La casa sul lago 4
di
mairakos
genere
incesti
CONTINUA PARTE 4
La nostra vita procedeva nel migliore dei modi, Giusy aveva incrementato di molto i suoi guadagni con le idee che gli venivano, economicamente potevamo condurre una vita più che agiata. Avevamo fatto progetti per il futuro, ci bastavano ancora 4/5 anni e potevamo mettere in pratica il nostro sogno, che era quello di trasferirci all’estero, dove avremmo potuto condurre una vita agiata ed in sicurezza. Umberto, più che Patrizia, avevano provato a ripetere la festa. Ma sia per impegni vari, ma anche perché non avevamo voglia di ripetere, non si era fatto nulla. Patrizia mi tampinava in ufficio, ma dopo l’esperienza, in cui Miriam ci aveva scoperto, avevo deciso che in ufficio avremmo tenuto comportamento irreprensibile. Ero stato 2 volte a casa sua, Giusy logicamente ne era al corrente, ma aveva voluto fossimo da soli.
Eravamo ai primissimi giorni di maggio, sul lago iniziavano a vedersi sempre più turisti, e le belle giornate di sole, ci rendevano consapevoli che stava iniziando l’estate. Con Giusy, dopo che l’esperienza di affittare l’appartamento l’anno prima, non era stata esaltante, eravamo indecisi nel ripetere annuncio. Quel mattino ero arrivato in ufficio tardi, avevo sbrigato prima delle pratiche in banca. Al mio arrivo avevo notato qualcosa di strano ma non immaginavo che le vicende che si sarebbero susseguite avrebbero potuto mettere in pericolo il mio rapporto con mia sorella Giusy, ma l’istinto mi aveva fatto agire senza pensare.
In ufficio avevo trovato Miriam in lacrime, le colleghe stavano consolandola. Quando avevo chiesto spiegazioni, mi avevano seguito nel mio ufficio. Miriam continuava a piangere disperata, una collega mi aveva spiegato che Miriam alloggiava in un pensionato di suore, per un motivo, che non avevo ben capito gli avevano lo sfratto immediato. Visto il periodo, inizio estate, trovare una sistemazione ad un prezzo che poteva permettersi era stata ricerca inutile. Miriam rassegnava in anticipo le dimissioni dalla supplenza che scadeva il 30 giugno, e rientrava al suo paese in Basilicata. Vederla piangere in quel modo, anche se, saltava solo 2 mesi, mi aveva fatto pena. Le parole mi erano uscite dalla bocca senza pensarci, forse se ci avessi pensato ed avessi valutato bene non le avrei mai detto.
Tranquilla, smettila di piangere. Ho io la soluzione al tuo problema. Avrai sistemazione da oggi.
Non aveva smesso di piangere, solo che adesso il suo era un pianto di gioia. Avevo evitato di dire, davanti alle colleghe, che la sistemazione era a casa mia, ma avevo detto genericamente un appartamento. Tutto si era risolto ed erano tornati nei loro uffici. Adesso a freddo mi rendevo conto della cazzata che avevo fatto, avevo preso la decisione di testa mia senza dire nulla a Giusy, dovevo avvertirla subito, metterla al corrente e spiegargli che avevo agito senza pensarci. L’avevo subito chiamata e partendo da lontano gli avevo spiegato la situazione nella speranza capisse. Non l’aveva presa bene la sua prima frase era stata
Ecco. Dopo la dirigente adesso vuoi scoparti la collaboratrice giovane. Potevi farlo benissimo, lo sai che non sarebbe stato un problema. Ma averla per 2 mesi in casa mi fa sospettare altro.
Ma sei matta? Così ti metti a insinuare. Ti giuro che stai sbagliando. Non c’è stato mai nulla con lei e non mi è nemmeno passato per la mente. È un ragazzina credimi.
Allora dimmi una cosa. Avendo bisogno, forse ti ha ricattato sul fatto che ti ha visto con Patrizia?
Assolutamente no. Ti giuro gli ho offerto appartamento solo perché mi faceva pena.
Quando eravamo arrivati a casa, Giusy ci stava aspettando, aveva una espressione abbastanza contrariata, con mia enorme sorpresa, la sua espressione era diventata amichevole appena Miriam era scesa dall’auto. Miriam aveva 24 anni, la sua carnagione era olivastra, quasi da sembrare magrebina, aveva capelli lunghi e lisci di un nero corvino, anche i suoi occhi erano neri. Era piccola ed esile un seno di una terza scarsa ed un viso da adolescente che la faceva apparire molto più giovane. Giusy con mio stupore l’aveva accolta in modo fin troppo caloroso. Mentre gli facevamo vedere l’appartamento, sembrava spaesata e molto titubante, era stata Giusy a parlare per prima
Ti vedo molto perplessa, non ti piace l’appartamento?
No no, assolutamente, anzi l’appartamento e bellissimo. Ma non credo mi possa permettere affitto.
Sai, non abbiamo bisogno di affittarlo. Lo teniamo per gli ospiti. Visto che sarà solo per 2 mesi che ci resterai, ti vorrei proporre una situazione au paura. Tu non dovrai pagarci affitto, in sostituzione mi aiuterai nella pulizia della casa. Logico che sarà solo fino a fine giugno.
Ero rimasto sbalordito dal cambiamento di Giusy, ma lo era rimasta anche Miriam che aveva accettato subito la proposta. La sera visto che non aveva potuto fare la spesa era stata a cena da noi. Era rimasta affascinata dalla nostra casa, dal giardino e dalla piscina. Dopo cena si era data subito da fare sparecchiando e lavando i piatti. Eravamo rimasti a chiacchierare un po’ e dopo era andata a letto.
Cavoli che cambiamento. Mi avevi accusato che lo scopo era portarmela a letto, ti eri incazata, all’arrivo avevi espressione truce e poi sei cambiata totalmente.
Avevi ragione, sembra una bambina, mi ha fatto molto tenerezza. Poi visto come si da’ da fare?
Ero contento che l’equivoco si era risolto, ma ancora più contento della scopata che avevamo fatto. Nei giorni che seguirono Miriam si era resa sempre più disponibile ad aiutare Giusy in casa, praticamente faceva tutto lei. Il loro feeling cresceva di giorno in giorno, spesso li trovavo a chiacchierare come vecchie amiche, e molto più spesso uscivano insieme a fare le spese o a fare shopping. Ero contento perché vedevo Giusy felice e non avevo mai sospettato che ci poteva essere altro come saputo dopo.
Tutto era nato per caso anche se, fin da subito, Giusy aveva provato turbamento nel vederla. Un giorno mentre erano a fare shopping, mentre Miriam provava un vestito, Giusy gli aveva fatto i complimenti per il suo bel seno e glielo aveva accarezzato, come reazione era arrossita ed abbassato gli occhi, ma non si era scostata lasciando indugiare Giusy più del dovuto ad accarezzare il suo seno. L’occasione che aveva dato il via a qualcosa di più concreto era successa in un’altra occasione, io ero in ufficio per turno pomeridiano, Giusy era andata nella nostra camera e si era immersa nell’idromassaggio. Quando Miriam era salita per salutarla Giusy aveva insistito che gli facesse compagnia.
Mentre si spogliava non aveva potuto fare a meno di osservarla bene. Adesso aveva capito, ne aveva la certezza, la desiderava, avrebbe voluto buttarla sul letto e leccarla tutta, ma era consapevole che doveva agire per gradi. Quando aveva sfilato le mutandine aveva cercato di guardare bene la sua figa, ma aveva visto ben poco. Un folto cespuglio di peli neri la nascondeva alla sua vista
Ma tu non depili le parti intime? Ormai lo fanno tutte. Le estetiste non fanno altro.
Non l’ho mai fatto non ci ho mai pensato. Poi avrei vergogna di farlo fare a estetista.
Giusy aveva intravisto la possibilità di provare un approccio, solo l’idea di poterlo tentare l’aveva fatta bagnare. Aveva detto a Miriam che aveva tutto l’occorrente e che poteva farlo lei. Inizialmente era stata molto titubante, poi con modi dolci si era fatta convincere ed aveva accettato di farsi depilare. Aveva preso l’occorrente e fatto sdraiare sul letto Miriam aveva iniziato a depilarla. Man mano che la figa restava libera faticava sempre di più a non tuffare la sua testa fra le gambe ed iniziare a leccare, era bagnatissima. Finito di depilarla l’aveva fatta guardare allo specchio, lei sembrava soddisfatta e si era messa a ridere
Mi sembra di essere tornata a quando avevo 12 anni sembro una bambina.
Sei molto arrossata, adesso sdraiati bene che ti spalmo un po’ di crema.
Aveva iniziato spalmando la crema ai due lati dell’inguine, poi quando aveva, a mano aperta, iniziato a massaggiare il monte dii venere, Miriam aveva chiuso gli occhi ed il suo respiro aveva cambiato intensità, ormai non poteva ne voleva smettere, un dito gli aveva sfiorato il clitoride, aveva sentito un gemito di piacere, aveva insistito, i gemiti ora era diventati regolari. Adesso con la mano andava su e giù lungo la figa, quando aveva timidamente infilato un dito dentro la figa i gemiti erano aumentati. A quel punto sempre tenendogli un dito in figa aveva iniziato a leccare il clitoride, leccava e succhiava mentre il dito imitava un cazzo che la scopava. Dopo pochi minuti Miriam aveva goduto facendogli assaporare gli umori del suo orgasmo, ma la reazione avvenuta subito dopo l’aveva lasciata sbalordita. Miriam si era alzata dal letto aveva raccolto i suoi vestiti velocemente ed era scappata via dalla stanza. La sorpresa per la reazione di Miriam, non avevano affatto diminuito l’eccitazione di Giusy, si era leccata le dita per sentire ancora il sapore, poi non aveva resistito la voglia era troppa si era masturbata fino a godere.
La sera a cena avevo avuto la sensazione che c’era qualcosa, ma Miriam furbescamente mi aveva chiesto delucidazioni su un pratica che doveva evadere il giorno dopo e non ci avevo fatto più caso. Giusy da parte sua non aveva affrontato il discorso e dopo 2 giorni tutto era tornato come prima. Erano sempre insieme come sempre. Quel giorno io sarei uscito a sbrigare delle pratiche e quindi dopo pranzo ero uscito.
Visto che è una bella giornata di sole e che Alberto torna per cena che ne dici di stare in piscina?
Miriam aveva accettato, arrivati in piscina Giusy si era messa nuda e sdraiata sul letto a bordo piscina ed aveva invitato Miriam a sdraiarsi accanto a lei, si era spogliata tenendo le mutandine, poi si era sdraiata accanto a Giusy guardandola con una espressione strana
Perché mi guardi così? Qualcosa che non va?
Scusa ma Alberto oggi pomeriggio andava in ufficio?
Non credo, doveva sbrigare alcune cose nostre. Poi forse passa da Patrizia a scoparla.
Le parole di Giusy erano state come un pugno allo stomaco. Era a bocca aperta e non riusciva a parlare.
Pensavi non lo sapessi? Io ed Alberto siamo una coppia libera, ma ci diciamo tutto. Lui mi ha detto fin dalla prima volta che aveva scopato Patrizia, ed anche che tu li avevi spiati di nascosto.
Non è vero che li ho spiati. Ero andata a portare una pratica e li ho visti.
Si certo, lo so. Ma non sei subito andata via, sei rimasta a guardare. Come mai?
Dicendogli questo Giusy si era messa di profilo appoggiando un gomito al materasso, Miriam era stesa.
Volevo scappare subito, ma era strano sembrava che qualcosa mi teneva ferma lì.
Lo so può capitare. Sai mi piacerebbe sentire da te cosa è successo dai raccontami.
Giusy aveva appoggiato una mano sul braccio di Miriam e poi quando aveva iniziato a raccontare aveva spostato la mano sulla pancia, lei non si era mossa e non sembrava gli desse fastidio.
Quando sono arrivata, la dirigente gli succhiava il cazzo, poi Alberto gli aveva tolto le mutandine, arrotolato la gonna in vita fatta sdraiare sulla scrivania ed aveva iniziato a leccarla.
Ti sei eccitata di più a vedere lei che lo succhiava o vedere lui che la leccava.
Inizialmente non era eccitazione era una sensazione strana. Ero rimasta impressionata dalla grandezza del cazzo di Alberto. Non ne ho mai visto uno così grande.
La mano di Giusy si era spostata sul seno di Miriam ed aveva iniziato ad accarezzarlo.
Ed a cosa pensavi? Non ti eccitava guardarli?
Logico, dopo un po’ mi sentivo bagnata ma ero incuriosita se Patrizia avrebbe sentito dolore quando Alberto glielo avrebbe messo dentro.
Ti assicuro che non si sente affatto dolore, ma tanto piacere. Patrizia ha sentito dolore?
No. Quando glielo ha messo dentro ha iniziato a gemere di piacere. Poi sono scappata perché Alberto ha incrociato mio sguardo e mi ha visto. Ma Patrizia sa che li ho visti?
Tranquilla lei non sa nulla. Non guardava verso di te era concentrata a godersi il cazzo.
La mano di Giusy era scesa lentamente, adesso si era infilata dentro le mutandine, e quando aveva iniziato a sfiorargli in clitoride, Miriam l’aveva guardata in faccia, stavolta il suo sguardo traspirava piacere era venuto di conseguenza abbassarsi e baciarla in bocca, lei aveva risposto al bacio abbracciandola. Era stato solo l’inizio, dalle carezze e baci erano passati al 69, Giusy aveva goduto quasi subito visto l’attesa, ma non era certo il tipo di fermarsi. Miriam leccava la figa benissimo con passione, si capiva che lo faceva con piacere e che non era la prima volta. Avevano goduto a lungo poi erano rimasti abbracciati.
Sai io al mio paese ho il ragazzo con cui dovrei sposarmi. Ma non sono certa di farlo.
Beh devi esserne convinta. Puoi convivere per un periodo per vedere come va.
Convivere in un paesino arretrato come il mio? Impossibile ma non è quello. Sai dal pensionato mi hanno mandato via perché mi hanno scoperto a letto con una suora.
Avevo capito che non eri alla prima esperienza. Neanche per me lo è.
Ti chiedo però un favore. Non dire nulla ad Alberto. So che vi dite tutto ma per adesso non dirlo.
Ok ti prometto che fino a che posso non glielo dico. Spero sarai tu a farlo.
Da quel giorno in poi, ogni volta che erano sole a casa non facevano altro che scopare. Miriam era curiosa e spesso chiedeva a Giusy come era farlo con Alberto. A Giusy però non erano sufficienti le scopate con Miriam, più scopava con lei più aveva voglia di cazzo, non dava tregua ad Alberto che non sospettava. Giusy aveva in serbo una sorpresa per Alberto e con l’aiuto di Miriam la stava mettendo in atto. Presto sarebbe stato il loro anniversario e voleva renderlo felice come lo era stata lei a Natale.
Eravamo ormai quasi a fine maggio, nonostante le perplessità iniziali di Giusy,. Il suo rapporto con Miriam sembrava andasse a gonfie vele. Uscivano sempre insieme erano sempre a chiacchierare ed avevo notato anche che Giusy gli aveva passato qualcuno dei suoi vestiti che un usava più. Una sera mi dice
Miriam mi ha detto che con lei sei molto professionale. Parlate sempre di lavoro, che non gli hai mai fatto un complimento ne tantomeno ci hai provato nemmeno velatamente. Non ti piace?
Ma dai tesoro,. Non è quello. Innanzitutto come detto mi fa tenerezza, poi su lavoro sono molto pettegoli. Con Patrizia è diverso, a rischiare è più lei. Poi logico Miriam mi piace si è la scoperei molto volentieri in una situazione diversa. Ma avete parlato di me?
Ma non si parlava in generale. A proposito per prossimo weekend ho prenotato a Monaco, visto che c’è il ponte, ti fa niente se Miriam viene con noi? Non ha mai visto Monaco.
Ok per me non ci sono problemi. Ma se viene lei non andremo in locali trasgressivi.
Eravamo a fine maggio, mi era arrivata una comunicazione della banca, con mia sorpresa andando su App home bankig mi accorgo che dal conto in comune era stato fatto un bonifico per una ingente somma, 118.000 euro. Avevo telefonato preoccupato a Giusy, lei mi aveva detto di restare calmo, lo aveva fatto lei, la sera al ritorno a casa mi avrebbe spiegato. Era logico che non ero affatto calmo, poi ragionando avevo dovuto prendere atto che il patrimonio che avevamo accumulato era frutto del sito di Giusy, quindi in fin dei conti, con i soldi suoi faceva quello che voleva, ma non dirmi nulla non mi faceva affatto piacere.
Per la sera Giusy aveva preparato una bella cena, io avevo mangiato controvoglia, aspettavo che Miriam andasse via per chiarire. Stranamente tutto andava per le lunghe ed io ero sempre più nervoso, sembrava che fossero d’accordo a fare passare il tempo. Finalmente quando mancavano una decina di minuti a mezzanotte Miriam era andata nel suo appartamento, e Giusy sedendosi accanto a me, aveva detto
Ricordi che giorno è oggi? Un anno fa come oggi mi avevi fatto la sorpresa di portarmi in questa casa. Mi avevi proposto di vivere come marito e moglie. Il regalo più bello che mi potevi fare. Ho aspettato mezzanotte per essere nel giorno dell’anniversario. Seguimi vieni con me.
Mi aveva preso per mano e mi aveva portato alla porta che dava al garage aveva aperto ed acceso la luce
Ecco, questo è il mio regalo per te. So che era uno dei tuoi sogni. Purtroppo è di seconda mano, per averla nuova bisognava aspettare mesi. Spero che gradirai lo stesso il pensiero.
Ero rimasto a bocca aperta, in garage c’era una Ferrari Portofino, rossa fiammante. Non riuscivo a spiccicare parola, non sapevo se abbracciarla e baciarla o salire in macchina. Ci aveva pensato lei aprendo la portiera e facendomi sedere. Ero inebetito senza parole, avevo messo in moto ed avevo sgasato, poi avevo spento ed ero sceso. Mi ero avvicinato a lei l’avevo baciata e stretta forte. Lei aveva risposto ai miei baci, ero così fuori di testa che avevo tentato di fare l’amore lì, appoggiati all’auto.
Tranquillo ci sarà tempo per farlo così, adesso vieni andiamo a festeggiare.
Eravamo andati in camera ci eravamo spogliati io mi ero messo subito a letto impaziente che Giusy mi raggiungesse. Lei era rimasta ai piedi del letto nuda e poi mi aveva detto
Adesso resti immobile li a goderti uno spettacolo che ti piacerà tanto. MIRIAM vuole farti regalo.
Aveva pronunciato il nome Miriam a voce alta ed a quel punto lei era uscita dal bagno, era nuca aveva solo la figa infiocchettata come un pacco regalo. Giusy l’aveva messa davanti a me e sciolto il fiocco. Con la figa rasata sembrava proprio una adolescente. Avevano iniziato a baciarsi e toccarsi davanti a me, li guardavo sempre più eccitato, a questo punto era chiaro che fra loro non era la prima volta, si baciavano e si toccavano conoscendo i punti dei loro corpi dove dare piacere. Poi si erano stesi sul letto ed avevano iniziato a leccarsi a vicenda. Miriam era bellissima, avrei voluto scoparla subito, il suo sguardo mi aveva fatto eccitare maggiormente e lei aveva osservato a lungo il mio cazzo in piena erezione.
Ero eccitatissimo e non avevo resistito. Mentre erano a 69 con Giusy sopra, gli ero andato dietro e gli avevo infilato il cazzo nella figa, adesso la stavo scopando a pecorina, mi aveva lasciato fare solo alcune pompate poi m aveva chiesto di staccarmi e mi aveva fatto sdraiare, era venuta cavalcioni sopra di me, ma prima di infilarsi il cazzo dentro la fuga rivolta a Miriam gli aveva detto:
Avvicinati tesoro e guarda bene come entra. Se lo desideri entra con facilità.
Aveva preso il cazzo in mano e lo aveva puntato alla figa, quando Miriam si era piegata ad osservare, lentamente era scesa ricevendo tutto il cazzo dentro. Miriam la osservava estasiata, poi mentre mi cavalcava avevano di nuovo iniziato a baciarsi, quando aveva goduto, anche io non avevo resistito ed avevo sborrato dentro. Miriam si era sdraiata e Giusy l’aveva messo in mezzo.
Ho la netta sensazione che per voi non sia affatto la prima volta.
Hai ragione, scusami, è da un po’ che lo facciamo ma Miriam mi aveva chiesto di non dirtelo.
Mi dispiace molto. Anche se non mi volevate potevate dirmelo, vi avrei lasciato fare.
Non è vero che non ti volevamo, Miriam doveva convincersi che a prendere il tuo cazzo non avrebbe sentito male, per questo gli ho fatto vedere come entrava a me.
Miriam che fino a quel momento era stata zitta, si era girata verso di me e mi aveva baciato. Il suo bacio mi aveva fatto rabbrividire dal piacere. Avevo continuato a baciarla ed accarezzarla, la sua figa era un lago, era bagnatissima. Anche Giusy aveva infilato la sua lingua fra le nostre, era un bacio a tre.
Voglio che scopi anche me, ma mi prometti che sarai dolce? Ho paura di sentire male.
Certo tesoro, stai tranquilla, se senti male te lo tolgo.
L’avevo messa sul bordo del letto con gambe penzoloni, in piedi sarei riuscito a penetrarla lentamente. L’avevamo leccata a lungo tutte e due fino a quando era stata lei a dire che era pronta. Giusy gli si era sdraiata accanto, io avevo avvicinato il cazzo, provavo una strana sensazione, come se mi apprettarsi a sverginare una adolescente, in effetti rapportato alla sua figa il mio cazzo era davvero grosso. Lo avevo appoggiato e poi spinto leggermente pronto a ritirarmi nel caso si fosse lamentata, aveva gemuto
Ti fa male tesoro? Ti è entrato dentro ma non tutto
No non fa male mi piace. Continua così piano.
Ti sta entrando un po’ alla volta, è molto dolce come ti aveva promesso
Lo sento tutto dentro. Mi sento piena ma e bellissimo.
Vedrai che ti piacerà e godrai tanto
Dai vienimi sopra, mentre mi scopa voglio leccarti la figa.
I loro discorsi mi avevano fatto eccitare ancora di più. Avevo fatto appoggiare a Miriam le sue gambe sulle mie spalle ed adesso la pompavo con più intensità. Aveva iniziato a godere, smetteva per un attimo di leccare la figa a Giusy ogni volta che sborrava, poi riprendeva. Quando Giusy era in procinto di godere, mi aveva attirato a sé ed aveva iniziato a baciarmi, infine anche io avevo sborrato in figa a Miriam. Non c’era stata quasi pausa, Giusy aveva iniziato a leccare la figa di Miriam ripulendolo della mia sborra, mentre Miriam aveva iniziato a succhiare il mio cazzo facendolo tornare duro. All’ennesimo orgasmo aveva chiesto un attimo di pausa per riprendere fiato.
Miriam mi aveva stregato, guardavo il suo corpo ed avevo voglia. Restando sdraiati avevo incrociato le gambe, nella posizione a forbice, e gli avevo infilato il cazzo in figa, restando fermo dentro di lei. Mentre eravamo così rilassati, mi avevano raccontato come tutto era iniziato. Giusy aveva descritto ogni particolare, e mentre lei raccontava Miriam iniziava a contrarre la figa e gemere di piacere, anche io avevo iniziato a muovermi ed avevamo goduto insieme. Dovendo il giorno dopo partire ci eravamo addormentati.
Mi ero svegliato, con il pensiero fisso alla Ferrari, ma appena avevo socchiuso gli occhi avevo visto accanto a me le donne impegnate in un 69. Avevo fatto finta di dormire, fino a che non avevano goduto. Giusy dopo aver goduto si era alzata dicendo che avrebbe preparato la colazione e che poi avrebbero svegliato anche me, ed era scesa in cucina. Io fingevo ancora di dormire, Miriam si era girata verso di me mi aveva baciato in bocca, allungato la mano ad afferrare il mio cazzo ormai duro e dire.
Lo sapevo che eri sveglio. Ti è venuto duro osservandoci?
Beh è sempre uno spettacolo eccitante guardarvi.
Giusy mi ha svegliato leccandomi la figa. Domani mi sveglierai tutto mettendomi cazzo.
Domani? Allora devo aspettare fino a domani?
Intendevo a svegliarmi. Il tuo bel cazzone lo voglio adesso.
Dicendo questo mi era venuta sopra si era infilato il cazzo in figa ed aveva iniziato a cavalcarmi. Io la guardavo cavalcarmi e mentre l faceva, il suo volto non era più quello di una ragazzina, era una vera porcona. Avevamo sborrato insieme nel momento in cui era arrivata Giusy a dirci che la colazione era pronta. Avevamo fatto la doccia tutte e 3 insieme, se non fosse stato per il desiderio di guidare la nuova macchina, non ci sarebbe stato nulla a farmi desistere di non continuare a scopare.
CONTINUA
La nostra vita procedeva nel migliore dei modi, Giusy aveva incrementato di molto i suoi guadagni con le idee che gli venivano, economicamente potevamo condurre una vita più che agiata. Avevamo fatto progetti per il futuro, ci bastavano ancora 4/5 anni e potevamo mettere in pratica il nostro sogno, che era quello di trasferirci all’estero, dove avremmo potuto condurre una vita agiata ed in sicurezza. Umberto, più che Patrizia, avevano provato a ripetere la festa. Ma sia per impegni vari, ma anche perché non avevamo voglia di ripetere, non si era fatto nulla. Patrizia mi tampinava in ufficio, ma dopo l’esperienza, in cui Miriam ci aveva scoperto, avevo deciso che in ufficio avremmo tenuto comportamento irreprensibile. Ero stato 2 volte a casa sua, Giusy logicamente ne era al corrente, ma aveva voluto fossimo da soli.
Eravamo ai primissimi giorni di maggio, sul lago iniziavano a vedersi sempre più turisti, e le belle giornate di sole, ci rendevano consapevoli che stava iniziando l’estate. Con Giusy, dopo che l’esperienza di affittare l’appartamento l’anno prima, non era stata esaltante, eravamo indecisi nel ripetere annuncio. Quel mattino ero arrivato in ufficio tardi, avevo sbrigato prima delle pratiche in banca. Al mio arrivo avevo notato qualcosa di strano ma non immaginavo che le vicende che si sarebbero susseguite avrebbero potuto mettere in pericolo il mio rapporto con mia sorella Giusy, ma l’istinto mi aveva fatto agire senza pensare.
In ufficio avevo trovato Miriam in lacrime, le colleghe stavano consolandola. Quando avevo chiesto spiegazioni, mi avevano seguito nel mio ufficio. Miriam continuava a piangere disperata, una collega mi aveva spiegato che Miriam alloggiava in un pensionato di suore, per un motivo, che non avevo ben capito gli avevano lo sfratto immediato. Visto il periodo, inizio estate, trovare una sistemazione ad un prezzo che poteva permettersi era stata ricerca inutile. Miriam rassegnava in anticipo le dimissioni dalla supplenza che scadeva il 30 giugno, e rientrava al suo paese in Basilicata. Vederla piangere in quel modo, anche se, saltava solo 2 mesi, mi aveva fatto pena. Le parole mi erano uscite dalla bocca senza pensarci, forse se ci avessi pensato ed avessi valutato bene non le avrei mai detto.
Tranquilla, smettila di piangere. Ho io la soluzione al tuo problema. Avrai sistemazione da oggi.
Non aveva smesso di piangere, solo che adesso il suo era un pianto di gioia. Avevo evitato di dire, davanti alle colleghe, che la sistemazione era a casa mia, ma avevo detto genericamente un appartamento. Tutto si era risolto ed erano tornati nei loro uffici. Adesso a freddo mi rendevo conto della cazzata che avevo fatto, avevo preso la decisione di testa mia senza dire nulla a Giusy, dovevo avvertirla subito, metterla al corrente e spiegargli che avevo agito senza pensarci. L’avevo subito chiamata e partendo da lontano gli avevo spiegato la situazione nella speranza capisse. Non l’aveva presa bene la sua prima frase era stata
Ecco. Dopo la dirigente adesso vuoi scoparti la collaboratrice giovane. Potevi farlo benissimo, lo sai che non sarebbe stato un problema. Ma averla per 2 mesi in casa mi fa sospettare altro.
Ma sei matta? Così ti metti a insinuare. Ti giuro che stai sbagliando. Non c’è stato mai nulla con lei e non mi è nemmeno passato per la mente. È un ragazzina credimi.
Allora dimmi una cosa. Avendo bisogno, forse ti ha ricattato sul fatto che ti ha visto con Patrizia?
Assolutamente no. Ti giuro gli ho offerto appartamento solo perché mi faceva pena.
Quando eravamo arrivati a casa, Giusy ci stava aspettando, aveva una espressione abbastanza contrariata, con mia enorme sorpresa, la sua espressione era diventata amichevole appena Miriam era scesa dall’auto. Miriam aveva 24 anni, la sua carnagione era olivastra, quasi da sembrare magrebina, aveva capelli lunghi e lisci di un nero corvino, anche i suoi occhi erano neri. Era piccola ed esile un seno di una terza scarsa ed un viso da adolescente che la faceva apparire molto più giovane. Giusy con mio stupore l’aveva accolta in modo fin troppo caloroso. Mentre gli facevamo vedere l’appartamento, sembrava spaesata e molto titubante, era stata Giusy a parlare per prima
Ti vedo molto perplessa, non ti piace l’appartamento?
No no, assolutamente, anzi l’appartamento e bellissimo. Ma non credo mi possa permettere affitto.
Sai, non abbiamo bisogno di affittarlo. Lo teniamo per gli ospiti. Visto che sarà solo per 2 mesi che ci resterai, ti vorrei proporre una situazione au paura. Tu non dovrai pagarci affitto, in sostituzione mi aiuterai nella pulizia della casa. Logico che sarà solo fino a fine giugno.
Ero rimasto sbalordito dal cambiamento di Giusy, ma lo era rimasta anche Miriam che aveva accettato subito la proposta. La sera visto che non aveva potuto fare la spesa era stata a cena da noi. Era rimasta affascinata dalla nostra casa, dal giardino e dalla piscina. Dopo cena si era data subito da fare sparecchiando e lavando i piatti. Eravamo rimasti a chiacchierare un po’ e dopo era andata a letto.
Cavoli che cambiamento. Mi avevi accusato che lo scopo era portarmela a letto, ti eri incazata, all’arrivo avevi espressione truce e poi sei cambiata totalmente.
Avevi ragione, sembra una bambina, mi ha fatto molto tenerezza. Poi visto come si da’ da fare?
Ero contento che l’equivoco si era risolto, ma ancora più contento della scopata che avevamo fatto. Nei giorni che seguirono Miriam si era resa sempre più disponibile ad aiutare Giusy in casa, praticamente faceva tutto lei. Il loro feeling cresceva di giorno in giorno, spesso li trovavo a chiacchierare come vecchie amiche, e molto più spesso uscivano insieme a fare le spese o a fare shopping. Ero contento perché vedevo Giusy felice e non avevo mai sospettato che ci poteva essere altro come saputo dopo.
Tutto era nato per caso anche se, fin da subito, Giusy aveva provato turbamento nel vederla. Un giorno mentre erano a fare shopping, mentre Miriam provava un vestito, Giusy gli aveva fatto i complimenti per il suo bel seno e glielo aveva accarezzato, come reazione era arrossita ed abbassato gli occhi, ma non si era scostata lasciando indugiare Giusy più del dovuto ad accarezzare il suo seno. L’occasione che aveva dato il via a qualcosa di più concreto era successa in un’altra occasione, io ero in ufficio per turno pomeridiano, Giusy era andata nella nostra camera e si era immersa nell’idromassaggio. Quando Miriam era salita per salutarla Giusy aveva insistito che gli facesse compagnia.
Mentre si spogliava non aveva potuto fare a meno di osservarla bene. Adesso aveva capito, ne aveva la certezza, la desiderava, avrebbe voluto buttarla sul letto e leccarla tutta, ma era consapevole che doveva agire per gradi. Quando aveva sfilato le mutandine aveva cercato di guardare bene la sua figa, ma aveva visto ben poco. Un folto cespuglio di peli neri la nascondeva alla sua vista
Ma tu non depili le parti intime? Ormai lo fanno tutte. Le estetiste non fanno altro.
Non l’ho mai fatto non ci ho mai pensato. Poi avrei vergogna di farlo fare a estetista.
Giusy aveva intravisto la possibilità di provare un approccio, solo l’idea di poterlo tentare l’aveva fatta bagnare. Aveva detto a Miriam che aveva tutto l’occorrente e che poteva farlo lei. Inizialmente era stata molto titubante, poi con modi dolci si era fatta convincere ed aveva accettato di farsi depilare. Aveva preso l’occorrente e fatto sdraiare sul letto Miriam aveva iniziato a depilarla. Man mano che la figa restava libera faticava sempre di più a non tuffare la sua testa fra le gambe ed iniziare a leccare, era bagnatissima. Finito di depilarla l’aveva fatta guardare allo specchio, lei sembrava soddisfatta e si era messa a ridere
Mi sembra di essere tornata a quando avevo 12 anni sembro una bambina.
Sei molto arrossata, adesso sdraiati bene che ti spalmo un po’ di crema.
Aveva iniziato spalmando la crema ai due lati dell’inguine, poi quando aveva, a mano aperta, iniziato a massaggiare il monte dii venere, Miriam aveva chiuso gli occhi ed il suo respiro aveva cambiato intensità, ormai non poteva ne voleva smettere, un dito gli aveva sfiorato il clitoride, aveva sentito un gemito di piacere, aveva insistito, i gemiti ora era diventati regolari. Adesso con la mano andava su e giù lungo la figa, quando aveva timidamente infilato un dito dentro la figa i gemiti erano aumentati. A quel punto sempre tenendogli un dito in figa aveva iniziato a leccare il clitoride, leccava e succhiava mentre il dito imitava un cazzo che la scopava. Dopo pochi minuti Miriam aveva goduto facendogli assaporare gli umori del suo orgasmo, ma la reazione avvenuta subito dopo l’aveva lasciata sbalordita. Miriam si era alzata dal letto aveva raccolto i suoi vestiti velocemente ed era scappata via dalla stanza. La sorpresa per la reazione di Miriam, non avevano affatto diminuito l’eccitazione di Giusy, si era leccata le dita per sentire ancora il sapore, poi non aveva resistito la voglia era troppa si era masturbata fino a godere.
La sera a cena avevo avuto la sensazione che c’era qualcosa, ma Miriam furbescamente mi aveva chiesto delucidazioni su un pratica che doveva evadere il giorno dopo e non ci avevo fatto più caso. Giusy da parte sua non aveva affrontato il discorso e dopo 2 giorni tutto era tornato come prima. Erano sempre insieme come sempre. Quel giorno io sarei uscito a sbrigare delle pratiche e quindi dopo pranzo ero uscito.
Visto che è una bella giornata di sole e che Alberto torna per cena che ne dici di stare in piscina?
Miriam aveva accettato, arrivati in piscina Giusy si era messa nuda e sdraiata sul letto a bordo piscina ed aveva invitato Miriam a sdraiarsi accanto a lei, si era spogliata tenendo le mutandine, poi si era sdraiata accanto a Giusy guardandola con una espressione strana
Perché mi guardi così? Qualcosa che non va?
Scusa ma Alberto oggi pomeriggio andava in ufficio?
Non credo, doveva sbrigare alcune cose nostre. Poi forse passa da Patrizia a scoparla.
Le parole di Giusy erano state come un pugno allo stomaco. Era a bocca aperta e non riusciva a parlare.
Pensavi non lo sapessi? Io ed Alberto siamo una coppia libera, ma ci diciamo tutto. Lui mi ha detto fin dalla prima volta che aveva scopato Patrizia, ed anche che tu li avevi spiati di nascosto.
Non è vero che li ho spiati. Ero andata a portare una pratica e li ho visti.
Si certo, lo so. Ma non sei subito andata via, sei rimasta a guardare. Come mai?
Dicendogli questo Giusy si era messa di profilo appoggiando un gomito al materasso, Miriam era stesa.
Volevo scappare subito, ma era strano sembrava che qualcosa mi teneva ferma lì.
Lo so può capitare. Sai mi piacerebbe sentire da te cosa è successo dai raccontami.
Giusy aveva appoggiato una mano sul braccio di Miriam e poi quando aveva iniziato a raccontare aveva spostato la mano sulla pancia, lei non si era mossa e non sembrava gli desse fastidio.
Quando sono arrivata, la dirigente gli succhiava il cazzo, poi Alberto gli aveva tolto le mutandine, arrotolato la gonna in vita fatta sdraiare sulla scrivania ed aveva iniziato a leccarla.
Ti sei eccitata di più a vedere lei che lo succhiava o vedere lui che la leccava.
Inizialmente non era eccitazione era una sensazione strana. Ero rimasta impressionata dalla grandezza del cazzo di Alberto. Non ne ho mai visto uno così grande.
La mano di Giusy si era spostata sul seno di Miriam ed aveva iniziato ad accarezzarlo.
Ed a cosa pensavi? Non ti eccitava guardarli?
Logico, dopo un po’ mi sentivo bagnata ma ero incuriosita se Patrizia avrebbe sentito dolore quando Alberto glielo avrebbe messo dentro.
Ti assicuro che non si sente affatto dolore, ma tanto piacere. Patrizia ha sentito dolore?
No. Quando glielo ha messo dentro ha iniziato a gemere di piacere. Poi sono scappata perché Alberto ha incrociato mio sguardo e mi ha visto. Ma Patrizia sa che li ho visti?
Tranquilla lei non sa nulla. Non guardava verso di te era concentrata a godersi il cazzo.
La mano di Giusy era scesa lentamente, adesso si era infilata dentro le mutandine, e quando aveva iniziato a sfiorargli in clitoride, Miriam l’aveva guardata in faccia, stavolta il suo sguardo traspirava piacere era venuto di conseguenza abbassarsi e baciarla in bocca, lei aveva risposto al bacio abbracciandola. Era stato solo l’inizio, dalle carezze e baci erano passati al 69, Giusy aveva goduto quasi subito visto l’attesa, ma non era certo il tipo di fermarsi. Miriam leccava la figa benissimo con passione, si capiva che lo faceva con piacere e che non era la prima volta. Avevano goduto a lungo poi erano rimasti abbracciati.
Sai io al mio paese ho il ragazzo con cui dovrei sposarmi. Ma non sono certa di farlo.
Beh devi esserne convinta. Puoi convivere per un periodo per vedere come va.
Convivere in un paesino arretrato come il mio? Impossibile ma non è quello. Sai dal pensionato mi hanno mandato via perché mi hanno scoperto a letto con una suora.
Avevo capito che non eri alla prima esperienza. Neanche per me lo è.
Ti chiedo però un favore. Non dire nulla ad Alberto. So che vi dite tutto ma per adesso non dirlo.
Ok ti prometto che fino a che posso non glielo dico. Spero sarai tu a farlo.
Da quel giorno in poi, ogni volta che erano sole a casa non facevano altro che scopare. Miriam era curiosa e spesso chiedeva a Giusy come era farlo con Alberto. A Giusy però non erano sufficienti le scopate con Miriam, più scopava con lei più aveva voglia di cazzo, non dava tregua ad Alberto che non sospettava. Giusy aveva in serbo una sorpresa per Alberto e con l’aiuto di Miriam la stava mettendo in atto. Presto sarebbe stato il loro anniversario e voleva renderlo felice come lo era stata lei a Natale.
Eravamo ormai quasi a fine maggio, nonostante le perplessità iniziali di Giusy,. Il suo rapporto con Miriam sembrava andasse a gonfie vele. Uscivano sempre insieme erano sempre a chiacchierare ed avevo notato anche che Giusy gli aveva passato qualcuno dei suoi vestiti che un usava più. Una sera mi dice
Miriam mi ha detto che con lei sei molto professionale. Parlate sempre di lavoro, che non gli hai mai fatto un complimento ne tantomeno ci hai provato nemmeno velatamente. Non ti piace?
Ma dai tesoro,. Non è quello. Innanzitutto come detto mi fa tenerezza, poi su lavoro sono molto pettegoli. Con Patrizia è diverso, a rischiare è più lei. Poi logico Miriam mi piace si è la scoperei molto volentieri in una situazione diversa. Ma avete parlato di me?
Ma non si parlava in generale. A proposito per prossimo weekend ho prenotato a Monaco, visto che c’è il ponte, ti fa niente se Miriam viene con noi? Non ha mai visto Monaco.
Ok per me non ci sono problemi. Ma se viene lei non andremo in locali trasgressivi.
Eravamo a fine maggio, mi era arrivata una comunicazione della banca, con mia sorpresa andando su App home bankig mi accorgo che dal conto in comune era stato fatto un bonifico per una ingente somma, 118.000 euro. Avevo telefonato preoccupato a Giusy, lei mi aveva detto di restare calmo, lo aveva fatto lei, la sera al ritorno a casa mi avrebbe spiegato. Era logico che non ero affatto calmo, poi ragionando avevo dovuto prendere atto che il patrimonio che avevamo accumulato era frutto del sito di Giusy, quindi in fin dei conti, con i soldi suoi faceva quello che voleva, ma non dirmi nulla non mi faceva affatto piacere.
Per la sera Giusy aveva preparato una bella cena, io avevo mangiato controvoglia, aspettavo che Miriam andasse via per chiarire. Stranamente tutto andava per le lunghe ed io ero sempre più nervoso, sembrava che fossero d’accordo a fare passare il tempo. Finalmente quando mancavano una decina di minuti a mezzanotte Miriam era andata nel suo appartamento, e Giusy sedendosi accanto a me, aveva detto
Ricordi che giorno è oggi? Un anno fa come oggi mi avevi fatto la sorpresa di portarmi in questa casa. Mi avevi proposto di vivere come marito e moglie. Il regalo più bello che mi potevi fare. Ho aspettato mezzanotte per essere nel giorno dell’anniversario. Seguimi vieni con me.
Mi aveva preso per mano e mi aveva portato alla porta che dava al garage aveva aperto ed acceso la luce
Ecco, questo è il mio regalo per te. So che era uno dei tuoi sogni. Purtroppo è di seconda mano, per averla nuova bisognava aspettare mesi. Spero che gradirai lo stesso il pensiero.
Ero rimasto a bocca aperta, in garage c’era una Ferrari Portofino, rossa fiammante. Non riuscivo a spiccicare parola, non sapevo se abbracciarla e baciarla o salire in macchina. Ci aveva pensato lei aprendo la portiera e facendomi sedere. Ero inebetito senza parole, avevo messo in moto ed avevo sgasato, poi avevo spento ed ero sceso. Mi ero avvicinato a lei l’avevo baciata e stretta forte. Lei aveva risposto ai miei baci, ero così fuori di testa che avevo tentato di fare l’amore lì, appoggiati all’auto.
Tranquillo ci sarà tempo per farlo così, adesso vieni andiamo a festeggiare.
Eravamo andati in camera ci eravamo spogliati io mi ero messo subito a letto impaziente che Giusy mi raggiungesse. Lei era rimasta ai piedi del letto nuda e poi mi aveva detto
Adesso resti immobile li a goderti uno spettacolo che ti piacerà tanto. MIRIAM vuole farti regalo.
Aveva pronunciato il nome Miriam a voce alta ed a quel punto lei era uscita dal bagno, era nuca aveva solo la figa infiocchettata come un pacco regalo. Giusy l’aveva messa davanti a me e sciolto il fiocco. Con la figa rasata sembrava proprio una adolescente. Avevano iniziato a baciarsi e toccarsi davanti a me, li guardavo sempre più eccitato, a questo punto era chiaro che fra loro non era la prima volta, si baciavano e si toccavano conoscendo i punti dei loro corpi dove dare piacere. Poi si erano stesi sul letto ed avevano iniziato a leccarsi a vicenda. Miriam era bellissima, avrei voluto scoparla subito, il suo sguardo mi aveva fatto eccitare maggiormente e lei aveva osservato a lungo il mio cazzo in piena erezione.
Ero eccitatissimo e non avevo resistito. Mentre erano a 69 con Giusy sopra, gli ero andato dietro e gli avevo infilato il cazzo nella figa, adesso la stavo scopando a pecorina, mi aveva lasciato fare solo alcune pompate poi m aveva chiesto di staccarmi e mi aveva fatto sdraiare, era venuta cavalcioni sopra di me, ma prima di infilarsi il cazzo dentro la fuga rivolta a Miriam gli aveva detto:
Avvicinati tesoro e guarda bene come entra. Se lo desideri entra con facilità.
Aveva preso il cazzo in mano e lo aveva puntato alla figa, quando Miriam si era piegata ad osservare, lentamente era scesa ricevendo tutto il cazzo dentro. Miriam la osservava estasiata, poi mentre mi cavalcava avevano di nuovo iniziato a baciarsi, quando aveva goduto, anche io non avevo resistito ed avevo sborrato dentro. Miriam si era sdraiata e Giusy l’aveva messo in mezzo.
Ho la netta sensazione che per voi non sia affatto la prima volta.
Hai ragione, scusami, è da un po’ che lo facciamo ma Miriam mi aveva chiesto di non dirtelo.
Mi dispiace molto. Anche se non mi volevate potevate dirmelo, vi avrei lasciato fare.
Non è vero che non ti volevamo, Miriam doveva convincersi che a prendere il tuo cazzo non avrebbe sentito male, per questo gli ho fatto vedere come entrava a me.
Miriam che fino a quel momento era stata zitta, si era girata verso di me e mi aveva baciato. Il suo bacio mi aveva fatto rabbrividire dal piacere. Avevo continuato a baciarla ed accarezzarla, la sua figa era un lago, era bagnatissima. Anche Giusy aveva infilato la sua lingua fra le nostre, era un bacio a tre.
Voglio che scopi anche me, ma mi prometti che sarai dolce? Ho paura di sentire male.
Certo tesoro, stai tranquilla, se senti male te lo tolgo.
L’avevo messa sul bordo del letto con gambe penzoloni, in piedi sarei riuscito a penetrarla lentamente. L’avevamo leccata a lungo tutte e due fino a quando era stata lei a dire che era pronta. Giusy gli si era sdraiata accanto, io avevo avvicinato il cazzo, provavo una strana sensazione, come se mi apprettarsi a sverginare una adolescente, in effetti rapportato alla sua figa il mio cazzo era davvero grosso. Lo avevo appoggiato e poi spinto leggermente pronto a ritirarmi nel caso si fosse lamentata, aveva gemuto
Ti fa male tesoro? Ti è entrato dentro ma non tutto
No non fa male mi piace. Continua così piano.
Ti sta entrando un po’ alla volta, è molto dolce come ti aveva promesso
Lo sento tutto dentro. Mi sento piena ma e bellissimo.
Vedrai che ti piacerà e godrai tanto
Dai vienimi sopra, mentre mi scopa voglio leccarti la figa.
I loro discorsi mi avevano fatto eccitare ancora di più. Avevo fatto appoggiare a Miriam le sue gambe sulle mie spalle ed adesso la pompavo con più intensità. Aveva iniziato a godere, smetteva per un attimo di leccare la figa a Giusy ogni volta che sborrava, poi riprendeva. Quando Giusy era in procinto di godere, mi aveva attirato a sé ed aveva iniziato a baciarmi, infine anche io avevo sborrato in figa a Miriam. Non c’era stata quasi pausa, Giusy aveva iniziato a leccare la figa di Miriam ripulendolo della mia sborra, mentre Miriam aveva iniziato a succhiare il mio cazzo facendolo tornare duro. All’ennesimo orgasmo aveva chiesto un attimo di pausa per riprendere fiato.
Miriam mi aveva stregato, guardavo il suo corpo ed avevo voglia. Restando sdraiati avevo incrociato le gambe, nella posizione a forbice, e gli avevo infilato il cazzo in figa, restando fermo dentro di lei. Mentre eravamo così rilassati, mi avevano raccontato come tutto era iniziato. Giusy aveva descritto ogni particolare, e mentre lei raccontava Miriam iniziava a contrarre la figa e gemere di piacere, anche io avevo iniziato a muovermi ed avevamo goduto insieme. Dovendo il giorno dopo partire ci eravamo addormentati.
Mi ero svegliato, con il pensiero fisso alla Ferrari, ma appena avevo socchiuso gli occhi avevo visto accanto a me le donne impegnate in un 69. Avevo fatto finta di dormire, fino a che non avevano goduto. Giusy dopo aver goduto si era alzata dicendo che avrebbe preparato la colazione e che poi avrebbero svegliato anche me, ed era scesa in cucina. Io fingevo ancora di dormire, Miriam si era girata verso di me mi aveva baciato in bocca, allungato la mano ad afferrare il mio cazzo ormai duro e dire.
Lo sapevo che eri sveglio. Ti è venuto duro osservandoci?
Beh è sempre uno spettacolo eccitante guardarvi.
Giusy mi ha svegliato leccandomi la figa. Domani mi sveglierai tutto mettendomi cazzo.
Domani? Allora devo aspettare fino a domani?
Intendevo a svegliarmi. Il tuo bel cazzone lo voglio adesso.
Dicendo questo mi era venuta sopra si era infilato il cazzo in figa ed aveva iniziato a cavalcarmi. Io la guardavo cavalcarmi e mentre l faceva, il suo volto non era più quello di una ragazzina, era una vera porcona. Avevamo sborrato insieme nel momento in cui era arrivata Giusy a dirci che la colazione era pronta. Avevamo fatto la doccia tutte e 3 insieme, se non fosse stato per il desiderio di guidare la nuova macchina, non ci sarebbe stato nulla a farmi desistere di non continuare a scopare.
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