La bella e la bestia

Scritto da , il 2022-09-28, genere dominazione

Mi chiamo Sandro, sposato con Marta, alta uno e settanta, bionda con occhi verdi, perso 67 kg 3 di seno, lei 39 anni io 42 io medico lei lavora come segretaria per un'azienda. Siamo sposati da 7 anni, si dice l’anno della crisi e per scacciarla abbiamo deciso di avventurarci sessualmente. Un'esperienza abbastanza recente mi ha regalato tali e tante belle emozioni, da farmi schizzare direttamente nei calzoni, senza neanche toccarmi l’uccello, ed è capitata quando Marta ha partecipato ad un evento particolare, organizzato in occasione delle nozze d’oro di sua nonna. All’evento non ero presente, perché impegnato in ospedale a sostituire alcuni colleghi. Nei pochi giorni precedenti all'evento, noi due non avevamo avuto molto tempo per noi e ancor meno per fare sesso. Era una situazione che si stava protraendo da qualche tempo. Quando l’ho sentita la mattina della cerimonia, dentro di me e per l’amore che le porto, l'ho esortata a divertirsi e rilassarsi: “Mi dispiace, amore, che non sono con te, ma, purtroppo, la situazione la conosci più che bene”. Lei con voce languida, mi ha garantito che si sarebbe divertita: “Tranquillo, amor mio”. Prima di lasciarci, mi ha inviato due foto nella prima, lei indossava un leggero vestito a fiori, con vaghe trasparenze mentre sotto mostrava il suo splendido intimo che, a malapena, copriva lo spacco della fica, mentre il seno era ancor più impreziosito da un indumento sottile, quasi invisibile sotto la stoffa leggera del vestito, ma che lo comprimeva leggermente, facendolo risaltare di più e rendere ancor più desiderabili quelle due splendide sfere. Una volta chiusa la comunicazione, per tutto il resto della giornata non ho avuto modo di poterla contattare, perché, fra emergenze varie e pazienti ordinari, è arrivata la sera senza nemmeno accorgermene. Solo quando il collega del turno di notte mi ha dato il cambio, mi son reso conto di aver trascorso l’intera giornata completamente assorbito dal lavoro. Appena salito in auto, mentre mi stavo dirigendo verso casa, sul mio cellulare ho trovato un messaggio di Marta, che mi informava che sarebbe tornata a casa tardi: “Amore, ti amo, appena torno ti racconto qualcosa che ti farà immensamente felice”. Giunto in casa, ho fatto una doccia e mi son disteso nel letto, in attesa del suo ritorno. Stanco per la pesante giornata, mi sono assopito ma il dolce risveglio, le calde labbra di Marta mi stavano succhiando il cazzo che, immediatamente è esploso nella sua bocca. Ho spalancato gli occhi, nel vederla completamente nuda accanto a me e mi son reso conto che era molto tardi. Lei, dopo aver ingoiato la mia sborra, senza dir nulla, è salita sul mio corpo e, dopo aver appoggiato la sua fica sulle mie labbra, mi ha esortato a succhiare la gran quantità di umori che sgorgava da quella che ora era simile ad una caverna, ben aperta e anche piena di seme maschile.
“Leccami! Lecca tutta la sborra che sta sgorgando dal mio ventre, perché ho trovato un maschio che mi ha letteralmente riempito del suo piacere, dopo avermi sfondato ogni buco, con un cazzo veramente stupendo! Leccami tutta e non perdere neanche una goccia, altrimenti non ti racconto nulla e ti lascio con la voglia, fin quando non mi riterrò soddisfatta”.Inutile dire che mi sono attaccato alle labbra della sua fica e, con la lingua, ho raccolto ogni singola goccia di quel seme che colava, L’ho sentita gemere di piacere, mentre mi stavo dissertando a quella fonte poi, dopo averle regalato un incontenibile orgasmo, mi ha gratificato con complimenti e baci, per poi raccontarmi ciò che era successo.
«Che bello, amore! Continua così che vengo! Ancora! Ancor più forte! Bravo, cornuto, leccami forte! Dai che vengo! Ora, VENGO!»
L’ho sentita vibrare mentre la mia bocca si è riempita del suo piacere ancora misto alla sborra di chi le aveva farcito la fica. Poi si è sdraiata al mio fianco ed ha appoggiato la testa appoggiata sulla mia spalla destra e, mentre con la mano masturbava lievemente il mio cazzo ancora duro, ha iniziato a raccontarmi la sua avventura.
«Quando son giunta a casa dei nonni, sono stata accolta con gioia da tutti i parenti che, dal giorno del nostro matrimonio, non avevano più avuto modo di vedermi. È stato bello ridere e scherzare con loro e, quando è giunto il momento, abbiamo festeggiato nonna e nonno, poi ci siamo recati verso la chiesa con le auto. I nonni, sono stati accompagnati da mia zia e un amico dello zio, mentre scattavo delle foto ai nonni i nostri occhi si sono incrociati.
Davanti a me uno splendido signore, di una cinquantina d'anni, spalle larghe, viso squadrato e sguardo molto magnetico, che mi ha scrutato fin dentro l’anima. Mi son sentita come messa a nudo. Ho chiesto a mia cugina chi fosse quel signore insieme ai mia zia che io non conoscevo e lei indicando mia zia e le altre due cugine mi ha risposto: “Di cosa, ti stupisci? È normale, quando nella stalla c’è un altro toro che si prende cura della vacca, e non solo di lei, ma anche delle altre giovani giumente, presenti nella stalla”.
L’ho guardata senza capire e lei mi ha fatto un cenno come per dire che, più in là, mi avrebbe spiegato meglio. In seguito lo sconosciuto è venuto verso di me e presentandosi mi ha baciata quasi sulle labbra. Ero basita, ma, nello stesso tempo, fortemente eccitata dai modi sicuri di quel maschio che, con arrogante comportamento, continuava a guardare i mie seni come se mi conoscesse da sempre. Mia cugina gli ha detto chi ero e lui, con fare ancora più da padrone, “vorrei conoscerti meglio, non sparire” ero ipnotizzata dal suo sguardo magnetico non so perché sentivo che mi stavo eccitando. Entrati in chiesa visto che non c’erano posti a sedere rimasi in piedi e dopo alcuni minuti impudente, assolutamente incurante che vi fosse altra gente, ho sentito dietro di me una mano scivolare lungo la schiena e, afferrate con forza le mie chiappe, ha fatto in modo che incollassi il bacino al suo corpo, non potevo fare nulla e lui:
“Come immaginavo, sei una bella puttana e mi piacerebbe scoparti”.
Poi, senza aggiungere altro, si è girato e se n’è andato, lasciandomi sbalordita, Quando la cerimonia stava per finire, lui mi è rivenuto vicino e mi ha detto che mi avrebbe accompagnato a casa. Ero affascinata e, nello stesso tempo, un po’intimorita all’idea di trovarmi sola con lui. Quando tutti hanno cominciato ad andarsene, lui mi ha preso per un braccio e, dopo aver salutato mia zia e mia cugina, mi ha fatto salire in auto con lui. Abbiamo fatto poca strada, perché, dopo una breve deviazione, lui si è fermato in riva al fiume e mi ha fatto scendere; dopo avermi appoggiato al cofano dell’auto, si è abbassato davanti a me e, strappatomi il perizoma completamente inzuppato, ho sentito la sua lingua giocare fra le pieghe della mia fica e subito mi son sentita travolta da un’onda di piacere, perché quella lingua mi stava mandando ai matti. Ho goduto ed urlato a squarciagola il mio piacere. Lui, a quel punto, si è alzato ed io sono scivolata davanti a lui, ai sui piedi, mentre lui ha velocemente estratto il più bel cazzo che abbia mai visto, in vita mia: doveva avere una lunghezza di circa venticinque centimetri ed una circonferenza quasi quanto il mio polso, tant’è che ho provato ad impugnarlo, senza riuscire a congiungere le dita e, ti assicuro, mancava ancora parecchio per poterle unire, ed era sormontato da una grossa cappella, che sembrava una fragola matura.
La sua mano sulla testa mi ha fatto subito capire che quella splendida mazza voleva entrare con prepotenza nella mia bocca. Lo ha spinto dentro con forza, mentre io cercavo di ingoiarne il più possibile. Tu sai che sono una brava succhia cazzi, ma, a malapena, riuscivo ad andare oltre la punta di quel cilindro di carne, che mi stava letteralmente slogando la mandibola.“Apri bene la bocca, troia! Ti voglio scopare la gola!”

Me lo ha spinto con forza dentro, e mi sentivo veramente usata a suo piacimento e questo mi hai eccitato così tanto che quasi ho raggiunto un orgasmo all’istante. Lui, dopo aver spinto ripetutamente il suo cazzo nella mia bocca, mi ha sollevato di peso e, appoggiatami sul cofano della vettura, ha sollevato le mie gambe e ho sentito quella grossa cappella appoggiarsi tra le labbra della mia fica e, con una spinta decisa, mi è scivolato tutto dentro. Per un attimo, mi è sembrato come se stessi perdendo la verginità per la seconda volta. Sentivo tendere le pareti della mia vagina, che cercavano di contenere quel mostro che, inesorabilmente scivolava sempre più dentro di me. Ad un tratto, l'ho sentito sbattere con forza sul fondo ed ho subito avuto un orgasmo devastante, mentre lui, dopo essersi fermato un attimo, ha allungato le mani, mi ha estratto i seni ed ha cominciato a stringerli e impastarli, mentre, dopo avere sfilato un po’ quell’enorme trave dal mio ventre, ha ripreso a spingerla di nuovo dentro. Ad ogni affondo avevo l’impressione che la mia fica si stesse dilatando, ed ho avuto un forte orgasmo quando, dopo l’ennesimo affondo, ho sentito il suo corpo sbattere contro il mio. Lo avevo tutto dentro! Ho urlato il mio piacere, mentre lui si è abbassato su di me e la sua bocca, afferrato uno dei miei seni, lo ha stretto con rabbia fra i denti, facendomi godere ed impazzire di piacere.
“Sì, più forte! Sfondami più forte! Sbattimi più forte! Spaccami la fica! Lo voglio sentire fin dentro lo stomaco.”
Lui ha preso a sbattermi sempre più forte, mentre urlavo dal piacere e lo incitavo a scoparmi più vigorosamente: era compiaciuto al massimo nel vedermi godere.

«Lo avevo capito subito che eri una cagna! Una bella cagnetta in calore, che non voleva altro che essere montata a dovere. Brava cagna, continua a godere, così che, alla fine, potrò farcire la tua fica con tutto il mio piacere. Brava! Continua a guaire come una cagna, perché farò di te la mia cagnetta personale e ti porterò al guinzaglio ogni volta che avrò voglia di sentire la tua lingua, che mi lecca come una bastardina.»

Ero stordita dal piacere mentre lui continuava a sbattermi sempre più forte, fin quando ho perso il conto di quante volte ho raggiunto l’orgasmo: credo di esser svenuta fra le sue braccia. L’ho sentito sfilarsi da me e, immediatamente, ho avuto la sensazione che la mia fica fosse completamente devastata. Lui, senza nessuna esitazione, mi ha rigirato, fatto appoggiare i piedi per terra e distendere di nuovo sul cofano, mentre ho sentito quella grossa cappella premere contro il buco del culo.
Intimorita ho cercato di dissuaderlo dall'infilare quella trave dentro di me.

“No, ti prego! Cazzo, è troppo grosso! Ti prego, fa piano! Fa piano che mi laceri il culo!”Lui non ha detto nulla, mi ha solo assestato due sonore sculacciate e poi, tenendomi le chiappe aperte, ha iniziato a spingere la punta contro il mio buchetto che, di colpo, ha lasciato libero il passaggio a quel mostro. Ho sentito quella trave di carne viva scivolare tutta dentro il mio culo. La sensazione che provavo era quella di esser sventrata ed aperta in due. Ho provato a gridare, ma dalla mia bocca non è uscito alcun suono, mi sono stupita del fatto che, anche in questo caso, quando ho sentito il suo corpo aderire alle mie chiappe, ho avuto un orgasmo devastante che mi ha fatto tremare in maniera incontrollata. Ha preso a limarmi il culo sempre più velocemente, compiaciuto del fatto che ce lo avevo molto stretto.

“Che meraviglia! Che buco stretto! Un culo come il tuo avrebbe dovuto esser aperto da tempo, ma è evidente che quel fesso di tuo marito sicuramente non è capace di godere nello sfondare un culo stupendo come questo. Me lo voglio godere tutto, fino in fondo. Poi ti scarico dentro una sborrata così abbondante che ti sembrerà di aver fatto un clistere”.

Mi pompava il culo così forte, che le mie gambe, per il piacere, hanno quasi ceduto, e lui, nell’afferrarmi per i fianchi, ha fatto un movimento un po’ più brusco e il cazzo è scivolato fuori dal culo ed è entrato di nuovo nella mia fica. “Va bene anche così! Per ora ti inondo la fica; a farcire il culo ci penserò la prossima volta”.

Piegata davanti a lui, con la testa schiacciata sul cofano, con lui che mi sbatteva sempre più forte, ho raggiunto un altro orgasmo devastante e, improvvisamente, ho sentito un’ondata di calore invadere la mia vagina, mentre lui immobile restava piantato tutto dentro di me.

“Cagna! Senti come ti sto riempendo il ventre! Come le cagne, trattengo il mio cazzo dentro, così il mio seme andrà ad inondare di più il tuo utero.”
Ero come impazzita. Lo sentivo pulsare dentro di me, ad ogni fiotto che riversava nella mia vagina. Siamo rimasti per alcuni istanti attaccati, poi lui ha allungato una mano e, afferrato ciò che restava del mio perizoma, dopo averlo arrotolato tipo tappo, si è sfilato di colpo e me lo ha spinto tutto dentro la fica.
«Tienilo così! Tieni dentro questo tappo come se fosse il nodo di un cane, che ti blocca la fuoriuscita della sborra, perché, come cagna, voglio che resti il mio piacere il più a lungo possibile dentro di te. Poi andrai a casa e lo farai leccare al tuo cornuto, dicendogli che, una di queste sere, verrò a trovarti, per finire ciò che ho appena cominciato”. «Malferma sulle gambe e con la fica riempita di sborra e di ciò che restava del mio perizoma, sono risalita in auto e lui mi ha lasciato davanti casa.»
Nel sentire quel racconto, mi son ritrovato di nuovo con il cazzo duro e Marta si abbassa e me lo prende in bocca: in un attimo le inondo la gola con il mio ennesimo piacere. Tre giorni dopo, lui è venuto a cena a casa nostra e, appena entrato, ho subito capito che lui era un uomo totalmente diverso da tutti quelli che avevano fino ad oggi scopato Sara: era un vero padrone. Appena entrato, mi ha subito guardato negli occhi e messo in chiaro le sue condizioni.
“Ciao cornuto, spero che avrai concesso a Marta il riposo di cui aveva bisogno, perché questa sera la voglio montare a mio piacimento. Naturalmente, da oggi in poi, tu dovrai astenerti da aver rapporti con lei e, a tal proposito, ti ho portato un regalo che voglio che tu indossi, immediatamente.”Mentre parlava, era in piedi davanti a me e Marta che era seduta sul divano e, dopo aver scartato il regalo, mi son trovato tra le mani, due cose: una gabbietta di castità ed un collare con il guinzaglio. Ho guardato cercando di capire e lui, senza tanti giri mi ha ordinato di indossare la gabbietta e di mettere il guinzaglio al collo di Marta, perché, da quel momento, era da considerarsi sua cagnetta personale. Il resto della serata, io nudo con addosso solo la gabbietta, l’ho servito a tavola, mentre Marta stava accucciata ai suoi piedi e lui, di tanto in tanto, le elargiva qualche carezza sulla testa. Dopo cena, tenendola al guinzaglio, l'ha fatta procedere a quattro zampe fino alla camera da letto e, dopo che lei lo ha spogliato completamente, ho potuto ammirare la sua enorme dotazione. Subito sono stato invitato a darmi da fare per farlo eccitare leccando quelle grosse palle e quel cazzo che stava già danno segni di eccitazione. Mentre con la bocca ero intento ad eccitare quel toro, lui, utilizzando la cintura del guinzaglio, si divertiva a frustare il culo di Marta. Naturalmente mia moglie ad ogni colpo, sembrava godere sempre di più e, quando ha avuto un orgasmo, lui, con un gesto, mi ha spinto di lato e, dopo averla afferrata da dietro, le ha spinto con forza l'enorme palo tutto dentro di lei. Sara ha inarcato la schiena e lui, dopo aver tirato il guinzaglio, le ha ordinato di guaire come una cagna.
“Godi cagna! Senti come ti sfondo? Poi ti farcirò sia il culo che la fica, così che questo cornuto avrà ancora parecchio da leccare.”
Ero così eccitato che, senza rendermene conto, sono venuto senza toccarmi, e quando lui se ne reso conto, mi ha frustato con il guinzaglio, mentre continuava a sfondare mia moglie, che godeva all’impazzata. È stata la prima volta di un lungo periodo, durante il quale lui ha goduto con Marta nel trattarla come una cagna e, una sera, ha voluto tenere la sua stalla al completo: le due vacche, zia e nipote, oltre la cagna Marta, mentre io facevo semplicemente il cornuto. Ora, ogni volta che vuole, dispone di Marta a suo piacimento ed io, ogni volta, vengo, senza neanche toccarmi.




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