Finta Coppia, Vera Coppia?

Scritto da , il 2022-11-11, genere prime esperienze

"Dai, fammi questo favore... Ormai sono un vecchietto, non mi resta poi molto. Esaudisci il desiderio del tuo caro nonno".
"Non è che io non voglia, è che non posso" Rispose la ragazza annoiata mentre fissava l'anziano parente attraverso lo schermo del computer.
"Non ci credo... Ormai sei una donna. Non ti credo quando mi dici che non hai ancora un ragazzo" Rispose il nonno dall'altro capo.
La ragazza si guardò un po' in giro, pensando a qualche risposta che potesse fare da contentino al nonno e al tempo stesso potesse abbreviare la noiosa conversazione e alla fine riprese: "Ok, lo ammetto, ho il ragazzo".
"Vi aspetto domani qui per conoscerlo allora, la scuola è già finita vero? Ciao". concluse frettolosamente il nonno chiudendo la videochiamata in modo tale che la nipote non potesse dargli nessuna risposta, o meglio, per evitare la sua sicura risposta negativa.
La ragazza, dal canto suo, rimase sconvolta dalla trappola in cui era appena caduta: ora doveva trovare un modo per uscirne, ma senza ammettere la bugia appena raccontata, infatti, nonostante tutto l'anziano era pur sempre suo nonno e lei non voleva deluderlo ammettendo di trovare le loro rare conversazioni noiose al punto da mentire per concluderle in anticipo.
Rossella, questo il suo nome, era una ragazza alquanto minuta, con dei lunghi capelli nero pece sempre raccolti in una coda o ancora meglio del tutto annodati in uno chignon, mentre sul davanti portava una lunga frangia che arrivava fino sopra i suoi squadrati occhiali da vista. Solitamente vestiva in un modo relativamente raffinato, forse fin troppo per la sua età e per il suo ruolo di studente: sembrava piuttosto lavorare negli uffici di qualche grande compagnia. Il suo modo di presentarsi rispecchiava pienamente il suo modo di essere: essa era infatti una ragazza molto diligente, ma allo stesso tempo fredda e distaccata al punto da risultare quasi rude, come effettivamente si era comportata con suo nonno.
Come ne esco ora?
Sembrava proprio essersi infilata in un vicolo cieco.
Questa è proprio la volta buona in cui deludo mio nonno più di quanto non faccia già di solito... Tornare indietro o andare fino in fondo? Andrei volentieri fino in fondo, il problema è che non ho il ragazzo...
Poi Rossella si ricordo quasi per caso del motto di un personaggio di una vecchia sit-com: "Mentire sempre".
Non è che a lui riuscisse così bene comunque...
Il giorno dopo una macchina si fermò davanti casa sua. Rossella uscì e salì sull'auto che partì subito dopo.
La situazione nel veicolo era sicuramente imbarazzante, ma dopo qualche secondo di silenzio Rossella sentì che non poteva non dire niente: "... Grazie".
"Ehm... N-Nessun problema. Tutto per un'amica..."
"Invece non è quello che fanno tutti, quindi grazie. Mio nonno dice sempre di stare per morire, ma in realtà ha il temperamento di un giovane. Purtroppo mi sono fatta incastrare in questa situazione. E comunque amica è un parolone".
Alla guida dell'auto c'era Marco, un suo compagno di classe, un tipo fisicamente longilineo, ma senza arrivare al punto di sembrare uno spaghetto. Lui portava dei capelli di lunghezza media, decisamente un taglio non alla moda, anzi, il solo definirlo taglio era un complimento, visto che sembrava che erano in quel modo per il solo motivo di essersi svegliato con quell'acconciatura. O forse, il suo stile era proprio quello di far sembrare che non ne avesse uno, perché effettivamente, nonostante tutto, gli stavano bene, o ancora, forse era solo Rossella ad averci fatto l'abitudine. Marco in pratica era l'opposto di Rossella: vestiva sempre in un modo molto casual e anche caratterialmente era il di lei contrario, infatti era sempre gentile e disponibile con tutti, che poi era il motivo per cui Rossella aveva chiesto proprio a lui di accompagnarla, in quella effettivamente spiacevole vicenda.
"Che vuoi dire? Non siamo amici?" Riprese Marco.
"Amici è un parolone... La verità è che ci frequentiamo per il solo motivo che giri sempre intorno a Francesca, sempre senza trovare il coraggio di dichiararti".
"Eh, eh... Che stai dicendo? Non è assolutamente vero..."
"Non negare, è chiaro come il sole. Non so cosa aspettate a mettervi insieme, guarda che il sentimento è ricambiato."
"Beh..." Marco pensò bene di cambiare discorso "Hai fatto colazione?" Chiese mentre già accostava vicino ad un bar.
"Si, ho mangiato, tu vai".
Marco si guardò per un attimo intorno confuso, prima di capire che la ragazza aveva intenzione di aspettare in macchina.
Mentre il ragazzo faceva colazione, Rossella ragionò sul fatto di essere sembrata fin troppo rude, il tutto senza volerlo. Infatti agiva in buona fede, ma era sempre stata fin troppo schietta. Si ripromise per l'ennesima volta nella sua vita di non comportarsi più in quel modo.
"Scusami" disse Rossella appena Marco salì in macchina.
"Non devi scusarti. Ti conosco abbastanza da sapere che non vuoi essere cattiva. E comunque siamo amici".
"Si, hai ragione, non sei solo amico alla mia migliore amica, sei anche un mio amico".
Lo strano e quasi sdolcinato discorso fece imbarazzare entrambi, che subito presero a parlare d'altro. Il viaggio di un paio d'ore prosegui tra discorsi sul più e sul meno, musica e anche silenzi stavolta non più imbarazzanti.
__________________________________________
L'auto rallentò per arrestarsi davanti al cancello chiuso.
"Questa è la casa di tuo nonno?"
"Si, è la sua tenuta".
"Più che tenuto questa è una reggia, non pensavo che la tua famiglia fosse tanto ricca".
"Le case di campagna hanno un valore diverso, poi questo è un vecchio edificio..."
Il ragazzo era rimasto sbalordito dalle ragguardevoli dimensioni dell'abitazione.
Dopo essere entrati ed essere stati accolti dalla domestica i due entrarono finalmente nella casa, per partecipare all'incontro. Rossella era agitata, ma Marco... Marco sudava letteralmente freddo.
Chi me l'ha fatto fare di infilarmi in questa situazione?! Rossella ha ragione, non ho nemmeno il coraggio di dichiararmi a Francesca, perché ho accettato di fingermi il suo ragazzo per incontrare il nonno? Chi me l'ha fatto fare? ...E comunque c'è anche il personale, altroché se sono ricchi.
Mentre sentiva il sudore freddo scendere giù per la sua schiena, i due, insieme alla domestica, finirono di percorrere il lungo corridoio per incontrare finalmente il nonno.
"Ciao! Rosy" Esclamò l'uomo non appena vide sua nipote, spalancando le braccia per indicare inequivocabilmente l'attesa di un abbraccio.
Rossella rispose al saluto e lentamente si avvicinò imbarazzata per abbracciare il nonno. La stretta durò forse un secondo, forse anche meno...
"E tu quindi sei..."
"Mi chiamo Marco" Disse il ragazzo mentre stringeva la mano dell'anziano.
"Piacere di conoscerti giovane". L'anziano signore sembrava tutt'altro che anziano nei modi di fare, era decisamente arzillo per la sua età e anche molto accogliente.
"Insomma Rossella mi ha detto che siete compagni di classe... Sei bravo a scuola giovane?"
Le cose andarono noiosamente avanti tra chiacchiere con quell'energico vecchietto, il pranzo, il telefono, la televisione... Fino a che si arrivò all'ora di cena.
Mentre si consumava il pasto serale, il nonno poggiò le posate e disse: "Ragazzi, come sapete la casa è grande, mi piacerebbe che voi restaste qui a dormire, le stanze non mancano".
Marco imbarazzato e colto totalmente alla sprovvista si congelò, poi pensò ancora una volta alla situazione quasi surreale in cui si era cacciato ed aprì bocca per rifiutare l'offerta, ma prima che potesse parlare Rossella gli afferrò la mano per attirare la sua attenzione, lo guardò e gli bisbigliò:
"Quale coppia non accetterebbe di restare insieme un'intera giornata in più?"
In effetti vista la giornata noiosamente trascorsa forse in molti avrebbero rifiutato l'offerta, ma nella loro finzione paradossalmente questa scelta sembrò la più realistica. Marco si alzò e disse: "Ci piacerebbe molto signore, ma il fatto è che non abbiamo portato niente per restare..."
"Non devi preoccuparti giovane, la casa non solo è grande, ha anche tutti ciò che serve per ospitare delle persone".
Marco si appresto a rifiutare gentilmente di nuovo, ma Rossella lo anticipò. "Restiamo volentieri, nonno". Poi lanciò uno sguardo di intesa a Marco che capì il messaggio, ovvero che quella era la scelta migliore per la loro recita. Il ragazzo riprese: "Non è un problema, signore..."
Finita la cena, Rossella disse che sarebbe andata nella sua stanza, ovviamente lei non aveva bisogno di indicazioni per raggiungerla. Marco, invece, dopo essere passato per il bagno, tornò indietro per farsi indicare la camera da raggiungere.
Corridoio. Destra. Corridoio... Questa casa è davvero una reggia. Comunque non posso sbagliarmi, ha detto che sulla porta c'è l'immagine di una rosa, come fosse un hotel di lusso.
Marco spalancò la porta per ritrovarsi davanti agli occhi quella che considerò una visione: una donna nuda. Fisso accuratamente prima i seni, poi la vulva della donna che stava precisamente in piedi di fronte a lui. Fu solo un attimo, ma fu abbastanza perché l'immagine gli fu impressa nella mente. Dopodiché la donna si girò di lato cercando di coprirsi il seno con le mani e la vagina piegando leggermente la gamba. La cosa però non cambiò le emozioni di Marco: il seno stretto tra le braccia veniva spinto verso l'alto, rendendolo più alto e apparentemente più grande. La gamba piegata rendeva la posizione ancor più erotica e mostrava meglio il sedere, che era la parte del corpo che Marco preferiva...
Dopodiché senti le urla di rabbia. La donna ovviamente non era altri che Rossella: Sei venuto a spiarmi, porco?"
Marco si rese meglio conto del tutto: "No... Ehm... Vedi..."
Ma era già troppo tardi. Rossella già lo stava calciando mentre con le mani ancora si copriva.
"Ahi... Asp-aspetta. Ahi. Pensavo... Pensavo fosse la mia stanza" Disse Marco mentre rivolse la propria schiena alla ragazza.

Rossella si fermò. Marco riprese. "Tuo nonno mi ha detto che era la mia stanza. Magari ha sbagliato".
"Non hai visto la rosa sulla porta?!"
"Si, che c'entra?"
"Rosa, Rossella... Potevi almeno bussare!"
"Ora che lo dici ha senso... Vado a chiedere un'altra stanza."
La ragazza lo prese per la camicia: "No, aspetta. Quale coppia rifiuterebbe di dormire nella stessa stanza?"
"Quale nonno avrebbe piacere nel far dormire la nipote e un ragazzo nella stessa stanza?"
"Mio nonno, evidentemente! Lo hai visto, è un tipo arzillo, esuberante e prova a stare al passo coi tempi, anche se con scarsi risultati. Dai, resta girato. Metto il pigiama. Poi mi giro e ne metti uno anche tu. È nell'armadio. Il letto non è matrimoniale, sono due singoli uniti, possiamo separarli, ci sono anche altre lenzuola".
E così fecero. Ammazzarono in qualche modo il tempo per un altro po', poi si misero a dormire.
"E non farti venire strane idee stanotte. Ho il sonno leggerissimo. Buonanotte". Concluse infine Rossella prima di voltarsi per dare la schiena a Marco, mentre stava sotto in fine lenzuolo che però era anche troppo, vista la calura estiva.
"Non ti preoccupare. Buonanotte" Rispose Marco, che invece si era già sdraiato sopra il suo di lenzuolo, con nessuna voglia di coprirsi ulteriormente e morire di caldo.
___________________________________
Il tempo passò. Ma Rossella non riusciva a dormire in nessun modo. Conosceva bene Marco al punto da non avere nessuna preoccupazione in realtà, ma comunque non riusciva a dormire con lui nella stanza. Cominciò a rivoltarsi nel letto. Prima su di un fianco, poi a pancia in giù, poi a pancia in su, poi l'altro fianco e ancora una volta in qualche altro modo. La notte era ormai inoltrata, quando girandosi per l'ennesima volta il suo sguardo ricadde su Marco che dormiva. O meglio, il suo sguardo ricadde sul pacco evidentemente rigonfio sotto i sottili pantaloncini del pigiama. Lo fissò per un po', poi bisbigliò: "Ehi". Un po' più forte: "Ehi". Niente, nessuna risposta.
Perché lo ha fatto diventare grande mentre dorme nella stanza insieme a me? Lo sta facendo apposta. È davvero un porco, dopotutto.
"Ehi... Ti ho visto, sai? Perché lo hai fatto diventare duro?"
Ma Marco non rispose.
Rossella si alzò dal suo letto, per controllare Marco, ma avvicinandosi si rese conto che effettivamente dormiva.
Quindi gli è diventato duro nel sonno...
Constatata la situazione Rossella... Non tornò subito al suo letto. Rimase a fissare il gonfiore sotto i pantaloncini di Marco. Lo guardò per un po', mentre si sentiva ribollire dentro.
Punzecchiò Marco sulla pancia col suo dito e disse ancora: "Lo so che sei sveglio. Perché l'hai fatto diventare duro?"
Ma Marco dormiva sul serio.
Prima mi ha vista nuda. Si tratta solo di rimettere apposto il karma.
Rossella passo a toccare con la punta del suo dito la punta del pene di Marco. Prima velocemente, più sfiorando, che toccando. Poi sempre con più sicurezza e vigore, fino a quando non poggiò definitivamente il dito sul pene e cominciò a passarlo su di esso quasi a volerlo "mappare" con il tatto.
Infine, dopo averlo toccato per un po' solo con la punta del suo indice, decise di appoggiare il suo palmo sulla punta, e di stringerlo delicatamente per sentirne piena la mano. In seguito cominciò a stringerlo e a rilasciarlo, a muovere leggermente la mano, e poi ancora, stringere, allentare, muovere... Insomma, a iniziò masturbarlo.
Mentre lo faceva, Rossella non pensava più a niente, l'eccitazione aveva completamente soppiantato ogni timore di essere scoperta in una cosa tanto sbagliata. Sentiva solo l'eccitazione, i suoi capezzoli già turgidi, la sua vagina già umida...
Ad un certo punto si fermò di colpo.
Lui mi ha vista completamente nuda, anche io voglio vederlo. È il karma.
Ma sapeva che il karma era già stato più che ampiamente bilanciato. Quello di prima era stato un incidente, questo no. Rossella stava solo mentendo a se stessa.
Infilò le dita nei pantaloncini e li abbassò.
Ora ce l'aveva li, proprio di fronte a lei. Rigido. Come fosse un unico albero in una distesa d'erba.
Lo guardò, lo fissò, lo ammirò.
Non riusciva a distogliere lo sguardo da quell'appendice così... Strana, che però stava avendo un effetto ipnotico sul suo corpo.
Dal vivo fa tutto un altro effetto. Anche se... Perché ha ancora questa pelle intorno alla punta? Nei porno di solito è un po' diverso...
Allungò la mano e lo avvolse per sentire quanto era caldo e quanto era duro. Poi lo strinse e tirò giù per esporre completamente il glande. Si fermò di nuovo in ammirazione, imprimendo a fuoco quell'immagine nel suo cervello. Non solo nel suo cervello, infatti prese il telefono per fotografarlo. Poi lo guardò di nuovo per decidere su cosa fare.
Il dubbio durò poco, lo riprese in mano e cominciò a muovere ancora, ricominciò a masturbarlo.
Prima lentamente, poi più velocemente, poi di nuovo lentamente con più vigore nella presa.
Chissà se lo sto facendo bene?
Mentre continuava la stanza cominciò a riempirsi di gemiti. Più che di Marco erano però i suoi. La situazione particolarmente eccitante che viveva consapevolmente, a differenza dell'altro; il contesto in cui si trovava; il pericolo legato al non farsi scoprire da Marco e di non farsi sentire dagli altri coinquilini attraverso le finestre aperte... Tutto rendeva la situazione ancora più eccitante e Rossella faticava a controllare il suo respiro.
Mentre con la destra masturbava Marco, usava la mano sinistra per stuzzicare i suoi capezzoli, spesso usando pollice e indice per raggiungerli entrambi nello stesso momento, oppure ancora, passava la sua mano tra le gambe e stringeva i suoi pantaloncini attraverso i quali riusciva a sentire le sue mutandine umide. Il tutto mentre l'eccitazione cresceva sempre di più dentro di lei.
Ad un certo punto sentì dei movimenti.
Che succede? Si sta svegliando?
Il suo corpo divenne un pezzo di ghiaccio, entrambe le mani si immobilizzarono. Distolse per la prima volta lo sguardo, ora terrorizzato, dal pene per vedere se Marco si fosse svegliato, ma i suoi occhi erano ancora serrati. Il movimento era durato una frazione di secondo. Sentì ancora un movimento, ma gli occhi erano ancora chiusi. Poi si accorse di avere la destra umida.
Un liquido già ricopriva la sua mano, mentre ancora sentiva gli spasmi del pene. Rossella si rilassò e fu di nuovo travolta dalla lussuria, ancor più di prima.
Ci sono riuscita! Questa è... Questa è la sborra!
Fece attenzione a non farne cadere nemmeno una goccia e mettendo la mano a coppa la raccolse praticamente tutta. La avvicinò a sé, e la fissò. Infilò un dito nella sostanza per saggiarne la consistenza, cominciando "a mescolarla", quasi a giocarci. Se la passò tra il pollice e l'indice per vederne la viscosità. A modo sua, anche quella roba viscida era bellissima ed eccitante. Infine avvicinò le due dita umide al naso, la annusò e poi se le infilò in bocca per assaporare il liquido.
Nonostante avesse chiaramente un sapore poco piacevole, l'intera situazione, l'intero contesto, il fatto che ormai non fosse più il suo cervello a controllare il suo corpo, bensì un altro organo situato più in basso, la trovò a suo modo una prelibatezza.
Fissò di nuovo per un po' il pene di Marco, si fece coraggio e, nonostante ne fosse intimidita, facendo attenzione a non far cadere neanche una goccia di seme dalla sua mano, decise di avvicinare il volto tra le gambe del ragazzo, prima per annusarne l'organo, ed infine farlo entrare nella sua bocca per gustarne il sapore e il sapore del liquido rimasto ancora sopra di esso.
Si rialzò e guardò ancora Marco e i suoi occhi chiusi. Prese una decisione.
Visto che ho fatto 30 posso fare anche 31.
Ma il suo 31 era forse piuttosto un 29, si tenne la frangia dei capelli, si avvicinò a baciò Marco sulla bocca.

Questo racconto di è stato letto 1 7 7 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.