Risveglio eccitante.

Scritto da , il 2022-10-27, genere scambio di coppia

Da quando Tiziana e Domenico sono venuti ad abitare a fianco della nostra casa, molto spesso pratichiamo lo scambio di coppia. Nella loro casa il giardino è recintato e non si vede nulla dalla strada. Dal primo giorno ci siamo presentati e subito abbiamo legato, siamo coetanei, abbiamo due fighe di mogli che scoperebbero h 24 ed anche noi siamo più che discreti. Dopo averli aiutati a sistemare la casa, lavoro abbastanza impegnativo, ci dissero che loro erano abituati a stare nudi in casa e che potevamo stare nel loro giardino ad abbronzarci integralmente. Non ci volle molto a capire, nudi distesi al sole Tiziana prese la mano di Erica, mia moglie e se la portò sul seno, mi eccitai, il cazzo partì e sempre Tiziana iniziò un meraviglioso pompino. Domenico giocava col suo cazzo ormai eretto e con un cenno fece capire ad Erica di succhiare il suo. Ci siamo scatenati, per noi era la prima volta e l'eccitazione era tanta. Le ragazze erano insaziabili e purtroppo dovemmo cedere noi distrutti fino al midollo. Indossammo un accappatoio ed andammo a preparare il pranzo a casa nostra. Alla fine invece di tornare al sole, ci spinsero sul letto e non so come ma ci fecero ancora drizzare i cazzi, Tiziana col mio ed Erica con Domenico. Dopo quella sborrata fummo sopraffatti dal sonno. La sera eravamo in quattro. al risveglio eravamo in cinque. Le troie avevano chiamato Adelmo, un ragazzone nero di due metri con un cazzo pauroso, amico di Tiziana e Domenico che coinvolgevano molto spesso nelle loro scopate.
Ci svegliammo sotto le bordate paurose di Adelmo sulle fighe delle nostre ragazze. Io e Domenico alla chetichella ci alzammo lasciandole sole col nero. Siamo tornati a casa di Domenico distendendoci al sole pomeridiano. Chiusi gli occhi e mi addormentai, sentii succhiarmi il cazzo, pensavo fossero le ragazze, mi stavo gustando il pompino, dischiusi appena gli occhi e vidi che Domenico mi succhiava il cazzo. Lo sapeva fare benissimo, feci finta di dormire ma apprezzavo. Forse la sborra mi uscì dal cuore, non finiva mai.

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