Una giornata particolare.

Scritto da , il 2022-09-27, genere incesti

Accompagnai papà, rappresentante tecnomedico, in una trasferta a Verona per incontrarsi con dei clienti già contattati e con appuntamento fissato. Purtroppo per un grave incidente in autostrada perdemmo oltre due ore quindi i primi appuntamenti saltarono. Papà li contattò telefonicamente e questi, erano due, diedero la disponibilità per la mattina successiva.
"Pazienza siamo costretti a pernottare" esclamò quasi raggiante. Contattai l'albergo chiedendo una camera con matrimoniale. Lui era raggiante, io eccitato. Quando siamo fuori io e papà sfoghiamo le nostre frustrazioni abbandonandoci a notti pieni di sesso.
Abbiamo una peculiarità scoperta per caso, siamo innamorati dei nostri cazzi, io del suo e lui del mio. Non siamo aperti alle penetrazioni, non ci piacciono ma stare a contatto, dormire abbracciati, sentire i nostri corpi a contatto con i nostri cazzi ci eccita in modo straordinario. Non siamo bambini lui ha trentanove anni ed io diciannove, sembriamo amici o magari fratelli, non diamo assolutamente l'impressione di essere padre e figlio.
A dirla tutta siamo anche un pò esibizionisti peculiarità immessaci da mamma che è sua moglie naturalmente. Spiego anche che Lorena, mamma, sa perfettamente della nostra passione e l'approva totalmente, tanto che con lei in mezzo ci dedichiamo a tutte le pratiche sessuali. C'è da dire anche che non appena mamma ha saputo del nostro pernottamento ha detto che proprio non le andava dormire da sola e che avrebbe chiamato Igor, nostro amico di famiglia che spesso coinvolgevamo nei nostri giochi particolari. Ci raccomandò anche di non fare i porci. Durante le fasi di lavoro di papà io restavo in macchina oppure facevo delle passeggiate. Uno dei clienti volle offrire la cena ma papà declinò l'invito dicendo che aveva del lavoro da fare al pc e pertanto doveva rientrare subito in albergo. Facemmo la cena in un bar con un tramezzino e via in camera. Alla reception l'addetto restò sorpreso quando vide due uomini nella camera matrimoniale e ci guardava in modo strano; Papà lo fulminò con lo sguardo e lo informò che eravamo padre e figlio con tanto di documenti. Chiese scusa diverse volte e ci comunicò che il bar in camera era a nostra disposizione gratuitamente. Appena in camera ci spogliammo e facemmo la doccia e già i nostri cazzi entrarono in contatto dimostrando il loro apprezzamento.
Distesi sul letto, io sopra al suo corpo guardandoci negli occhi già eravamo in estasi, bacini sulle labbra, succhiate reciproche di lingua, eravamo al limite della prima sborrata trionfale, arrivò in due minuti, i nostri corpi incollati con la sborra approfittavamo per massaggiarci vicendevolmente. Con l'asciugarsi della sborra eravamo veramente incollati, gli dissi "Papà vorrei stare incollato a te tutta la vita" Mi stampò un altro bacio. La nostra specialità era il sessantanove perché oltre a succhiarci i cazzi con un po di allungamento riuscivamo a metterci in bocca un testicolo alla volta e poi ancora leccare il perineo fino ad arrivare all'ano. Sensazioni che se uno non prova è impossibile descrivere. La sborrata con relativo ingoio della sborra concludeva la performance. Già il solo fatto di dormire abbracciati stretti con le bocche vicine era la preparazione ad un'altra erezione, Decidemmo di addormentarci con le bocche vicino ai cazzi in modo che all'occorrenza li avremmo succhiati. Avvenne ancora due volte nel corso della notte. Al risveglio, doccia insieme, mastodontica colazione, incontro con i clienti con i quali papà concluse ottimi affari e ritorno in casa dopo circa cinque ore di viaggio. Rientrammo a casa trovammo mamma ed Igor nudi sul letto che scopavano ancora. Senza farsi sentire da mamma Igor prima di uscire ci confesso "Mi ha letteralmente prosciugato forse non riesco neanche a fare pipì, mi ha sequestrato il cazzo da appena sono entrato fino a pochi minuti fa, meno male che siete tornati altrimenti ci lasciavo le penne. Dal momento che mamma era nuda con la sborra di Igor sparsa su tutto il corpo le demmo il colpo di grazia. Dormì due giorni consecutivi. Noi non stavamo meglio ma riuscivamo a distinguere la casa, lei chiedeva continuamente "Dove sono"?

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