora mi spoglio nuda, guardami senza toccarmi e senza toccarti” Mamma era bella vestita, nuda era strabiliante, ed il cazzo reagiva appena. “Cosa mi dici? Cosa senti?” “Leggera eccitazione mamma” “Leggera eccitazione con una figa che vorrebbero tutti, allora sei frocio” “Fammela toccare mamma” “Toccare domani”. Ritorno alla normalità, non sapevo se mio padre fosse a conoscenza del supplizio a cui venivo sottoposto, la notte non chiusi occhio, però mi masturbai delicatamente una volta soltanto. Il giorno successivo avevamo impegni , non se ne fece niente, la notte recuperai il sonno della notte precedente, il pomeriggio con voce hitleriana mi impose di recarmi nella sua camera. La trovai nuda distesa sul letto a gambe larghe con la figa in evidenza più che mai “Spogliati nudo anche tu” “Mamma ma…” “Spogliati nudo cazzoooo” Mi spogliavo guardando la figa ed il cazzo mi cresceva tra le gambe. “Porca puttana che verga che hai, e con quel cazzo ti vergogni ad avvicinarti alle ragazze, mostrati col cazzo di fuori, ti salteranno loro addosso” “Dici mamma”? “Certo che si, anzi acceleriamo il corso vieni sul letto” “Cosa devo
fare mamma” “Allora sei deficiente, mettimi il cazzo nella figa” “Sei mia mamma”? “Si e tu sei mio figlio, sappi che il cazzo non rispetta la parentela” “Sensazione meravigliosa di godimento estremo, lei diede due spinte col bacino e sborrai anche l’anima. “Non uscire, lascialo dentro, fammi vedere la reazione” La reazione fu che il cazzo non perse consistenza, mi stringeva legandomi al suo corpo “Dai muoviti con dolcezza, bimbo è meraviglioso averlo nella figa”.
La lentezza nelle esecuzioni la faceva gemere continuamente, “Ecco così fai piano, ecco l’orgasmo ohhh, non sborrare tu, ecco un altro orgasmo ohhh” aveva orgasmi continui, io dopo la prima sborrata non ne sentivo l’immediatezza di un’altra, lei delirava. Durammo diversi minuti, forse dieci, venti? Perdemmo la cognizione del tempo “Mamma sto per venire” “Ohhh spingi al massimo eccomiiiii” Visione celestiale del viso di mamma in pieno godimento. Le lezioni erano finite, ora cominciava un lungo ciclo di pratica, per me con la sua figa, forse più per lei col mio cazzo.
L’effetto fu diametralmente opposto infatti le ragazze non le cercavo affatto, avevo lo splendore della figa di mamma a cui il cazzo non bastava mai considerando che prendeva anche quello di papà all’oscuro di tutto. Una formidabile troia di mamma al nostro servizio. Ora è questo, in seguito vedremo che succede.
Spiegarlo sulla carta è facilissimo, nella vita invece è difficilissimo conviverci. Essere affetto da
timidezza eccessiva porta alla “asocialità”. Un problema, che nonostante i tempi, impedisce soprattutto i dialoghi con le ragazze che a loro volta pensano che si tratti di superbia e quindi anche loro evitano il soggetto. Il cane che si morde la coda insomma. Quando iniziai a sentire strane voci sul mio conto cercai di ribellarmi a me stesso, infatti venivo additato come “frocio”. Non era il significato della parola a darmi fastidio, se fossi stato frocio non avrei avuto alcuna difficoltà ad ammetterlo, era il modo come ne parlavano, etichettavano un ragazzo senza sapere quali erano i suoi problemi. I miei genitori mi seguivano, anche loro erano preoccupati, soprattutto mamma, ragazza avvenente che faceva girare la testa a tutti, sinceramente anche a me, era mia mamma però, quindi la testa poteva girare come una trottola che non potevano esserci risvolti. Non potevano esserci risvolti, fino a quando decise di affrontare il problema con una durezza eccessiva secondo me, quasi ad aggravare
la mia situazione. “Bimbo” mi chiamava così da piccolo senza mai modificarlo “Bimbo la figa non
ù ti piace o non sei capace di trovarla”? “Mamma come parli”? “Parlo senza peli sulla lingua, rispondimi, la figa non ti piace o non sei capace di trovarla”? “Non l’ho mai provata, quindi non posso risponderti” “Bene allora cambio, la figa non ti piace o non sei capace di cercarla”? “Ecco ora è più facile risponderti, non ho il coraggio di cercarla” “Quindi non è vero quello che si sente in giro cioè che sei frocio” “Non sono stato mai attratto dal cazzo, scusa la volgarità, ma neanche dalla figa” “Finalmente arriviamo al dunque, dovrai seguire le mie lezioni, ogni volta che abbiamo tempo ti farò scoprire i segreti del sesso” “Mamma sei fuori di testa, cosa ti salta in mente”? “Mi salta in mente che dovrai lavorare sulla mia figa” “Papà cosa dice”? “Ecco allora vuoi lavorare sul cazzo di papà, è vero quello che si dice in giro” “Mamma non fraintendere” “Perfetto iniziamo subito. Ora mi spoglio nuda, guardami senza toccarmi e senza toccarti” Mamma era bella vestita, nuda era strabiliante, ed il cazzo reagiva appena. “Cosa mi dici? Cosa senti?” “Leggera eccitazione mamma” “Leggera eccitazione con una figa che vorrebbero tutti, allora sei frocio” “Fammela toccare mamma” “Toccare domani”. Ritorno alla normalità, non sapevo se mio padre fosse a conoscenza del supplizio a cui venivo sottoposto, la notte non chiusi occhio, però mi masturbai delicatamente una volta soltanto. Il giorno successivo avevamo impegni , non se ne fece niente, la notte recuperai il sonno della notte precedente, il pomeriggio con voce hitleriana mi impose di recarmi nella sua camera. La trovai nuda distesa sul letto a gambe larghe con la figa in evidenza più che mai “Spogliati nudo anche tu” “Mamma ma…” “Spogliati nudo cazzoooo” Mi spogliavo guardando la figa ed il cazzo mi cresceva tra le gambe. “Porca puttana che verga che hai, e con quel cazzo ti vergogni ad avvicinarti alle ragazze, mostrati col cazzo di fuori, ti salteranno loro addosso” “Dici mamma”? “Certo che si, anzi acceleriamo il corso vieni sul letto” “Cosa devo
fare mamma” “Allora sei deficiente, mettimi il cazzo nella figa” “Sei mia mamma”? “Si e tu sei mio figlio, sappi che il cazzo non rispetta la parentela” “Sensazione meravigliosa di godimento estremo, lei diede due spinte col bacino e sborrai anche l’anima. “Non uscire, lascialo dentro, fammi vedere la reazione” La reazione fu che il cazzo non perse consistenza, mi stringeva legandomi al suo corpo “Dai muoviti con dolcezza, bimbo è meraviglioso averlo nella figa”.
La lentezza nelle esecuzioni la faceva gemere continuamente, “Ecco così fai piano, ecco l’orgasmo ohhh, non sborrare tu, ecco un altro orgasmo ohhh” aveva orgasmi continui, io dopo la prima sborrata non ne sentivo l’immediatezza di un’altra, lei delirava. Durammo diversi minuti, forse dieci, venti? Perdemmo la cognizione del tempo “Mamma sto per venire” “Ohhh spingi al massimo eccomiiiii” Visione celestiale del viso di mamma in pieno godimento. Le lezioni erano finite, ora cominciava un lungo ciclo di pratica, per me con la sua figa, forse più per lei col mio cazzo.
L’effetto fu diametralmente opposto infatti le ragazze non le cercavo affatto, avevo lo splendore della figa di mamma a cui il cazzo non bastava mai considerando che prendeva anche quello di papà all’oscuro di tutto. Una formidabile troia di mamma al nostro servizio. Ora è questo, in seguito vedremo che succede.
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Un gradito risveglio.
Commenti dei lettori al racconto erotico