Angela

Scritto da , il 2012-10-10, genere tradimenti

Si era svegliata al rumore del campanello della porta e si era accorta di essere nuda in una stanza che non conosceva.
Non era la sua camera da letto, sembrava quella di un albergo e il letto sfatto testimoniava una notte di passione.
Indossò l’accappatoio che era sulla sedia e andò ad aprire la porta.
Era il cameriere che avanzò spingendo il carrello della colazione.
Nell’entrare il cameriere lanciò uno sguardo verso la scollatura dell’accappatoio che lasciava vedere il seno turgido e il bottone gonfio del capezzolo.
Angela si accorse che il cameriere la stava scrutando, ma non se ne importò, e nel girarsi per farlo entrare fece ancor di più aprire la scollatura a mostrare le sue forme ancora sode, in fondo aveva appena compiuto quaranta anni.
Uscito il cameriere, si sedette sul letto, dove erano ben evidenti le tracce di un rapporto sessuale, cercando di ricordare come mai si trovasse in quella stanza e non nella sua, nel suo letto accanto a suo marito.
Mentre cercava di riordinare le idee, si rese conto che qualcuno era in bagno, sotto la doccia, si affacciò dalla porta e dalla sagoma, dall’uccello che stagliava dritto, si rese conto che si trattava di un uomo.
Ma chi era?
Si rivesti in fretta e furia, uscì dall’albergo e si infilò nel primo taxi libero.
Nel tragitto verso casa cercò di riordinare le idee.
Si ricordava che la sera precedente aveva incontrato una persona nel locale dove stava bevendo un drink, e ne avevano bevuto qualcuno insieme, forse, anzi sicuramente più di uno.
Doveva averla drogata, sicuramente le aveva messo qualcosa nel bicchiere quando era andata in bagno.
I ricordi si facevano più chiari.
^Nel bagno delle donne c’era una coppia che stava scopando, lei era seduta sui lavabi, con la gonna arrotolata alla cintura, lui era in ginocchio davanti a lei, con la faccia immersa nella sua vulva. La donna aveva gli occhi chiusi e stava slinguando il dito che l’uomo le aveva messo in bocca, mentre lui con la lingua entrava e usciva dalla sua vagina. L’uomo, poi, si era alzato e la donna gli aveva slacciato la cintura e con fretta abbassato insieme pantaloni e mutande.
Nello specchio aveva visto il suo membro turgido, la cappella rossa e lucida.
Era entrato dentro di lei senza fatica, e adesso si muoveva velocemente dentro di lei, avevano fretta di raggiungere l’orgasmo.^
Angela si accorse che si stava eccitando, e stava per infilarsi una mano nella gonna quando i suoi occhi incrociarono nello specchio quelli dell’uomo, che intanto continuava a muoversi dentro la sua compagna, e allora si infilò velocemente nella toilette.
Era poi ritornata al tavolo, ma in bagno aveva sbottonato di un altro bottone della sua camicetta, ora il reggiseno nero si vedeva benissimo ad ogni piccolo movimento, e arrotolata in vita la gonna che adesso superava di almeno quattro dita il ginocchio.
Avevano bevuto ancora qualcosa, poi lui si era offerto di accompagnarla a casa in taxi.
Sedendo nel taxi la gonna si era risalita ancora di più, mostrando le cosce ancora abbronzate.
L’estate era passata da poco.
Nel tragitto, l’uomo che era vestito elegante, con le mani ben curate, con un fresco profumo di sandalo e vaniglia, aveva fatto passare la mano destra dietro le spalle della donna e adesso stava scendendo verso il suo seno.
Si era infilato nella scollatura e incominciava a titillarle un capezzolo che subito in risposta era diventato un bottone ben dritto.
Angela non ricordava di aver fatto resistenza, nemmeno quando lui con la mano sinistra si era inserito sotto la sua gonna, risalendo lungo l’interno della coscia. Lentamente sempre più su fino a d arrivare al tessuto delle mutandine che erano ancora impregnate dei suoi umori.
Aveva spostato il tessuto e aveva incominciato a strapparle qualche peletto intorno alle grandi labbra. Poi le aveva inserito nella fica prima il medio e subito dopo anche l’indice. Le due dita erano state risucchiate dentro la vagina ormai abbondantemente lubrificata.
Il tassista dallo specchietto si godeva la scena di quella signora così distinta che dimenava il suo bacino, cercando di soffocare i mugolii di piacere,intorno a quella mano che con le due dita ben piantate dentro con il palmo faceva pressione sul monte di venere.
Si erano fermati davanti a quell’albergo e si erano diretti in camera come se avessero sempre alloggiato li.
Nell’ascensore fu un turbinio di lingue che si incrociavano e mani che si infilavano dappertutto.
La parte superiore del vestito era volata via appena richiusa la porta della camera, ed ora era distesa sul letto con indosso solamente la gonna.
La sua bocca le stava succhiando un capezzolo, mentre con la mano stringeva l’altro, incominciò a scendere lungo il suo ventre lasciando una piccola scia di saliva e mentre con la bocca si concentrava sull’ombelico, con le mani le stava sfilando gonna e mutandine; era completamente nuda, distesa sul letto di una camera d’albergo, nelle mani di uno sconosciuto, ma non aveva paura, voleva solamente essere scopata.
L’uomo la fece girare e le mise un cuscino sotto la pancia, le allargò leggermente le gambe e incominciò a leccarle la fica.
Il cuscino le aveva alzata e ben esposta la vulva dove la lingua del suo misterioso amante entrava ed usciva come un piccolo cazzo.
Il piacere la stava assalendo, sentiva un fuoco che partendo al centro delle sue cosce, risaliva lungo il suo corpo.
Incominciò a sussultare ad ogni colpetto della lingua, non resisteva più e sussurrò all’uomo :” scopami”.

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